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L'odio per l'elettrico, mito, disinformazione o reale fondamento?


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2 ore fa, xtom scrive:

 

4) Per l’occupazione bisogna considerare anche tutta quella necessaria per installare colonnine, adeguare le infrastrutture di trasporto dell’energia elettrica, installare pale eoliche, impianti fotovoltaici, sistemi di accumulo, che per natura non può essere delocalizzata.

 

Ho cercato di rispondere in modo sintetico, ma tecnico, senza propaganda, ci sono fior di esperti che possono rispondere meglio di me.

 

L’odio non è alimentato dalle poche risposte, ma dalle poche domande che si fa chi spara a zero sull’auto elettrica, senza neanche informarsi, o peggio facendosi disinformare da chi si approfitta dei loro limiti.

 

 

A) mettici dati numerici seri, ne leggo d'ogni, quando le fabbriche chiudono ne lasciano a casa tot da un giorno all'altro, letterale. Tutti dicono (CON NUMERI) che ci saranno tot disoccupati, si possono assorbire, certo, ma una chiusura di fabbrica grande non è indolore MAI, un oche ha montato auto  per 25 anni lo voglio vedere a riqualificarsi come "tecnico di pale eoliche" -se di Mirafiori poi?- o elettricista specializzato in colonnine di ricarica. 

B ) alle pale eoliche , ai pannelli metti pure un bel 20% (minimo) di nucleare da fissione (quindi costruzione centrali nucleari, con annessi e connessi e skills richieste) , dato che le anime belle dell'ecologia senza numeri pensano che una roba del genere (zero petrolio per autotrazione  in 30-40 anni) si faccia  solo con le rinnovabili 

 

A me sta bene tutto, compreso il 2035, basta sapere e dire in giro chiaramente cosa succederà, perché nel 2016 con la Brexit agli inglesi hanno detto che sarebbero diventati ricchi. Non li senti più (e non sono nemmeno più in politica ) quelli, ma le scelte che hanno contribuito ad imporre sono li come macigni sulle spalle della gente.

Modificato da Matteo B.
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On 3/2/2023 at 16:22, A.Masera scrive:

 

Questo non spiega gli insulti gratuiti (lavatrice, elettrodomestico, aspirapolvere, ecc)... sono slegati dall'imposizione.

 

C'è una componente mentale primitiva nell'uomo che rigetta le novità e le denigra perchè non conoscendole ha principalmente paura.

Secondo me stai esagerando, insulti, uomini primitivi e quant’altro per un tipo di alimentazione?

L’auto elettrica ha degli evidenti limiti, per te non lo sono? Siamo contenti, ma non puoi imporre la tua scelta giusta a tutti.

 

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1 ora fa, 1happydream scrive:

Ma anche no...uno che sostiene che la produzione di CO2 ENTROPICA sia la causa principale del cambiamento climatico ( cambiamenti insiti nei CICLI SOLARI)....

https://www.alessandroratti.com/valutazione-incidenza-attivita-umana-sul-surriscaldamento-terrestre/

Ok mi tiro immediatamente fuori. Non ho intenzione di perder tempo con gente che mette in discussione la scienza (nello specifico un esponente del CNR) e che rappresenta uno dei più importanti studiosi italiani con tale Roatti non è per me. Non ci riesco. È un mio limite quindi preferisco lasciar perdere. 

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55 minuti fa, Matteo B. scrive:

 

A) mettici dati numerici seri, ne leggo d'ogni, quando le fabbriche chiudono ne lasciano a casa tot da un giorno all'altro, letterale. Tutti dicono (CON NUMERI) che ci saranno tot disoccupati, si possono assorbire, certo, ma una chiusura di fabbrica grande non è indolore MAI, un oche ha montato auto  per 25 anni lo voglio vedere a riqualificarsi come "tecnico di pale eoliche" -se di Mirafiori poi?- o elettricista specializzato in colonnine di ricarica. 


Ecco i numeri seri, la produzione di auto in Italia è scesa da quasi due milioni del 1989 a meno di 400 mila del 2012, ovvero perdita di posti di lavoro ben prima dell’auto elettrica.image.thumb.png.4bd0e9df2ad424209bcea246067899b4.png

 

Nel frattempo nel resto del mondo

image.png.7b3118854ba0d83d19827ac045ebd32d.png

 

A proposito di occupazione mi aveva colpito alcuni mesi fa questa notizia, facilmente strumentalizzabile in chiave anti elettrico

 

Cita

La Mahle, azienda che produce pistoni per l’automotive con due sedi in Piemonte, a La Loggia e a Saluzzo, sta patendo una grave crisi.
Il rischio per l’azienda è di dover dover chiudere e trasferire la produzione in Polonia.
450 sono i dipendenti operativi delle due sedi piemontesi , in particolare 380 nello stabilimento di La Loggia e 70 a Saluzzo. E i lavoratori minacciano unosciopero di 8 ore.

E’ stato un anno difficile per l’azienda, che ha visto precipitare ulteriormente le cose a maggio: gli stabilimenti non hanno più fornito Fca e la dirigenza di Mahle è ricorsa alla cassa integrazione. Da quel momento non ci sono stati piu’ incontri con le istituzioni.
La Mahle è un’altra vittima della crisi dell’automobile che nella regione Piemonte ha visto un drammatico calo della produzione: -80 % negli ultimi dieci anni.

 

 

Pochi mesi dopo mi sono imbattuto in questa notizia

 

Cita

L'impegno di Mahle sul fronte della transizione ecologica presenta un nuovo frutto. Si chiama SCT (sigla che sta per Super Continuous Torque) ed è un motore elettrico dalle dimensioni contenute, in grado di funzionare continuativamente senza alcun problema al 90% della sua potenza massima. Il che vuol dire garantire prestazioni elevate senza sforzi o rischi di usura. 


Quindi la Mahle non produce solo pistoni, ma già da tempo ha diversificato la produzione, se un prodotto è meno richiesto può impegnare la propria forza lavoro per produrne un’altro che è più richiesto a causa della transizione.

 

Un’officina meccanica può anche essere riconvertita per produrre ingranaggi per pale eoliche o per strutture per orientare i pannelli solari, un reparto scocche può essere riconvertito per produrre involucri metallici di colonnine o batterie. A Mirafiori oltre alla 500e vengono prodotti anche i suoi pacchi batteria.

 

 

1 ora fa, Matteo B. scrive:

A me sta bene tutto, compreso il 2035, basta sapere e dire in giro chiaramente cosa succederà, perché nel 2016 con la Brexit agli inglesi hanno detto che sarebbero diventati ricchi. Non li senti più (e non sono nemmeno più in politica ) quelli, ma le scelte che hanno contribuito ad imporre sono li come macigni sulle spalle della gente.


Non voglio buttarla in politica, ma la Brexit è stata portata avanti dai conservatori, che sono proprio quelli che in Gran Bretagna e altrove sono più contrari alla transizione ecologica e alle auto elettriche.

 

Difendere i pistoni è come la Brexit, si rischia di trovarsi isolati dal mondo, che nel frattempo è andato avanti.

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33 minuti fa, xtom scrive:


 

 

....

Quindi la Mahle non produce solo pistoni, ma già da tempo ha diversificato la produzione, se un prodotto è meno richiesto può impegnare la propria forza lavoro per produrne un’altro che è più richiesto a causa della transizione.

 

Un’officina meccanica può anche essere riconvertita per produrre ingranaggi per pale eoliche o per strutture per orientare i pannelli solari, un reparto scocche può essere riconvertito per produrre involucri metallici di colonnine o batterie. A Mirafiori oltre alla 500e vengono prodotti anche i suoi pacchi batteria.

...

Interessante questo caso della Manhle ma mi pare di non aver letto da nessuna parte che questo SCR lo producano nella fabbrica di pistoni. Quanto a Mirafiori e al suo assemblaggio batteria dubito fortemente che questa attività riesca a riassorbire e/o riconvertire tutte le maestranze già presenti. Pertanto il problema della riconversione è meno banale di come lo dipingi e molto probabilmente è una cosa che non potrà essere gestita solo ed esclusivamente dal mercato.

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1 ora fa, xtom scrive:

Quindi la Mahle non produce solo pistoni, ma già da tempo ha diversificato la produzione,

 

...senza dubbio ci sono molti fornitori che provano di cambiare/diversificare i loro prodotti. In caso Mahle, bene, hanno sviluppato un motore elettrico, ma quale OEM compra questi motori? Mercedes, BMW, Stellantis...tutti fanno i loro motori elettrici lo stesso in casa (con molto meno man power come prima i motori ice per lo stesso volume). Mahle come si sente qui in Germania e uno dei casi, dove non e sicuro se sopraviveranno la transizione, al momento sono poco davanti un fallimento.

 

 

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1 ora fa, xtom scrive:


Ecco i numeri seri, la produzione di auto in Italia è scesa da quasi due milioni del 1989 a meno di 400 mila del 2012, ovvero perdita di posti di lavoro ben prima dell’auto elettrica.image.thumb.png.4bd0e9df2ad424209bcea246067899b4.png

 

Nel frattempo nel resto del mondo

image.png.7b3118854ba0d83d19827ac045ebd32d.png

 

A proposito di occupazione mi aveva colpito alcuni mesi fa questa notizia, facilmente strumentalizzabile in chiave anti elettrico

 

 

 

Pochi mesi dopo mi sono imbattuto in questa notizia

 


Quindi la Mahle non produce solo pistoni, ma già da tempo ha diversificato la produzione, se un prodotto è meno richiesto può impegnare la propria forza lavoro per produrne un’altro che è più richiesto a causa della transizione.

 

Un’officina meccanica può anche essere riconvertita per produrre ingranaggi per pale eoliche o per strutture per orientare i pannelli solari, un reparto scocche può essere riconvertito per produrre involucri metallici di colonnine o batterie. A Mirafiori oltre alla 500e vengono prodotti anche i suoi pacchi batteria.

 

 


Non voglio buttarla in politica, ma la Brexit è stata portata avanti dai conservatori, che sono proprio quelli che in Gran Bretagna e altrove sono più contrari alla transizione ecologica e alle auto elettriche.

 

Difendere i pistoni è come la Brexit, si rischia di trovarsi isolati dal mondo, che nel frattempo è andato avanti.

No ,anche da Corbyn, che vedeva i sondaggi in cui la working class del Nord era strafavorevole, non ha fatto veramente battaglia per il remain, tra l'altro la Brexit è stata votata democraticamente , ste cose invece si calano dall'alto.

 

Per favore , non citarmi la produzione di auto italiane ,specchio del declino pluridecennale di questo paese. Anzi no , fai bene, perché si rischia questo su scala continentale 

 

Ripeto ,a me sta bene, ma avremo  almeno un milione di disoccupati in più dello scenario migliore, poi che con la demografia negativa non serviranno più tanto gli operai ok, ma le cose vanno dette chiaramente.

 

In non difendo nulla, ma dire che sarà senza danni collaterali  è semplicemente dire che la Brexit sarà un successo.

 

E poi non facciamo i conti con la Cina, cioè  in questi scenari si ipotizza che la produzione di auto elettriche rimarrà saldamente in mano europea come oggi, cosa che molti esperti dicono che assolutamente non succederà.

 

La mia impressione è che l'operazione andrà come è andato il mercato del tessile di basso e medio costo e dell'elettronica di consumo, si sono persi una marea di posti di lavoro di qualità con delocalizzazioni in Cina &Co ,

Checchè se ne dica la manifattura oggi  in Italia non è schiavismo o pessime condizioni, ma un buon stipendio e un lavoro di buon livello 9 volte su 10.

 

Schiaviso e pessime condizioni sono da cercare in altri ambiti, e sono 7 volte su 10  "lavori nuovi" se ci badate. 

Modificato da Matteo B.
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  • Grazie! 3
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Però non possiamo neanche dire che per legge in Italia non si potevano vendere televisori LCD o macchine fotografiche digitali, per mantenere in vita le fabbriche italiane di tubi catodici e pellicole, che sono state chiuse.

 

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