Che pezzi di mèrda....

L'episodio è accaduto domenica durante la partita con il Rieti

Piero Andreotti, 44 anni, è la mascotte della squadra

Venturina, è troppo lento

Espulso raccattapalle down

LIVORNO - Il suo è un volto noto. Una faccia che gli appassionati tifosi del Venturina conoscono bene. Tutte le domenica, nelle partite casalinghe, Piero Andreotti si improvvisa raccattapalle. Ma, domenica scorsa, le cose non sono andate per il verso giusto. Piero è stato invitato dall'arbitro a uscire e ad andare in tribuna, su richiesta della squadra avversaria: il Rieti. Andreotti infatti è down e sembra che la rimessa in campo delle palle sia apparsa agli avversari troppo lenta, da qui la richiesta di sostituirlo.

Evidentemente i giocatori del Rieti, ipotizza il Tirreno che ha pubblicato la notizia, devono aver pensato che dietro quella lentezza nel rimettere in campo le palle ci fosse della malizia. Così, tra il primo e il secondo tempo, l'arbitro Davide Maiolani, di Lugo di Romagna, è entrato negli spogliatoi del Venturina per comunicare ai dirigenti che Piero non poteva rientrare in campo alla ripresa della gara. "Non è gradito alla panchina avversaria" è stata la spiegazione. E' toccato poco dopo al direttore sportivo del Venturina , Valerio Olmi, accompagnare Piero Andreotti in tribuna, tra le poltroncine dei distinti. "Il Rieti ha vinto perché è stato espulso un down - attacca il presidente toscano Renato Cerboneschi - Non c'era affatto malizia Piero non voleva certo avvantaggiare la nostra squadra".

Piero, 44 anni, vive a Venturina con una delle sue sorelle. Orfano di entrambi i genitori, passa l'inverno a Venturina con Antonietta, mentre l'estate in Sardegna, dove vive un'altra sorella. A Venturina lavora ed è inserito nella vita sociale. Abita di fronte allo stadio Santa Lucia. La domenica si diverte a bordo campo. Per lui è una passione. Dietro la quale, qualcuno, ha voluto vedere una dose di malizia. E così Piero la partita l'ha dovuta vedere dalla tribuna.

(19 ottobre 2004)

Assolutamente vergognoso, non ho parole.

Spero vivamente che la squadra ospite non abbia capito la situazione e che abbia commesso una gaffe enorme... altrimenti mi vergognerei di tifare una squadra del genere!

Spero vivamente che la squadra ospite non abbia capito la situazione e che abbia commesso una gaffe enorme... altrimenti mi vergognerei di tifare una squadra del genere!

sena parole,mi vergogno per loro!!

Che deficienti!!

Triste davvero!

da LA STAMPA (scusate se non è farina del mio sacco...ma tant'è)

Down lenti, polemiche immobili

20 Ottobre 2004

di Massimo Gramellini

Esistono alternative alla disputa fra «politicamente corretto» e «culattoni», sinistra snob e destra becero-bigotta che sembra aver monopolizzato il dibattito? L'interrogativo si ripropone dopo la vicenda del raccattapalle «down» di Venturina-Rieti, fatto allontanare dall'arbitro su richiesta della squadra ospite perché riconsegnava il pallone con troppa lentezza. Fulmineo è partito il tiro incrociato dell'indignazione e della zuffa, col diessino Fabio Mussi a chiedersi «dov'è finito lo spirito sportivo», anziché cosa ci faceva in quel ruolo una persona palesemente inadatta al compito. Sergio Pirozzi, allenatore del Rieti e consigliere provinciale di An, non ha neppure preso in considerazione l'ipotesi di rispondere a Mussi sul merito, preferendo la tipica manovra diversiva all'italiana: «Pensi piuttosto a far abbattere le barriere architettoniche».

Il risultato di queste polemiche bipolari è la sostituzione del senso comune col luogo comune, quel trionfo di superficialità arrogante e parolaia che produce solo paralisi e sta affossando l'Italia con la forza di cento Finanziarie. Per fortuna esistono ancora i Pierluigi Matteini, presidente di un'associazione di «down» e capace di riportare la questione al suo nucleo, che non è l'umiliazione inflitta al disabile, ma l'averlo messo nelle condizioni di subirla, facendogli fare il raccattapalle pur sapendo che «una caratteristica dei down è la lentezza». Voci di un'Italia sensata, competente: isolarle dal frastuono resta l'unica salvezza, ma è sempre più dura.

Questo giornalista mi pare che per spegnere l'icendio ha scambiato la tanica dell'acqua con quella della benzina.

Il becero che affossa l'Italia a botta di polemiche inutili e luoghi comuni mi pare che sia lui.

Un conto è decidere di non dare il ruolo di raccattapalle ad un Down, altro conto è umiliarlo a metà partita dopo averglielo dato.

Ed è di quest'ultima cosa che l'Italia sta parlando;non di altro.

L'indignazione popolare, qualunquisa, da beceri ignoranti e da cani e porci è più che legittima.

Le seghe mentali di un intellettuale parecchio rinkoglionito sono invece fuori luogo.