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Il calvario di Borgonovo


Navarre75

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"Sono malato di SLA' date=' chiedo a Berlusconi di aiutare la ricerca" [/b']

23:46 del 04 settembre

Stefano Borgonovo ha deciso di uscire allo scoperto e lo ha fatto nella maniera più eclatante possibile. Dopo due anni e mezzo di malattia progressiva e implacabile nei quali si è ripetutamente negato al mondo esterno, ha accettato di mostrarsi così com’è alle telecamere di SKY.

L’ex centravanti di Fiorentina e Milan affetto da SLA, ovvero il morbo di Lou Gehrig lo stesso di Signorini, quarantaquattro anni, una moglie e quattro figli, vive attraverso un respiratore artificiale e può comunicare solo attraverso un computer che legge il suo sguardo, essendo il resto del corpo totalmente immobilizzato. In questo modo Massimo Mauro, consigliere nazionale della AISLA, l’associazione che raccoglie fondi per i malati di SLA, è entrato nella sua casa di Giussano con le telecamere di SKY. E lo ha intervistato per due ore insieme al dottor Mario Melazzini anch’egli malato di SLA nonché medico curante di Borgonovo presso il Centro NEMO dell’Ospedale Niguarda di Milano.

L’intento di Borgonovo è quello di creare una Fondazione in grado di raccogliere fondi per la ricerca e il sostegno ai malati di SLA. Per questo si è concesso alle telecamere e per questo Fiorentina e Milan hanno accolto prontamente il messaggio di Borgonovo organizzando una gara amichevole alla quale parteciparanno anche gli ex compagni di squadra di Borgonovo a cominciare da Roberto Baggio che proprio col centravanti di Giussano formò una invidiabile coppia che dalla maglia viola arrivò fino alla Nazionale di Azeglio Vicini alla fine degli anni ‘80.

La partita Fiorentina-Milan si disputerà a Firenze nel mese di ottobre e i soldi raccolti saranno devoluti alla Fondazione Stefano Borgonovo.

Nel corso dell'intervista Borgonovo insieme a Mauro e al Dottor Melazzini, ha invocato l'aiuto del mondo del calcio e della politica affinché sostengano la ricerca che attualmente riesce a raccogliere fondi per appena un milione di euro all'anno: "Ci rivolgiamo alle istituzioni e ringrazio il Presidente Silvio Berlusconi che insieme ai fratelli Della Valle ha voluto organizzato la partita di Firenze. Abbiamo bisogno di aiuto, non vogliamo morire", è stato l'accorato appello.

Il 18 settembre ci sarà la prima edizione della Giornata Nazionale della SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica), promossa dall’AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica) in programma il 18 settembre. In Italia sono circa 5mila i malati costretti a convivere con la Sclerosi Laterale Amiotrofica, una grave e rara malattia neurodegenerativa - ancora oggi priva di una terapia specifica - che comporta la progressiva paralisi dei muscoli volontari di chi ne e’ colpito. E il 18 settembre 2006, alcuni di loro, accompagnati dalle rispettive famiglie, furono protagonisti di un sit-in a Roma, davanti al Ministero della Salute, per sensibilizzare le massime istituzioni del Paese sui bisogni dei malati di Sla e per giungere, quindi, a un’appropriata gestione della malattia e un’adeguata presa in carico dei pazienti. Questo perche’ chi viene colpito dalla SLA va incontro all’incapacita’ totale di movimento autonomo, comunicazione, alimentazione e respirazione fino all’insufficienza respiratoria terminale. A distanza di due anni qualche passo in avanti e’ stato fatto, ma molti ne restano ancora da fare per migliorare sempre di piu’ la qualita’ della vita dei malati di SLA e dei lori familiari e, attraverso un sempre crescente stimolo della ricerca, trovare al piu’ presto una terapia efficace per questa malattia. La Giornata Nazionale della SLA si propone di ricordare il sit-in del 2006, mantenere alta l’attenzione sui bisogni degli ammalati e raccogliere fondi a sostegno della ricerca scientifica. Per questo la Giornata Nazionale della SLA vivra’ una importante appendice il 21 settembre, quando oltre 100 volontari delle varie Sezioni Provinciali e Regionali dell’AISLA allestiranno stand in circa 40 piazze italiane per distribuire materiale informativo sulla SLA e dare vita all’iniziativa. Con un contributo minimo di 10 euro sara’ possibile aggiudicarsi una delle 6.000 bottiglie di pregiato Barbera d’Asti DOCG imbottigliate per l’occasione in edizione limitata. Tutti i fondi raccolti verranno destinati al finanziamento del progetto di ricerca “Studio pre-clinico finalizzato all’identificazione di trattamenti farmacologici combinati in grado di rallentare la progressione della malattia nei pazienti affetti dal Sclerosi Laterale Amiotrofica”. Ma non finisce qui. Dal 15 al 21 settembre si potra’ aiutare la ricerca anche telefonicamente, inviando un sms del valore di 1 euro o effettuando una chiamata da rete fissa Telecom Italia del valore di 2 euro al numero 48589. Aderiscono all’iniziativa gli operatori Tim, Vodafone, Wind, 3 e Telecom Italia.

da Benvenuti su Calciomercato.com | Tutte le news sul calcio in tempo reale

Passare per idiota agli occhi di un imbecille è voluttà da finissimo intenditore. - Georges Courteline -

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Borgonovo è amico del mio vecchio titolare (quando facevo il rappresentante), e giocavano insieme a calcetto fino all'anno scorso.. seppi da lui della malattia di Borgonovo quando ancora non era una notizia pubblica.. è passato poco più di un anno, e la situazione è già degenerata pesantemente..

qualche anno fa si parlo di una squadra degli anni 70, i cui giocatori furono praticamente falcidiati da malattie varie.. vi riporto qui di seguito il racconto di quegli anni, da calciomalato.blogosfere.it

La dialisi di Mattolini è durata 8 anni, poi nel 2000 il trapianto di reni e adesso e di nuovo in forma e pronto a trasmettere il suo ritrovato entusiasmo ai giovani del Pontassieve.

“Solo nel 1990 mi sono accorto di avere un'insufficienza renale e sono entrato in dialisi. Mi sono informato coi medici dell'ospedale per capire se ci fosse un legame tra l'assunzione di Cortex e i problemi che accusavo ai reni, e mi è stato risposto che dipendeva dalla durata del trattamento”.

I tifosi viola, quelli più anziani, lo ricordano con affetto, quell’affetto che a Firenze si regala sempre ai propri ex beniamini che non “tradiscono” e che, soprattutto, ricordano episodi “piacevoli”.

Nel caso di Mattolini l’episodio è un calcio di rigore parato alla Juventus.

“Era il 1974 e si giocava a Torino in casa della Juventus, quando nei minuti finali fu concesso questo rigore ai bianconeri assolutamente inesistente, in quanto il fallo su Bettega fu commesso fuori area. Sul dischetto si presentò Damiani ed io neutralizzai il tiro, riuscimmo a portare a casa il pareggio per la gioia mia e di tutto il popolo viola. Ero nel pieno della carriera e quella era un buona Fiorentina che concluse al terzo posto dietro le grandi Juventus e Torino.”

Una bella carriera quella di Mattolini, nonostante non riuscisse a decollare.

Poi, un giorno, si è ritrovato sbattuto sulle prime pagine dei quotidiani nazionali con il suo nome accostato al doping. “Probabilmente vi è qualche giornalista che ha bisogno di farsi un po’ di pubblicità, io ho solo detto che ogni anno in primavera avevo un calo fisico e allora tutti i dottori, sia a Firenze, sia a Napoli, sia a Catanzaro e in tutte le squadre dove ho giocato mi facevano una cura ricostituente e mi davano questo cortex, successivamente ho saputo che questo farmaco faceva parte del doping, ed allora ho pensato, non sarà che la mia malattia sia stata causata da questo prodotto? E allora ho inviato una lettera a Guariniello spiegando la mia situazione”.

Mattolini ha incontrato molti medici.

“I medici che mi hanno visitato hanno detto che nella misura in cui ho assunto il cortex, 10-15 giorni l’anno, non è assolutamente responsabile dei miei problemi di salute avuti, il mio caso non è assolutamente da associare a quelli di Beatrice e Saltutti, ex compagni di squadra e purtroppo scomparsi. Si dice che io avrei attaccato la Fiorentina? Non è assolutamente vero, io alla Fiorentina dico solo grazie e le sarò grato per sempre, ho stima dei medici di allora e non accuso assolutamente nessuno e adesso ho la certezza che non è stato il cortex a crearmi i problemi. Io conosco il mio caso, si qualche flebo l’ho vista fare, ma non so assolutamente il contenuto, ma d'altronde se ti senti poco bene e vai in ospedale anche oggi ti fanno una flebo, io comunque non le ho mai fatte”

Dopo aver raccontato le storie di Beatrice, Saltutti, Antognoni e Mattoli, dopo aver riportato le dichiarazioni di Mazzone, interrogato dai NAS di Firenze, oggi ci occupiamo di Ugo Ferrante e Giuseppe Longoni.

Sembrano non finire mai i giocatori di quella Fiorentina che oggi non ci sono più.

In quell’elenco ci sono anche Ferrante e Longoni, con le loro storie diverse, accomunate tutte dallo steso destino.

Nessuna denuncia affrettata, nessuna caccia alle streghe: c'è già la magistratura a condurre serie inchieste che dovranno pure portare da qualche parte, solo altre due tristi storie da raccontare.

Ugo Ferrante è morto il 29 novembre 2004, dopo una “Lunga malattia”, come troppe volte si sente dire per raccontare quella che è, forse, tra le malattie più brutte.

Quella di Longoni, invece, è una storia ancora più “misteriosa” perché si intreccia anche con le storie legate all’Inter di Herrera e delle sue “misteriose” pillole, avendo Longoni iniziato la sua carriera proprio nel club nerazzurro.

La seconda storia è quella di Giancarlo Antognoni, nato il primo aprile 1954 a Marsciano, piccolo paese in provincia di Perugia.

Una realtà semplice quella in cui ha mosso i primi passi, con il padre agricoltore, come il nonno, e la madre che in casa accudiva lui e suo fratello Viscardo. Intorno a lui, la campagna umbra e una vita scandita dagli orari scolastici.

Dopo la scuola, però, il piccolo Giancarlo andava a correre su un campetto in terra battuta, finché non faceva buio: è lì che è iniziata la sua storia, la storia di un ragazzino che col pallone faceva quello che voleva. Parlare della Fiorentina degli anni ’70 ed ’80 è parlare, inevitabilmente, di Antognoni perché il legame che si è instaurato tra il Capitano e la città è unico e indissolubile. Idolo senza scudetto (solo la Coppa Italia del 1975 nel suo palmares), campione del mondo in Spagna ‘82 senza aver giocato la finale. Antognoni è la prova vivente che non bastano i titoli vinti a creare un campione. Centrocampista con compiti di regia Antognoni è, ancora oggi, l' “Idolo”, con la “I” maiuscola, dei tifosi viola. Ambidestro, ampia ed elegante falcata, incedere a testa alta, precisione nel lancio (celeberrimi i suoi cross da venti, trenta metri sui piedi del compagno smarcato) grande visione di gioco, abilità nei calci da fermo (anche se per sua stessa ammissione, con un maggiore allenamento, avrebbe potuto migliorare il suo già valido "score") queste erano le sue caratteristiche principali.

Ma anche Giancarlo Antognoni se l’è vista brutta.

Nel novembre del 2004 Giancarlo Antognoni ha avuto una crisi cardiaca durante una partita tra vecchie glorie in Svizzera.

Per sua fortuna, Antognoni é riuscito a riprendersi e, oggi, sta benissimo.

"E'un momento particolare. In queste cose bisogna sempre reagire nel modo giusto e pensare solo e soltanto alla salute. Tutto il resto non conta, questo ho imparato in questi giorni. E'un grande insegnamento, che mi porterò dentro per sempre. Di infortuni ne ho avuti tanti, ma gli infortuni sono una cosa diversa. Qui si tratta di altre cose."

Queste le prime parole rilasciate da Antognoni dopo la sua malattia.

Ma in quell’intervista, del novembre 2004, subito dopo la crisi, si parla necessariamente delle morti tra gli ex compagni di squadra di quegli anni viola.

"Credo che a me sia successo qualcosa di diverso da loro. Non credo, francamente, che riguardi quelle cose. Quello che è successo a me può capitare purtroppo a chiunque. Almeno questa è la mia impressione al momento. Anche se la sicurezza, in queste cose, non c'è mai. Francamente a questa ipotesi non ci ho pensato più di tanto...Nel 72' arrivai a Firenze, c'era anche Nello e con lui ho fatto 4 anni insieme. Oltre che compaesani eravamo amici e a lui mi legava una grande amicizia. Era più grande di me, mi dava consigli importanti e mi ha aiutato molto…C'erano i soliti medicinali di routine, non sapevamo bene cosa ci davano dopo gli infortuni e le partite, era il medico che ci dava medicine, credo legittime. Oggi i controlli sono molto più esasperati, ai tempi miei c'erano controlli meno attenti, stava alla coscienza del medico e del calciatore poi decidere cosa fare....Si, ai miei tempi, la roentgen (terapia a base di radiazioni) era diffusa, ma non credo che possa aver causato la morte di Bruno Beatrice....andrebbe comunque chiesto ad uno specialista, non a me....Un pò di preoccupazione l'ho avuta anche io vedendo tutti questi miei amici andarsene, personalmente mi auguro di aver preso cose "tranquille"...oggi purtroppo non abbiamo materiale concreto in mano, facciamo solo supposizioni e penso che sia difficile parlare di queste cose....”Mattolini ha negato una relazione tra quanto gli è accaduto e le pratiche a cui era sottoposto costantemente, indipendentemente dai colori della divisa che indossava la domenica pomeriggio. La stessa cosa fa Antognoni.

Ma entrambi hanno ammesso di aver, per lo meno, assistito a trattamenti medici che, in teoria, uno sportivo, un atleta, non dovrebbe ricevere.

Il perché entrambi abbiano, in maniera decisa, voluto allontanare qualsiasi confronto con Beatrice e Saltutti non è possibile saperlo. Può essere di tutto: dalla piena convinzione di quanto affermato, fino al voler negare quelle pratiche per vergogna, o per non vedere (soprattutto nel caso di Antognoni, Campione del Mondo con la Nazionale nel 1982) crollare la propria immagine.

La chiusura oggi la lascio proprio a Mattolini, che dopo le parole che avete letto ha lanciato un appello ai giovani. “Dico loro di non assumere assolutamente niente, non si diventa campioni dopandosi, ma sicuramente dopo se ne paga le conseguenze”.

Non voglio strumentalizzare le sue parole, quindi lascio a voi l’interpretazione.

scusate l'eccessiva lunghezza dell'intervento e dei quote, ma credo siano letture che possano interessare a proposito di questo argomento.. nel caso, trovate qui "Ombra doping" sulla vecchia Fiorentina... | Associazione Luca Coscioni un riassunto generale della vicenda della Fiorentina anni '70..

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e x onor di completezza, dalla pagina wikipedia di Bruno Beatrice vi riporto lo stralcio con tutti i "casi" di giocatori della Fiorentina:

L'ipotesi che l'uso di sostanze dannose durante la carriera agonistica e sia stata la causa della leucemia è rafforzata, secondo i legali della vedova Beatrice, dal fatto che diversi compagni di squadra nella Fiorentina degli anni '70 abbiano avuto problemi simili: in particolare Nello Saltutti, morto d'infarto nel 2003 a 56 anni; Ugo Ferrante, ucciso da un tumore alle tonsille nel 2004; Giuseppe Longoni, morto nel 2006 per una vasculopatia cardiaca; Adriano Lombardi, morto nel 2007 per il morbo di Gehrig; Massimo Mattolini, che ha subito un trapianto di reni; Domenico Caso, che ha avuto un tumore al fegato; Giancarlo Antognoni, che nel novembre del 2004 ha avuto un'improvvisa crisi cardiaca; Giancarlo De Sisti, reduce da un ascesso frontale al cervello.

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per la fiorentina di Beatrice è quasi impossibile non ammettere che ci sia una diretta conseguenza doping-morte mentre negli altri casi gli stessi esperti della malattia di Borgonovo non possono ammettere che ci sia correlazione tra i due fenomeni perchè dicono loro la percentuale di calciatori morti sul totale è troppo bassa. Comunque ieri notte a stento sono riuscito a dormire dopo aver visto su sky Borgonovo su quella sedia ed in quelle condizioni. Tra l'altro era un gran bel giocatore.

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Ho visto anche'io lo speciale di SKY24. Non sapevo nulla... impressionante, così come per Signorini e gli altri ragazzi che se ne sono andati...

Gli auguro tutto il bene possibile!!

Cmq. Se fosse SOLO il doping non ci sarebbe manco un ex-ciclista vivo... senza parlare di 100/200metristi vari.

Di Coppi ormai si sa, almeno quelli senza prosciutto sugli occhi. Ma è anche chiaro che ai tempi bastava sbagliare una dose x cerarti problemi di ogni tipo.

Oggi è tutto + scientifico e mirato.

Io ho giocato a calcio per tanti anni, e pur se non professionista alla fine quando senti che l'incidenza tra gli ex calciatori è sensibilmente + alta della norma ci fai un pensiero e cerchi di leggere qualcosa.

Chiaro che non ho mai dovuto prendere nulla di + che voltaren, ma sai com'è...

Io penso, dopo avere letto e chiesto in giro ad amici medici, che sia una dannata concausa di decine di fattori TUTTI correlati con il calcio, di cui il doping diventa sia catalizzatore che alibi.

E' scientificamente provato che i traumi facciali (il colpo di testa) provochino lesioni permanenti, seppur lievi. E quelli se li prende un professionista come il sottoscritto in 1a categoria.

Così come il respirare merda di fertilizzanti chimici in quantità estremamente + rilevante rispetto alla media della popolazione.

Magari noi sfigatini un po' meno dei professionisti visto i i campacci di periferia o di campagna non erano necessariamente così sfavillanti, però anche quell'elemento c'è.

Ci sono un'altra serie di concause, alle quali poi aggiungi anche qualche sostanza che i professionisti sono usi prendere con costanza, senza arrivare al doping vero e proprio.

Medicinali anche lecitissimi ma che a causa dei traumi frequenti uno è costretto a prendere x recuperare. Se vuole giocare.

Il doping c'è sempre stato, nelle sue varie forme...

Se sommiamo il tutto alla merdaccia che respiriamo, beviamo e mangiamo quotidianamente... se ci fosse una diretta correlazione tra un qualche tipo di doping e la SLA avremmo come minimo una fetta della medicina ufficiale con siti internet stile cospirazione dell'11 settembre.

La cosa peggiore invece è che non c'è una causa conosciuta, e che come sopra probabilmente è una concausa di + fattori.

L'altro sport in cui ha una incidenza anomala è il football americano, dove i traumi sono enormi. Dove il doping con anabolizzanti è la prassi. Ma se fosse quello, gli anabol, allora avremmo migliaia di palestrati che oltre a perdere la virilità sarebbero ridotti come il povero Borgonovo...

...e medici che avrebbero quantomeno identificato parte della causa!!

ps: in ogni caso... toh... fiorentina, inter (non dimentichiamo che anche Facchetti era dell'inter di herrera/moratti/allodi, quelli delle bombe del fratello di mazzola. E' morto del solito brutto male...). I paladini :D:D:D

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

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