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Marchionne: Fabbrica Italia una dichiarazione d'intenti


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I più attivi nella discussione

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"Siamo una multinazionale e continueremo ad esserlo-ha aggiunto- e se non dovesse esserci più l'Italia venderemo auto in Asia e America Latina"

.

leggo e riporto testuali parole dal manuale di istruzioni del "il grande gioco del piccolo CEO Automitive" pag 32:

quando il piccolo CEO e' all'estero parla agli investitori internazionali (*)

quando il piccolo CEO parla agli investitori internazionale deve come minimo rassicurarli

domanda:

se Voi foste un piccolo CEO e che opera su vari mercati e uno di questi fosse in crisi cosa fareste ?

a. gridate alla catastrofe ?

b. promettete rilanci con numeri di investimento e venduto enormi ?

c. minimizzate il ruolo di quel mercato in crisi

..tanto tempo fa si sarebbe detto cuiius regio, eius religio. solo che per motivi altamente off topic questo lo si e' voluto dimenticare

e ora NON lo si applica ovunque:ù

risultato l'unica cosa che aumenta di pari passo al debito e la nostra "provincialità"

a prescindere da quello che ha detto o non detto resta il fatto che sta tirando la corda oltre limiti mai visti per cercare di portare a casa l' accordo definitivo come vuole lui senza se e senza ma

l' epoca delle trattative compromesso, nel marchionne pensiero, si è definitivamente conclusa , sostituita dal nuovo sistema io vi dico come facciamo e voi vi adeguate ; a me sembra evidente che sia così

d' altro canto se prima c'è stato il periodo dove l' ago della bilancia pendeva troppo dalla parte sindacale, ora siamo nel periodo dove o ci si adegua o si sta a casa. Un equilibrio tra gente matura non l' avremo mai

perfettamente d'accordo.

Cita

7:32 : Segni i punti coglionazzo !

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Certo che lo sono... sia landini&c che il canadese giocano allo stesso gioco alla sfascio sulle spalle dei lavoratori, uno perchè altrimenti il sindacato sarebbe nullo con visibilità zero senza ste battaglie che non portano da nessuna parte, l'altro in pratica anche se avesse tutti daccordo a mirafiori non ha ancora una benchè minima idea di cosa si possa produrre...del resto come dargli torto già prima fiat aveva troppe fabbriche in Italia e adesso in un mercato in crisi ha anche quelle in usa-messico e la ciliegina sulla torta la pacco-regalo serba.

Fiat Punto I 55 sx '97

Fiat Punto II restyling 1.2 60cv '04

Toyota Prius V2 '06

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Fiat/ Il piano Fabbrica Italia è morto. Morgan Stanley vede nero nel futuro del Lingotto

Giovedì, 1 dicembre 2011 - 15:02:06

CLICCA QUI PER LEGGERE IL REPORT INTEGRALE DI MORGAN STANLEY SULLA FIAT

La recessione in arrivo in Europa peserà sulle vendite auto almeno fino al 2014, mandando all'aria i progetti di Sergio Marchionne. La Fiat continuerà a fare soldi in Brasile (ma meno che in passato) e con Chrysler, mentre per le attività europee e, nel 2012, per l'Alfa Romeo i conti potrebbero chiudersi in rosso. Per Morgan Stanley, di cui Affari è entrata in possesso di un report sul Lingotto dove gli analisti tagliano giudizio, stime e target price sul titolo, il progetto Fabbrica Italia sembra morto.

Sebbene si dicano fiduciosi che il gruppo possa superare anche un'eventuale nuova recessione in Brasile ("dove si prospetta un 2012 decisamente meno brillante degli ultimi anni") e in Europa ("la riduzione della leva finanziaria, processo che proseguirà per alcuni anni, rischia infatti di deprimere le vendite di autovetture almeno sino al 2014"), il nuovo scenario ha dei costi.

In particolare è prevedibile "un ulteriore rinvio degli investimenti" al fine di preservare per quanto possibile i flussi di cassa, investimenti che dunque (escludendo Chrysler) potrebbero ridursi a meno di 15 miliardi dai 20 preannunciati nel piano industriale 2010-2014. Piano che, a questo punto, andrebbe in buona parte riscritto, anche perché minori investimenti significano minore capacità per il gruppo di competere con concorrenti meglio capitalizzati. Volskwagen, per fare un esempio, "rischia" secondo Morgan Stanley di poter investire oltre il triplo di Fiat in ricerca e sviluppo nei prossimi cinque anni, il che non potrà non avere conseguenze anche in termini di "credibilità" del gruppo agli occhi degli investitori di rappresentare una scommessa vincente a medio-lungo termine.

Dal canto suo, Chrysler, che ha già sorpreso due volte (con un recupero di mercato più ampio e veloce di quanto atteso e con l'esercizio più veloce e a un costo minore delle attese delle opzioni in mano a Fiat per crescere nel capitale del terzo produttore statunitense), difficilmente potrà offrire una terza significativa sorpresa l'anno venturo. Gli esperti, che temono semmai un recupero di quote sul mercato dell'auto a stelle e strisce da parte dei produttori giapponesi e una più accesa concorrenza da parte dei produttori europei e statunitensi

Se il 2012 rappresenterà un anno perso per il completamento del disegno della "grande Fiat" tanto caro a Marchionne, col probabile slittamento anche dei discorsi relativi alla fusione Fiat-Chrysler e all'Ipo di quest'ultima oltre che alla possibile cessione di Magneti Marelli o ad un'Ipo di Ferrari), il prevedibile aumento del costo dell'indebitamento netto (visto in crescita verso i 6 miliardi di euro per Fiat Auto) e il minor valore apportato da Chrysler (su cui peseranno maggiori oneri legati ai versamenti al fondo pensione dei dipendenti e multipli ancora inferiori a quelli dei concorrenti) inducono gli esperti alla prudenza in termini di valutazioni.

Così nonostante da inizio anno il titolo Fiat non si sia mosso molto differentemente da altri concorrenti, l'azione sembra all'improvviso "cara" agli analisti "almeno in termini di multipli sul 2012". Anno in cui secondo le stime di Morgan Stanley il trading margin (utile operativo) di Fiat Europe dovrebbe essere negativo per poco più dell'8%, dato destinato a ridursi ad un -3,5% nel 2013 e a tornare vicino alla parità nel 2014. Meno problematica la situazione di Alfa Romeo, che rischia di segnare un trading margin negativo del 3% l'anno venturo e veder poi un modesto progresso nei due anni successivi (con margini attorno all'1% e al 2% rispettivamente).

Nel frattempo la Fiat continuerà a fare soldi in Brasile, ma sempre meno (il trading margin dovrebbe passare dall'8,5% al 7% per toccare il 6% alla fine del prossimo triennio) e più moderatamente in America tramite Chrysler (trading margin in lieve crescita tra il 3% e il 4% nel triennio). Una campana a morte per il progetto "Fabbrica Italia"? Morgan Stanley sembra esserne convinta

Articolo mi pare molto realista, anzi in alcuni punti quasi ottimista ad esempio sulla situazione di Alfa Romeo.

Senza cuore saremmo solo macchine.......

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...ahhhh ecco spiegato perche' gli aumenta la busta paga solo del 5 %: perche' non faranno nulla.

Con l

economia

03/12/2011 - lavoro - incontro all'unione industriale

Con l’accordo di Pomigliano

aumento del 5,2%

La manifestazione dei Cobas fuori dall'Unione Industriale

Le stime di azienda e sindacato sulle ricadute in busta paga, mentre cresce la flessibilità

luigi grassia

torino

All’Unione industriale c’è stato ieri il secondo incontro tecnico tra la Fiat e i sindacati sul nuovo contratto, presente anche la Fiom con il segretario provinciale Federico Bellono e Lino La Mendola. L’accesso è stato bloccato dalle forze dell’ordine che hanno transennato tutte le vie intorno all’Unione industriale, dove hanno manifestato operai dei Cobas.

Nel primo incontro all’inizio della settimana un presidio aveva impedito ad alcuni esponenti della delegazione della Fiom di entrare e per questo il segretario generale Maurizio Landini aveva lasciato il tavolo della trattativa. Per lunedì 5 quando il negoziato riprenderà a livello generale è annunciata una manifestazione dei lavoratori di Fim, Uilm, Fismic, Associazione Quadri e Ugl: i sindacati spiegano che il presidio è stato indetto «a sostegno della delegazione e per sottolineare la necessità di arrivare al più presto a un accordo positivo per i lavoratori». Il confronto di lunedì è previsto per tutto il gruppo con le delegazioni al completo, mentre ieri si è tenuto un incontro tecnico sulle specificità di Fiat Industrial e Magneti Marelli in vista dell’armonizzazione delle norme contrattuali.

Il parametro è l’accordo di Pomigliano, con più soldi in busta ma in cambio maggiore utilizzo degli impianti, flessibilità e obbligatorietà degli impegni da parte di tutti i lavoratori. Fonti sindacali riferiscono che la paga base mensile dei lavoratori di Fiat Industrial crescerà da 1466 a 1543 euro, con un aumento del 5,2%. L’aumento si ottiene spostando alcune voci contrattuali sulla paga base, come ad esempio la quattordicesima, e consentirà l’incremento conseguente di altre voci variabili come i turni e gli straordinari. Nel pomeriggio è stato affrontato separatamente il caso degli stabilimenti Magneti Marelli che hanno una origine diversa e portano con sé una normativa differenziata. Alla riunione hanno partecipato delegazioni sindacali ristrette, per lo più composte dai vertici nazionali, e questo aspetto ha provocato la nuova protesta della Fiom.

Giorgio Airaudo, segretario nazionale, in particolare ha manifestato «sorpresa» per l’esclusione dei delegati, che «avrebbero potuto portare contributi concreti alla analisi delle situazioni nei vari stabilimenti». «Una sceneggiata», commentano il leader della Fismic Roberto Di Maulo e il segretario nazionale della Uilm Eros Panicali, ricordando quanto avvenuto a inizio settimana quando la Fiom ha lasciato il tavolo delle trattative perché parte della sua delegazione era rimasta bloccata fuori dalla palazzina confindustriale. Di Maulo osserva che «la discussione di oggi ha già individuato effettive maggiorazioni in busta paga». E Panicali auspica che al tavolo di lunedì «la Fiom venga a dare un contributo per migliorare il contratto, che già oggi viene applicato a tre stabilimenti. Altrimenti non si capirebbe la sua presenza al tavolo, e significa che sta perdendo l’ultimo treno».

Bruno Vitali della Fim nazionale sottolinea che «il nuovo contratto porterà un aumento di qualche decina di euro al mese a centinaia di lavoratori che hanno una busta paga inferiore a quella media». E Antonio D’Anolfo, segretario dell’Ugl metalmeccanici, assicura che l’armonizzazione dei contratti avverrà «senza sacrifici per i lavoratori».

Cita

7:32 : Segni i punti coglionazzo !

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Ovviamente l'Italia e l'Europa saranno in recessione perché marchionne non ha lanciato la Giulia TP e la bravo SW.

[sIGPIC][/sIGPIC]

Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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...ahhhh ecco spiegato perche' gli aumenta la busta paga solo del 5 %: perche' non faranno nulla.

Alfiat Bravetta senza pomello con 170 cavalli asmatici che vanno a broda; pack "Terrone Protervo" (by Cosimo) contro lo sguardo da triglia. Questa è la "culona".

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Aumentare le buste paga dei lavoratori è certamente un modo per incrementare la capacita di spesa dei medesimi ed è un piccolo tassello nell'ambito di una strategia più ampia contro la recessione. In teoria.

Il fatto è che un incremento del costo del lavoro in un contesto in cui le aziende se vanno bene usano la CIG e se vanno male licenziano e nei casi critici saltano per aria, è il modo migliore per accelerare la destrutturazione e chiusura delle aziende. Questo è talmente evidente da essere lapalissiano.

.........

Tranquillo non c'è nessun aumento del costo del lavoro per Fiat:

l'articolo dice che quel 5,2% in più lo ottiene "spostando alcune voci contrattuali sulla paga base, come ad esempio la quattordicesima"

quindi non c'è nessun aumento, è una presa in giro....

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Fiat/ Il piano Fabbrica Italia è morto. Morgan Stanley vede nero nel futuro del Lingotto

Giovedì, 1 dicembre 2011 - 15:02:06

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...supercuttone...

Articolo sinceramente illeggibile.

Stampa italiota anti FIAT a tutto spiano.

Il bello è che l'articolo dapprima spiega quello che potrebbe succedere (e qui si può anche essere d'accordo), poi, dopo aver parlato di tutt'altro, ci attacca una cosa che non c'entra nulla: il piano Fabbrica Italia è morto.

Talmente morto che a Pomigliano si sta ricominciando a lavorare e a Grugliasco si riprenderà fra otto-dieci mesi.

No, ma il piano (bar) è morto. Avanti così a prendere in giro la gente.

Modificato da justjames

"Ah! Rotto solo semiasse, IO KULO ANKORA!" (cit.)

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Avanti così a prendere in giro la gente.

Come del resto lo sta facendo chi prometteva qualcosa per mirafiori.........il più italiota di tutti è il solito finanziere importato;);) oggi si "scusa" su frasi che "non" avrebbe detto.....

Quell'articolo ha ovviamente parti poco coerenti e un pò ad effetto, la parte interessante secondo me è questa che riporto, del resto è quello che mi pare stia avvendendo....solo qui qualcuno nega la cosa:

In particolare è prevedibile "un ulteriore rinvio degli investimenti" al fine di preservare per quanto possibile i flussi di cassa, investimenti che dunque (escludendo Chrysler) potrebbero ridursi a meno di 15 miliardi dai 20 preannunciati nel piano industriale 2010-2014. Piano che, a questo punto, andrebbe in buona parte riscritto, anche perché minori investimenti significano minore capacità per il gruppo di competere con concorrenti meglio capitalizzati. Volskwagen, per fare un esempio, "rischia" secondo Morgan Stanley di poter investire oltre il triplo di Fiat in ricerca e sviluppo nei prossimi cinque anni, il che non potrà non avere conseguenze anche in termini di "credibilità" del gruppo agli occhi degli investitori di rappresentare una scommessa vincente a medio-lungo termine.

Modificato da Stefano73

Senza cuore saremmo solo macchine.......

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