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La gestione dei flussi migratori in Europa


LucioFire

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Ma di nuovo non è un problema legato all'immigrazione. È un problema di come noi italiani gestiamo certe vicende aggravato dai problemi connessi al non controllo dei flussi migratori.

Questa è una valida osservazione. ;)

Il problema è che, specie quando le cose vanno male, si punta il dito contro gli stranieri. E, quando la paura sale, è molto facile credere che tutti i problemi siano legati agli immigrati, perché "corpi estranei".

Ricordo che questi stessi immigrati (quelli che si danno da fare) sono una forza motrice dell'economia del paese, perché fanno tutti i mestieri che gli "ospiti" si reputano troppo intelligenti per fare (mestieri manuali o pesanti). Poi, ovviamente, quando le cose tornano male, è tutta colpa loro, perché "rubano" il lavoro, o che lavorano per troppo poco... quando la colpa sarebbe del padrone.

Concordo sul fatto che non si possa ospitare mezzo mondo in Europa; per ciò, porgo speranza in queste rivoluzioni che potrebbero invogliare la gente a rimanere di là e fare una vita dignitosa nelle loro terre. Ora siamo in fase di transizione, è ovvio che c'è chi, nel dubbio, scappa. Ma non posso biasimarli... mi dico sempre che, nella loro situazione, farei probabilmente la stessa cosa.

E da figlio di emigrato italiano in Svizzera, non me la sento di processare chi prova a migliorare la propria esistenza.

"But before the most charismatic car maker of them all finally went, they left us with a final reminder of what they can do, when they try" (Jeremy Clarkson, Top Gear)

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E da figlio di emigrato italiano in Svizzera, non me la sento di processare chi prova a migliorare la propria esistenza.

Certo,discorso giusto ...però non penso che tuo padre sia saltato per le reti tra Domodossola e CH....se decine di migliaia di italiani avesso fatto così avrebbero pattugliato le montagne e risbattuto la gente di qua

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Certo,discorso giusto ...però non penso che tuo padre sia saltato per le reti tra Domodossola e CH....se decine di migliaia di italiani avesso fatto così avrebbero pattugliato le montagne e risbattuto la gente di qua

quoto...pure dei miei parenti sono andati a nizza...hanno un lavoro,una casa...come gli altri abitanti.

La differenza è : "vado la per lavorare".....oppure : "vado la per...boh...intanto vado la"

Credo che lo sappiano che il lavoro non c'è per tutti...è un po' come quando prendevano le ragazze dell'est promettendole lavoro nello spettacolo...penso che alla favoletta non ci creda più nessuno e se vengono qua sanno quello che andranno a fare

PETIZIONE 125 in Superstrada e Autostrada

La Desmosedici è una moto difficile, quando dai gas vibra e si muove, ma è una sua prerogativa perchè se non ti fai spaventare vedi che tutto funziona. [Casey Stoner]

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Guest EC2277
Questa è una valida osservazione. ;)

Il problema è che, specie quando le cose vanno male, si punta il dito contro gli stranieri. E, quando la paura sale, è molto facile credere che tutti i problemi siano legati agli immigrati, perché "corpi estranei".

Questo è un equivoco di fondo che è bene risolvere: nessuno, eccezion fatta per alcune situazioni critiche come quella lampedusana, punta il dito contro gli immigrati accusandoli di far andar male le cose. Vengono messi sotto accusa solo quegli immigrati che delinquono poiché gli altri sono ben accetti e ben voluti; più di certi connazionali fannulloni, parassiti o delinquenti.

Sarebbe più corretto parlare di cattiva immigrazione ma, per rendere i discorsi più sintetici, si parla semplicemente d'immigrazione dando per scontato che ci si riferisce a quella criminale e criminogena. Ciò però aiuta i "profeti dell'accoglienza senza se e senza ma" a fuorviare la questione tirando in causa anche gli immigrati che realmente vogliono costruirsi un futuro migliore (i quali non c'entrano niente con la questione) e tacciando i fautori di una seria politica di gestione dei flussi migratori di razzismo, possono ergersi a paladini di un antirazzismo puramente demagogico ed ideologico.

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Il problema è un'altro. Quando si parla di "integrazione", non si parla di rinnegare quello che si è, ma di rispetto delle regole/leggi.

È il rispetto delle norme locali che ti danno il "diritto di cittadinanza", è un segno di appartenenza. Quelle regole/leggi esistono proprio per salvaguardare l'interesse superiore, che è racchiuso nello Stato.

Dunque rispetto la legge perché ho interesse a farlo : ricevo gli diritti providenziali forniti dallo Stato. Equità, giustizia, educazione, salute, pari opportunità, ecc.

Il contrario è vero pure. Perché mai dovrei rispettare una legge se non mi torna niente ?

Il problema è che aspettiamo dei clandestini rispetto delle leggi, quando noi non diamo nulla in ritorno, cioè i diritti conferiti a chi ha dei doveri verso lo stato.

Dunque, chiedo, è prima l'uovo o prima la gallina, ovvero : i clandestini che commettono reati lo fanno perché non vogliono integrarsi, o perché non vengono integrati (cioè conferita il diritto di cittadinanza) in primo luogo ?

Poi ricordo che c'è tutta un'economia parallela che sfrutta questi poverracci, con datori di lavori italianissimi (o tedeschissimi, francesissimi, svizzerissimi). C'è chi fa lucro di questa gente. E mi viene il sospetto che c'è una sorta di compiacenza dei poteri politici versa questa forma di economia.

Capisco la tentazione di mandare tutto a cagare e versare verso i "soldi facili". Tanto, cosa si ha da perdere ?

Ricordo che l'immigrazione è solo l'ultimo tassello di un problema ben più ampio, cioè la miseria, la corruzione, l'immobilismo che caratterizza tutti quei paesi.

Paradossalmente, queste rivoluzioni arabe potrebbero avere, sul medio-lungo termine, un'influenza positiva sull'emigrazione, in quanto - si spera - la gente di lì abbia meno voglia di scappare.

Quoto tutto :agree:!!

Alla domanda che ho evidenziato in grassetto la risposta è: dipende. Ci sono gli uni e gli altri. Se però le condizioni di vita che un Paese offre ad un immigrato onesto sono troppo dure, ecco che la tentazione di delinquere diventa molto forte ;).

Per due motivi semplicissimi: anzitutto se vuoi essere rispettato devi prima rispettare. In secondo luogo una legge è tale poiché cerca di tutelare un bene comune più importante del tornaconto personale. Percui, se tale legge è sbagliata si cambia, ma se è giusta si rispetta senza sperare di ricevere qualcosa in cambio.

L'hai rispettata?

Bene, hai fatto il tuo dovere.

Non l'hai rispettata?

Bene, ne paghi le conseguenze.

Io, dal mio meschino punto di vista, non mi sono mai chiesto se era giusto rispettare un semaforo rosso o meno dal momento che lo Stato non mi da nessun premio se lo faccio. Lo rispetto poiché c'è una legge, istituita con lo scopo di salvaguardare le persone e le cose dagli incidenti stradali, che lo stabilisce ed io ritengo giusto rispettarla poiché essa tutela un bene comune più importante del mio meschino interesse d'arrivare prima a destinazione.

Questo è, secondo me, l'ABC del convivere civilmente percui, se non si capiscono certi concetti e si pretende di agire secondo il proprio comodo, magari inventandosi scuse del tipo: «Ma io cosa ci guadagno a farlo?», allora non esistono le basi affinché chicchessia (se è italiano, marocchino o venusiano non ha importanza) possa integrarsi in Italia; non in quella nella quale vorrei vivere io almeno.

Non esistono margini per discutere su ciò. Anche perché, se tali margnini venissero concessi, si finirebbe per giustificare quanti scelgono di affiliarsi ad una qualche cosca mafiosa poiché, lavorando onestamente, non potrebbero guadagnare altrettanto bene e facilmente.

Domanda senza senso poiché, per la mia esperienza personale, quando un immigrato desidera integrarsi nella società italiana ci riesce. Magari dovrà piangere miseria per i primi anni, si dovrà dannare l'anima con i lavori più umili (conosco un Professore di Fisica albanese che per anni ha fatto il lavapiatti), ammattirà come un dannato per regolarizzarsi, ma prima o poi, se ha voglia di lavorare e tiene duro, trova il modo di costruirsi un certo benessere. Anche togliendo (giustamente) il lavoro a quei troppi italiani troppo "nobili" per mettersi a fare il muratore o l'imbianchino.

I problemi sussistono invece per quanti cercano delle "scorciatoie" non confacienti con il vivere civile con lo scopo di raggiungere quel benessere che noi italiani abbiamo e loro desiderano. Ma questo vale tanto per gli immigrati quanto per gli italiani. Non è un problema d'immigrazione, è un problema di ordine pubblico: se violi le leggi (italiano od immigrato che tu sia) devi essere perseguito.

Purtroppo però è anche vero che in certe zone, mi riferisco (giusto a titolo d'esempio) alle scene di guerriglia tra italiani ed immigrati accaduti in non rammento quale cittadina campana, esistono fenomeni di vero e proprio schiavismo degli immigrati. Ma, anche in tal caso, più che un problema legato all'immigrazione è un problema legato alla camorra, alla 'ndrangeta, alla mafia.

Sostanzialmente concordo, ma non con la frase evidenziata. Avendo avuto una fidanzata immigrata regolare ho visto con i miei occhi le assurdità della legge Bossi-Fini:

- per entrare devi avere prima un lavoro: ma chi ti assume senza averti visto in faccia? Solo un connazionale che ti conosce potrebbe farlo. Infatti esistono le scorciatoie: ricordate la maxi sanatoria del 2003? Fu fatta per regolarizzare quella marea di lavoratori onesti entrati clandestinamente per lavorare perchè era ed è troppo difficile entrare legalmente ;);

- hai già un lavoro? Non basta! Devi superare le forche caudine del decreto flussi sperando che la tua domanda passi presto (le quote vengono bruciate in 20 minuti ;)). Ogni anno vengono rifiutate migliaia di domande di permesso di soggiorno di immigrati che già lavorano ;) solo perchè eccedenti alle quote stabilite dal decreto flussi. Quelle quote sono troppo basse, non ha senso fissarle a tavolino: se un immigrato ha un lavoro significa che non è di troppo, non è un parassita da mantenere ;)

Dunque non è vero che i meritevoli ce la fanno, ce la fa chi ha culo, indipendentemente dai meriti ;).

Questo determina una scarsa qualità dell'immigrazione (mediamente eh). Chi vuole entrare per lavorare si trova questi sbarramenti assurdi (giusto rimandare a casa chi non ha un lavoro, ma chi ce l'ha ed è incensurato va tenuto ;)) per fare una vita spesso grama, segnata da lavori pesanti sottopagati e sopportare pure i leghisti e i fascisti che lo odiano per il sol fatto di non essere ariano o per i reati commessi da qualche connazionale o perchè usufruisce degli ammortizzatori sociali per cui paga i contributi :(r:(r. Che si comporti bene o male a questa gentaglia non importa un cazzo. Poi conosce con qualche connazionale che delinque, non lavora e se la passa molto meglio anche perchè rischia ben poco di finire in galera. Chi glielo fa fare di essere onesto? Delinquere conviene, ed è colpa dei nostri governi :(r:(r!!

"Se passi una vita noiosa e miserabile perché hai ascoltato tua madre, tuo padre, tua sorella, il tuo prete o qualche tizio in tv che ti diceva come farti gli affari tuoi, allora te lo meriti."  Frank Zappa

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Guest EC2277

La Legge Bossi-Fini è un ottimo esempio di come ci barcameniamo tra l'agire ed il non agire: introduce delle normative che tentano di controllare l'immigrazione in modo becero e burocratico, senza però attuare una seria politica di gestione dell'immigrazione. Il risultato è stato quel guazzabuglio di norme assurde, inefficaci ed a volte anche ingiuste (purtroppo) che non risolve niente ed è tanto difficile da attuare.

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La Legge Bossi-Fini è un ottimo esempio di come ci barcameniamo tra l'agire ed il non agire: introduce delle normative che tentano di controllare l'immigrazione in modo becero e burocratico, senza però attuare una seria politica di gestione dell'immigrazione. Il risultato è stato quel guazzabuglio di norme assurde, inefficaci ed a volte anche ingiuste (purtroppo) che non risolve niente ed è tanto difficile da attuare.

legge inapplicata o applicata parzialmente come mille altre (compresi articoli della Costituzione)

ce ne sono altre 1000 che fanno quella fine

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quoto...pure dei miei parenti sono andati a nizza...hanno un lavoro,una casa...come gli altri abitanti.

La differenza è : "vado la per lavorare".....oppure : "vado la per...boh...intanto vado la"

Credo che lo sappiano che il lavoro non c'è per tutti...è un po' come quando prendevano le ragazze dell'est promettendole lavoro nello spettacolo...penso che alla favoletta non ci creda più nessuno e se vengono qua sanno quello che andranno a fare

Intanto vado là, perché qua non campo, tra morire di fame e provare a sopravvivere la scelta non è così difficile.

non scordiamoci che tutto quello che sta succedendo è causato anche dall'aumento dei prezzi del grano, tra gli altri.

Legacy 2.0D SW MY 2010 Sport - Steel Grey 395747.png

Distanza di sicurezza: vogliamo rispettarla?

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