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Scelte strategiche FCA (Piano industriale 2018 da pag 97)


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Pubblico la lettera di un fornitore FCA scritta a seguito della presentazione del nuovo piano industriale. Una lettera amara che purtroppo condivido in toto: tolto il raggiungimento del pareggio del bilancio, Marchionne ha fallito in tutto ed ha ridotto l'industria dell'auto italiana al lumicino. Tale lettera scritta neanche un mese fa assume ancora piu significato alla luce dei rumors di una possibile OPA Hyundai nei confronti del gruppo. Un gruppo risanato finanziariamente ma che fa poche auto e sta lentamente e mestamente uscendo da questo settore.

 

https://www.lettera43.it/it/articoli/lettere/2018/05/29/elkann-marchionne-ceo-fca/220582/

Cita

Ingegner John Elkann,
sono un fornitore di Fiat Chrysler Automobiles e mi rivolgo a lei nella sua qualità non solo di presidente del gruppo anglo-olandese Fca, ma soprattutto di Exor. Molto sinceramente, più si avvicina il primo giugno e meno si capisce perché lei e i consiglieri di amministrazione non vi siate opposti all’Investor Day voluto (imposto?) dal Ceo Sergio Marchionne che si terrà a Balocco. Ma soprattutto perché si debba aspettare aprile 2019 per conoscere il nome del nuovo Ceo che subentrerà a Marchionne (leggi anche: come cambia la Fca col nuovo piano industriale).

Sia chiaro, come minuscolo azionista di Fca-Cnh Industrial-Ferrari, mi inchino davanti alla maestria di Marchionne, uomo che va a nozze con i numeri e negoziatore fenomenale. Borsa e finanza giocano un ruolo rilevante come ci ricordano i media economici e i garruli analisti finanziari. Forse, un costruttore di automobili va valutato anche se non soprattutto per i suoi prodotti, la qualità, l’ingegneria, le fabbriche, l’indotto e la rete commerciale. Da esponente del mondo dell’indotto industriale e dei servizi, se osservo lo stato della gamma dei prodotti offerti oggi e quelli futuri, sono a dire poco perplesso.

Dopo appena quattro anni, come non pensare che Fca, acronimo di Fiat Chrysler Automobiles, sembra destinata a seguire la sorte del primo acronimo dell’azienda fondata a Torino nel 1899? Come noto, Fiat, Fabbrica Italiana Automobili Torino, scomparve nel 1906 a seguito della liquidazione e rifondazione della società senza i soci originali. Da fornitore, appare evidente che i marchi Fiat e Chrysler, insieme con Lancia, Abarth, Srt, Dodge, Fiat Professional, hanno un futuro meschino. Abbandonare i segmenti B, C, wagon e grandi berline denuncia il fallimento della gestione Marchionne e mette in serio pericolo il futuro delle fabbriche italiane e l’indotto. A Balocco ci sarà l’esaltazione e la glorificazione di uno solo dei tanti obiettivi stamburati il 6-7 maggio 2014, ovvero l’azzeramento dei debito.

Il perseguimento di questo obiettivo ha provocato una carestia di investimenti in Europa, l’allungamento del ciclo vita di numerosi modelli compresi quelli concepiti durante la stagione DaimlerChrysler (Chrysler 300, brevemente e senza successo etichettata Lancia Thema, Dodge Challenger, Charger, Durango, Gran Caravan, Journey, in Italia per qualche tempo ribatezzata Freemont, e Jeep Grand Cherokee) e il rinvio di nuovi veicoli targati Alfa Romeo e Maserati. Senza dimenticare che nuovi prodotti (Dodge Dart, Chrysler 200 e SRT Viper) hanno avuto vita irta di spine e sono morti prematuramente.

Sempre dal punto di vista del prodotto, in questi 14 anni, ci sono almeno due elementi di grande costanza: la incorporea presenza in Asia dove Jeep continua ad arrancare, mentre i brand del gruppo Fca continuano a piazzarsi negli ultimi posti delle classifiche annuali della rivista dei consumatori statunitensi Consumer Reports e dell’agenzia JD Power, che misurano gli standard di affidabilità delle auto nuove e di quelle aggiornate e il tasso di gradimento dei clienti.

Giusto puntare sui marchi premium e modelli alto di gamma perché il guadagno è più alto, ma a condizione che la qualità delle autovetture sia elevata e le dotazioni dei modelli siano comparabili con la migliore concorrenza. Allarma quindi registrare che si deve ricorrere regolarmente alla cassa integrazione negli stabilimenti di Cassino, Mirafiori e Grugliasco pur in presenza di modelli nuovi o quasi nuovi (Alfa Stilo e Giulia e Maserati Levante e Ghibli).

Un altro fenomeno inquietante che l’attuale dirigenza di Fca non è riuscita a risolvere è la cannibalizzazione tra i brand. Difficile portare al successo due modelli di marchi diversi appartenenti allo stesso segmento. Dove per successo si intende anche conquistare clienti della concorrenza.

Ingegner Elkann, credo sia chiaro a tutti che si è inesorabilmente chiuso un ciclo. Perché non prenderne atto fino in fondo e nominare subito un nuovo Ceo che abbia familiarità con il prodotto auto affidandogli tutte le deleghe? Fca deve trovare un acquirente, perché non ha i volumi e le tecnologie che le consentano di proseguire da sola. Un’operazione che Marchionne non può portare avanti per la mancanza di interlocutori disponibili a sedersi al tavolo con lui. Lo sanno tutti, anche se si limitano a bisbigliarlo. Almeno fino al primo giugno.

Cordialmente.

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40 minuti fa, TonyH scrive:

Ma 10 anni fa dove vivevate? O all'epoca di Cantarella? Pensavate fosse tutto rose, fiori, piena occupazione, grande qualità e grandi volumi?

 

È il 2018 cavolo, non il 1988.

 

anche sto piagnisteo dell'abbandono del seg.b e c ha da finire.

Dobbiamo metterci in testa che se siamo i primi a NON VOLERLE PAGARE A LISTINO, ma le vogliamo comprare solo km0 scontatissime, quelle auto non avranno futuro.

Volete che FCA vi faccia un'altra Punto? Bene, entrate in concessionaria e compratela senza sconto. Vedete che quella nuova ve la fa (da comprare a prezzo pieno, ovviamente).

Il resto sono solo storie che poi ci si racconta.

 

Ma come fa tutto, e dico tutto, il resto dell'industria automobilistica? E non mi riferisco solo a tedeschi e francesi.

Marchionne va ringraziato perché senza lui a oggi FCA non esisterebbe, ma ha un'insana fissazione per margini e appagamento a breve termine degli investitori, che nel caso specifico di FCA 10 anni fa aveva senso, ma non è di certo la panacea di tutti i mali..

Essendo oltretutto abbastanza discontinuo su tanti temi, prima era sconveniente l'ibrido rispetto al diesel, ora l'elettrificazione è necessaria. Prima Alfa doveva fare auto su tutti i segmenti, ora moriremo tutti in SUV. Prima doveva morire Lancia, ora pure Fiat e Chrysler. 
Prima strategia USA-centrica per Alfa, l'Europa è caccapupù, ora se arrivano i dazi cosa si inventa?

Ha fatto cose buone così come ha preso cantonate assurde, Alfa 159, la boutade delle Lancia Chrysler e cose come la 500 in USA mica sono successe sotto la gestione di un altro CEO.

Modificato da gpat
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In my courtyard: 2019 Maserati Ghibli 250cv GranSport, 2017 Alfa Giulia 150cv

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33 minuti fa, TonyH scrive:

Ma 10 anni fa dove vivevate? O all'epoca di Cantarella? Pensavate fosse tutto rose, fiori, piena occupazione, grande qualità e grandi volumi?

 

È il 2018 cavolo, non il 1988.

 

anche sto piagnisteo dell'abbandono del seg.b e c ha da finire.

Dobbiamo metterci in testa che se siamo i primi a NON VOLERLE PAGARE A LISTINO, ma le vogliamo comprare solo km0 scontatissime, quelle auto non avranno futuro.

Volete che FCA vi faccia un'altra Punto? Bene, entrate in concessionaria e compratela senza sconto. Vedete che quella nuova ve la fa (da comprare a prezzo pieno, ovviamente).

Il resto sono solo storie che poi ci si racconta.

Le auto bisogna saperle fare ma soprattutto bisogna saperle vendere. Marchionne l'ho sempre considerato un grande stratega finanziario ma uno scadente conoscitore dell'auto. Non mi sembra che gli altri costruttori di sev A e B siano tutti alla canna del gas, anche perché oltre all A e B fanno anche le CDEFGHI... 

Marchionne ha sventrato le gamme, quel poco che fa lo rinnova a cadenza decennale e logicamente il mercato non apprezza. La, triste realtà è che ormai è troppo tardi per recuperare il tempo perduto. FCA è una di quelle vecchie eccellenze Italiane come Telecom e Alitalia che farà una fine indegna. 

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37 minuti fa, imported_caravaggio scrive:

FCA è una di quelle vecchie eccellenze Italiane come Telecom e Alitalia che farà una fine indegna. 

Telecom e Alitalia sono stati buchi indegni pagati da noi più volte e vivono ancora nell'eccellenza del debito pubblico che abbiamo. Fiat per un periodo ha pure contribuito. il periodo lo ha definitivamente chiuso Marchionne.

 

Fossi in Elkann direi a questi..la punto nuova? pagatela voi, mi date la roba sottocosto e la facciamo.

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Telecom non vive nelle eccellenza del debito da tempo. Ma non è questo il punto. Marchionne in Italia non riesce a mettere insieme una gamma completa e coerente mettendo insieme i pochi modelli che ciascun brand produce. Il pareggio del debito è stato l'unico obiettivo da parte di questo signore a scapito degli investimenti. Si sono fatti appassire tutti i brand Italianinad eccezione di Ferrari adducendo giustificazioni quantomeno fantasiose (il.futuro è il metano, le sw non le vuole nessuno, lancia è un brand che non interessa, "we sucked" lanciando levante è potrei continuare a lungo). Nel frattempo la concorrenza (quella che fa utili) ha occupato tutti i segmenti possibili e se li è inventati dove non esistevano,brindando alle politiche industriali di quello che vuol essere premium non facendo veicoli. 

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telecom quest'anno ne sbatte a casa 4500 e fino a poco tempo fa minacciava di metterne in cassa 30mila per un anno. Con un monopolio di fatto. Eccellenza... 

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CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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41 minuti fa, imported_caravaggio scrive:

 Ma non è questo il punto. 

Con te Caravaggio non è mai il punto......

 

Marchionne ha smesso di chieder soldi a piè di lista e produce quello che gli fa guadagnare in Italia come all'estero. LA concorrenza fa meglio? e comprala, è un mondo libero.

 

La concorrenza in Italia gira al largo come fabbriche, compra un sacco di componentistica magari, ma nessuno implementa una fabbrica.

 

datevi delle risposte da soli.

 

Basta con le eccellenze del passato, non lo sono mai state, lo Stato tappava i buchi. smettiamola di vivere nel mondo dei sogni e di incolpare terzi.

 

 

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