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Il futuro dei siti produttivi Stellantis


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:lol::lol:

Voci incontrollate (riportate anche dalla stampa) parlano di Linea, che dalla Turchia verrebbe portata a Pomigliano.

Non ci credo nemmeno se lo vedo.

era stata scelta panda, che ha un ritorno economico minore essendo una segA, unicamente per far lavoroare a regime lo stabilimento,e quindi a recuperare i 300ml di perdita annuale

Non ci riuscirebbe neanche la nuova Ypsilon se dovesse rispettare i target di 100\120mila pezzi annui (quasi il doppio degli attuali) figuriamoci linea.

Quindi ivece che 1modello sarebbero necessari 3\4modelli e eventuali linee

Altra cosa: onanistico metterci trattori (da centinaia di lila €) o furgoni che hanno un margine maggiore e un prezzo maggiore, nella epggior fabbrica del gruppo.

Sarebbe voler segare gli utili, e per fiat tratori e lcv sono molto più importanti, a livello economico,di un'auto economica, per quanto di grande successo.

Si va verso la guerra tra cristiani per le prese di posizione differenti e ciò non è bello, per quanto ampiamente prevedibile dai più (meno da chi con la mente da ex dipendente pubblico, pensa che tanto sistemano tutto)

PS: ma l'annuncio è ufficiale?

perchè l'ho letto solo du tg.com (di scarsissima attendibilità) e non si capisce se è un comunicato fiat, un virgolettato o una loro deduzione

Modificato da RS6plus
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Tutti i rischi del “lodo” Pomigliano

di Luciano Gallino

A Pomigliano prevale il sì all’accordo con la Fiat. Non stravince, come la sua direzione avrebbe gradito. Dobbiamo però augurarci che la Fiat non prenda pretesto dal risultato inferiore alle attese per mandare a monte l’accordo, oppure per imporlo senza modificarne una virgola. Non soltanto nell´interesse dei lavoratori, ma anche della Fiat, e del paese, per le conseguenze sociali e politiche che ciò potrebbe avere. Vediamo perché.

In Italia la Fiat produce 650.000 vetture l´anno con 22.000 dipendenti. In Polonia ne produce 600.000 con 6.100 operai. In Brasile le vetture prodotte sono 730.000 e i dipendenti soltanto 9.400. Inoltre il costo del lavoro in quei due paesi, contributi sociali inclusi, è molto più basso. È vero che in Italia si costruisce un certo numero di vetture di classe più alta che non in Polonia o in Brasile. Pur con questa correzione il rapporto auto prodotte/dipendenti resta nettamente sfavorevole agli stabilimenti Fiat in Italia.

Ne segue che su due punti non vi possono essere dubbi. Le aspre condizioni di lavoro che Fiat intende introdurre a Pomigliano, dopo averle sperimentate con successo all´estero, sono la premessa per introdurle prima o poi in tutti gli stabilimenti italiani, da Mirafiori a Melfi, da Cassino a Termoli. Dopodiché interi settori industriali spingeranno da noi per imitare il modello Fiat.

Dagli elettrodomestici al tessile e al made in Italy, sono migliaia le imprese italiane medie e piccole che possono dimostrare, dati alla mano, che in India o nelle Filippine, in Romania o in Cina le loro sussidiarie vantano una produzione pro capite di molto superiore agli impianti di casa. Che tale vantaggio sia stato acquisito con salari assai più bassi, sistemi di protezione sociale minimi o inesistenti, e orari molto più lunghi, non sembra ormai avere alcuna rilevanza. Certo non per il governo, e perfino per gran parte dei sindacati. Con l´applicazione totale del modello Fiat, le imprese si sentirebbero autorizzate a far ritornare una parte della produzione delocalizzata in Italia, alla semplice condizione che essa sia accompagnata da salari e condizioni di lavoro che si approssimano sempre più a quella dei lavoratori dei paesi emergenti.

Si tratta di vedere fino a che punto conviene alla Fiat voler passare testardamente alla storia delle relazioni industriali e della globalizzazione come l´impresa italiana che allo scopo di esportare al meglio i suoi prodotti ha dimostrato che si può apertamente importare il peggio delle condizioni di lavoro, per di più ricevendo il plauso del governo. Così facendo, infatti, la Fiat correrebbe, e farebbe correre al paese, diversi rischi. Il primo, se il suo modello tal quale prendesse piede, è quello di contribuire alla stagnazione della domanda interna, che è stata ed è uno dei maggiori fattori della recessione globale in cui il mondo si sta avvitando.

D´accordo che lavoratori sfiniti dalla fatica e con i salari, al netto dell´inflazione, pressoché fermi da oltre un decennio, consumano pur sempre qualcosa in più di un disoccupato. Ma il modello Fiat farebbe tendenza, aprendo nuovi spazi di disuguaglianza di reddito tra gli strati inferiori e medi e il dieci per cento dello strato più alto della piramide sociale; i cui membri, per quanto affluenti, difficilmente compreranno quattro o cinque Panda a testa.

Un secondo rischio è quello di far crescere le tensioni sociali. Se il governo alzasse mai lo sguardo dai sondaggi, e il management Fiat dai diagrammi della produttività e dei costi di produzione, potrebbero rendersi conto che disoccupazione, sotto-occupazione, tagli allo stato sociale e percezione di una corruzione dilagante stanno alimentando per conto loro, nel nostro paese come in altri, diffuse situazioni di insofferenza per la curva all´ingiù che la qualità della vita ha ormai palesemente imboccato, e per le iniquità di cui molti si sentono vittime. Ampliare il numero dei malcontenti moltiplicando i lavoratori che sono perentoriamente costretti a scegliere, come a Pomigliano, tra lavoro degradato e disoccupazione, o assistervi senza fare nulla, è una pessima ricetta politica. Alla quale un´impresa dovrebbe evitare di aggiungere i suoi particolari ingredienti.

Per altro il rischio maggiore che Fiat corre e fa correre a tutti noi risiede nel dare una robusta mano a coloro che intendono demolire la costituzione repubblicana. La proposta ventilata di modificare come nulla fosse l´art. 41 della suprema legge, perché a qualcuno dà fastidio che la legge determini i programmi e i controlli opportuni affinché l´attività economica possa essere indirizzata a fini sociali, come in fondo si dice in tutte le costituzioni, potrebbe venir liquidata come la dabbenaggine che è; ma se il lodo Pomigliano, chiamiamolo così, si affermasse lasciando intatte le sue licenze costituzionali, i nemici di quell´articolo ne trarrebbero un cospicuo vantaggio. Autorizzandoli pure a mettere in discussione, perché no, l´art. 36, secondo il quale il lavoratore ha diritto, nientemeno, a una retribuzione sufficiente in ogni caso ad assicurare a sé ed alla sua famiglia un´esistenza libera e dignitosa, oltre che proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro. E magari altri articoli a seguire, in tutto il Titolo III che riguarda i rapporti economici.

Portare a Pomigliano il grosso dell´organizzazione del lavoro vigente in Polonia sarebbe già un successo per la Fiat. Sul resto, ivi compresa la percentuale dei consensi alle sue proposte, forse le converrebbe, e converrebbe al paese, non esagerare con le richieste trancianti.

da la Repubblica, 23 giugno 2010

L'articolo è di ieri, ma mi pare interessante sulle conseguenze del "metodo Pomigliano" che farà da testa di ponte delle nuove relazioni industriali, almeno nelle intenzioni di governo e Confindustria. Pomigliano è un bersaglio facile per le sue note e croniche problematiche che rendono il piano più digeribile, ma si è creato un pericoloso precedente per gli altri stabilimenti italiani Fiat e per l'industria italiana in generale. D'ora in avanti, con il plauso di governo, Confindustria e sindacati venduti sarà facoltà di tutte le aziende imporre qualsiasi condizione ai lavoratori, pena la chiusura; il vincolo varrà solo unilateralmente visto che Fiat, imposto il piano Pomigliano con il ricatto, si sente esentata dal rispetto degli impegni presi :(r.

Melfi e Cassino sono sensibilmente migliori di Pomigliano, ma è facile prevedere che la stessa sorte toccherà anche a loro nel giro di qualche anno, e la giustificazione non sarà più "lavorano male" bensì "a Pomigliano è già così, non pretendano privilegi".

"Se passi una vita noiosa e miserabile perché hai ascoltato tua madre, tuo padre, tua sorella, il tuo prete o qualche tizio in tv che ti diceva come farti gli affari tuoi, allora te lo meriti."  Frank Zappa

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cmq oggi trasmissione esplicativa su R24 (oscar giannino conduttore) sulle BUGIE e la disinformazione che si è fatta su Pomigliano.

c'è gente (circa 600 lavoratori..io credo che sappiano anche più o meno chi sono) a cui sta BENE stare in cassa integrazione a 700 euro /mese per poi lavorare "A NERO" a RITMI CINESI per attività para-legali nel circondario(chiaramente gestite da Camorra Spa).

tutta gente che ha votato chiaramente NO al piano. non gli conviene.

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Gallino sappiamo tutti chi è e cosa pensa. Opinioni validissime, per la carità..

Si dimentica di dire solo una cosa: le fabbriche italiane sono state in piedi negli ultimi anni grazie a Polonia e Brasile, non il contrario.

Comportandosi come dice lui, chi paga il conto? Guarda che in germania stan facendo di peggio con il consenso degli operai..sono tutti masochisti all'estero?

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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Gallino sappiamo tutti chi è e cosa pensa. Opinioni validissime, per la carità..

Si dimentica di dire solo una cosa: le fabbriche italiane sono state in piedi negli ultimi anni grazie a Polonia e Brasile, non il contrario.

Comportandosi come dice lui, chi paga il conto? Guarda che in germania stan facendo di peggio con il consenso degli operai..sono tutti masochisti all'estero?

quoto.....

accordo VW di qualche anno (2 o 3 penso) fa per mantenere certe auto in Germania. più ore di lavoro con stessa paga.

a Pomigliano sarebbero 3700 euro lordi in più alll'anno.

meglio scriverlo, va....

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Il piano di cui si sta discutendo ora è che Panda rimanga a Tychy e la nuova Giulia venga prodotta a Pomigliano. A Cassino e Pomigliano verrebbe concentrato tutto il segmento C/D e cioè Bravo, Delta, Giulietta e Giulia e future eredi.

La sostituzione di 159 sarebbe quindi facilitata.

Naturalmente questo piano comporterebbe un sottoutilizzo di Pomigliano che vedrebbe col tempo una riduzione di organico.

La Fiat Linea a Pomigliano è pura fantasia anche perchè i diritti di produzione della Fiat Linea sono in JV con Tofas che ne ha finanziato lo sviluppo.

Inoltre dopo la Polonia, la Turchia è uno dei siti produttivi migliori per Fiat.

Tofas addirittura vorrebbe incrementare la propria produzione a 500k auto/anno aggiungendo altre produzioni alle attuali di Linea, Doblò e Fiorino oltre a Palio/Albea che arrivano a circa 380k/anno.

La Panda a Tychy oltre a vantaggi di tipo economico per Fiat (500/600 euro per il costo più basso del lavoro, facile approvvigionamento dei motori 900 SGE e Diesel SDE e della componentistica comune al segmento A) permetterebbe di portare sul mercato prima la Panda (lo stabilimento in parte è già attrezzato per la produzione) già da settembre 2011 con un guadagno di oltre 6 mesi.

rifanno l'errore di rimettere un auto over 35k euro a pomigliano? a me sembrava quasi certo che la Giulia sarebbe stata prodotta negli USA per sfruttare al max il D-evo con Chrysler Dodge

Alfa Romeo Giulietta, 1.4 TBI Multiair 170 CV Exclusive (2013)

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Inviterei il sig. Luciano Gallino a farsi un giro, per davvero, a Tichy.

Il concetto di "operaio sfruttato all'osso" va bene per le boite cinesi, che producono ammassi pazzeschi di immondizia a bassissimo costo e bassa tecnologia.

Ma quando vuoi produrre su standard giapponesi con quei volumi...non puoi dipingere fabbriche da rivoluzione industriale o da slogan ideologici sessantottini.

Perchè è una troiata. Non riusciresti a produrre in numero sufficiente e la qualità te la scordi.

Per fare tanto roba di qualità non si sfrutta la forza lavoro, nè la si fa lavorare in condizioni disagevoli. Perchè il prodotto ne risente. Viene fuori una porcheria.

Le grandi fabbriche sono cambiate radicalmente dagli inizi anni '80 ad adesso.

Ma tanta gente che sbraita di "diritti dei lavoratori" non se è mica accorta...te credo...in fabbrica non ci ha mai messo piede! Ha tenuto il suo bel popò sempre sprofondato in una comoda sedia di un giornale o di una organizzazione sindacale.......

Modificato da TonyH

[sIGPIC][/sIGPIC]

Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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rincaro la dose:

la "globalizzazione" è quella che fino ad adesso ha permesso ai lavoratori di Pomigliano di beccarsi lo stipendio per anni lavorando di merda o non facendolo affatto.

la globalizzazione attualmente è un processo modificabile solo con decisioni politiche mondiali, non con virtuosismi economici da parte di un gruppo industriale, per di più pure di secondo piano. Ne finirebbe schiacciato.

E quando parlo di politica purtroppo comprendo anche quella perseguita con altri mezzi ben più cruenti, cosa che al momento può permettersi solo la cina e forse russia e usa. Non subiamo le loro scelte.

E' un mondo di merda? si.. si possono cambiare le cose? lo spero, ma non credo a pomigliano

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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quoto.....

accordo VW di qualche anno (2 o 3 penso) fa per mantenere certe auto in Germania. più ore di lavoro con stessa paga.

a Pomigliano sarebbero 3700 euro lordi in più alll'anno.

meglio scriverlo, va....

infatti.. a pomigliano i dipendenti avrebbero avuto pure più soldi.... alla faccia della proletarizzazione.

Alfa Romeo Giulietta, 1.4 TBI Multiair 170 CV Exclusive (2013)

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rifanno l'errore di rimettere un auto over 35k euro a pomigliano? a me sembrava quasi certo che la Giulia sarebbe stata prodotta negli USA per sfruttare al max il D-evo con Chrysler Dodge

Forse a questo punto "sperano" che le quote della 159 finiscano sulla Giulietta SUV.

Quindi la Ypsilon và in Serbia insieme alla Palio/Uno?

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