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Il presente e il futuro di Pomigliano


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Se non ho capito male, sotto all'oro, all'argento e al bronzo c'è comunque un altro step.

Che probabilmente equivale a non aver superato la valutazione.

Diciamo che il bronzo può essere considerato un 5 e 1/2 nella pagella del World Class Manufacturing.

E contando che a parte Melfi, nessuno stabilimento Italiano (in generale, non solo del gruppo Fiat) è ancora andato oltre il Bronze, si può dire che a Pomigliano qualcosa si è mosso, anche se di strada da fare ce n'è ancora. ;)

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I più attivi nella discussione

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Tieni anche presente che Hajime Yamashina è un giapponese e loro hanno un modo diverso di esprimersi dal nostro: sono così ossessionati dall'idea di poter offendere qualcuno da non avere il no e, se devono darti una risposta negativa, te ne danno una positiva ma formulandola in modo tale da farti capire che ti ha detto si ma voleva dirti no; se sei un giapponese. Lo stesso dicasi per i giudizi che esprimono: sono sempre positivi ma alcuni lo sono realmente mentre altri lo sono solo perché sarebbe scortese dirti veramente come la pensano e, queste finezze lessicali, spesso ci sfuggono.

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Scusa Rega ma il silver recentemente raggiunto era a Tichy?

In principio fu lo scudo, poi i bulloni, quindi i cerchi a turbina, poi i fari,quindi i led,poi il pianale,quindi il nome,poi venne il turno della plafoniera, non fu da meno il bagagliaio, infine (per poco ancora) il volante con i tasti della punto. Ho dimenticato qualcosa? :mirror:

Ah si, il peso dichiarato rispetto la Bravo, il feeling dello sterzo, lo schema delle sospensioni, i motori.

Ovviamente anche il devioluci ed il prosciutto, la maschera della plancia.

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  • 9 mesi fa...
La Panda sbarcherà a Pomigliano

FTA Online News

La_Panda_sbarcher%C3%A0_a_Pomigliano_MF_.aspxIl gruppo Fiat avrebbe ormai deciso di procedere con gli investimenti da 700 milioni di euro a Pomigliano d'Arco e con il trasferimento in loco della produzione della nuova Panda. Lo scrive stamane il quotidiano MF che sottolinea che al termine di una serie di incontri informali l'amministratore delegato del Lingotto Sergio Marchionne si sarebbe convinto che l'appoggio di una quota pari solo al 63% degli operai e le garanzie del governo sarebbero sufficienti per il via alla produzione. Ci sarebbe ancora tempo in futuro, riporta il quotidiano finanziario milanese, per ricucire i rapporti con la Fiom che invece ha appoggiato il no alle proposte della casa torinese.

(GD)

Via LaStampa.it

   

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E' ufficale: la nuova Panda si farà a Pomigliano.

Ecco il testo della letterina di babbo nat, ehmm Marchionne:

“A tutte le persone del Gruppo Fiat in Italia

Scrivere una lettera è una di quelle cose che si fa raramente e solo con le persone alle quali si tiene veramente. Se ho deciso di farlo è perché la cosa che mi sta più a cuore in questo momento è potervi parlare apertamente, per condividere con voi alcuni pensieri e per fare chiarezza sulle tante voci che in questi ultimi mesi hanno visto voi e la Fiat al centro dell’attenzione.

Non è la Fiat a scrivere questa lettera, non è quell’entità astratta che chiamiamo “azienda” e non è, come direbbe qualcuno, il “padrone”. Vi sto scrivendo prima di tutto come persona, con quel bagaglio di esperienze che la vita mi ha portato a fare. Sono nato in Italia ma, per ragioni familiari e per motivi di lavoro, ho vissuto all’estero la maggior parte dei miei anni e conosco bene la realtà che sta al di fuori del nostro Paese.

Ed è questa conoscenza che sto cercando di mettere a disposizione della Fiat perché non resti isolata da quello che succede intorno. Vi scrivo da uomo che ha creduto e crede ancora fortemente che abbiamo la possibilità di costruire insieme, in Italia, qualcosa di grande, di migliore e di duraturo. Prendete questa lettera come il modo più diretto e più umano che conosco per dirvi come stanno realmente le cose.

Ci troviamo in una situazione molto delicata, in cui dobbiamo decidere il nostro futuro. Si tratta di un futuro che riguarda noi tutti, come lavoratori e come persone, e che riguarda il nostro Paese, per il ruolo che vuole occupare a livello internazionale. Basta pensare a quanto è basso il livello degli investimenti stranieri in Italia, a quante imprese hanno chiuso negli ultimi anni e a quante altre hanno abbandonato il Paese per capire la gravità della situazione.

Non nascondiamoci dietro il paravento della crisi. La crisi ha reso più evidente e, purtroppo, per molte famiglie, anche più drammatica la debolezza della struttura industriale italiana. La cosa peggiore di un sistema industriale, quando non è in grado di competere, è che alla fine sono i lavoratori a pagarne direttamente -e senza colpa- le conseguenze. Quello che noi abbiamo cercato di fare, e stiamo facendo, con il progetto “Fabbrica Italia” è invertire questa tendenza.

I contenuti del piano li conoscete bene e prevedono di concentrare nel Paese grandi investimenti, di aumentare il numero di veicoli prodotti in Italia e di far crescere le esportazioni. Ma il vero obiettivo del progetto è colmare il divario competitivo che ci separa dagli altri Paesi e portare la Fiat ad un livello di efficienza indispensabile per garantire all’Italia una grande industria dell’auto e a tutti i nostri lavoratori un futuro più sicuro. Non ci sono alternative.

La Fiat è una multinazionale che opera sui mercati di tutto il mondo. Se vogliamo che anche in Italia cresca, rafforzi le proprie radici e possa creare nuove opportunità di lavoro dobbiamo accettare la sfida e imparare a confrontarci con il resto del mondo. Le regole della competizione internazionale non le abbiamo scelte noi e nessuno di noi ha la possibilità di cambiarle, anche se non ci piacciono.

L’unica cosa che possiamo scegliere è se stare dentro o fuori dal gioco. Non c’è nulla di eccezionale nelle richieste che stanno alla base della realizzazione di “Fabbrica Italia”. Abbiamo solo la necessità di garantire normali livelli di competitività ai nostri stabilimenti, creare normali condizioni operative per aumentare il loro utilizzo, avere la certezza di rispondere in tempi normali ai cambiamenti della domanda di mercato. Non c’è niente di straordinario nel voler aggiornare il sistema di gestione, per

adeguarlo a quello che succede a livello mondiale.

Eccezionale semmai -per un’azienda- è la scelta di compiere questo sforzo in Italia, rinunciando ai vantaggi sicuri che altri Paesi potrebbero offrire. Anche la proposta studiata per Pomigliano non ha nulla di rivoluzionario, se non l’idea di trasferire la produzione della futura Panda dalla Polonia in Italia. L’accordo che abbiamo raggiunto ha l’unico obiettivo di assicurare alla fabbrica di funzionare al meglio, eliminando una serie interminabile di anomalie che per anni hanno impedito una regolare attività lavorativa.

Proprio oggi abbiamo annunciato che, insieme alle organizzazioni sindacali che hanno condiviso con noi il progetto, metteremo in pratica questo accordo. Insieme ci impegneremo perché si possa applicare pienamente, assicurando le migliori condizioni di governabilità dello stabilimento. So che la maggior parte di voi ha compreso e ha apprezzato l’impegno che abbiamo deciso di prendere. Credo, inoltre, che questo non sia il momento delle polemiche e non voglio certo alimentarle.

Ma di fronte alle accuse che sono state mosse e che hanno messo in dubbio la natura e la serietà del progetto “Fabbrica Italia”, sento il dovere di difenderlo. Non abbiamo intenzione di toccare nessuno dei vostri diritti, non stiamo violando alcuna legge o tantomeno, come ho sentito dire, addirittura la Costituzione Italiana. Non mi sembra neppure vero di essere costretto a chiarire una cosa del genere. È una delle piu’ grandi assurdità che si possa sostenere.

Quello che stiamo facendo, semmai, è compiere ogni sforzo possibile per tutelare il lavoro, proprio quel lavoro su cui è fondata la Repubblica Italiana. L’altra cosa che mi ha lasciato incredulo è la presunta contrapposizione tra azienda e lavoratori, tra “padroni” e operai, di cui ho sentito parlare spesso in questi mesi. Chiunque si sia mai trovato a gestire un’organizzazione sa bene che la forza di quell’organizzazione non arriva da nessuna altra parte se non dalle persone che ci lavorano.

Voi lo avete dimostrato nel modo più evidente, grazie al lavoro fatto in tutti questi anni, trasformando la Fiat, che nel 2004 era sull’orlo del fallimento, in un’azienda che si è guadagnata il rispetto e la stima sui principali mercati internazionali. Quando, come

adesso, si tratta di costruire insieme il futuro che vogliamo, non può esistere nessuna logica di contrapposizione interna. Questa è una sfida tra noi e il resto del mondo. Ed è una sfida che o si vince tutti insieme oppure tutti insieme si perde.

Quello di cui ora c’è bisogno è un grande sforzo collettivo, una specie di patto sociale per condividere gli impegni, le responsabilità e i sacrifici in vista di un obiettivo che vada al di là della piccola visione personale. Questo è il momento di lasciare da parte gli interessi particolari e di guardare al bene comune, al Paese che vogliamo lasciare in eredità alle prossime generazioni.

Questo è il momento di ritrovare una coesione sociale che ci permetta di dare spazio a chi ha il coraggio e la voglia di fare qualcosa di buono.

Sono convinto che anche voi, come me, vogliate per i nostri figli e per i nostri nipoti un futuro diverso e migliore. Oggi è una di quelle occasioni che capitano una volta nella vita e che ci offre la possibilità di realizzare questa visione. Cerchiamo di non sprecarla. Grazie per aver letto questa lunga riflessione e grazie a tutti quelli, tra voi, che vorranno mettere le loro qualità e la loro passione per fare la differenza.

Buon lavoro a tutti.

Sergio Marchionne”.

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riporto anche la News di AdnKronos

Fiat, Panda a Pomigliano d'Arco: intesa sull'attuazione del piano

Roma, 9 lug. - (Adnkronos/Labitalia) - La Fiat e le organizzazioni sindacali Fim-Cisl, Uil-Uilm e Fismic, al termine di un incontro tenutosi oggi a Torino, hanno convenuto di dare attuazione all'accordo raggiunto il 15 giugno scorso per la produzione della futura Panda a Pomigliano d'Arco. Lo comunica, in una nota, la casa automobilistica torinese.

Alla riunione erano presenti, tra gli altri, il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, e l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne. L'Ugl, firmataria anch'essa dell'accordo del 15 giugno, non ha partecipato all'incontro di oggi, ma aveva già incontrato l'azienda in precedenza.

Tutti i firmatari dell'accordo, come si legge nella nota, "considerando che la grande maggioranza dei lavoratori ha dato il proprio assenso con il referendum, hanno convenuto sulla necessità di dare continuità produttiva allo stabilimento e a tutto il sistema della componentistica locale, offrendo così prospettive future ai dipendenti dell'impianto di Pomigliano".

"L'azienda e le organizzazioni sindacali che hanno firmato l'accordo - si legge ancora nella nota - si impegneranno per la sua applicazione con modalità che possano assicurare tutte le condizioni di governabilità dello stabilimento".

"L'esecuzione di questo accordo nei tempi e nei termini concordati - conclude il comunicato della Fiat - è la condizione necessaria per la continuità dell'impegno della Fiat nella realizzazione del progetto 'Fabbrica Italia'".

"Il governo saluta con grande soddisfazione la decisione delle parti firmatarie dell'accordo, relativo a nuovi investimenti per la produzione di vetture Panda a Pomigliano, di procedere all'attuazione dell'accordo stesso", ha commentato il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maurizio Sacconi.

"Si tratta di una decisone altamente significativa -continua- per l'interesse nazionale e per quello in particolare del Mezzogiorno non solo perche' rappresenta un consistente investimento destinato a garantire grandi volumi di lavoro ma anche perche' esso e' per la prima volta il frutto non di interventi pubblici ma dell'autonoma capacita' delle parti sociali di creare condizioni tali da rendere conveniente lo stesso investimento".

"L'accordo corrisponde pertanto a quell'idea di sussidiarieta' in favore della duttile capacita' delle parti sociali di adattarsi reciprocamente nelle diverse situazioni aziendali e territoriali che il governo e' ulteriormente impegnato a promuovere attraverso l'ormai prossimo Piano triennale per il lavoro. Perdono tutti i profeti di sventura che ogni giorno hanno, come al solito, scommesso sul declino del Paese'', ha concluso Sacconi.

"E' una svolta che senza enfasi si puo' definire storica sia per le relazioni industriali sia per tutta l'economia italiana. Un segnale positivo di fiducia nei confronti del Mezzogiorno che ne ha tanto bisogno in questo momento, ma anche per tutto il sistema produttivo italiano". Questo il commento del segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, che ha partecipato oggi all'incontro a Torino tra Fiat e sindacati, sull'avvio operativo dell'accordo sullo stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco, sottoscritto il 15 giugno scorso.

"Nonostante tutti i profeti di sventura e le chiusure ideologiche e politiche di una minoranza rissosa -ha continuato Bonanni- la Fiat non si e' tirata indietro confermando gli impegni per Pomigliano. E' anche la migliore risposta a una politica che si divide e fa fatica a cogliere gli interessi nazionali. La Fiat dimostra invece -ha aggiunto- con senso di responsabilita' che si puo' investire bene nel nostro paese".

"Anche sul piano internazionale e' una iniezione di fiducia positiva per tutto il 'made in Italy'. Spero che altre imprese -ha concluso il leader della Cisl- seguano l'esempio della Fiat di riportare le produzioni in Italia, sfidando chi pensa di poter risollevare le sorti del nostro paese solo con le chiacchere".

"A seguito dell'incontro con i vertici della Fiat, svoltosi questa mattina al Lingotto a Torino, abbiamo convenuto che l'accordo siglato lo scorso mese di giugno sara' applicato. Il progetto va avanti". Cosi' in una nota il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti. "Grazie alla nostra intesa -ha concluso Angeletti- la Panda sara' prodotta nello stabilimento di Pomigliano".

"La Fiat ha scelto di procedere con le altre organizzazioni sindacali sulla base dell'accordo separato che contiene deroghe al contratto nazionale, alle leggi e violazioni costituzionali, che puo' aprire la strada alla demolizione del contratto collettivo nazionale e un peggioramento delle condizioni di lavoro. Cio' puo' contribuire al progetto del governo di smantellamento dello Statuto dei lavoratori". Cosi' Maurizio Landini, segretario generale della Fiom-Cgil, e' intervenuto, in una nota, sull'intesa tra Fiat e e sindacati Fim-Cisl, Uil-Uilm e Fismic per l'avvio operativo dell'accordo sul sito Fiat di Pomigliano d'Arco, siglato lo scorso 15 giugno, ma non dalla Fiom.

"Si e' convenuto di dare seguito all'accordo del 15 giugno scorso riguardante il progetto 'Futura Panda a Pomigliano' decidendone l'avvio operativo. A tale scopo si attiveranno delle riunioni, in tempi brevi, per attuare il progetto". Cosi', in una nota unitaria, le segreterie nazionali di Cisl, Uil, Fim-Cisl, Uilm-Uil e Fismic hanno commentato l'esito dell'incontro svoltosi oggi a Torino tra la Fiat, le segreterie nazionali dei sindacati di categoria, e i segretari generali di Cisl, Raffaele Bonanni, e Uil, Luigi Angeletti, sul futuro dello stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco. Per la Fiat era presente l'amministratore delegato, Sergio Marchionne.

"In questo modo -si legge ancora nella nota dei sindacati- si raccoglie anche il grande consenso dei lavoratori ottenuto nel referendum del 22 giugno. L'avvio dei piani operativi su Pomigliano consentira' anche lo sblocco del piano complessivo della Fiat sugli altri stabilimenti italiani, finalizzato all'incremento delle produzioni e alla stabilizzazione dell'occupazione, denominato 'Fabbrica Italia'. Le organizzazioni sindacali -conclude la nota- esprimono grande soddisfazione e si ritengono impegnate nel massimo sforzo in questa grande opportunita' per i lavoratori italiani della Fiat e del Paese".

"Siamo riusciti a ottenere lo sblocco dell'investimento della Panda per Pomigliano. Marchionne ci ha detto che l'investimento e' sbloccato gia' da ieri. E' un impegno reciproco per portare la Panda a Pomigliano, un impegno molto forte di Fiat, che da' il via anche agli investimenti sugli altri stabilimenti", ha detto all'ADNKRONOS Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, secondo cui si tratta di ''una giornata importante''

''Marchionne ha confessato durante l'incontro di essere stato molto combattuto in questi giorni, di aver valutato e aver detto: 'Io mi sento italiano a tutti gli effetti, un non accordo sarebbe un disastro per Pomigliano e per l'Italia intera'. Vuole il coinvolgimento dei lavoratori -ha sottolineato Palombella- ha voluto sapere se eravamo d'accordo a condividere un'avventura del genere".

''Il Gruppo Fiat ha dato seguito alla firma dell'accordo anche per rispetto dei lavoratori della fabbrica di Pomigliano. La decisione a cui si e' arrivati oggi e' importante inoltre per la salvaguardia dell'occupazione nell'intera regione. A questo punto sara' ancora piu' necessario un forte senso di responsabilita' da parte di tutti affinche' non si verifichino rallentamenti nell'attuazione del progetto di Pomigliano e di conseguenza quello di Fabbrica Italiana'', ha affermato il segretario generale dell'Ugl, Giovanni Centrella.

Via AdnKronos

   

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