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Inviato
Ovviamente per radere a zero non intendevo il fallimento ma una procedura simile a quella che sta attraversando l'Alitalia: una sorta d'amministrazione controllata che faccia tabula rasa del passato e risani l'azienda poiché il fallimento propriamente detto, per un gruppo industriale delle dimensioni della General Motors, ne significa la morte certa; soprattutto in una situazione economica come quella attuale.
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Inviato
si scusa in realtà mi sono "attaccato" al tuo post ma non intendevo "controbattere"

Il fatto è che bisogna fare molta attenzione al passare ad una "gestione controllata" (chapter 11), perché gli americani sono "peggio" degli Europei: smettono di acquistare dalle aziende in "gestione controllata".

come biasimarli -> gestione controllata significa che potrebbe chiudere molto velocemente (indipendentemente dal caso specifico)

quindi chi compra rischia....di non avere più assistenza/ricambi sullo stesso in futuro, o addirittura di perdere l'anticipo senza vedersi consegnare il bene stesso.

quoto!! ed infatti la soluzione migliore, se proprio vogliamo salvarle :twisted: sarebbe che i famigerati aiuti non venissero erogati in termini di montagna di cash credit come ipotizzato fin'ora per grantire l'operatività, ma di copertura economico-finanziaria durante il periodo di Chapter 11: lo stato garantirebbe la stessa entità economica, ma erogata a copertura delle garanzie/assistenza sui prodotti.

In questo modo l'azienda può "ripulirsi" con l'amministrazione controllata, uscirne potenzialmente + competitiva, senza perdere il mercato. Chiaramente ci vuole una bunoa campagna di comunicazione a riguardo.

Mi meraviglio che nessuno ci abbia pensato... a volte la soluzione + semplice non è mai presa in considerazione.

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

Inviato
quoto!! ed infatti la soluzione migliore, se proprio vogliamo salvarle :twisted: sarebbe che i famigerati aiuti non venissero erogati in termini di montagna di cash credit come ipotizzato fin'ora per grantire l'operatività, ma di copertura economico-finanziaria durante il periodo di Chapter 11: lo stato garantirebbe la stessa entità economica, ma erogata a copertura delle garanzie/assistenza sui prodotti.

In questo modo l'azienda può "ripulirsi" con l'amministrazione controllata, uscirne potenzialmente + competitiva, senza perdere il mercato. Chiaramente ci vuole una bunoa campagna di comunicazione a riguardo.

Mi meraviglio che nessuno ci abbia pensato... a volte la soluzione + semplice non è mai presa in considerazione.

Inviato
non è che nessuno ci abbia pensato...è che ogni soluzione ha i suoi pro ed i suoi contro.

in più, in questo caso credo che wagoneer perderebbe la "sedia".... ;)

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Inviato (modificato)

Un'altra conseguenza della crisi attuale

Ingorgo di auto invendute, in tilt il porto

Sui piazzali di Bremerhaven 90 mila veicoli nuovi bloccano l’attività

BERLINO — La recessione degli Anni Duemila ha trovato il suo primo, grande ingorgo. Più di novantamila automobili (e il numero cresce) bloccano il porto di Bremerhaven, sul Mare del Nord, il maggiore punto europeo di ingresso e di uscita di veicoli.

Prodotte ma invendute. Rimaste in una terra di nessuno come soldati sorpresi dall'improvvisa ritirata della globalizzazione. Immobili, una accanto all'altra, ostaggi della crisi drammatica dell'industria automobilistica in tutto il mondo. Camion, furgoni e file di automobili, giapponesi, coreane, americane e soprattutto tedesche, Mercedes, Bmw, Audi fino a poche settimane fa oggetto del desiderio nei Paesi ricchi e in quelli poveri. «Non le possiamo muovere —sostiene Detthold Aden, capo di Blg, il gruppo di logistica che gestisce questa attività nel porto tedesco —. Non possiamo lavorarci e nemmeno consegnarle finché non trovano compratori». Possibilità remota, per come si sono messe le cose economiche.

Fino a poche settimane fa, ogni nave che si avvicinava era la benvenuta a Bremerhaven. Ora è un guaio. Quelle che dovrebbero esportare se ne vanno mezze vuote. Quelle cariche che arrivano da fuori Europa non hanno praticamente più spazio per parcheggiare i veicoli nei due grandi piazzali. Lo scorso weekend, la gestione di sette navi è stata un incubo. Tutto è fermo. La Blg ha trovato nuovi spazi in aree vicine, di solito destinate ai container. Ma anche queste sono ormai piene. Altre auto sono parcheggiate su treni, anch'essi immobili in attesa di trovare una destinazione. «E' una situazione difficile, molte auto importate e quelle destinate all'esportazione sono ancora per strada e stanno arrivando qui», dice Aden. Entro Natale, il parcheggio più grande d'Europa arriverà a centomila veicoli e a quel punto non entrerà nemmeno uno spillo, figuriamoci le trebbiatrici e i bulldozer.

Forse, con l'anno nuovo la situazione migliorerà, perché tutte le fabbriche hanno tagliato la produzione. Ma solo forse, perché niente esclude che il crollo delle vendite sia superiore ai tagli già programmati: il porto rischia di collassare. La situazione che si è creata è un collo di bottiglia perfetto della globalizzazione in crisi. Bremerhaven non è un semplice terminale di carico e scarico. Nel caso delle auto, è un ingranaggio fondamentale della moderna logistica dell'industria, quella che non prevede molte macchine sui piazzali delle fabbriche ma movimento continuo dalla produzione ai mercati. Le auto che arrivano—per l'Europa o dall'Europa — vengono portate in due centri tecnologici attigui, pulite e «servite di barba e capelli» come dicono i portuali, in alcuni casi addirittura arricchite con optional.

Di solito, restavano alcune ore a Bremerhaven, al massimo pochissimi giorni, poi partivano, destinate a seconda delle ordinazioni che nel frattempo erano arrivate. Una catena complessa ma efficiente, pensata per ridurre al minimo gli stock. Ora, però, le richieste dai rivenditori e dai concessionari, a loro volta affogati dalle auto non vendute, non arrivano e i piazzali del porto tedesco invece delle 60 mila macchine che di solito transitano sono congestionati da più di 90 mila veicoli che non si muovono. Mercato bloccato come nessuno si era aspettato. Cinque mesi fa, le previsioni dicevano che i mezzi movimentati a Bremerhaven sarebbero stati 2,2 milioni, una crescita di quasi il dieci per cento rispetto al 2007. «Ora prevediamo una riduzione del 25% del numero dei veicoli che transiteranno nel primo quadrimestre del 2009», ammette Ader. Nei mesi successivi, ritengono molti esperti, potrebbe andare peggio.

Ingorgo di auto invendute, in tilt il porto - Corriere della Sera

Modificato da Prestige
Inviato

Crisi: auto, Valeo taglia 5.000 posti lavoro

di ANSA

In Francia 1.600 e in altri paesi europei 1.800

(ANSA) - PARIGI, 17 DIC - Valeo tagliera' 5.000 posti di lavoro, di cui 1.600 in Francia e 1.800 in altri paesi europei. Lo annuncia il gruppo francese. L'azienda di componenti auto, che impiega nel mondo 54.000 persone, precisa che la soppressione di posti di lavoro e' legata alla necessita' di adattare l'organico per 'far fronte al forte calo della produzione auto' e per 'preservare la sua competitivita''. index.asp?articolo=652372&titolo=Crisi%3A+auto%2C+Valeo+taglia+5%2E000+posti+lavoro

Inviato (modificato)

Solito aggiornamento:

AUTOMOTIVE:

§ In response to the further worsening of the market situation, new temporary production halts keep on being announced across Europe: Fiat will close most of its six Italian plants for up to 2 weeks between Jan. and Feb. 2009, VV’s Seat said that between Feb. and Jun. it would halt work at its Martorell plant near Barcelona (employing 5.300 people) for 7 to 29 days, VV’s Škoda Auto will cut its work week to four days in H1 reducing annual production up to 25% and Volvo will halt production with an estimated 20 to 25 stop days in Q1.

§ According to an overview reported by the press, the automotive industry’s crisis has implied (so far) more than 12,500 layoffs in France between 2008 and 2009. The most critic situation regards the two French giant carmakers (Renault and PSA) that, as we already said, are going to totally axe more than 8,400 jobs. Gloomy scenario also for Tyco axing 620 employees further to the closure of the plants at Chapareillan (Rhône-Alpes) and Val-de-Reuil (Haute-Normandie) and Molex axing 330 jobs following the closure of its plant at Villemur-sur-Tarn.

§ Valeo (one of the world's top automotive suppliers with 54,000 employees in 27 countries) has just announced 5,000 layoffs worldwide, of which 3,400 in Europe (1,600 in France). The company said Q4 production dropped by more than 20% and no improvement is expected in 2009.

§ Tyco Electronics, to “maintain a competitive worldwide corporate tax rate and strengthen its presence in Europe”, has announced the move of its legal headquarters from Bermuda to Switzerland (Schaffhausen) -(NDP saranno felici del cambiamento coloro che ci lavorano!!! :D).

Modificato da Acemmi

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