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Autopareri - Finanza e Economia


TonyH

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Prezzo a bottiglia da 1lt: € 6,00. Tutto bene fino a qualche anno fa: il turismo, l'afflusso di coloro che tornavano nei luoghi di origine e si portavano a casa un pezzo della loro terra da mangiare, etc. e tutti erano contenti. Poi, la crisi e la fatidica frase, sentita sempre più spesso a mo' di mantra: "al supermercato l'olio lo vendono a 3 euro, ed è buono lo stesso": vuoi sapere come va a finire? Che le olive sono rimaste sulla pianta...

imho continua a mancare la famosa via di mezzo.

sempre imho anni fà questa via di mezzo c'era ed era ANCHE per questo che si stava meglio.

oggi, come scrivevo nel topic del mercato italiano si ha un dualismo su quasi tutti i prodotti.

o sono low cost "fatti con olive europee" oppure pensano di .....spremerti :mrgreen:... una cifra insensata.

senza contare poi quante volte con l'olio ma sopratutto con i vini si è visto tentare la e spesso riuscire a dare la "botta" primium

per altro del tutto ingiustificata.

le produzioni di reale eccellenza ci sono e mi stanno anche bene, ci mancherebbe,

ma il mercato interno, ma non solo, te lo crei proponendo prodotti validi a prezzi intelligenti.

io ad es. lo vedo con i ristoranti: nel tempo ne ho individuati alcuni che a prezzi contenuti ti trattano davvero bene:

risultato vado più spesso (relativamente si intende ) che non in passato perchè mi sento invogliato e non salassato.

come ho già detto altrove sono convinto che un prodotto ben fatto ad un prezzo intermedio avrebbe un buon riscontro,

......se solo qualcuno avesse il coraggio di farlo.

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7:32 : Segni i punti coglionazzo !

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L'evoluzione del mercato è da Piramide a Clessidra :in pratica si è ridotto fortemente il cliente medio ( quello che dici tu...), si è allargata enormemente la "base" (va bene qualsiasi prodotto , ma deve essere lowcost) e ci sono sempre piu' ricchi in senso assoluto (vedi Biscotti Alixir, che per altro sono stati un fallimento- Alixir Barilla - o le supervendite di Evoque/Countryman/ClasseA e ancora le difficoltà a trovare posto in Business sugli aerei...).

PS Per altro in Francia si trova ancora il Plat du Jour a 10 euro e anche in Italia è sempre piu' diffuso...e apprezzato!

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Ma non puoi andare da uno e dirgli che hai inventato il broccolo: ti ride in faccia appena apri bocca e ti manda a stendere appena gli dici che costa di più di quello che trova al supermercato...

Caso reale: da me è (o meglio, era) diffusa la produzione di olio e.v.o. in piccole aziende agricole: produzione "sana", limitato uso di sostanze chimiche nei trattamenti, spremitura a freddo, terreni incontaminati (lontanissimi dai "fuochi"). Prezzo a bottiglia da 1lt: € 6,00. Tutto bene fino a qualche anno fa: il turismo, l'afflusso di coloro che tornavano nei luoghi di origine e si portavano a casa un pezzo della loro terra da mangiare, etc. e tutti erano contenti. Poi, la crisi e la fatidica frase, sentita sempre più spesso a mo' di mantra: "al supermercato l'olio lo vendono a 3 euro, ed è buono lo stesso": vuoi sapere come va a finire? Che le olive sono rimaste sulla pianta...

Quale discorso di qualità e origine controllata vuoi fare, se il potere d'acquisto manca? Se il popolo si impoverisce, a chi vendi la nostra frutta e la nostra verdura che, per legge, devono superare controlli qualitativi da primo mondo ma venduti a prezzi da secondo/terzo? E come speri di rimanere competitivo con paesi che non sanno manco cosa vuol dire controllo qualità?

Non gli dici che hai inventato il broccolo, ma gli spieghi che il tuo broccolo è diverso, magari offrendo assaggi, invitando a visitare la coltivazione e facendo vedere le differenze con gli altri.

se il cliente ti dice "ma lo prendo al supermercato che è uguale" non è scemo lui (almeno non tutti). Sei scemo te, perché non sei riuscito a dargli motivazioni affinché lui lo comprasse da te. Magari in quantità limitata, ma lo comprasse da te anziché la merda altrove.

ed è il famoso concetto di "valore aggiunto" che non siamo in grado di ficcarci in testa. Te non mi devi dare più soldi solo perché te lo chiedo, ma ti dimostro che la qualità di ciò che ti dò è commisurata al servizio.

e quando lo fai, trovi gente ben disposta a pagare il sovrapprezzo, perché sa che non spende per fuffa, ma per un prodotto migliore.

io, per il mio lavoro, non costo poco. Costo più del fai da te, costo più del trading, costo anche più di qualche competitor (ma sempre meno delle commissioni piene, non mi piace strozzarli troppo, gli faccio sempre lo sconto se possibile)

Però, la maggior parte dei clienti son contenti di farlo (più o meno dipende dai mercati :lol:, ma lì non dipende da me), perché poi si confrontano con gli altri e mi gratificano con un "quando parlo con i miei amici, strabuzzano gli occhi, perché il servizio che mi offre loro se lo sognano....".

E io non sono un superuomo, quindi son concetti applicabili anche altrove ;)

ma per farlo, ci vuole una funzione di marketing e vendita con le palle, perfettamente integrata nella struttura.

mentre qua, si è sempre enfatizzata a nastro la produzione, lasciando quelli non buoni per la produzione al commerciale, visti appunto come sfigati.

solo che un'azienda può fare anche il prodotto migliore del mondo, ma se non lo vende, muore.

Modificato da TonyH

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Tony, la scusa dell'olio del supermercato a 3 euro è, appunto, una scusa: il potere di acquisto è sceso, le famiglie hanno l'esasperante esigenza di centellinare gli euro da dedicare ormai anche al cibo. Non si tratta di persone che non sanno chi sei e cosa fai, si tratta di clienti che si sono sempre serviti da queste aziende proprio per la bontà e la qualità del prodotto. Ora, semplicemente, loro 6euro a bottiglia per l'olio non li hanno più e, consci di tutta la differenza che c'è, ti dicono che al supermercato costa meno e lo comprano lì. Hanno perso tutti, questo lo so, ma, quando non ci sono soldi, è così.

Tu forse vivi in una realtà diversa, innanzitutto perchè tra me e te ci sono quei 5/600 km che in Italia, già da soli, fanno la differenza (il PIL del nord è sempre stato più alto, in tempi di crisi ancora di più) e poi perchè per lavoro gestisci il risparmio delle persone, che, per definizione, è proprio il surplus che si accantona per il futuro.

Qui da me, il surplus (che in passato c'è stato, e per alcuni anche consistente) è un ricordo: i giovani non si sposano, non vanno neanche a convivere perchè non solo non hanno risparmi, ma neanche il necessario quotidiano per mettere in piedi una famiglia; quei pochi che ci riescono, magari con lavori saltuari o con un'attività in proprio che a stento si regge, non di rado devono chiedere aiuto ai propri genitori per pagare il mutuo o le bollette (quando non proprio il pranzo da mettere in tavola).

Quale discorso di marketing puoi iniziare in una situazione del genere?

Di quale efficienza aziendale vuoi discutere? Di quella che ti fa stare insieme il pranzo con la cena?

Scusa se mi sono rivolto a te in maniera personale: non vuole assolutamente essere una critica, solo ho preso spunto dai tuoi interventi per spiegarmi meglio.

Sei una persona molto competente e preparata e si vede da ciò che scrivi.

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Gestire il risparmio, anche se non sembra, richiede una dose massiccia di marketing e di vendita, oltre che di competenze strettamente finanziarie. Perché se è vero che lavori su stock già esistenti (di nuovo, ce ne è molto poco), vendi un servizio, vendi te stesso, e soprattutto non vendi qualcosa di immediatamente tangibile, e l'inizio si basa quasi solo sulla fiducia nella tua persona (come per gli altri professionisti, avvocati, notai, architetti).

lo so bene che i tempi son difficili, e ci sono persone che hanno difficoltà. Quello che contesto, è dare tutta la colpa al cliente. Quando qualcuno dice "è colpa dei clienti che non capiscono" (succede anche con qualche collega) mi viene spontaneo ribattere "ma te cosa stai facendo per cambiare?"

queste riflessioni, non vengono fuori da belinate teoriche...sono cose che ho provato anche sulla mia pelle nei tempi passati. Quando quello al palo ero io, e vedevo colleghi che negli stessi tempi, con le stesse condizioni al contorno, facevano risultati di gran lunga migliori. A quel punto mi son chiesto "se loro ci riescono, perché non ce la dovrei fare pure io? In cosa sbaglio?".

di musate ne ho prese eh....anche forti....mica ho trovato la strada al primo colpo.

ma dai e dai, alla fine ho trovato la strategia di mkt e vendita che facesse si che i clienti, o i potenziali tali, potessero capire che gli fornivo qualcosa di più.

Tornando all'esempio pratico. Cosa potrebbe fare per l'olio? Se il mercato locale non permette sbocchi, ci cercano mercati più lontani ma potenzialmente più ricettivi (anche solo il nord Italia)...puoi metterti assieme magari a chi fa la conserva e la pasta per farti conoscere a più ampio raggio, puoi sfruttare i compaesani emigrati....insomma...puoi provare a spremere le meningi per andare te a cercare il cliente ;)

l'olio che uso a casa, viene dalla Puglia ad esempio, e li ho conosciuti tramite una piccola fiera con assaggi ;)

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Gestire il risparmio, anche se non sembra, richiede una dose massiccia di marketing e di vendita, oltre che di competenze strettamente finanziarie. Perché se è vero che lavori su stock già esistenti (di nuovo, ce ne è molto poco), vendi un servizio, vendi te stesso, e soprattutto non vendi qualcosa di immediatamente tangibile, e l'inizio si basa quasi solo sulla fiducia nella tua persona (come per gli altri professionisti, avvocati, notai, architetti).

Forse non mi sono spiegato bene: ne sono assolutamente convinto, non ho detto il contrario.

Mia opinione, forse sbagliata, è che i discorsi di marketing, fiducia, qualità etc. attecchiscono se c'è un mercato ricettivo e sensibile a questi temi (che non signifioca "gente pronta a farsi abbindolare", sia chiaro), il nostro non lo è...

Detto in parole povere, il nostro mercato (almeno quello di una parte d'Italia) non è nè di domanda, nè di offerta, ma di sopravvivenza, del minimo indispensabile, di ciò di cui non puoi proprio fare a meno.

In tale contesto, o emigri, come molti fanno (sembra di essere ritornati ai tempi del dopoguerra), o vivacchi, se non hai possibilità economiche sufficienti a portare avanti una idea imprenditoriale.

D'altronde, che il Sud Italia sia al livello della Grecia come profondità e vastità della crisi economica, è un dato di fatto (se ne parlò su diverse testate in tempo di elezioni), e non è un mistero che il secondo gruppo della distribuzione mondiale, Carrefour, ha intenzione di cedere i suoi punti vendita da Roma in giù, perchè non profittevoli (non l'ha ancora fatto per mancanza di acquirenti).

Io la vedo molto nera: non credo sia utile parlare di colpe, responsabilità etc., perchè si fa prima a dire che gli unici innocenti sono quelli che ancora devono nascere.

Semplicemente, penso che sia dovere del governo e degli italiani fare in modo che la situazione non precipiti, varare interventi di semplificazione burocratica e fiscale, sgravi tributari e contributivi per le realtà imprenditoriali medio-piccole, che sono quelle più favorite in tempo di crisi, perchè se uno viene licenziato dalla Fiat (per dire) non ha nessuna speranza, almeno nel mio contesto, di essere riassunto da un'altra multinazionale (dal momento che praticamente tutte quelle presenti qui sono messe peggio di Fiat) e l'unica soluzione diventa la microimpresa, il famoso investimento su se stessi, nel settore artigianale e dei servizi, soprattutto.

Edit: mi sono appena accorto che sto scrivendo dei trattati, la cui utilità e l'interesse potrebbero non essere condivisi da tutti, per cui lascio per un po' spazio anche agli altri.

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Io la vedo molto nera: non credo sia utile parlare di colpe, responsabilità etc., perchè si fa prima a dire che gli unici innocenti sono quelli che ancora devono nascere.

beh insomma, non dico che "debbano fottersi", ma che almeno si faccia chiarezza sulle responsabilità, della serie: "non posso lasciarti a morire di fame per questioni etiche e di solidarietà, ma almeno sappi che non è tutta colpa dei cattivoni, te la sei abbastanza cercata e quindi tiriamoci su le maniche, non aspettare la manna dal cielo".

Semplicemente, penso che sia dovere del governo e degli italiani fare in modo che la situazione non precipiti, varare interventi di semplificazione burocratica e fiscale, sgravi tributari e contributivi per le realtà imprenditoriali medio-piccole, che sono quelle più favorite in tempo di crisi, perchè se uno viene licenziato dalla Fiat (per dire) non ha nessuna speranza, almeno nel mio contesto, di essere riassunto da un'altra multinazionale (dal momento che praticamente tutte quelle presenti qui sono messe peggio di Fiat) e l'unica soluzione diventa la microimpresa, il famoso investimento su se stessi, nel settore artigianale e dei servizi, soprattutto.

Non so se esista qualche "governo delle meraviglie", certo è che il malcostume politico è espressione del popolo, non credo sia il contrario.

"post fata resurgam." (cit.)

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Io la vedo molto nera: non credo sia utile parlare di colpe, responsabilità etc., perchè si fa prima a dire che gli unici innocenti sono quelli che ancora devono nascere.

.

ma certo che è utile parlare di colpe e responsabilità. Anzi, sarebbe il punto di partenza. Ma non con intenti punitivi....semplicemente perché, se non ammetti, conosci e analizzi gli errori fatti, come fai a porvi rimedio? Lo so che fa male, ma a gioco lungo, dare tutte le colpe a entità esterne non giova ;)

così come so benissimo che non tutti i mercati sono ricettivi e lo sono a modo loro. Anche qua, un'analisi SERIA a tavolino dei mercati, interni, esterni, come e quando son ricettivi, in che modo, quanto possono spendere (magari a 6€ nella bottiglia fika non ce la fanno, ma a 4.5€ in un packaging semplificato si).

a me piace vedere gente che si scorna per trovare le soluzioni, non persone che accettano passivamente e con fatalità gli eventi esterni ;)

si tratta alla fine di un cambio di prospettiva. Passare da "cosa non posso fare a causa del mondo esterno" a "cosa posso fare nonostante il mondo esterno"

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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:in pratica si è ridotto fortemente il cliente medio ( quello che dici tu...),

io sono d'accordo, ma imho innanzitutto si è ridotta l'offerta.

oggi i casi sono 2 o il prodotto costa "100" e fà il "90%" oppure costa "300" e fa il "110%".

nel primo caso uno pensa:

"il prodotto è valido, ma si vede che mancano, anzi forse sono state dimenticate quelle 1/2 cose che lo avrebbero completato,

che al produttore costavano 1 euro e io avrei invece volentieri pagato 10"

nel secondo caso uno invece pensa:

"pagare 3 volte tanto per ottenere il 10 % in più non è un grande affare e oltretutto spesso quel 10 % è del tutto inutile e futile"

ora visto che il prodotto low cost si vende ad un prezzo che è superiore al costo di produzione e quindi ci si fanno degli utili

per definizione è possibile inserire ANCHE un "VALORE AGGIUNTO" e farselo pagare, migliorando gli utili.

però, bisogna rendersi conto che esiste anche un LIMITE al VALORE AGGIUNTO , tu puoi tentare di spacciarlo per LUSSO,

ma molti potrebbero pensare che è solo SUPERFLUO

Cita

7:32 : Segni i punti coglionazzo !

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Mia opinione, forse sbagliata, è che i discorsi di marketing, fiducia, qualità etc. attecchiscono se c'è un mercato ricettivo e sensibile a questi temi (che non signifioca "gente pronta a farsi abbindolare", sia chiaro), il nostro non lo è...

Al contrario: è molto sensibile a tali temi (sopratutto in questo periodo), ma proprio perché viene trascurata la sfera commerciale ci comportiamo come se non lo fossimo. Avessimo meno consulenti improvvisati, supponenti e spesso anche poco preparati, il mercato esploderebbe.

Tanto per fare un esempio su 23 milioni di lavoratori, ne abbiamo circa 3 milioni che hanno sottoscritto una pensione integrativa. Eppure tutti sappiamo che potremo arrivare alla pensione di vecchiaia solo verso i 70 anni (se ne abbiamo 42 di contributi) e prenderemo una minima parte dello stipendio medio che avevamo.

Com'è possibile allora che ci siano 20 milioni d'italiani che non hanno una pensione integrativa?

Perché nessuno sa sensibilizzare i lavoratori sul problema e sa spiegar loro quali sono le possibili soluzioni.

Ovviamente non è tutto un problema commerciale (se il mercato interno crolla, è necessario trovare sbocchi altrove), ma come al solito ogni problema ha una sua soluzione specifica: in alcuni casi si tratta di un problema commerciale e la soluzione è valorizzare la rete commerciale, mentre in altri si ha un crollo della domanda interna ed in tal caso la soluzione è quella di cercare nuovi mercati. Mercati che possono essere conquistati rendendo la propria produzione, una produzione di eccellenza, realizzando dei consorzi in modo da distribuire le spese e nuovamente valorizzando la propria rete commerciale.

Modificato da EC2277
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