che ti chiedano le cose apertamente...cavolo son qua chiedi a me direttamente.

mi da fastidio che in faccia mi faccia sempre bello, poi appena mi giro parte l'analisi forense chiedendo a tutti i fatti miei.

chiedi diretto a me se hai dubbi.

vuoi sapere se quello che so in più può servire, pronta la risposta.

vuoi sapere se voglio andare? se arriva la proposta la valuto, non ho sposato nessuno.

Il consiglio che posso dare è di non farsi prendere dalla paranoia.

Perché non ti ha chiesto quelle info di persona? Perché erano facilmente e pubblicamente disponibili.

Vuole saggiare la tua propensione a mollarlo in favore di un lavoro diverso e potenzialmente più appagante? Forse, ma questo non ti deve certo preoccupare. Il rapporto di lavoro, in un certo senso, è proprio come il matrimonio, funziona meglio se uno non dà l'altro per scontato.

Sospese per pausa caffè, il Giudice del Lavoro le reintegra perchè così fan tutti. - Gazzetta di Salerno

queste son cose che fan male. Sia al mercato del lavoro che alla credibilità della giustizia.

1- lo fan tutti. Ma che argomentazione è? Sembra roba da elementari "si ma anche giggino lo fa". Il comportamento è errato? Si. Ti sanziono. Fine. Se lo fanno anche gli altri, farò opportune misure perché non lo facciano più manco loro

2- e se si facevano male? Durante l'orario di lavoro sei coperto dall'inail. Pagare l'infortunio a uno che non era sul luogo di lavoro senza valido motivo, e mi tira anche un po' il cazzo....

Il titolo è sbagliato.

Non sono state reintegrate, hanno ricevuto il rimborso per la sospensione subita (che è una misura disciplinare ben diversa dal licenziamento). Qui l'art. 18 non c'entra nulla. Siamo di fronte a dei dipendenti che non si sono comportati correttamente e hanno ricevuto una sanzione disciplinare di 2 settimane, terminata la quale avrebbero comunque ripreso il lavoro.

Altrimenti dovremmo licenziare mezza Italia. E non solo nel pubblico impiego.

C'è gente che ogni mezz'ora fa la pausa sigaretta, lasciando gli altri nella mercla.

Anche nel privatissimo privato.

Il problema non è il caffè/sigaretta/quellochevuoi.

è che sono uscite dal luogo di lavoro senza passare il badge senza giustificato motivo lavorativo.

È quella la cosa grave.

Perchè il datore di lavoro ha la responsabilità penale che tu mentre sei sul luogo di lavoro non ti faccia male. Come può assicurarlo se esci e vai al bar?

c'è una sentenza della cassazione che può giustificare la sentenza.

stringatamente diceva che se non sussistono pericoli e la cosa non allunga l'eventuale congruità della pausa ci si può recare al bar a bere il caffè(da me si va al bar del supermercato di fronte, mi ero informato 4/5 anni fa per verificare se si potesse fare)

in effetti pensandoci la cosa può essere un pericolo(però al solito non ci pensi finché non succede)

in effetti pensandoci la cosa può essere un pericolo(però al solito non ci pensi finché non succede)

Costringi il datore di lavoro a garantirti sicuro anche in un luogo dove non può controllare eventuali fonti di pericolo. Non ha senso.

Per me puoi anche andarci al bar per la pausa caffè. Però passi il badge in uscita/ingresso.

Il problema non è il caffè/sigaretta/quellochevuoi.

è che sono uscite dal luogo di lavoro senza passare il badge senza giustificato motivo lavorativo.

È quella la cosa grave.

Perchè il datore di lavoro ha la responsabilità penale che tu mentre sei sul luogo di lavoro non ti faccia male. Come può assicurarlo se esci e vai al bar?

Nei rapporti di lavoro la prassi conta molto, se una prassi è tollerata tacitamente per mesi ed anni, non puoi farla cessare di punto in bianco con sanzioni draconiane.

In un caso del genere sarebbe stato più equilibrato dare una sanzione lieve (avvertimento? bisogna vedere cosa prevede la normativa disciplinare) alle lavoratrici e al loro superiore per omesso controllo, e qualche giorno dopo diffondere una circolare in cui si chiarisce le sanzioni che saranno adottate in futuro per analoghe condotte nei confronti dei responsabili e dei loro superiori incaricati del controllo.

Non a caso la sentenza si fonda sulla sproporzione tra la gravità del fatto (e sul concetto di gravità l'usuale tolleranza incide, se una cosa è tollerata si presume sia veniale) e la sanzione.

Mariola ha centrato il punto.

Nei rapporti di lavoro la prassi conta molto, se una prassi è tollerata tacitamente per mesi ed anni, non puoi farla cessare di punto in bianco con sanzioni draconiane.

In un caso del genere sarebbe stato più equilibrato dare una sanzione lieve (avvertimento? bisogna vedere cosa prevede la normativa disciplinare) alle lavoratrici e al loro superiore per omesso controllo, e qualche giorno dopo diffondere una circolare in cui si chiarisce le sanzioni che saranno adottate in futuro per analoghe condotte nei confronti dei responsabili e dei loro superiori incaricati del controllo.

Non a caso la sentenza si fonda sulla sproporzione tra la gravità del fatto (e sul concetto di gravità l'usuale tolleranza incide, se una cosa è tollerata si presume sia veniale) e la sanzione.

Ma siamo davvero sicuri che sanzioni lievi, e avvertimenti non fossero già stati comminati?

'ste qua sono state pizzicate in TV. E se la TV è finita lì probabilmente qualcuno l'ha chiamata di proposito.....perché con le sanzioni lievi e gli avvertimenti non si era andati da nessuna parte.

Sospese per pausa caffè, il Giudice del Lavoro le reintegra perchè così fan tutti. - Gazzetta di Salerno

queste son cose che fan male. Sia al mercato del lavoro che alla credibilità della giustizia.

1- lo fan tutti. Ma che argomentazione è? Sembra roba da elementari "si ma anche giggino lo fa". Il comportamento è errato? Si. Ti sanziono. Fine. Se lo fanno anche gli altri, farò opportune misure perché non lo facciano più manco loro

2- e se si facevano male? Durante l'orario di lavoro sei coperto dall'inail. Pagare l'infortunio a uno che non era sul luogo di lavoro senza valido motivo, e mi tira anche un po' il cazzo....

se si impedisse al giudice di reintegrare la gente il problema sarebbe risolto

notare l'ultima riga dell'articolo

Non è la prima volta che un Giudice del Lavoro adotta un simile provvedimento, come ricorda il quotidiano “Il Giornale”, il Giudice del Lavoro di Bologna diede ragione ad una ventina di dipendenti dell’Agenzia delle Entrate, che dopo aver timbrato il cartellino, andavano in palestra. Per il Giudice il danno arrecato all’ente dove lavoravano era inferiore agli 80€ e pertanto sotto quella cifra il reato di danno non si configura.

il giudice italiano, onniscente e competente su tutto lo scibile umano, sa quantificare il danno economico di una pausa e quindi, avendo appurato che siamo sotto gli 80 €, il reato non sussiste

ma io dico.. ma a che servono le altre facoltà universitarie? ma facciamo solo giurisprudenza e il concorso per diventare magistrati! in un botto solo spazi dall'essere economista, responsabile risorse umane, biologo, ingegnere, direttore di produzione ecc