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Automobili bimotore..


Pawel72

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Il doppio della potenza e il doppio della trazione ecco alcuni prototipi che, per ottenere le prestazioni ancor più sportive si sono serviti di due propulsori ! 🙂

 

Cita

Come si fa a battere avversari che corrono con automobili dotate di motori di cilindrata e potenza doppia? Semplice: montando due motori. Nel corso di una riunione di lavoro tenutasi all'inizio del 1935 presso la Scuderia Ferrari, che all'epoca fa correre le Alfa Romeo, l'ingegner Luigi Bazzi sottopone la sua idea ad Enzo Ferrari. Auto Union e Mercedes utilizzano motori di oltre 5.000 cc che sviluppano più di 400 CV e la nostra P3 di 2,9 litri arriva sì e no a 270 CV? Bene: noi montiamo due 8 cilindri in linea sulla P3 ed otteniamo 5.810 cc e 540 CV!

L'idea, a dire il vero, non è del tutto originale  -  qualche anno prima Bugatti e Maserati l'hanno già percorsa senza successo  -  ma negli Anni Trenta il regolamento tecnico delle automobili da Gran Premio (la Formula 1 attuale) non fissa un tetto massimo di cilindrata e consente la realizzazione del progetto. Prende corpo così la Bimotore, come viene subito soprannominata l'Alfa Romeo 16C. E siccome l'inizio della stagione sportiva è ormai alle porte, ci si lavora sopra a tappe forzate, modificando un telaio della P3 sul quale sono posizionati due motori, uno davanti ed uno dietro al pilota, accoppiati con un lungo albero, gestito da un unico cambio e da un'unica frizione. Il moto è poi trasmesso alle ruote posteriori mediante due alberi laterali.

 

Il 10 Aprile 1935 il primo esemplare della Bimotore viene caricato su un camion e portato sull'autostrada Bergamo-Brescia e quando nelle mani di Tazio Nuvolari percorre i primi metri la piccola folla presente, Ferrari incluso, esulta alzando le braccia al cielo in segno di soddisfazione. Il mantovano però non preme troppo il pedale dell'acceleratore. Si rende subito conto delle difficoltà che presenta guidare quella "balena" di oltre 13 quintali di peso. Non dice nulla però: in quel momento tutte le speranze automobilistiche italiane sono concentrate su quella macchina. Proprio lui non può fare l'uccello del malaugurio. Per questo, dopo qualche chilometro e molti ruggiti dei due motori, Nuvolari si ferma, scende e sfodera uno di quei suoi sorrisetti che fanno intravvedere gli enormi denti di cui madre natura l'ha dotato.

In rettilineo l'Alfa Bimotore va molto forte! Ma in curva è tutta un'altra cosa. 

https://www.autocar.co.uk/slideshow/crazy-world-twin-engined-car#4

 

 

 

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Per Alfa Romeo prima della bimotore (1935) c'è stata la Tipo A. Due motori, due cambi. Non aveva differenziale. Ogni motore era attaccato ad una ruota. Per fare le curve il pilota doveva spegnere il motore corrispondente alla curva e riaccenderlo nel rettilineo

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Alfa Romeo GT 3.2 V6 - 2007

Skoda Fabia 1.0 TSI 110 cv Montecarlo - 2023

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On 3/11/2020 at 03:32, Pawel72 scrive:
  1. Alfa Romeo 16C Bimotore
  2. Citroën 2CV Sahara
  3. Lancia Trevi Bimotore
  4. Mini "Twini"
  5. Volkswagen Golf Pikes Peak

 

 

https://it.motor1.com/news/451418/auto-con-due-motori-5-modelli/

 

Sono pensate per le gare o per il fuoristrada estremo con una coppia di propulsori, e nessuno dei due era elettrico.

Sono pensate per le gare o per il fuoristrada estremo con una coppia di propulsori, e nessuno dei due era elettrico.

 

Di Alfa Romeo "vere" con 2 motori arriva prima la Tipo A

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con due sei cilindri affiancati, ognuno con il suo cambio.

 

E' stata realizzata anche una Alfasud Bimotore da Wainer ma non era ufficiale (beh, anche la 16C bimotore era in realtà scuderia Ferrari...)

 

Tra le altre auto bimotore non citate c'è anche la Classe A Twin

 

Mazda MX-5 20th anniversary "barbone edition" - Tutto quello che scrivo è IMHO

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  • Pawel72 ha modificato il titolo in Automobili bimotore..
On 3/11/2020 at 09:35, nucarote scrive:

Le auto da te citate non c'entrano assolutamente nulla con il concetto di ibrido in quanto montavano due motore ICE.

 

Hai ragione ho cambiato tutto .., probabilmente il giornalista si riferiva solamente alle automobili bimotore come concetto nato molto prima delle varie auto ibride !? 🙂

Cita

 

CITROEN 2 CV SAHARA (1960). Nel 1954 un tale Bonnafous di Savoy trasforma la sua 2 CV in una versione molto speciale: con l’aggiunta di un motore posteriore all’unità anteriore da 375 cc già presente ottiene una 2 CV bimotore e, soprattutto, trazione integrale. L’anno successivo riesce ad omologarla e a ottenere le targhe per la normale circolazione. Bonnafous percorre con lei 100mila km, durante i quali monta due nuovi motori da 425 cc ma, soprattutto, la macchina viene notata in zona. La voce arriva a un concessionario locale Citroën e da qui fino ai vertici della Casa Madre, che rimangono molto incuriositi. Viene organizzato un incontro ufficiale con Bonnafous, durante il quale gli emissari dell’azienda fanno una prima valutazione del veicolo e trovano interessante l’opportunità di produrla in serie con destinazione soprattutto il Nord Africa per attività di supporto militare. Nel marzo del ’58 viene presentato il primo prototipo. Desta un certo interesse ma rimangono aperte alcune questioni importanti come, ad esempio, il problema di surriscaldamento del motore posteriore. Citroën presenta un secondo prototipo a una fiera parigina il successivo novembre e un terzo nell’estate del ’59 accompagnato con una dimostrazione pratica. Nell’autunno ’59 ecco un prototipo semi-definitivo e, finalmente, nel dicembre 1960 la 2CV Sahara (la denominazione viene coniata proprio in quest’occasione) entra in produzione. Negli anni successivi riceve diverse denominazioni (fino a quella definitiva di 2Cv 4×4) oltre a uno spostamento del suo sito di produzione in Spagna. Il suo ciclo di vita si conclude nel ’65 dopo quasi 700 esemplari costruiti.

 

 

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Modificato da Pawel72
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