Apri gli occhi però: fai degli sport pericolosetti.

I rischi oggettivi non si eliminano, ma sono veramente pochi (e l'esperienza serve proprio a capire quali sono); per eliminare quelli soggettivi (imprudenza, errata valutazione dei pericoli, sovravalutazione delle proprie capacità tecniche e fisiche) ci vuole rispetto e umiltà, sia verso i propri mezzi che verso la montagna... solo questo atteggiamento permette di godere appieno della montagna, e in sicurezza.

Ci sarebbe da parlare per ore su questo argomento, anche di come affrontano la cosa le diverse culture degli uomini... ti cito solo un banale ma chiaro esempio: il 99% degli alpinisti/arrampicatori europei/americani, riferendosi a una cima, ti dirà: "IO sono salito lì, IO ho conquistato la cima, IO, IO, IO...". Sir Edmund Hillary, un grande uomo per innumerevoli versi, appena conslusasi la prima ascensione all'Everest disse: "Abbiamo domato il gran bastardo" (sic!).

Uno sherpa nepalese (un popolo stupendo che ho avuto la fortuna di conoscere) ti dirà, invece: "LA MONTAGNA ha acconsentito alla mia salita, la ringrazio (Thu-chi-chay)".

Ragazzi... piangete. Io lo sto facendo.

Il telemarker è Teo, un mio amico valdostano (ha la mia età). Mamma mia come lo invidio....

http://www.snowpower.it/alagna_index.htm

Ragazzi... piangete. Io lo sto facendo.

Il telemarker è Teo, un mio amico valdostano (ha la mia età). Mamma mia come lo invidio....

Ma sei un sadico! :twisted: