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Fiat ottiene il 100% di Chrysler (01/01/2014)


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Chrysler, 4 modelli made in Fiat

6 maggio 2011

Sergio Marchionne passerà la prossima settimana impegnato in una serie di faccia a faccia con i banchieri americani cui ha presentato mercoledì il piano di rifinanziamento della Chrysler; obiettivo, raccogliere entro mercoledì 18 maggio gli impegni e chiudere l'operazione la settimana successiva. La presentazione (anticipata dal Sole 24 Ore di ieri), oltre ai dettagli del piano di rifinanziamento – 3,5 miliardi di dollari di prestiti bancari, 2,5 miliardi di bond e una linea di credito da 1,5 miliardi – illustra l'impatto sui parametri finanziari di Chrysler a breve e medio termine: taglio di 200 milioni annui dagli oneri finanziari; liquidità di 11 miliardi di dollari al closing del rifinanziamento. L'operazione di rifinanziamento, inoltre, ha spiegato Marchionne, «aumenta le possibilità di ricevere un finanziamento a tassi attraenti dal dipartimento dell'Energia Usa».

Il sentiero di crescita della partecipazione Fiat in Chrysler è quello già noto, con il 46% che verrà raggiunto entro fine giugno e il 51% previsto entro fine anno, con l'omologazione del veicolo Chrysler a basso consumo basato su tecnologia Fiat. In realtà, come Sergio Marchionne ha fatto intuire nelle scorse settimane, la partecipazione potrebbe salire anche al di là della soglia del 51 per cento: non appena Chrysler avrà restituito i debiti con Usa e Canada, Fiat disporrà di un'opzione call per rilevare la quota residua in mano al Tesoro Usa (il 6% circa) a un prezzo da contrattare o da definire in base all'intervento di tre banche d'investimento.

Marchionne ha illustrato ai banchieri anche il piano industriale di Chrysler fino al 2014, che dopo un vuoto d'aria quest'anno prevede altri 17 modelli interamente nuovi tra il 2012 e il 2014 (24 nell'arco del piano 2010-2014); di questi 17, 15 saranno basati su architetture di origine Fiat e ben 4 saranno importati negli Usa e prodotti dal gruppo Fiat: il primo dovrebbe essere il Doblò, che arriverà l'anno prossimo con marchio Ram; nel 2013 ci saranno il Suv Jeep prodotto a Mirafiori, un'auto per Dodge e una direttamente con il marchio Fiat.

Nel piano non compare invece, un po' a sorpresa, l'Alfa Romeo. È vero che la 500 per gli Stati Uniti – per esempio – è in realtà prodotta direttamente da Chrysler su licenza; ma anche il ritorno del biscione in America dovrebbe (o avrebbe dovuto) appoggiarsi sulla capacità produttiva della casa di Auburn Hills: nei mesi scorsi si è parlato per esempio della probabile produzione oltreoceano della Giulia. Il fatto che il marchio sportivo non sia stato citato potrebbe indicare che i tempi del ritorno negli Usa sono più lunghi del previsto o che la decisione di Marchionne di non vendere il marchio non è così granitica.

Chrysler, 4 modelli made in Fiat - Il Sole 24 ORE
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Marchionne ha illustrato ai banchieri anche il piano industriale di Chrysler fino al 2014, ......

Nel piano non compare invece, un po' a sorpresa, l'Alfa Romeo. ....

:pen: forse perche' Alfa Romeo (fortunatamente) non e' Chrysler ! :roll: e quindi ha un piano industriale a se ! :lol:

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7:32 : Segni i punti coglionazzo !

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:pen: forse perche' Alfa Romeo (fortunatamente) non e' Chrysler ! :roll: e quindi ha un piano industriale a se ! :lol:

non compaiono neppure Maserati, Ferrari, magneti marelli e FPT :pen:

che stiano pensando di venderle?????

:lol::lol::lol::lol:

Alfa Romeo Giulietta, 1.4 TBI Multiair 170 CV Exclusive (2013)

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Di questi 4 modelli made in Fiat solo 1 verrà prodotto in Italia a fronte di un flusso contrario di Dodge Journey, Chrysler 300 e Town&Country (comunque siano rimarchiate).

Chi si accontenta gode oppure si può fare uno sforzo maggiore?

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forse perche' sono modelli Chrysler e quindi sono fatti apposta per il nord america e quindi produrli in loco costa meno ?

(a parte il fatto che in italia produrre costa piu' che in america o on germania ?)

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7:32 : Segni i punti coglionazzo !

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si sale sempre piu....

Fiat, opzioni per il 70% Chrysler

Andrea Malan

Cronologia articolo10 maggio 2011

Chrysler resterà sotto l'ombrello del Tarp – il piano di salvataggio dei gruppi in crisi – anche quando, entro il mese prossimo, avrà restituito tutti i prestiti ricevuti dal Tesoro americano; la normativa sugli «exceptional Tarp recipient», che impone per esempio dei limiti alle remunerazioni dei top manager, rimarrà valida per Chrysler fino a quando il Tesoro avrà in portafoglio azioni dell'azienda. La notizia è contenuta in un documento depositato ieri dalla stessa Chrysler presso la Sec, l'autorità americana di controllo sui mercati.

Sergio Marchionne è in questi giorni ancora negli Usa, dove fino a domani avrà una serie di incontri con le banche per definire il rifinanziamento dei debiti; «Una cinquantina di faccia a faccia», ha rivelato lui stesso domenica ai giornalisti in occasione di una cerimonia all'università di Toledo, Ohio. Giovedì il manager tornerà in Italia per poi volare nuovamente negli Usa la settimana prossima con l'obiettivo di "chiudere" il dossier. «Se le cose dovessero andare oltre quella data, avremmo un problema» ha spiegato al Detroit News Marchionne, il quale ha aggiunto ai giornalisti di sperare che la restituzione dei prestiti possa avvenire entro il 10 giugno, secondo anniversario della nascita della nuova Chrysler uscita dal Chapter 11.

Per quanto riguarda i compensi dei top manager, Marchionne non ne ha ricevuto per il 2010 ed è titolare di una retribuzione differita in azioni Chrysler pari a 600 mila dollari che copre l'arco di impegno nella Chrysler tra il giugno 2009 e giugno 2012. Il manager più pagato – con 1,02 milioni di dollari, di cui 500mila dollari come retribuzione fissa cash – è Richard Palmer, senior vice president e CFO (uno dei manager di provenienza Fiat).

L'intesa depositata ieri presso la Sec prevede, tra le limitazioni imposte dalla normativa sul Tarp, il tetto di 500mila dollari per la deducibilità fiscale dei top manager; un tetto che – viene specificato espressamente – «non si applica a Fiat». Oltre al limite ai compensi, le norme sul Tarp prevedono vincoli anche per la remunerazione in opzioni; limiti alle spese; il divieto di possedere aerei aziendali (dopo la figuraccia fatta dai top manager delle tre case di Detroit, che nel 2008 volarono a Washington a chiedere il salvataggio sui velivoli di proprietà delle società). Vi sono infine impegni di carattere industriale, come quello di produrre negli Usa almeno 1 milione di veicoli l'anno. L'estensione di tutti questi vincoli al momento in cui il Tesoro uscirà dal capitale potrebbe essere di breve durata se Marchionne dovesse utilizzare – una volta salito al 51% di Chrysler – l'opzione per riacquistare anche la quota del Tesoro.

Per quanto riguarda le opzioni, il documento depositato ieri mette nero su bianco la possibilità per Fiat di superare la quota del 70% in Chrysler, in base a tutte le opzioni – già contenute nel contratto del 2009 – di cui complessivamente dispone. Oltre all'opzione per salire al 46% sborsando 1,3 miliardi di dollari – che verrà esercitata entro giugno – e a quella per un altro 5% che darà a Fiat la maggioranza, le ulteriori call option di cui parla il documento includono un'opzione per acquistare le quote detenute dal Tesoro americano (attualmente l'8,6%) esercitabile per 12 mesi a partire dal rimborso sui debiti e un'altra opzione per rilevare fino al 40% della quota detenuta dal trust Veba ed esercitabile dal primo luglio 2012 fino al 31 dicembre 2016 per un ammontare pari all'8% nell'arco di sei mesi. Una volta arrivata alla maggioranza, ricorda il documento, Fiat «sarà in grado di nominare la maggioranza del board e di fissare la tempistica di alcuni eventi», in particolare la quotazione in Borsa.

Il documento depositato ieri è il quarto aggiornamento di quello depositato la prima volta a febbraio e contiene una serie di informazioni sulla collaborazione fra Chrysler e Fiat; per esempio, il fatto che l'azienda sta «perseguendo il progetto di reintrodurre l'Alfa Romeo negli Usa e in Canada nel 2012». Per quanto riguarda gli altri sviluppi dell'alleanza, Chrysler prevede «di trarre vantaggio dall'expertise di Fiat nei segmenti A, B e C, iniziando dalla produzione e dalla distribuzione della 500».

Inoltre, «stiamo sviluppando assieme una nuova piattaforma basata sull'attuale C-Evo di Fiat con cui produrremo nuovi modelli dal 2012 che utilizzeremo per i nostri futuri modelli dei segmenti C e D (esclusa la Jeep Wrangler). Questo ridurrà il numero delle piattaforme da 11 a 7 a fine 2014, 3 delle quali condivise con Fiat». Nel 2014, «più di metà dei veicoli che venderemo saranno basati su piattaforme condivise con Fiat"

Fiat, opzioni per il 70% Chrysler - Il Sole 24 ORE

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si, questo da fonte mercedes, che ad un ceto punto qualche anno fa' era interessata a produrre nel sud italia, ma le inefficienze complessive (non gli stipendi, ma i costi extra) li hanno dissuasi, sarebbe auspicabile che la riorganizzazione di marchionne riesca a ridurre le inefficienze almeno un po (infatti gli stipendi sono addirittura cresciuti)

poi in ogni caso produrre in loco (qualsiasi luogo) costa meno di per se, senza contare le tasse di importazione che ci sono in USA e i costi USA

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7:32 : Segni i punti coglionazzo !

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  • 2 settimane fa...

Chrysler repaying all $7.5B in government loans by next week — Autoblog

Report: Chrysler repaying all $7.5B in government loans by next week

by Jeff Glucker (RSS feed) on May 19th 2011 at 10:58AM

Paying off debt is a dream shared by most Americans, however, most of them aren't staring down $7.5 billion that's owed to the United States and Canadian governments. Chrysler accountants currently see that on the balance sheet, and we imagine that figure looks rather daunting. Lucky for them, Chrysler is set to pay it back. All of it.

Chrysler is preparing to announce details of a $3.5 billion bond offering. Those funds, along with $1.3 billion in cash from Fiat and a $2.5 billion term loan, will be used to pay back the two government loans.

Fiat has previously expressed a desire to own a larger stake in Chrysler, and paying down this debt is the bridge it needs to cross to make that happen. Right now, Fiat owns 46 percent of the American automaker, but rumor has it that the Italians want 51 percent by year's end, and possibly as much as 70 percent at some point in the near future. For now, however, Fiat is showing that it's dedicated to returning Chrysler to a position of success.

APHRODITE, DIVA DI BELLEZZA, AMORE E VOGLIA PARLA PERFETTAMENTE ITALIANA!!!

(Parliamo di macchine italiane, eh!)

Life is too short to drive german cars!!

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Chrysler rimborsa il prestito ricevuto da Usa e Canada.

Chrysler rimborsa il prestito da 7,6 miliardi di dollari. Plauso di Obama: pietra miliare

LONDRA. Barack Obama plaude alla restituzione di 7,6 miliardi di dollari da parte della Chrysler. «È avvenuto con sei anni di anticipo rispetto ai piani - ha detto Obama - questo è un passo avanti fondamentale per il settore auto, per la Chrysler e per le famiglie americane che lavoro nel settore. Quando abbiamo deciso di dare aiuti è stata una scelta difficile - ha detto ancora Obama - ma oggi sappiamo che aiutare un'azienda vicina alla bancarotta era quella giusta».

Una dichiarazione questa molto importante anche per Sergio Marchionne che vuole ottenere ora oltre 3 miliardi di dollari dal ministero per l'Energia per avviare sperimantazioni sui motori elettrici.

Da ilsole24ore.it

Chrysler rimborsa il prestito da 7,6 miliardi di dollari. Plauso di Obama: pietra miliare - Il Sole 24 ORE

I'M IN LOVE!:pippa:

"La 6° marcia, K@zzo!"

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