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AMC Pacer


el Nino

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edit by Wilhem275: questo post è uno spin-off da questa discussione: http://www.autopareri.com/forum/auto-depoca/38276-avvistamenti-vari-di-auto-storiche-o-quasi-storiche-73.html#post27710635

Qui possiamo raccontarci vita, morte e miracoli della "piccola" AMC :D

La macchina che vedi in firma è una AMC Pacer, una delle mie auto preferite. Insieme alle utilitarie europee (Fiat 600 in primis), le auto americane del passato sono la mia passione.

Si tratta del primo tentativo di una gloriosa casa automobilistica americana, la AMC appunto, di proporre una vettura "compact", ovviamente per gli standard americani.

In quel periodo (siamo negli anni '70) le auto giapponesi (Toyota e Datsun) ed europee (Vw), seppur considerate auto per giovani spiantati o per professori squattrinati, iniziavano a far breccia nel mercato americano grazie al loro costo concorrenziale e al minor consumo di carburante. La AMC, che non disponeva nella gamma di una vettura con tali caratteristiche, decise di proporre qualcosa di assolutamente geniale: ampia vetratura (che le costò il soprannome di "acquario"), larghezza pari ad una "full-size" (1.96 metri su una lunghezza di 4.36), aerodinamica spinta (per l'epoca, con muso piatto e assenza di gocciolatoi) e porta destra più lunga di 10 cm per agevolare l'ingresso ai posti posteriori sul lato protetto della strada.

La Pacer ebbe due sfortune: peso eccessivo e motori inadeguati. In quegli anni il governo americano stava per varare nuove regole per la sicurezza stradale e la AMC tenne conto di queste direttive per progettare la Pacer: era una delle prime auto con piantone collassabile, parabrezza stratificato e rollbar di sicurezza nei montanti e nel tetto (siamo negli anni '70). Ford, Chrysler e GM esercitarono la propria influenza per ritardare l'introduzione di nuove norme, millantando l'antieconomicità di tali tecnologie. Il governo così introdusse una versione meno rigida delle normative e la Pacer si ritrovò improvvisamente sovrappeso. L'ampia vetratura, la notevole larghezza (le avversarie arrivavano a 1.70 m circa) e gli irrobustimenti del telaio, pur portando benefici dal punto di vista del confort e della sicurezza, non erano più considerati punti a favore dell'auto (pensiamo pure alla crisi petrolifera degli anni '70).

Riguardo al comparto motori la AMC inizialmente pensò di dotare la Pacer di un motore rotativo Wankel, sviluppato esternamente (dapprima da un fornitore e in seguito da General Motors) ma, a causa della crisi petrolifera e delle caratteristiche del Wankel che tutti conosciamo grazie a Mazda, la GM abbandonò il progetto, lasciando la AMC con una macchina già "congelata" per quanto riguardava lo stile, ma senza un motore. Non potendo tornare sui propri passi, la casa automobilistica decise di inserire nel cofano della Pacer i motori di cui disponeva e che potevano entrare nel vano motore: due 6 clindri (3.800 cc e 4.200 cc) e un V8 5.000cc, tutt'altro che moderati bevitori (non che il Wankel lo fosse...). Se non altro, a parte le ovvie modifiche del telaio, la AMC risparmiò almeno su alcuni componenti. Alla fine l'auto aveva un consumo di 15 l/100 km in città e 9 l/100 km in autostrada (circa 6.6 km/l e 11.1 km/l).

Nonostante questa gestazione travagliata e il consumo non proprio basso, la Pacer ebbe un discreto successo, venne prodotta anche una versione station wagon (a tre porte) e addirittura venne importata in Europa.

Oltre ai tre motori erano disponibili svariati allestimenti, trasmissioni manuali e automatiche (con comandi al volante o al pavimento) e optional (tra cui l'indispensabile aria condizionata, visto l'irraggiamento!).

Il valore collezionistico di quest'auto è molto basso, ma io appena l'ho vista me ne sono innamorato. In Italia è praticamente introvabile, mentre in Svizzera se ne trovano alcune in discrete condizioni. Ciò che frena i potenziali acquirenti sono i consumi esorbitanti, che rispetto alle nostrane auto storiche impedisce di poter utilizzare la Pacer come auto di tutti i giorni, la corrosione passante (la particolare forma della carrozzeria facilita il ristagno di acqua), la mancanza di personale che sappia "mettere le mani" su questa auto e la disponibilità di ricambi. In America il collezionismo di auto storiche è molto radicato, al punto che svariati produttori di pezzi di ricambio producono ancora oggi i ricambi per le auto ormai fuori produzione (c'è anche un mercato MOLTO più vasto, fatto di milioni di abitanti solo nel Nord America). Ma importare i pezzi in Italia non è così facile, bisogna destreggiarsi tra sigle sconosciute, nomenclatura delle parti di ricambio, telefonate/mail con l'America e tempi biblici per la spedizione, con conseguenti costi elevati. Figuratevi cosa possa significare iscrivere ASI una macchina del genere, per ridurre almeno le spese di gestione.

Ho trovato un sito di appassionati di auto storiche americane che si sono riuniti e riescono a destreggiarsi tra tutta questa burocrazia e spero di approfittare della loro esperienza quando un giorno una AMC Pacer sarà nel mio garage.

Per ora mi limito a sognarla. Da quanto ne so, in Italia ci sono attualmente meno di 5 Pacer. Ne avevo trovata una a Milano, completamente restaurata, ma il prezzo era lievitato da 5000 dollari a 10000 euro.

Spero di averti trasmesso un pezzetto della mia passione per questa macchina (che trovo attualissima) e ti chiedo scusa se ho "sbrodolato" un po'. Ma certe auto ti entrano nel cuore e per me la Pacer ha un posto speciale.

el Nino

Ti allego un paio di immagini:

pacer1.jpgpacer3.jpg

pacer2.jpg pacer7.jpg

pacer4.jpg pacer5.jpg

Modificato da Wilhem275

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bella la pacer.. mi ha sempre incuriosito assieme alla goblin

nei film anni '70 se ne vedevano ogni tanto.. poi ho visto quella di wayne's world e mi sono innamorato di quella azzurrina con le fiamme :mrgreen:

waynes_world_pacer.jpg

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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Qui ce n'è una rossa... il padrone ha anche una Lincoln Continental coupè verde con tetto in vinile... tutte con targa ZA

Scopo di un forum...

-se io do una cosa a te e tu dai una cosa a me alla fine avremo una cosa per uno...

-se invece io dò un'informazione utile a te e tu ne dai una utile a me alla fine tutti e due avremo due informazioni....

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Accidenti...non pensavo che da un post potesse nascere addirittura il mio primo thread!

Comunque grazie in anticipo a Wilhem275 e a tutti coloro che vorranno partecipare.

Personalmente sono sempre stato attratto dalle automobili americane, soprattutto perchè paragonandole alla produzione europea, ed italiana in primis, saltano all'occhio notevoli differenze per dimensioni, stile, comparto motoristico, ecc...

Ho sempre avuto una predilezione per le auto della AMC, casa automobilistica che non ebbe timore di osare e innovare nel campo del design e delle soluzioni tecnologiche. Purtroppo, come ben sappiamo, bisogna far quadrare i bilanci e accontentare anche i clienti, impresa tutt'altro che facile considerando l'enorme bacino d'utenza americano.

A mio modesto parere tutta la produzione della AMC meriterebbe un pizzico di attenzione: fu tra le prime case automobilistiche ad interessarsi alle cosìdette "small" e "compact", riuscendo a migliorare l'immagine che gli americani stessi avevano delle auto appartenenti a queste fasce di mercato, collaborò con Renault per introdurre auto di dimensioni minori sul mercato americano (vi suona familiare?), produsse la prima "crossover", la AMC Eagle, che aveva a listino un'intera famiglia di vetture con assetto rialzato (di fatto creò una nuova nicchia di mercato, altro che X6 e compagnia bella...) e diede un personale contributo per ridurre consumi e aumentare la sicurezza delle auto. Purtroppo alla fine degli anni '80 venne ceduta a Chrysler, che la smembrò e ne approfittò per appropiarsi del marchio Jeep (piccolo il mondo vero?). Riuscì anche a proporre alternative valide nel combattuto settore delle "sports" car contro mostri sacri come la Ford Mustang e, per non farsi mancare nulla, tentò l'introduzione del motore rotativo Wankel su grande scala grazie alla Pacer.

La American Motors Corporation è stata una casa automobilistica di gran livello, che ebbe intuizioni geniali e fece errori clamorosi. Produsse macchine di pregio e curate nei minimi dettagli, ovviamente nel contesto del periodo, ma non riuscì a stare al passo con la concorrenza che all'epoca era costituita da Ford, Chrysler e General Motors, per non parlare delle marche orientali ed europee. Anzi, in realtà fece un errore in particolare. Non scese a compromessi con se stessa, pagando cara la volontà di innovare e offrire sempre un tratto distintivo alla propria clientela. Io ci vedo delle analogie con grandi marche italiane. Spero di non vederle fare la stessa fine...

el Nino

PS: la Pacer mi piace per i motivi che ho scritto sopra (e sono solo alcuni), ma ce n'è uno in più: trovarne una in buone condizioni OGGI è una discresa impresa, perchè spesso ha problemi di ruggine. Proprio come sulla nostrana Ritmo, altra macchina che mi piace da impazzire (prima serie, ovviamente, e rigorosamente 60 CL o Targa Oro).

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Qui ce n'è una rossa... il padrone ha anche una Lincoln Continental coupè verde con tetto in vinile... tutte con targa ZA

Qui dove?? Una Pacer in Italia merita una visita di rito...

el Nino

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Certo, originale è originale c'è poco da dire, anche inconsueta considerando le volumtrie delle auto americane a quei tempi.

Però io ci vedo anche qualche tratto europeo a dire il vero: i fanali posteriori e le frecce anteriori somigliano molto a quelli della Porsche 911 della stessa epoca; all'interno spicca quel volante che se gli metti il simbolo del Biscione al centro è uguale a quello dell'Alfasud ti.:mrgreen:

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Proprio una utilitarietta parca e risparmiosa :D E così il Nino, quatto quatto, ci ha sfoderato un bel po' di conoscenze su questo "robo" ignoto :D

"Ci sono persone che amano circondarsi di cose il cui valore concreto si esprime anche nel valore formale. Molto probabilmente una Lancia fa parte del loro mondo."

dsarygf.jpg

"Il successo non si improvvisa, ma al contrario è sempre frutto di fantasia, applicazione, dedizione e tenacia." (Vittorio Ghidella)

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