Quando le aziende sono delle dimensioni di Fiat e' difficile, se non impossibile, che la politica non intervenga, non fosse altro che per motivi sociali, in nesun paese del mondo.

Nel caso Fiat lo ha fatto sottotraccia, magari garantendo alle banche un qualche tipo di copertura in caso che tutto finisse a carte 48.

Per quanto riguarda il liberismo, io credo che sia come il socialismo: al 100% non esiste in nessun paese del mondo, SU compresi.

E se dovessi indicare un paese liberista, ora indicherei la Cina..

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E se dovessi indicare un paese liberista, ora indicherei la Cina..

ricordiamoci per prima cosa UMBERTO AGNELLI che ha voluto una FIAT manifatturiera ,impegnata a fare auto e non a altre cose ....

Poi finiamo l'OT.

Per definizione un liberismo puro dovrebbe auto-regolarsi, senza interventi teleologici esterni.

Nel momento che io introduco regole, introduco dei limiti di ordine sociale, quindi inietto del "socialismo" nelle vene liberiste.

E questo storicamente e' avvenuto sempre in tutti i paesi Occidentali.

E piano piano ,comincia a vedersi in Cina, ( vedi la recente politica assistenziale verso le regioni piu' povere del Governo, volta a far si' che parte degli utili provenienti dalle regioni piu' ricche finanzi il welfare minimale di quelle piu' povere )

FIAT con l'opzione put poteva decidere di vendere in ogni momento entro il febbraio 2006 a GM ...

cosa che MARCHIONNE poi ha fatto ...e cioè ha usato l'opzione , e GM per non comprare ha versato la penale ...

(e in quel momento mi ono cagato sotto ...ma io non sono MARCHIONNE ma solo un povero deficente)

perchè continui a dire che hanno fatto di tutto per non vendere quando è GM che non ha comprato ?

gugliè, con l'ultima riforma, non esiste più l'amministrazione controllata!

gugliè, con l'ultima riforma, non esiste più l'amministrazione controllata!

che si fa ...direttamente al fallimento ?

Lasciamo perdere questo discorso: se fosse stato x lui la Fiat smetteva di far auto trent'anni fa........

Non so perche ma su questo trovo ricostruzioni contrastanti: da una parte questa.

dall'altra ho visto un bellissimo servizio sulla storia e i vari passaggi Fiat del dopoguerra e sostanzialmente ne usciva che Umberto Agnelli quando era a capo di tutto (fino alla crisi 1980) era un vero attaccato alla Fiat auto, che voleva mandare avanti quel mondo li anche contro altri interessi di famiglia che iniziavano a vedere nelle banche non solo il modo di trovare soldi per la FIat ma anche altre vie per far soldi oltre l'auto: sostanzialmente quando dovette fare un passo indietro alla guida di Fiat negli 80 per dar spazio all'uomo imposto dalle Banche, cioè Romiti, pare ne fu molto amareggiato (anche verso il fratello) perche di fatto vedeva una sorta di fine di interesse della famiglia sulla cosa che appariva per la piu interessante, cioè il mondo dell'auto (cosa poi via via avvenuta nel decennio successivo). comunque voorei poi approfondire dippiu quel periodo e cosa ne pensava

Non so perche ma su questo trovo ricostruzioni contrastanti

comunque voorei poi approfondire dippiu quel periodo e cosa ne pensava

Ho risposto in quel modo a Guglielmo perchè sono le voci che mi erano arrivate all'epoca da "addetti ai lavori" all'interno di Fiat, cioè: Gianni quello più affezionato al settore auto ed Umberto molto più distaccato, quasi infastidito...

Interesserebbe anche a me sentire altre campane......

che si fa ...direttamente al fallimento ?

mah, hanno fatto un pastrocchio, vedendo che l'amministrazione controllata non funzionava (chiaro..mica esiste il dio in terra che arriva e in trenta giorni fa diventare neri i bilanci rossi di decenni!)..mi devo far spiegare BENE come funziona ora la cosa, ma sono sicuro che l'amminsitrazione controllata (come la conoscevamo noi) non c'è più..anche se sono arcisicuro che continueranno a chiamarla così per un bel pò..