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Ferrari: filosofia sulla storia, sul brand, sulla Scuderia, sui modelli e sullo sviluppo


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Leggo cose allucinanti: delocalizzazione degli uffici in UK, ritiro dalla F1 perchè ormai non vince più, aura in calo perchè superati dai bibitari... ma siete seri? 
Come in tutti gli sport si vince e si perde, quindi piuttosto che avere l'arroganza e la mancanza di carattere di ritirarsi dal campionato, bisognerebbe rimboccarsi le maniche per migliorare e prendere spunto dai migliori team, dai bibitari, da Willliams che due anni fa faceva zero punti, e compagnia cantante.
Non è l'approccio giusto, nello sport in generale, quello di abbandonare la nave perchè tanto non si vince. Quello sarebbe uno smacco enorme, non i bibitari che vincono e tu no.
La F1 non esisterebbe senza Ferrari, ma anche la Ferrari non esisterebbe come la conosciamo senza la F1.

 

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Inviato
1 minuto fa, only-alfa scrive:

Leggo cose allucinanti: delocalizzazione degli uffici in UK, ritiro dalla F1 perchè ormai non vince più, aura in calo perchè superati dai bibitari... ma siete seri? 
Come in tutti gli sport si vince e si perde, quindi piuttosto che avere l'arroganza e la mancanza di carattere di ritirarsi dal campionato, bisognerebbe rimboccarsi le maniche per migliorare e prendere spunto dai migliori team, dai bibitari, da Willliams che due anni fa faceva zero punti, e compagnia cantante.
Non è l'approccio giusto, nello sport in generale, quello di abbandonare la nave perchè tanto non si vince. Quello sarebbe uno smacco enorme, non i bibitari che vincono e tu no.
La F1 non esisterebbe senza Ferrari, ma anche la Ferrari non esisterebbe come la conosciamo senza la F1.

 

 

Capisco il punto di vista, ma continuo a non essere d’accordo. Dire che “nello sport si vince e si perde” è vero, ma vale per un ciclo fisiologico. Qui però parliamo di decenni in cui la Ferrari non è più protagonista vera, ma vive di ricordi e aspettative puntualmente deluse.

 

Chi parla di “arroganza nel ritirarsi” forse dimentica che la vera arroganza è restare dentro un sistema che non riesci a interpretare, continuando a sbagliare e sperando in un colpo di fortuna. Non è codardia fermarsi, è lucidità. È capire che forse il problema non è più solo tecnico, ma culturale e strategico. Forse serve proprio una scossa, anche drastica, per ricostruire su basi sane.

 

Non parlo di “abbandonare la nave” in stile fuga, ma di smettere di rattoppare una barca che imbarca acqua da anni. Se vinci nel WEC al primo colpo dopo cinquant’anni, ma annaspi in F1 dopo due decenni di budget e proclami, forse la domanda da porsi è: “perché?” Non è una resa, è un’analisi.

 

Quanto al discorso sull’aura Ferrari: mi dispiace, ma per un marchio che ha fatto delle prestazioni il proprio mito, vedersi regolarmente battuti da un team con un budget minore e una lattina sul logo fa male. Punto. Percezione è realtà, soprattutto oggi. Il mito Ferrari è forte, sì, ma non è intoccabile. E logorarlo ogni domenica non è “onore”, è miopia.

 

Senza la F1 la Ferrari sarebbe diversa? Sicuro. Ma anche senza la F1, se oggi producesse capolavori tecnici e dominasse in altre categorie, la Ferrari resterebbe un marchio di culto. Meglio ridefinirsi che appassire lentamente in una narrativa eroica che non regge più.

 

Inviato
34 minuti fa, A.Masera scrive:

 

Capisco il punto di vista, ma continuo a non essere d’accordo. Dire che “nello sport si vince e si perde” è vero, ma vale per un ciclo fisiologico. Qui però parliamo di decenni in cui la Ferrari non è più protagonista vera, ma vive di ricordi e aspettative puntualmente deluse.

 

Chi parla di “arroganza nel ritirarsi” forse dimentica che la vera arroganza è restare dentro un sistema che non riesci a interpretare, continuando a sbagliare e sperando in un colpo di fortuna. Non è codardia fermarsi, è lucidità. È capire che forse il problema non è più solo tecnico, ma culturale e strategico. Forse serve proprio una scossa, anche drastica, per ricostruire su basi sane.

 

Non parlo di “abbandonare la nave” in stile fuga, ma di smettere di rattoppare una barca che imbarca acqua da anni. Se vinci nel WEC al primo colpo dopo cinquant’anni, ma annaspi in F1 dopo due decenni di budget e proclami, forse la domanda da porsi è: “perché?” Non è una resa, è un’analisi.

 

Quanto al discorso sull’aura Ferrari: mi dispiace, ma per un marchio che ha fatto delle prestazioni il proprio mito, vedersi regolarmente battuti da un team con un budget minore e una lattina sul logo fa male. Punto. Percezione è realtà, soprattutto oggi. Il mito Ferrari è forte, sì, ma non è intoccabile. E logorarlo ogni domenica non è “onore”, è miopia.

 

Senza la F1 la Ferrari sarebbe diversa? Sicuro. Ma anche senza la F1, se oggi producesse capolavori tecnici e dominasse in altre categorie, la Ferrari resterebbe un marchio di culto. Meglio ridefinirsi che appassire lentamente in una narrativa eroica che non regge più.

 

 

quoto.

in garage: diversi 4, 6 e 8 cilindri.

 

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53 minuti fa, A.Masera scrive:

 

Capisco il punto di vista, ma continuo a non essere d’accordo. Dire che “nello sport si vince e si perde” è vero, ma vale per un ciclo fisiologico. Qui però parliamo di decenni in cui la Ferrari non è più protagonista vera, ma vive di ricordi e aspettative puntualmente deluse.

 

te lo ripeto un'altra volta " Prima di questo periodo triste ce ne sono stati altri altrettanto lunghi dove le vittorie scarseggiavano (tipo prima di Michael Schumacher) o si è arrivati secondi tipo con Irvine, Massa, Alonso, Vettel o lo stesso Leclerc" nello specifico Leclerc è arrivato secondo nel 2022...quindi è vero che non si vince da parecchio ma ci si è avvicinati parecchie volte negli ultimi anni. Vettel arrivò secondo per due volte nel 2017/2018 e così via...la sfiga, quella vera, è che la F1 negli ultimi decenni è sempre stata "monopolio" ciclico di una scuderia con una seconda che ci provava in tutti i modi a vincere...c'è stato il monopolio Mercedes, Red Bull e adesso McLaren...quindi se la vedi così, ogni volta che una squadra vince (anche troppo) di fila per anni, che dovrebbero fare le altre scuderie? Buttare tutto e ritirarsi? Non funziona propriamente così. E ricorda che è la vetrina più importante al mondo per il settore automobilistico oltre ad essere un enorme laboratorio in cui sperimentare tecnologie che dopo qualche anno ci ritroviamo tutti sotto il sedere.

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12 minuti fa, libbio scrive:

te lo ripeto un'altra volta " Prima di questo periodo triste ce ne sono stati altri altrettanto lunghi dove le vittorie scarseggiavano (tipo prima di Michael Schumacher) o si è arrivati secondi tipo con Irvine, Massa, Alonso, Vettel o lo stesso Leclerc" nello specifico Leclerc è arrivato secondo nel 2022...quindi è vero che non si vince da parecchio ma ci si è avvicinati parecchie volte negli ultimi anni. Vettel arrivò secondo per due volte nel 2017/2018 e così via...la sfiga, quella vera, è che la F1 negli ultimi decenni è sempre stata "monopolio" ciclico di una scuderia con una seconda che ci provava in tutti i modi a vincere...c'è stato il monopolio Mercedes, Red Bull e adesso McLaren...quindi se la vedi così, ogni volta che una squadra vince (anche troppo) di fila per anni, che dovrebbero fare le altre scuderie? Buttare tutto e ritirarsi? Non funziona propriamente così. E ricorda che è la vetrina più importante al mondo per il settore automobilistico oltre ad essere un enorme laboratorio in cui sperimentare tecnologie che dopo qualche anno ci ritroviamo tutti sotto il sedere.

 

Punti di vista.

 

La storia della Ferrari in F1 è fatta anche di lunghi periodi difficili e non nego che siano arrivati diversi secondi posti e stagioni “quasi”. Ma vivere di piazzamenti e "ci siamo andati vicini" per vent’anni non è più sufficiente, soprattutto per un marchio che ha fatto della vittoria il suo DNA. La narrativa dell’“abbiamo lottato” è bella per i tifosi, ma il Cavallino non è mai stato una squadra da favole consolatorie, era sinonimo di dominio.

 

Hai citato Leclerc nel 2022, Vettel nel 2017/18, Alonso, Massa, Irvine… tutti ottimi piloti, tutti a un passo. Eppure il passo non si è mai tradotto in sostanza. Quando sei sempre “quello che ci prova ma non ce la fa”, prima o poi il problema non può più essere solo sfortuna o cicli avversi. Diventa identità.

 

Sui cicli monopolistici: è vero da tempo funziona così. Ma allora, a maggior ragione, se non hai le basi politiche, progettuali e manageriali per stare in cima, perché insistere in un format che ti logora e ti ridicolizza mediaticamente ogni anno? Il discorso non è “ritiriamoci per sempre”, ma “forse è il caso di fermarsi, fare autocritica seria e valutare se ha ancora senso stare in questa competizione con questo approccio”.

Infine: vero che la F1 è una vetrina e un laboratorio tecnologico. Ma anche lì: che tecnologia stai davvero trasferendo se non vinci mai? Se Red Bull ti fa scuola in tutto? Alla fine l’unica cosa che resta impressa al pubblico (e agli appassionati del marchio) è l’ennesima domenica amara, la solita strategia sbagliata, la macchina che va solo in qualifica o il box che si scusa per l’ennesima occasione buttata.

Non sto dicendo “via dalla F1 e basta”, sto dicendo “o si cambia radicalmente, o si rischia di sbiadire”. E il rischio è reale.

 

Sono due approcci mentali differenti, per me bisogna nutrire il cavallo vincente e fare un bagno di umiltà, ammettendo che forse in questo momento storico non stanno alimentando il cavallo giusto.

Inviato
4 minuti fa, A.Masera scrive:

 

Punti di vista.

 

La storia della Ferrari in F1 è fatta anche di lunghi periodi difficili e non nego che siano arrivati diversi secondi posti e stagioni “quasi”. Ma vivere di piazzamenti e "ci siamo andati vicini" per vent’anni non è più sufficiente, soprattutto per un marchio che ha fatto della vittoria il suo DNA. La narrativa dell’“abbiamo lottato” è bella per i tifosi, ma il Cavallino non è mai stato una squadra da favole consolatorie, era sinonimo di dominio.

 

Hai citato Leclerc nel 2022, Vettel nel 2017/18, Alonso, Massa, Irvine… tutti ottimi piloti, tutti a un passo. Eppure il passo non si è mai tradotto in sostanza. Quando sei sempre “quello che ci prova ma non ce la fa”, prima o poi il problema non può più essere solo sfortuna o cicli avversi. Diventa identità.

 

Sui cicli monopolistici: è vero da tempo funziona così. Ma allora, a maggior ragione, se non hai le basi politiche, progettuali e manageriali per stare in cima, perché insistere in un format che ti logora e ti ridicolizza mediaticamente ogni anno? Il discorso non è “ritiriamoci per sempre”, ma “forse è il caso di fermarsi, fare autocritica seria e valutare se ha ancora senso stare in questa competizione con questo approccio”.

Infine: vero che la F1 è una vetrina e un laboratorio tecnologico. Ma anche lì: che tecnologia stai davvero trasferendo se non vinci mai? Se Red Bull ti fa scuola in tutto? Alla fine l’unica cosa che resta impressa al pubblico (e agli appassionati del marchio) è l’ennesima domenica amara, la solita strategia sbagliata, la macchina che va solo in qualifica o il box che si scusa per l’ennesima occasione buttata.

Non sto dicendo “via dalla F1 e basta”, sto dicendo “o si cambia radicalmente, o si rischia di sbiadire”. E il rischio è reale.

 

Sono due approcci mentali differenti, per me bisogna nutrire il cavallo vincente e fare un bagno di umiltà, ammettendo che forse in questo momento storico non stanno alimentando il cavallo giusto.

Dipende: qual è per te il ruolo della F1? Solo vincere? Ok allora, come ti dicevo prima, ci sono squadre tipo...Haas...o Aston Martin o Alpine  che non avrebbero proprio motivo di esistere no? Poi, però, se valuti il discorso pubblicità non mi sembra che il legame vittoria--> più vendite  si leghi. Ferrari continua a vendere e vendere molto bene. Se uscisse dalla F1 sarebbe un disastro.

  • Grazie! 1
Inviato

Quando scrivete di abbandonare lo sport perché per un periodo non si vince, copro le orecchie di mia figlia: non è questo il messaggio che deve recepire.

 

Impegnarsi al meglio: sì; abbandonare se le cose non girano: mai! sempre se c'è passione in quel che si sta facendo.

 

  • Grazie! 1

 

 

 

Inviato
19 minuti fa, savio.79 scrive:

Quando scrivete di abbandonare lo sport perché per un periodo non si vince, copro le orecchie di mia figlia: non è questo il messaggio che deve recepire.

 

Impegnarsi al meglio: sì; abbandonare se le cose non girano: mai! sempre se c'è passione in quel che si sta facendo.

 

 

 

Capisco il riferimento educativo, ma siamo onesti: questa non è la storia di un bambino che deve imparare a non mollare davanti alle difficoltà. Questa è la storia di un colosso come Ferrari che da vent’anni si ostina a restare in Formula 1 raccogliendo delusioni, mentre tutto intorno evolve e loro restano bloccati in un loop sterile di aspettative tradite.

 

Sì, perseverare è un valore. Ma solo se serve a qualcosa. Altrimenti diventa ostinazione cieca. Non è più passione, è accanimento terapeutico. E se nel frattempo altri team – con meno storia ma più lucidità – ti sverniciano con costanza, forse non è più solo “una fase difficile”: è un problema strutturale.

 

Ecco perché dico: non è una resa, è una scelta di maturità mettere un punto, dire “così non va” e decidere di concentrarsi su altro. Non esiste solo la F1. Ferrari ha dimostrato di poter vincere – e alla grande – in altre competizioni. La 24h di Le Mans è l’esempio perfetto: quando la mentalità è quella giusta, i risultati arrivano eccome.

 

Continuare a insistere sulla F1 a tutti i costi non è onore. È un culto tossico. E come dico spesso io: a volte bisogna distruggere per ricostruire. Perché se non vai alla radice del problema – o peggio ancora, non riesci nemmeno a capire qual è il tuo vero problema – allora sì, devi ricominciare da capo.

 

Meglio fermarsi, ripartire da zero con idee nuove, che restare prigionieri di una versione gloriosa di sé stessi che ormai esiste solo nei ricordi.

 

Chiaramente parlo dal mio pdv

Inviato
2 ore fa, A.Masera scrive:

 

Qui però parliamo di decenni in cui la Ferrari non è più protagonista vera

 

 

Dal 2008 (ultima vittoria mondiale) ad ora la Ferrari comunque è stata  competitiva, non la miglior macchina, ma nei vari cicli prima Red Bull poi Mercedes poi di nuovo Red Bull è stata mediamente la seconda squadra, salvo le annate tragiche '20-'21 e '23 (in cui comunque fu l'unica ad aver vinto una gara e finita 3a a 6 punti dalla Mercedes), e -ahinoi- '25.

 

Il secondo è il primo dei perdenti, vero, ma comunque vincere gare e fare podi è stata una costante anche negli ultimi 20 anni,

manca sempre il guizzo in più per trovare la chiave dell' essere dominante, ma l' hype rimane.

Certo la Ferrari non si può permettere periodi come il 2014-2023 di McLaren ma anche quello che passò Red Bull tra il 2014 e il 2020: fosse stata la Ferrari sarebbe stata fatta tabula rasa, mandato via a calci nel deretano Verstappen, Newey, Marko, Horner e perso il treno per tornare ad essere dominanti.

 

Essere tifosi Ferrari è come il ciclismo tra gli sport.

 

 

 

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