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Emergenza rifiuti a Napoli


Dodicicilindri

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Si ma negli idranti, a scelta, liquame di fogna o acido muriatico. Anzi, non c'è scelta, un bel mix dei 2 :evil:

e a noi poveri innocenti nn ci pensi?:(((:roll::pz

La Sardegna, "solidale verso una popolazione e un territorio in difficoltà", ha risposto all'appello dello Stato dando la sua disponibilità a ricevere e stoccare nell'Isola una quota di rifiuti della Campania. Secondo quanto si è appreso, una nave con circa 1.500 tonnellate di rifiuti dovrebbe partire mercoledì sera da Napoli alla volta di Cagliari.

tgcom.it

una notizia positiva finalmente

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La Sardegna, "solidale verso una popolazione e un territorio in difficoltà", ha risposto all'appello

"CUT"

una notizia positiva finalmente

Non penso che abbia fatto questo "favore" gratis.

Almeno la situazione si sistemerà un minimo, ma se non risolvono la causa in maniera strutturale non si esce..

MeneS sponsored by L.S.D.M.

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Guest DESMO16
Si ma negli idranti, a scelta, liquame di fogna o acido muriatico. Anzi, non c'è scelta, un bel mix dei 2 :evil:

...non c'é modo di fare agire il Vesuvio, magari con qualche carica sapientemente piazzata?

:D :D ;)

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e a noi poveri innocenti nn ci pensi?:(((:roll::pz

La Sardegna, "solidale verso una popolazione e un territorio in difficoltà", ha risposto all'appello dello Stato dando la sua disponibilità a ricevere e stoccare nell'Isola una quota di rifiuti della Campania. Secondo quanto si è appreso, una nave con circa 1.500 tonnellate di rifiuti dovrebbe partire mercoledì sera da Napoli alla volta di Cagliari.

tgcom.it

una notizia positiva finalmente

Preferivo la proposta del presidente dela regione veneto.. ci prendiamo metà dei rifiuti di Napoli a condizione che si dimettano Bassolino e Pecoraro Scanio...

.. mi sembra molto meglio..

Facciamo un favore a questo mondo... Meno SUV, più 4C e Lotus...

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Da libero.it

Monnezzopoli: Pecoraro Scanio punta il dito su Romiti e l'Impregilo. Ecco perché. Gli affari d'oro del pattume

Un nome e un cognome sopra a tutti gli altri: Cesare Romiti". Alfonso Pecoraro Scanio, intervistato da Repubblica, lancia un nome (avvertimento?). Uno di quelli pesanti. Ma perché il ministro ce l'ha con il grande Cesare, già presidente della Fiat e della Gemina, la finanziaria che controlla Rcs, nonché numero uno, fino al 2006 dell'Impregilo? Perché, proprio per l'Impregilo, dietro la monnezza maleodorante di Napoli si nascondeva, fino a quando i magistrati non hanno fermato tutto, buona parte del fatturato. E perché l'Impregilo, nell'annosa emergenza che sta vivendo la Campania, ha un ruolo di primo piano. Affari può spiegare quale.

L'INCHIESTA - Il 26 giugno 2007 Impregilo crolla a Piazza Affari. Dopo aver aperto a 5,38 euro, inizia il tracollo borsistico: nel giro di pochi minuti arriva a oltre -10 per cento. A determinare la caduta è la Procura di Napoli, che decide per il sequestro di 750 milioni di euro, prelevati direttamente sui conti correnti bancari di Impregilo, Fisia Italimpianti, Fibe e Fibe Campania. Ma i magistrati napoletani Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, coordinati dal procuratore Camillo Trapuzzano, decidono di mandare sulla graticola anche 28 persone, oltre a interdire per un anno l'Impregilo dalle contrattazioni con la pubblica amministrazione.

Tra queste Piergiorgio Romiti e Paolo Romiti, l'ex vicecommissario, Raffaele Vanoli, l' ex sub commissario Giulio Facchi, tecnici del commissariato di Governo come Giuseppe Sorace e Claudio De Biasio, gli amministratori delegati di Fibe (la società di Impregilo capofiliera nello smaltimento), Armando Cattaneo e Fisia, Roberto Ferraris. L'ipotesi di reato è truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato e frode in pubbliche forniture. Nel novero degli imputati c'è anche quello di Antonio Bassolino, presidente della Regione nonché commissario straordinario per l'emergenza rifiuti dal maggio 2000 al febbraio 2004. E' lui che ha firmato l'appalto con Impregilo. Ma perché i pm stanno a trascinando alla sbarra il salotto buono della finanza, in mezzo ai liquami di un'emergenza infinita?

L'ORO CHE PUZZA - Al principio, nel 2003, furono le denunce sul trattamento dei rifiuti, delle discariche e dei siti di stoccaggio. Con Bassolino che stava a guardare un sistema che per la Procura non poteva funzionare. Anzi, peggio. Per i pm, infatti, tutto avveniva "con la complicità e la connivenza di chi aveva l’obbligo di controllare e di intervenire e non l’ha fatto per troppo tempo". Altre parole, altre pietre. "E' apparso evidente che il comportamento delle società non appariva lineare", "pur essendo consapevoli, fin dall’inizio, che lo smaltimento dei rifiuti non avrebbe potuto funzionare, hanno fatto di tutto per dissimulare tale situazione".

Un comportamento che si è protratto nel tempo "ponendo in essere una serie di artifici e raggiri per mantenere le posizioni raggiunte". Ancor più netto il procuratore Giovandomenico Lepore, che su Bassolino non usa mezze parole: "Se fosse intervenuto quando doveva farlo, l’emergenza rifiuti non sarebbe arrivata al punto in cui è ora". La politica si difende, ovviamente, prima di tutto con Fassino: "L’accertamento dei fatti dimostrerà l’assoluta correttezza delle sue scelte".

LO SMALTIMENTO CHE NON C'E' - Quanto costa un chilo di rifiuti smaltito? Poco più di 4 centesimi. Tanto sarebbe stato pagato a Impregilo per ripulire la Campania. Quindi, sapendo che la regione produce oltre 7mila tonnellate di pattume al giorno, l'affare è di circa 110 milioni di euro all'anno. Ai quali poi bisogna aggiungere le ecoballe. Dopo aver infatti "smaltito" i rifiuti, circa la metà sarebbero diventati combustibile da mettere nei termovalorizzatori. Producendo quindi energia. E monetizzando dal pattume altri 100mila euro al giorno. Anzi, le ecoballe a un certo punto si trasformano in futures, in azioni, in garanzie delle banche. Perché l'Impregilo usa proprio gli introiti previsti dallo smaltimento per garantirsi parte del credito dal sistema bancario. E da Napoli, improvvisamente, la storia si sposta a Milano, in piazza Affari.

Tanti soldi, dunque. Ma alla fine dove finivano i rifiuti? Semplicemente, da nessuna parte. Non certo smaltiti. Al massimo infilati in qualche buco dal quale il liquame cola nella falda, avvelenando le coltivazioni, i pascoli, le produzioni di pomodori e mozzarelle di bufala. Perché, come ha scritto la Procura, "il sistema non poteva funzionare". Anche perché Bassolino "non impediva, realizzava e consentiva la perpetua violazione degli obblighi contrattuali assunti dall'Ati affidataria in relazione alla gestione del ciclo dei rifiuti solidi urbani in Campania". Omettendo, inoltre, di "promuovere e sollecitare iniziative volte a garantire il rispetto dell'obbligo contrattuale" di ricezione da parte della Ati di tutti i rifiuti solidi urbani, e omettendo "di intraprendere iniziative dirette a contestare e comunque impedire le accertate violazioni contrattuali da parte delle società affidatarie".

LE CONSEGUENZE - Andrea Annunziata, politico della Margherita, ha presentato tempo fa un'interrogazione illuminante al Premier e al Ministro dell'ambiente. Annunziata scriveva che le ecoballe avrebbero dovuto avere "un elevato potere calorico che avrebbe dovuto essere bruciato nei termovalorizzatori che dovevano essere realizzati nella Regione". Il resto, ovvero, la frazione organica stabilizzata, si sarebbe dovuta utilizzare addirittura in piani di recupero ambientale e non certo in discarica. Ma, stando alle rilevazioni della Procura, la frazione organica "non ha le caratteristiche per essere definita una frazione organica stabilizzata e raffinata..., e d'altra parte, uno degli indagati ha pacificamente ammesso che il processo di raffinazione e di stabilizzazione veniva saltato dalla ditta proprio perché la frazione organica non viene impiegata in funzione del recupero ambientale, ma va in discarica...". E, quindi, ad inquinare. Saltando la fase di raffinazione, l'Impregilo in pratica tagliava i costi e aumentava i ricavi.

LE PERIZIE - In ogni tragedia c'è anche un lato tragicomico. Chi fa le perizie per la Procura di Napoli? L'Acea. Che, stando alle dichiarazioni di un altro parlamentare, Tommaso Sodano, "ha stretti contatti ed interessi con il gruppo Impregilo". I pm parlano di indagini scrupolose e di ottimo lavoro. E non è finita. Perché, prima della Acea, la Procura si rivolgeva all'ARPAC, l'organo deputato a questo lavoro in Campania. Peccato che, sempre stando alle parole di Sodano, "avendo un bel buco di alcuni milioni di euro, non ha i laboratori. Per cui si rivolgeva alla FIBE di Genova". E la Fibe che cos'è? Proprio la società della Impregilo sul territorio. La principale accusata dai pm napoletani.

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Guest DESMO16
Preferivo la proposta del presidente dela regione veneto.. ci prendiamo metà dei rifiuti di Napoli a condizione che si dimettano Bassolino e Pecoraro Scanio...

.. mi sembra molto meglio..

..no, é ancora troppo poco; nel senso che quei due dovrebbero essere dimessi senza se e senza ma, tuttavia é troppo poco, cosicché bisogna respingere i rifiuti provenienti dalla Calcutta d'Europa. ;)

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Guest DESMO16
Rifiuti, assalto ai pompieri

Regioni: un coro di no a Prodi

Napoli - Il governo prova a mostrare i muscoli ma la guerriglia non si placa. Un'autobotte dei vigili del fuoco stava intervenendo per spegnere dei mucchi di spazzatura dati alle fiamme quando è stata bersagliata da un fitto lancio di di petardi. Quando i vigili sono scesi dal mezzo all'interno dello stesso è stata tirata una bomba carta. L'autobotte ha preso fuoco e le fiamme l'hanno completamente distrutta. Alcuni dei vigili del fuoco, sotto choc, sono stati soccorsi dal 118. Nel pomeriggio un carabiniere era rimasto ferito a Pozzuoli a causa della esplosione di una bomba carta lanciata contro una automobile dell’arma.

Prodi chiede aiuto alle Regioni Il premier con il cappello in mano davanti a governatori, sindaci e presidenti di provincia. "Chiedo uno scatto a tutto il Paese per affrontare un problema che è assolutamente risolvibile. L’Italia è devastata nella sua immagine da questa situazione. I tg di tutta Europa si occupano di questa storia con grande evidenza. Vorrei che tutto ciò finisse al più presto e chiedo quindi un contributo a tutte le regioni per alleggerire una sitazione che danneggia non solo Napoli e la Campania, ma il Paese intero". Questo quello che avrebbe detto il Presidente del Consiglio Romano Prodi ai Presidenti di regioni, province e comuni nel corso dell’incontro di Palazzo Chigi. Lo si apprende da fonti degli enti locali presenti alla riunione. Prodi avrebbe anche chiesto una riunione operativa e concreta nonché l’aiuto di tutti "per superare una emergenza nazionale".

Coro di no Per ora solo la Sardegna ha dato una disponibilità totale, con il presidente Renato Soru pronto ad accogliere le navi con i rifiuti già da stanotte. Il Friuli-Venezia Giulia, la Lombardia, la Liguria e la Basilicata si sono smarcate perché in concreto non si dicono in grado di poter accogliere i rifiuti campani, non compatibili con la qualità dei propri impianti: "Il paradosso - ha spiegato Romano Colozzi, assessore lombardo alle Finanze - è che le Regioni più efficienti, quelle che potrebbero dare una mano, in realtà sono troppe avanzate per poter ricevere rifiuti non trattati". Anche da Umbria e Marche arriva più un no che un sì: denunciano di non essere state ancora pagate (dalla Campania, che dovrà ricompensare anche ora) per aver accolto i rifiuti della crisi della scorsa primavera, e il presidente umbro Maria Rita Lorenzetti ha spiegato di avere un contenzioso con l’Erario sulla vicenda. Tra le Regioni disponibili il Lazio, l’Emilia Romagna, la Toscana, l’Abruzzo, il Molise e la Puglia vedranno nel dettaglio in queste ore "quanti e quali" rifiuti potranno smaltire. Il tavolo tecnico fornirà una tabella definitiva entro venerdì.

De Gennaro a Napoli Il supercommissario per l’emergenza rifiuti in Campania Gianni De Gennaro è arrivato in prefettura a Napoli. L’ex capo della polizia e attuale capo di gabinetto del ministero dell’Interno incontrerà il prefetto Alessandro Pansa per avere il quadro aggiornato della situazione e predisporre i primi interventi. "Le risposte non tarderanno, sono abituato a mantenere la parola" ha risposto De Gennaro all'uscita dal vertice a chi gli chiedeva quali fossero le prime mosse per uscire dalla situazione d’emergenza. "Spero già domani di avere le idee più chiare - ha aggiunto - e di poter comunicare novità, anche su Pianura. E non sarei credibile se a 3 ore dall’ insediamento esprimessi valutazioni o tracciassi programmi". Per uscire dall’emergenza "dispiegheremo tutte le energie che potremo dispiegare". De Gennaro ha poi garantito che "con l’impegno" che sarà messo nel lavoro 2non verrà meno a un patto di lealtà con i cittadini napoletani" e non ha escluso la possibilità di incontrare gli abitanti di Pianura.

Il questore: "C'è una guerriglia in corso..." "Sì, sono certo che il prefetto De Gennaro ce la farà". Lo ha detto Oscar Fioriolli, oggi al suo ultimo giorno da questore di Napoli. Prima di entrare in prefettura per partecipare a un incontro con il prefetto Alessandro Pansa e il neo commissario De Gennaro, Fioriolli ha spiegato che "a Napoli c’è una forma di guerriglia che stiamo cercando di contrastare" ma "non ci sentiamo sconfitti".

La situazione A Pianura le cose sembrano essersi relativamente tranquillizzate, anche se gli incendi ai cumuli di spazzatura sono continuati anche questa notte in tutta la regione. Molti blocchi stradali a Pianura e nei comuni limitrofi sono stati rimossi dopo gli interventi della polizia, e ora si può entrare e uscire liberamente dal quartiere. Rimane bloccato un tratto di Via Montagna Spaccata, la strada che porta a contrada Pisani, sulla quale ci sono ancora cassonetti rovesciati e blocchi di cemento. Il presidio dei manifestanti continua, ma l’incertezza su cosa succederà ha attenuato la tensione e i manifestanti sono diminuiti. Gli incendi di cumuli di rifiuti sono però continuati anche questa notte. Nella sola provincia di Napoli i vigili del fuoco hanno riferito di aver effettuato 76 interventi, mentre altri sono ancora in corso. Le zone più interessate sono Pianura e Quarto. Il totale degli interventi in Campania da ieri sera alle 20 alle 10 di oggi è di poco più di 100.

Vigili del fuoco pronti allo sciopero Stanchi di subire aggressioni e di lavorare con le poche forze a disposizione i sindacati Cgil, Cisl e Uil dei vigili del fuoco hanno proclamato lo Stato di agitazione e preannunciato lo sciopero della categoria. Alla base della vertenza vi è anche il diniego "del ministero di raddoppiare i turni del comando in modo da fronteggiare adeguatamente l'emergenza rifiuti in atto, tutelando il personale attraverso gli avvicendamenti periodici così come stabilito dal servizio sanitario dei vigili del fuoco".

Il Giornale

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