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[I leggendari della F1] Renè Arnoux

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Renè Arnoux

“Da noi si dimostrò molto veloce e anche dotato di un'istintiva intelligenza agonistica. Si esaltava nella competizione diretta, quando sentiva giunto il momento di piazzare l'acuto” (Enzo Ferrari, “Piloti, che gente…”)

Il piccolo e sorridente pilota di Grenoble (Francia), che con il suo immancabile barboncino era solito passeggiare su e giù per il paddock, non è certo ricordato negli albi d’oro della Formula 1: non riuscì mai infatti a inserire nel suo palmares il pezzo pregiato, il Campionato del Mondo, e salì sul gradino più alto del podio solo sette volte. Ma sarà senz’altro per sempre nella memoria di tutti gli appassionati per il suo carattere duro e combattivo, e per molte gare da cineteca.

Dopo dieci anni di lavoro come meccanico e la specializzazione in meccanica da competizione, Arnoux fece per due anni il garzone nell’officina del famoso preparatore torinese Virgilio Conrero. In quegli anni l’unica alternativa accessibile per correre furono per lui i kart, dove si mise subito in luce diventando membro del team francese ai Mondiali. Con le monoposto iniziò a correre tardi (e infatti il suo esordio nella massima serie fu alla soglia dei 30 anni), e prima della Formula 1 frequentò la scuola di pilotaggio Renault Elf di Magny Cours, vincendo facilmente la 1° Volant Shell, grazie alla quale potè accedere alla F. Renault nel 1973 con le spese pagate. In questa serie dominò prima il campionato nazionale, poi quello europeo, laureandosi campione d’Europa di Formula 2 nel 1977. In questo modo, finalmente, concluse la sua faticosa salita di categoria in categoria debuttando con la poco competitiva Martini-Ford in F1 nel 1978, che presto abbandonò andando a raggiungere la Renault. La maggior parte dei tifosi di automobilismo lo ricordano ovviamente per lo storico duello ruota a ruota a Digione ‘79 con Villeneuve, pilota che gli assomigliava molto nel modo di guidare, con cui i due oscurarono il seppur storico avvenimento della prima vittoria di un motore turbo in Formula 1 ottenuta dal compagno di squadra di René, Jean-Pierre Jabouille. Arnoux perse quel duello, per soli 24 centesimi di secondo, ma scrisse a lettere indelebili una pagina indimenticabile della F1.

Nel 1980 Arnoux debutta con un ritiro in Argentina, poi vince consecutivamente in Brasile e in Sudafrica, e diventa per la prima volta nella storia della Renault leader della classifica mondiale. Mantenne la posizione di testa fino a Monaco, dove la cedette a Jones che si laureò poi campione a fine stagione. Con l’equipe francese Arnoux corse per quattro anni ottenendo quattro successi, e meritandosi presto la fama di “animale da velocità”, come l’aveva definito Enzo Ferrari. E fu proprio la squadra del drake a volerlo in squadra quando René lasciò la Renault, dove era stato scioccato dalla rapida ascesa a leader della squadra del giovane nuovo arrivato Alain Prost.

Nel suo primo anno nelle fila del Cavallino Rampante ottenne tre successi, vincendo con le 126C2 e C3 i Gran Premi di Montreal, di Hockenheim e di Zandvoort, quattro pole position e il suo miglior risultato nella classifica di Campionato del Mondo, il 3° posto, riuscendo a conquistare presto la fiducia e la simpatia dei suoi tecnici e contribuendo all’ultimo Mondiale Costruttori della rossa prima dell’era Schumacher. Nel 1984 sembrò invece demotivato, con soli due secondi posti (tra cui uno ottenuto a Dallas partendo dall’ultima posizione), e questo portò al suo licenziamento dalla rossa all’inizio dell’anno successivo, dopo un GP del Brasile che lo aveva visto centrare il 4° posto finale, ma anche uscire due volte di pista durante le prove. La sua attività agonistica terminò alla Ligier, dove non ottenne vittorie ma battendosi sempre come poteva e continuando a dar prova di un sempre fortissimo istinto della velocità. Arrivò alla fine alla bellezza di 149 Gran Premi disputati.

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