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Giannini Uso 2023


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5 ore fa, indeciso88 scrive:

Rimango molto amareggiato dalla nostra noncuranza davanti a chi (e cominciano ad essere parecchi) spaccia per italianissimi dei prodotti che sono cinesissimi

 

4 ore fa, KimKardashian scrive:

Beh purtroppo è cosi in molti settori e lo sta diventando anche nel mondo dell’auto.
Scooter, elettronica, bicilette, monopattini. Ci piazzano marchi europei.

Per esempio le moto francesi a marchio Mash in realtà sono delle cinesi Qingqi che vengono vendute anche dall’italiana Fantic.

O gli scooter della spagnola Wottan venduti anche col marchio italiano KL Brera sono in realtà i cinesi Taro (Tayrong)

 

 

Se non ricordo male, nel campo della moda ad esempio, è sufficiente cucire le etichette dei vestiti in Italia per poter dire "made in Italy" (o forse era una esagerazione per dire che bastano davvero pochissime fasi della lavorazione per fregiarsi del titolo). In ogni caso è sempre una cosa pessima prendere in giro gli acquirenti.

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9 minuti fa, Melone scrive:

 

 

 

Se non ricordo male, nel campo della moda ad esempio, è sufficiente cucire le etichette dei vestiti in Italia per poter dire "made in Italy" (o forse era una esagerazione per dire che bastano davvero pochissime fasi della lavorazione per fregiarsi del titolo). In ogni caso è sempre una cosa pessima prendere in giro gli acquirenti.

Questo non lo so, peró credo che qui dalla Cina arrivi gran parte e montano in Italia (CKD). Magari la batteria sarà di un altro produttore rispetto il modello cinese originale, o magari cambiano gli interni. Boh

Sicuro è un adattamento di roba cinese.

Dopotutto pure il Piaggio Porter è il cinese Foton Gratour che lo assemblano in Italia con varie modifiche 

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8 ore fa, Melone scrive:

 

 

 

Se non ricordo male, nel campo della moda ad esempio, è sufficiente cucire le etichette dei vestiti in Italia per poter dire "made in Italy" (o forse era una esagerazione per dire che bastano davvero pochissime fasi della lavorazione per fregiarsi del titolo). In ogni caso è sempre una cosa pessima prendere in giro gli acquirenti.

Confermo. Basta che due dei 5 passaggi fondamentali vengano realizzati in Italia per poter scrivere "made in Italy". Etichettare ed imbustare sono già sufficienti.

Sono stato tanti anni con una ragazza che ha un marchio di abbigliamento ed ho visto cose che faccio fatica a raccontare. Ne dico solo una: laboratorio clandestino nel teramano con tanto di pistole sui tavoli e bambini a terra a giocare con resti di stoffe di capi da boutique ammassati come stracci.

Quello dell'abbigliamento è,in assoluto,uno dei settori più marci che esistono nel nostro paese. Purtroppo.

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10 ore fa, libbio scrive:

Confermo. Basta che due dei 5 passaggi fondamentali vengano realizzati in Italia per poter scrivere "made in Italy". Etichettare ed imbustare sono già sufficienti.

Sono stato tanti anni con una ragazza che ha un marchio di abbigliamento ed ho visto cose che faccio fatica a raccontare. Ne dico solo una: laboratorio clandestino nel teramano con tanto di pistole sui tavoli e bambini a terra a giocare con resti di stoffe di capi da boutique ammassati come stracci.

Quello dell'abbigliamento è,in assoluto,uno dei settori più marci che esistono nel nostro paese. Purtroppo.

Non so se le cose siano cambiate nel frattempo, ma sono stato ad un seminario sul made in Italy l'anno scorso e le cose non sono più così semplici. C'è bisogno di una trasformazione sostanziale del prodotto che ne modifichi le caratteristiche per poterlo definire "made in Italy", ed è esplicitato che non ci si può limitare ad operazioni di mero assemblaggio/impacchettamento. Poi che non ci siano controlli è un altro paio di maniche

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per me è carina, la farei rossa o azzurro puffo

 

comoda per un 16enne, la trovo più divertente dei soliti quadricicli, oppure per il centro di certi paesi turistici con strade strettissime. Un'alternativa a un'apetta in pratica. 

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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