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La Finmeccanica di Moretti


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Finmeccanica, l’ad Moretti avvia spending review e giro di vite su parentopoli

Il nuovo amministratore delegato ha dato il via a un piano di razionalizzazione dei costi di trasferta e rappresentanza e ha chiesto a dirigenti e manager di comunicare ufficialmente se abbiano parenti o affini assunti nelle società del gruppo. I sindacati: "Non sia operazione di facciata". Varata anche una riorganizzazione che trasforma le società di Aerospazio e difesa in divisioni della holding

di Alessandra Pedroni | 20 luglio 2014

Giro di vite in Finmeccanica. Il nuovo amministratore delegato Mauro Moretti non sembra voler andare tanto per il sottile. Con una comunicazione a propria firma ha, infatti, chiesto a tutti i dirigenti di rendere noto se ci siano parenti, coniugi e affini assunti nelle aziende del gruppo. Ma la ricerca di eventuali commistioni non si ferma qui. La stretta del super manager proveniente da Ferrovie dello Stato va oltre. Dirigenti e quadri, infatti, sotto la propria responsabilità dovranno comunicare la presenza di parenti e affini anche in aziende fornitrici. Una rivoluzione in atto per cambiare rotta? E’ quanto si augurano i rappresentanti dei lavoratori, che all’operazione del neo ad del gruppo partecipato dal ministero dell’Economia guardano con interesse e attenzione. “Se si tratta di un processo di “moralizzazione” e di trasparenza, se si vuole ricondurre il fare impresa a un valore etico, noi siamo assolutamente d’accordo”, dice Paolo Carini, segretario della Fim Cisl di Varese e coordinatore nazionale del settore aeronautico per la Fim. “Speriamo non si tratti soltanto di un’operazione di facciata, ma sia la volta buona per fare dell’Italia un Paese moderno e industriale anziché lasciarla ancorata a un sistema medievale di caste”.

Assunzioni facili da smascherare, ma anche auto in dotazione ai manager da restituire. Moretti ha infatti deciso che le vetture di grande cilindrata saranno sostituite con auto meno lussuose e anche i costi di trasferta dovranno essere “razionalizzati”. “Sembrerebbe che i sacrifici partiranno anche dall’alto. E, se si liberano risorse, potranno essere utilizzate per la ricerca e sviluppo, a tutto vantaggio della valorizzazione degli stabilimenti produttivi”, rimarca Graziano Resteghini, coordinatore Fim Cisl di Alenia Aermacchi, che conta 12mila dipendenti circa in Italia.

Un altro capitolo della spending review di Moretti riguarda poi la struttura stessa del gruppo. Il nuovo modello organizzativo e operativo del gruppo, approvato il 19 giugno dal cda, prevede infatti che le società del core business Aerospazio e Difesa possedute al 100%, cioè Selex, Alenia Aermacchi, AgustaWestland, Wass e Oto Melara, diventino divisioni della nuova Finmeccanica. Che resta dunque capogruppo ma si trasforma anche in società operativa. L’ulteriore e diretta conseguenza è un taglio dei consigli di amministrazione.

“Ci sembra un’operazione volta a una riduzione dei costi, senza intaccare la funzionalità operativa dei singoli siti produttivi, ma che può invece valorizzare gli stabilimenti e depotenziare gli elementi gestionali più soggetti ai condizionamenti politici”, commentano Carini e Resteghini. In altre parole, finora “la vicinanza dei cda al territorio ha soltanto favorito lo spartirsi delle poltrone, mentre la politica locale e nazionale deve promuovere e facilitare lo sviluppo del sistema Paese, non occupare cadreghe”. Ben venga quindi la riorganizzazione. Che però non piace alla Lega e spaventa Varese, la “provincia con le ali”, dove l’ex ad Giuseppe Orsi (imputato per corruzione internazionale per una vicenda di tangenti legate alla vendita di elicotteri all’India) aveva fatto trasferire la sede legale di Alenia Aermacchi. Poco male, secondo i sindacalisti: “La provincia con le ali non deve essere la provincia con posti nei cda: quello che conta sono le competenze per ottimi prodotti da vendere”.

Finmeccanica, l'ad Moretti avvia spending review e giro di vite su parentopoli - Il Fatto Quotidiano

15/07/2014 - PIANEZZA

Finmeccanica vuol vendere

la fabbrica di Niemeyer

L’ad Moretti annuncia la cessione della Fata: non ci interessa più

MARINA CASSI

La Fata spa - il bellissimo stabilimento realizzato a Pianezza negli anni Settanta dall’architetto brasiliano Oscar Niemeyer - potrebbe uscire da Finmeccanica. Lo ha annunciato ieri l’ad Mauro Moretti che ha spiegato con una certa brutalità: «Al prossimo consiglio di amministrazione porterò la dismissione di Fata che non c’entra nulla nel nostro business. Non so cosa ci azzeccava prima, ma ora non c’entra nulla con noi».

La notizia - che non è altro che il primo annuncio di un percorso che sarà probabilmente parecchio lungo - girava da alcuni giorni nello stabilimento di Pianezza dove lavorano in duecento a progettare e seguire grandi impianti realizzati in giro per il mondo.

La Fata - Fabbrica automazione trasporti e affini - è uno dei più bei biglietti da visita della Torino industriale. La sede, infatti, è talmente particolare che è impossibile non notarla. Niemeyer l’ha progettata poco dopo aver realizzato la Mondadori di Segrate. L’idea era costruire uno stabilimento saldo, ma leggero. Come un ponte che si regge su grandi archi.

Che poi - come raccontano i lavoratori - nel tempo sia un po’ invecchiato e sia caldissimo in estate e freddino in inverno nulla toglie al suo fascino esteriore. È un parallelepipedo con in due piani dell’edificio che non gravano su strutture sottostanti, ma sono appesi.

In quei locali si è consumata una lunga storia industriale prima costellata di successi nella produzione di macchinari, poi dopo il fallimento degli Anni ’90, con il passaggio alla Finmeccanica che ne ha ridisegnato la vocazione. Da anni la fata è un enorme studio di ingegneria che progetta centrali e impianti nel mondo.

In questo m omento ha lavori in Sud Africa e in Medio oriente destinati a durare nei prossimi anni.

Esiste poi una Fata Logistic, sempre di Finmeccanica, che però ancora non si sa se sarà coinvolta nelle cessione.

Alberto Benedetto è un delegato Fim che spiega come «la notizia girava da due giorni, un po’ ce la aspettavamo». Ma questo non toglie che ci sia preoccupazione. Benedetto aggiunge: «Il nodo è a chi si vende. Noi speriamo che sia qualcuno che abbia la potenzialità per rilanciare la Fata valorizzando il suo vero patrimonio che sono i suoi lavoratori».

Ma questo non basta: «Questo tipo di lavori che noi progettiamo e poi seguiamo necessitano di molto denaro - che è quello che ci veniva dato da Finmeccanica - che servono per le cauzioni per l’avvio dei cantieri».

Il segretario della Fiom, Federico Bellono, non ha dubbi: «Sarebbe profondamente sbagliato e incomprensibile se per mere ragioni di riorganizzazione del gruppo Finmeccanica si rischiasse di disperdere un patrimonio di tecnologie e conoscenze eccezionali».

E aggiunge: «E’ in rischio che non si può correre solo perchè Finmeccanica non giudica più strategico quel business».

Molto inquieto il segretario Uilm, Maurizio Peverati: «Come mai all’improvviso Fata non è c’entra più con Finmeccanica? Non lo so e Moretti ci deve convincere. Per ora non sono per niente convinto».

La Stampa - Finmeccanica vuol vendere la fabbrica di Niemeyer

Ansaldo Breda, Drs e Fata, i primi progetti di Mauro Moretti per Finmeccanica

15 - 07 - 2014 Fernando Pineda

Ansaldo Breda, Drs e Fata, i primi progetti di Mauro Moretti per Finmeccanica

Si delinea la nuova direzione di marcia del gruppo Finmeccanica. A svelarla in parte ieri, dopo le prime modifiche all’assetto delle controllate approvate in un recente consiglio di amministrazione, è stato lo stesso amministratore delegato del gruppo di Piazza Montegrappa, Mauro Moretti, durante il salone di Farnborough, che si è aperto ieri al sud di Londra.

LE DIFFERENZE RISPETTO ALLA GESTIONE PANSA

Le differenze con le ultime gestioni del gruppo attivo nell’aerospazio e nella difesa si notano. Innanzitutto l’ex numero uno di Fs che il governo Renzi ha voluto al posto del precedente ad, Alessandro Pansa, ha confermato il cambiamento di rotta che aveva impostato Pansa sulle aziende attive nel settore dei trasporti (nessuna cessione di Ansaldo Sts, in particolare). Quindi, ha detto ieri Moretti: “Qualcuno ha venduto l’Ansaldo Breda come l’unico problema di Finmeccanica, invece è una cosa piccola. Di attività in perdita Finmeccanica ne ha tante”. Un riferimento indiretto proprio a Pansa che aveva indicato nelle cessioni di aziende del comparto trasportistico uno dei mezzi con cui fare cassa. Moretti, come d’altronde molte forze politiche a partire proprio dal Pd renziano, non è dello stesso avviso. Ha aggiunto Moretti: “A fine mese si chiuderà la data room, poi chiederemo le offerte vincolanti. In settembre avremo le offerte, penso che in ottobre il cda di Finmeccanica potrà decidere”. Secondo l’ad, per Breda ci potrebbe essere anche una “terza via”: “Se perde facendo treni pesanti, potrebbe farle fare altro”.

CHE COSA SUCCEDERA’ AD ANSALDO BREDA

Nessuna decisioni è stata presa sulla controllata americana Drs, che fu acquistata nel 2008 dal gruppo Finmeccanica ai tempi di Pierfrancesco Guarguaglini. Indiscrezioni recenti del Corriere della Sera aveva accreditato l’imminente, possibile, cessione di quote di controllo di Drs. Drs, ha detto Moretti, è sotto revisione per capire “quello che è core business e si può integrare nel gruppo e quello che non lo è, che si cercherà di vendere”. Tutto avverrà, ha fatto capire il nuovo ad di Finmeccanica, nell’ambito del programma di trasformazione in divisioni delle principali società controllate al 100% dell’aerospazio e della difesa.

LA NOVITA’ SU FATA

Ma oltre alla retromarcia su Ansaldo Breda c’è stato un altro atto dirompente annunciato ieri da Moretti: la prossima vendita della controllata Fata Group. Moretti intende “portare al prossimo cda di Finmeccanica la proposta di vendita di Fata, una società che non c’entra niente con il gruppo”. La Fata di Torino – scrive Gianni Dragoni sul Sole 24 Ore di oggi – è un’industria di impianti industriali. Il presidente è Ignazio Moncada, potente e invisibile, vicino ai servizi segreti e alla massoneria, un intoccabile sopravvissuto a tante stagioni”. Moncada arrivò nel gruppo Finmeccanica grazie anche alle entrature nel mondo socialista avendo la stima tra gli altri di Giuliano Amato e Gianni De Michelis, scrive il settimanale Il Mondo diretto da Gianni Gambarotta in uno dei primi profili che la stampa ha dedicato a Moncada.

LE PAROLE DI MORETTI

Alla domanda di Angela Antetomaso di Class-Cnbc (Quale il destino di AnsaldoBreda e Drs?”), Moretti ha risposto così, come si legge nell’intervista pubblicata oggi dal quotidiano Mf/Milano Finanza: “Rimarranno sotto il controllo di Finmeccanica. AnsaldoBreda non può rientrare nell’operazione divisionalizzazione perché ne possediamo solo il 40%. Drs è una faccenda più complicata perché è una società che per ragioni giuridiche è sotto il controllo diretto per tutti gli elementi di ricerca e sviluppo, e dunque non integrabile nel processo in corso”.

LE INDISCREZIONI SU MBDA E ATR

Scrive oggi il Sole 24 Ore: “Secondo voci, ma Moretti non lo ha confermato, Airbus potrebbe discutere l’acquisto della quota italiana (25%) di Mbda in cambio del 50% di Atr che Finmeccanica, da tempo, vorrebbe comprare”.

http://www.formiche.net/2014/07/15/ansaldo-breda-drs-fata-i-primi-progetti-mauro-moretti-finmeccanica/

Modificato da EC2277
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quindi Finmeccanica cedrebbe le sue partecipazioni in MBDA, autentico gioiello nella produzione missilistica, per consolidarsi in ATR....e ci starebbe anche, insieme ad una partnership con Embrarer o Bombardier si genererebbe il leader mondiale del trasporto aereo regionale :pen: quello che comprendo poco è la rinnovata attenzione su ansaldo breda e non una parola su Avio Spazio, che rischia di finire in mani SBAGLIATISSIME imho...

imho Finmeccanica dovrebbe fare di tutto per acquisire Avio Spazio ed impedire che finisca in mano agli altri europei, che la spolperebbero senza pietà sputacchiandone i resti

Alfa Romeo Giulietta, 1.4 TBI Multiair 170 CV Exclusive (2013)

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Sarebbe ora che entrassero in maniera più decisa nel trasporto aereo regionale (produzione intendo) sono in ritardo non di anni, di decenni, quello che ha fatto Embraer e Bombardier si poteva fare in gran parte in italia, al solito non se ne sono accorti..

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quindi Finmeccanica cedrebbe le sue partecipazioni in MBDA, autentico gioiello nella produzione missilistica, per consolidarsi in ATR....e ci starebbe anche, insieme ad una partnership con Embrarer o Bombardier si genererebbe il leader mondiale del trasporto aereo regionale :pen: quello che comprendo poco è la rinnovata attenzione su ansaldo breda e non una parola su Avio Spazio, che rischia di finire in mani SBAGLIATISSIME imho...

imho Finmeccanica dovrebbe fare di tutto per acquisire Avio Spazio ed impedire che finisca in mano agli altri europei, che la spolperebbero senza pietà sputacchiandone i resti

Perché, in altri settori che cos'è successo? :lol:

già Zarathustra

"la 4C sarà un trabiccolo per incompetenti" (Ipse dixit)

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Sarebbe ora che entrassero in maniera più decisa nel trasporto aereo regionale (produzione intendo) sono in ritardo non di anni, di decenni, quello che ha fatto Embraer e Bombardier si poteva fare in gran parte in italia, al solito non se ne sono accorti..

In base a cosa dici che sono indietro di decenni?

"Ah! Rotto solo semiasse, IO KULO ANKORA!" (cit.)

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In base a cosa dici che sono indietro di decenni?

Non intendo tecnicamente, tecnicamente sono del tutto ok, ma decisionalmente, mentre pensavano a treni e roba simile Embraer e Bombardier sono diventate aziende enormi, parte di quel mercato e di quella produzione poteva essere italiana, bastava decidere e investirci il giusto, da parte di Finmeccanica ma anche ad es. Piaggio che pure ha un progetto per un executive jet sempre rimasto nel cassetto

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  • 2 settimane fa...

\0/ dai per favore... Gombloddo! Articolo ridicolo che parte con un titolo sensazionalistico butta lì le parole "Tangenti" e "India" e non conclude un bel nulla accartocciandosi nel solito becero populismo a difesa dell'italico imprenditore. Ma mi faccino il piacere! L'AD Plantigrade aveva le zampe in tutti i vasetti di miele possibili e immaginabili, gli elicotteri per l'india li hanno piazzati comunque (in Svezia, mi pare, o comunque un altro paese del nord) che i 101 sono il prodotto della JV con Westland e in UK hanno sentito sprofondare il terreno e si sono mossi per contenere il danno.

ieri ho parlato con colleghi che lavorano in Agusta, con Moretti si sente aria di rinnovamento e poltrone che tremano, hanno addirittura finalmente riaperto il job-posting interno (minchia, benvenuti nel 2014!)...

Mazda MX-5 20th anniversary "barbone edition" - Tutto quello che scrivo è IMHO

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Da quello che mi pare di capire è che Ansaldo Breda non piò essere dismessa/ceduta e che in futuro se non riuscirà a fare margini coi treni pesanti produrrà trani leggeri. E' corretto?

Privarsi dell'utlima azienda produttrice di treni italiana mi farebbe un pò rabbia, che pensino ad una riorganizzazione sensata che di lavoro nel settore ce ne dovrebbe essere.

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