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Gm venderà Opel a Magna ? [era: FIAT acquisterà OPEL?]


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Ancora confusione su Opel: Gm smentisce l'accordo con Magna

Il responsabile delle trattative per Gm, John Smith, oggi chiarisce la posizione della casa madre americana con una e-mail, che non esclude ancora dalla corsa l'altro concorrente, la holding finanziaria RHj International. Le notizie di un accordo non sono vere, scrive Smith al manager della RHJ, Gerd Haeusler - come riporta lo Spiegel online che ha visto la mail - e per una decisione «saranno necessari ancora alcuni giorni».

Sarà quest'ultimo (GM) a decidere tra l'offerta Magna e quella del fondo d'investimento Rhj International. In un comunicato di ieri Gm Europe aveva confermato l'arrivo del proposta dettagliata di Magna «che sarà esaminata nei prossimi giorni», aggiungendo che la casa di Detroit, prima di convocare il consiglio, sta aspettando che il governo tedesco, che deve fornire garanzie finanziarie all'acquisto di Opel, a sua volta faccia il punto.

(stralcio da il sole24ore.com) 14 agosto 2009.

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FRANCOFORTE (Reuters) - Il Cda di General Motors [GM.UL] si riunirà venerdì per discutere la vendita della propria divisione europea Opel, per la quale sono in corsa sia Magna che il fondo RHJ, riferiscono fonti vicine alla situazione.

"Siamo in dirittura d'arrivo", ha detto una delle fonti, aggiungendo che il board di GM intende raccomandare uno dei due concorrenti nella riunione di venerdì.

I fiduciari che hanno in deposito la quota di maggioranza di Opel - che è stata blindata e sostenuta con l'aiuto della Germania a maggio, per evitare di essere spazzata via nell'ambito del fallimento di GM - devono approvare una qualsiasi decisione.

GM non ha voluto fornire alcun commento.

Il cancelliere tedesco Angela Merkel e gli stati tedeschi in cui si trovano gli stabilimenti Opel si sono chiaramente pronunciati in favore di Magna, perchè ritengono che la competenza del gruppo automotive canadese sia in grado di salvare gli oltre 25.000 posti di lavoro che Opel ha in Germania.

L'offerta del fondo belga RHJ richiede minori aiuti di stato europei e ha raccolto commenti favorevoli tra i vertici di GM, ma è visto con scetticismo da Berlino e dai leader sindacali di Opel.

fonte: Reuters, mercoledì 19 agosto 2009

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GM: 21 agosto Cda su vendita Opel.

Vendita di Opel nell'agenda del Cda di venerdì di General Motors. Il consiglio di amministrazione del colosso di Detroit si riunirà il prossimo 21 agosto per discutere della cessione della controllata tedesca. Lo riportano alcune fonti vicine alla vicenda, secondo le quali dall'incontro dovrebbe uscire la raccomandazione della casa automobilistica americana per una delle due offerte: Magna o Rhj International.

Il Governo tedesco vuole però che le società che hanno avanzato un'offerta su Opel mettano a disposizione il 10% del loro capitale nella richiesta di garanzie statali. Secondo le stesse fonti, infatti, le proposte di acquisto presentate finora non rispettano questo requisito.

Le soluzioni proposte da Magna e Rhj International dipendono entrambe dalla concessione di ingenti garanzie statali, fattore che rende cruciale l'opinione di Berlino riguardo all'operazione. In particolare, stando alle ultime voci, il fondo belga avrebbe offerto 275 milioni di euro a fronte di garanzie per oltre 3,8 miliardi di euro, mentre Magna, che chiederebbe garanzie per 4,5 miliardi di euro, sarebbe disposta a investire 350 milioni di euro.

Al momento comunque il consorzio guidato da Magna con la banca russa Sberbank sarebbe in pole position per l'acquisto. La sua proposta prevede una quota del 27,5% in Opel per entrambre le società in cambio di un'immissione di capitale di 500 milioni di euro, di cui 350 alla firma dell'accordo e 150 in un secondo momento, sotto forma di bond convertibili.

A General Motors resterebbe una partecipazione del 35%, mentre il restante 10% andrebbe nelle mani dei dipendenti. Rhj avrebbe invece intenzione di investire appunto 275 milioni di euro in Opel per una quota del 50,1%, ma richiede meno garanzie da Berlino rispetto alla proposta di Magna.

Il cancelliere tedesco, Angela Merkel, e gli stati tedeschi in cui si trovano gli stabilimenti Opel si sono chiaramente pronunciati in favore di Magna, perchè ritengono che la competenza del gruppo automotive canadese sia in grado di salvare gli oltre 25.000 posti di lavoro che Opel ha in Germania. L'offerta del fondo belga ha invece raccolto commenti favorevoli tra i vertici di GM, ma è vista con scetticismo da Berlino e dai leader sindacali di Opel.

fonte: MF Online, 19 Agosto 2009.

Modificato da Akula

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Il consiglio di amministrazione di General Motors non ha preso alcuna decisione in merito alla vendita di Opel e punta a ottenere maggiori informazioni dal governo tedesco in merito al pacchetto di finanziamenti che intende stanziare.

Lo riporta l'agenzia Bloomberg citando alcuni fonti, secondo le quali Gm non ha ricevuto il progetto di finanziamento del governo. 21 agosto

Fonte: Il Sole24Ore

Opel, Gm non decide: vuole più informazioni dalla Germania - Il Sole 24 ORE

Le cose che possiedi alla fine ti posseggono.

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Praticamante la Germania è quella che paga per poi fare in modo che GM possa vendere a un prezzo accettabile una quota della Opel.

O sono tutti scemi in crucconia o altre cose...

MeneS sponsored by L.S.D.M.

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Opel: la Germania *si ribella a Gm *(che forse ci ripensa) - Il Sole 24 ORE

Opel: la Germania si ribella a Gm (che forse ci ripensa)

dall'inviato Paolo Madron

23 Agosto 2009

NEW YORK - Ma che gioco ha in mente General Motors? Perché venerdì sera, nonostante ben tre dirigenti della casa di Detroit avessero anonimamente assicurato la Reuters che la riunione si sarebbe conclusa con l'approvazione dell'offerta di Magna su Opel, Gm ha deciso invece di prendere tempo? Vuoi vedere, ha pensato qualcuno da questa parte dell'oceano, che tra il gruppo canadese cui si sono associati i russi di Sberbank e l'altro contendente ufficialmente rimasto in gara, il fondo di private equity belga RHJ International, tertium datur?

Il riferimento, naturalmente, è a un possibile clamoroso ritorno in pista della Fiat, che fu l'unica a presentare un progetto di integrazione industriale con il marchio di Russelsheim. Interpellato dal Sole 24 Ore, il presidente di Fiat Luca di Montezemolo non chiude la porta: «Pur essendo totalmente impegnati sul fronte Chrysler abbiamo più volte ripetuto che la nostra offerta su Opel resta sul tavolo. Con una sola preclusione: non la possiamo né vogliamo modificare». Sul perché Gm abbia deciso di non decidere il presidente della casa torinese non azzarda speculazioni: «L'unica cosa che posso immaginare è che siano preoccupati del venir meno di vere sinergie industriali». Insomma, una delle spiegazioni dell'inatteso stop a Magna risalirebbe alla preoccupazione che, restando gli americani azionisti di Opel con una robusta quota di minoranza, circa il 35%, un affare sbilanciato sul versante finanziario potrebbe alla lunga rivelarsi controproducente. E ciò in un settore dove invece, Chrysler insegna, più dei soldi contano tecnologie, piattaforme e sinergie che si possono spendere sul piano dell'integrazione.

La frenata, comunque, ha irritato non poco i tedeschi, convinti che per il cda della Gm il via libera a Magna fosse poco più che una formalità. Angela Merkel, che vuole chiudere la questione Opel prima delle elezioni del 27 settembre, ha fatto subito dire al suo ministro della finanze Karl-Theodore zu Guttemberg che l'inatteso stop non preclude il raggiungimento di un accordo. Parole di fuoco, invece, da Juergen Ruettgers, presidente del Nord Reno-Westfalia, il più popoloso land tedesco, per il quale il rinvio è intollerabile: «Il governo americano trovi ora una soluzione che rimedi alla debolezza dei vertici di Gm». Durissimi anche i sindacati che per bocca di Klaus Franz, presidente del consiglio di fabbrica, ha fatto sapere: «La pazienza dei lavoratori della Opel è arrivata al capolinea». Ma la fretta di vendere Opel, oltre che a motivazioni politiche, risponde anche al preoccupante logoramento del marchio da mesi in balìa.

E a questo punto la palla torna alla General Motors. Sul perché tentenni le interpretazioni si sprecano. C'è chi dice che in realtà Fritz Henderson, il nuovo ad del gruppo, descritto come favorevole a una soluzione Magna, in realtà preferirebbe approfondire la trattativa con RHJ. Per un motivo esplicitato nei giorni scorsi dal numero uno del fondo, Leonhard Fischer, il quale non ha escluso una restituzione di Opel a GM una volta che la casa tedesca sia stata risanata. Fischer avrebbe dunque più o meno configurato una sorta di "portage", da cui la sua holding potrebbe ricavare lauti guadagni. Il problema è però che il governo tedesco, gran tifoso della soluzione Magna, non ci sente. Neppure di fronte alla considerazione che, in questo periodo di bilanci statali malmessi, supportare i belgi gli farebbe risparmiare un miliardo di euro. Magna, infatti, per concludere l'affare chiede che Berlino stacchi un assegno da 4,5 miliardi sotto forma di contributo pubblico al pesante quanto inevitabile piano di ristrutturazione. Soldi che si aggiungerebbero a quelli già in precedenza stanziati, circa 1,5 miliardi, per tenere aperti gli impianti. I belgi invece, anche se cifre ufficiali non ne girano, parrebbero accontentarsi di un miliardo di meno.

Ma a Detroit circola anche un'altra ipotesi, forse la più suggestiva di tutte: il fatto che il consiglio d'amministrazione Gm abbia votato per procrastinare la scelta a fronte di una preferenza del management verso Magna starebbe a indicare due cose. La determinazione del nuovo board, ben più forte di quelli che l'hanno preceduto, nel tutelare le prerogative dell'azionista. Ovvero, dopo la bancarotta e la impressionante iniezione di capitale, lo Stato americano che con 61% è padrone assoluto. Una circostanza che il Wall Street Journal, plaudendo alle decisone del consiglio di rinviare la scelta, invita a considerare con attenzione.

Di questo, e delle altre possibili implicazioni dello stop di venerdì, si riprenderà a parlare dopo un week end che si immagina denso di telefonate sull'asse, Berlino, Detroit, Washington. Già lunedì - l'informazione è di parte tedesca ma chi l'ha fornita alla Reuters, visti anche i precedenti, preferisce restare anonimo - riprenderanno i formali colloqui tra le parti per trovare una quadra. Con per ora un'unica certezza: se per Opel non si chiude entro il 27 settembre, si butta tutto a mare e la partita ricomincia da zero.

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