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Rinuncereste a un contratto di lavoro a tempo indeterminato?


Ranger

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Ma alla fine dell'apprendistato è obbligato a assumerti a tempo indeterminato?

se si, ok, non è un'offerta, ma allora a questo punto non serve manco l'accettazione....

il punto che mi sfugge, visto che si parla di accettare qualcosa, è i vantaggi che ne ricavo nell'accettare volontariamente qualcosa che non mi piace, non mi interessa e che mi porta a casa le ansie.

perdipiù, con delle competenze facilmente riciclabili sul mercato del lavoro.

per esperienza sulla mia pelle (lavorativa), le soluzioni che sembrano "temporanee" e "di comodo" corrono spesso il rischio di trasformarsi in odiosi cul de sac da cui non esci.

magari lui nel caso sarà più fortunato, glielo auguro, anche se io agirei diversamente.

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Ma alla fine dell'apprendistato è obbligato a assumerti a tempo indeterminato?

L'apprendistato è già a tempo indeterminato. Al termine di questo, il datore di lavoro può licenziare l'apprendista o *confermarlo* a tempo indeterminato attribuendogli la qualifica al cui ottenimento l'apprendistato era finalizzato.

se si, ok, non è un'offerta, ma allora a questo punto non serve manco l'accettazione....

il punto che mi sfugge, visto che si parla di accettare qualcosa, è i vantaggi che ne ricavo nell'accettare volontariamente qualcosa che non mi piace, non mi interessa e che mi porta a casa le ansie.

perdipiù, con delle competenze facilmente riciclabili sul mercato del lavoro.

per esperienza sulla mia pelle (lavorativa), le soluzioni che sembrano "temporanee" e "di comodo" corrono spesso il rischio di trasformarsi in odiosi cul de sac da cui non esci.

magari lui nel caso sarà più fortunato, glielo auguro, anche se io agirei diversamente.

Faccio un esempio concreto. Diversi anni fa mia moglie, alla ricerca del suo primo lavoro, fu assunta da una società. L'ambiente di lavoro era pessimo, con colleghi che parlavano male di altri colleghi appena questi ultimi voltavano le spalle, un capo tanto bravo nei confronti dei clienti quanto menefreghista nei confronti dei suoi sottoposti.

Quando capii che mia moglie soffriva a lavorare lì, cercai di spronarla a trovare altro, ma lei aveva questo profondo senso di gratitudine che glielo impediva: "Mi hanno presa, mi hanno formata, hanno investito su di me, non posso andarmene così, subito". In effetti i suoi studi (classici e linguistici) non avevano nulla a che fare con quel lavoro, le avevano insegnato tutto da zero, questo va riconosciuto.

Finché un bel giorno il suo capo filiale salutò tutti e disse che aveva trovato un altro posto. Alcuni grossi clienti se ne andarono. Il commerciale più anziano divenne capofiliale.

Io continuai a spiegare a mia moglie che se il suo capo non si era fatto gli scrupoli che si faceva lei, la situazione doveva essere riconsiderata. Ma niente: "Non posso lasciarli proprio ora, la situazione è difficile, siamo già sotto organico, se li mollo succede il patatrac".

Tempo qualche mese se ne andò anche il commerciale divenuto capo filiale. Raggiunse il precedente capofiliale nel nuovo posto di lavoro. Cosa più grave, lo seguirono una buona metà dei clienti. La filiale divenne economicamente insostenibile, i costi fissi non venivano coperti più dai ricavi e ne venne decisa la chiusura.

I dipendenti furono trasferiti in filiali sparse per l'Italia (nessuno accettò il trasferimento), tutti si dimisero. Tutti tranne la mia consorte che per una botta di culo venne mantenuta lì per il disbrigo delle ultime cose e la chiusura delle pratiche. Roba di un paio mesi, le dissero, "poi o accetti il trasferimento, o... bye bye".

Solo a quel punto mia moglie decise che era opportuno guardarsi in giro e, altra botta di culo, trovò un posto di lavoro il giorno stesso in cui dalla sede centrale fu sottoscritta, dal supermegapresidentemondiale, la lettera di licenziamento. Si tolse pure lo sfizio di "bruciarli" sul tempo, dimettendosi prima della consegna della lettera di licenziamento :disp2:

Ora guadagna molto di più, si trova benissimo coi colleghi. Lavora un po' di più ma non le pesa, l'ambiente di lavoro la tiene serena e la sprona. L'avesse fatto prima, ne avrebbe giovato il suo tenore di vita. E un pochino anche il mio, eh.

Modificato da loric

Alfiat Bravetta senza pomello con 170 cavalli asmatici che vanno a broda; pack "Terrone Protervo" (by Cosimo) contro lo sguardo da triglia. Questa è la "culona".

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E allora non é meglio salutarsi adesso, e non correre quel rischio? :pen:

si, ok, puoi dare il recesso quando vuoi...ma se il nuovo lavoro tarda? È davvero meglio aspettarlo in posto che ti rode il fegato?

io, non ce la farei...mi é già bastato il PoliTo :lol:

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Probabilmente sarò cinico, ma vi dico che al di là dell'obbligo di correttezza professionale (il che vuol dire svolgere il proprio lavoro in modo puntuale ed onesto) secondo me non bisognerebbe porsi troppi scrupoli nei confronti di un'azienda.

Ricordiamolo sempre, è un'azienda, non una persona. Non ho mai saputo di coordinatori o dirigenti che hanno perso il posto o subìto provvedimenti per aver lasciato andare via un dipendente; non in Italia, almeno.

Per come la vedo io, è doveroso essere corretti nello svolgere il proprio lavoro, ma se passa davanti un'opportunità che permette di migliorare la propria qualità di vita, non bisognerebbe farsela sfuggire. Credetemi, salvi pochi casi noi non siamo insostituibili; e trascorsa magari la seccatura iniziale, il datore di lavoro o coordinatore di turno troverà certamente un rimpiazzo.

- - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - -

E allora non é meglio salutarsi adesso, e non correre quel rischio? :pen:

si, ok, puoi dare il recesso quando vuoi...ma se il nuovo lavoro tarda? È davvero meglio aspettarlo in posto che ti rode il fegato?

io, non ce la farei...mi é già bastato il PoliTo :lol:

Tony, mi trovi perfettamente d'accordo, specialmente se parliamo di posti in cui uno rischia seriamente di ammalarsi.

C'è da dire pero' che di questi tempi chi può scommettere di trovare un altro posto in tempi accettabili? Io non ci metterei la mano sul fuoco, a meno che uno non sia un profilo di altissimo livello. Tutti super-manager in questo forum o c'è anche chi svolge lavori più umili? :attorno:

Mi rendo conto che la discussione va sempre di più verso un terreno difficile, e forse non è nemmeno giusto generalizzare. Ciascuno parla in base alla propria esperienza, e io sono tra questi. E capisco che la mia esperienza puo' non contare per gli altri, e viceversa.

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E allora non é meglio salutarsi adesso, e non correre quel rischio? :pen:

si, ok, puoi dare il recesso quando vuoi...ma se il nuovo lavoro tarda? È davvero meglio aspettarlo in posto che ti rode il fegato?

io, non ce la farei...mi é già bastato il PoliTo :lol:

Guarda, avere un posto di lavoro alle spalle agevola nella ricerca di una nuova occupazione, specialmente per quelle posizioni che richiedono un certo livello di professionalità (in quelle basse si punta al puro costo che deve essere il più basso possibile).

Alfiat Bravetta senza pomello con 170 cavalli asmatici che vanno a broda; pack "Terrone Protervo" (by Cosimo) contro lo sguardo da triglia. Questa è la "culona".

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Allora, cerco di rispondere un po’ a tutte le questioni che sono state sollevate:

1) Professionalità sul posto di lavoro attuale mentre si cerca altro: ovviamente non sta a me dirlo, ma credo che nessuno si possa lamentare del mio attuale rendimento lavorativo. Ovviamente non mi metto a mandare cv con la mail aziendale o a contattare altre aziende dall’ufficio. Sono anche andato a fare un colloquio (che poi non si è concretizzato in seguito ma per altri motivi) di sabato per non dover chiedere il permesso all’improvviso. Ovviamente non nego che spesso c’è la sensazione del “ma chi me lo fa fare che tanto presto o tardi me ne andrò”.

2) Convenienza economica dell’accettare la proposta: come ho detto nel primo post non ho moglie o figli a carico e vivo coi genitori. Inoltre ho sempre messo da parte la maggioranza dello stipendio. Ripeto, non voglio sembrare uno sbruffone, ma non avendo spese -economicamente parlando- posso anche permettermi di non avere introiti per un certo periodo. Il dubbio è se sia migliore presentarsi a una nuova azienda come “attualmente occupato” (e quindi come si diceva “meno ricattabile” e più appetibile in quanto “qualcuno ha già scommesso su di te e in più sai come muoverti in azienda” ma col fardello di tutta la storia del preavviso, delle dimissioni, del tempo che deve intercorrere ecc ecc) oppure da totalmente “libero”.

Non è quindi questione di continuare a mungere lo stipendio nell’immediato, ma di quale situazione sia la migliore per la ricerca futura.

3) Senso di gratitudine/ rimorso nel lasciare altre persone: ovviamente per 100 mascalzoni ci sono anche quelle 5 persone che mi dispiacerebbe abbandonare e lasciare anche in una certa difficoltà in caso di abbandono abbastanza improvviso. D’altro canto mi dico che:

  • Non è giusto che sia io a farmi il mazzo per coprire tanta gente che non fa il suo lavoro (ok, questo però può capitare anche in un altro posto di lavoro)
  • Loro (l’azienda) non avrebbe probabilmente avuto tutte queste preoccupazioni a lasciarmi a casa in caso di calo del lavoro (ok, questo però può capitare anche in un altro posto di lavoro)
  • Non c’ero prima e sono sopravvissuti lo stesso, non credo falliranno perché per due mesi rimarrebbero scoperti in attesa di trovare un altro poveraccio da piazzare a pedalare e farsi il mazzo prima di scoppiare

4) Discorso dell’acquisizione delle competenze e della coerenza del lavoro coi propri studi: la questione è che in questi due anni ho acquisito pochissime competenze (e poco spendibili in un futuro colloquio) e in un settore che nulla ha a che fare con ciò che mi piace. Fosse almeno un lavoro tranquillo uno potrebbe anche accontentarsi del “quieto vivere”, ma ogni giorno sono sulla graticola. Ho veramente la sensazione di essere finito in un cul de sac come si diceva in qualche post precedente anche perché le possibilità di crescita in azienda sono limitate e sempre e comunque all’interno dello stesso reparto (al massimo posso diventare il mio attuale capo ma sempre in questo ambito rimango).

Si faceva l’esempio che non tutti gli ingegneri meccanici debbano essere a capo di uno studio di progettazione; verissimo; ma possono comunque lavorare al controllo qualità o nella produzione senza “snaturarsi” e provando apprezzamento per il proprio lavoro. Un ingegnere gestionale non è detto debba fare pianificazione dei fabbisogni o programmazione della produzione; può anche lavorare come reportista o controllore di fabbrica. Un ingegnere elettronico mica deve solo progettare schede elettroniche; può occuparsi di manutenzione.

Io ho le idee abbastanza chiare riguardo al futuro: voglio cambiare posto di lavoro per provare a fare ciò che mi piace. Voglio almeno provarci. Poi se fallirò pazienza, almeno non avrò il rimorso di essermi seduto.

Vi chiedo solamente secondo voi quale potrebbe essere la mossa migliore da fare nell’immediato.

Ciao

Ranger

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Allora, cerco di rispondere un po’ a tutte le questioni che sono state sollevate:

1) Professionalità sul posto di lavoro attuale mentre si cerca altro: ovviamente non sta a me dirlo, ma credo che nessuno si possa lamentare del mio attuale rendimento lavorativo. Ovviamente non mi metto a mandare cv con la mail aziendale o a contattare altre aziende dall’ufficio. Sono anche andato a fare un colloquio (che poi non si è concretizzato in seguito ma per altri motivi) di sabato per non dover chiedere il permesso all’improvviso. Ovviamente non nego che spesso c’è la sensazione del “ma chi me lo fa fare che tanto presto o tardi me ne andrò”.

Modificato da owluca
Cita

7:32 : Segni i punti coglionazzo !

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Vi chiedo solamente secondo voi quale potrebbe essere la mossa migliore da fare nell’immediato.

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Io ho le idee abbastanza chiare riguardo al futuro: voglio cambiare posto di lavoro per provare a fare ciò che mi piace. Voglio almeno provarci. Poi se fallirò pazienza, almeno non avrò il rimorso di essermi seduto.

Vi chiedo solamente secondo voi quale potrebbe essere la mossa migliore da fare nell’immediato.

Ciao

Ranger

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