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[Mai Nate] Prototipi Lancia mai realizzati


PaoloGTC

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8 ore fa, Aymaro scrive:

mmh, secondo me fai confusione, la Suagnà era su base fiat e riprendeva il filone dei concept fatti dai vari carrozzieri del torinese su base della nuova fiat appena presentata, poi in seguito credo fu proposta a Fiat e si esploro anche la possibilità di farla su base Lancia (si provò anche a fare una Fulvia su base 199...) ma non se ne fece niente,. ma venne prima quella su base Fiat

Era un tentativo fatto in corso allamano che in quegli anni boccheggiava , le slide interne parlavano di una CC Lancia ma , torno a dire , parliamo di quelli che in gergo chiamano babboccetti , schizzi, studi di fattibilità per attrezzature, dovevano fare dei budget di costo per capire quanto sarebbero costate le attrezzature , si sapeva che la base sarebbe stata GPunto ma purtroppo non se ne fece niente ed + OT in quegli anni provarono a piazzare un piccolo coupè a diversi produttori e presero picche da tutti

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Inviato (modificato)
9 ore fa, giopisca scrive:

OT

Ma Fumia è un grande designer sottovalutato oppure uno che ha delle idee ( simmetrie ) che vuole applicare ovunque? chiedo da poco informato quali sono i suoi progetti? il suo fiore all'occhiello ecco

 

9 ore fa, giopisca scrive:

 

 

Enrico (che è un caro amico per me, ma questo in passato non mi ha impedito di dirgli "Enrico, eccheccatzz..." :) in alcune occasioni in cui l'ho visto partire in quarta quando magari era il caso di tenere un profilo un po' più basso) è una persona col suo bel caratterino.

Personalmente, al di là dell'amicizia, lo ritengo un grande designer. Le idee che ha avuto, specialmente durante il suo periodo d'oro, sono sotto gli occhi di tutti.

164, Y e i GTV/Spider 916 nascono dalla sua mano. Non si tratta di casi in cui una vettura è nata da più mani ed oggi non si riesce a capire chi ne sia il padre. Andando a guardare i suoi bozzetti e le relative date (bozzetti disegnati da LUI, anche di sera e di notte, a casa... soprattutto 164, e non da qualcuno per lui - come succede con altri... e mi fermo qui - troviamo le vetture che abbiamo conosciuto e che ancora oggi apprezziamo).

 

Poi - non è un mistero - la sua creatività ha preso una strada che non ha incontrato più i favori di chi doveva decidere cosa produrre, e ritengo che sia stato giusto così. Perchè ad un certo punto - non lo nascondo, è un amico ma la schiettezza e la sincerità sono due cose che ci accomunano - le sue proposte, sicuramente sempre originali, non erano più "anche" WOW.

La banalità non ha mai, ripeto MAI  fatto parte del suo lavoro. Solo che c'è stato un periodo in cui essa era fatta anche di, non dico bellezza, che quella è soggettiva, ma di fascino per l'occhio di chi doveva prima decidere di produrre e poi acquistare.

164 ne è l'esempio. Non c'era nulla di banale in lei, è stata un grande lavoro di stile, originale da targa a targa ed anche bellissima, per tutti o quasi.

Le tre vetture che ho citato credo siano sufficienti a posizionare Enrico nel mondo dei grandi designer. Sono "la Uno, la Delta, la Thema" di Enrico Fumia.

Detto ciò, ha poi proposto anche tante cose molto meno belle, e col passare degli anni si è arroccato in una posizione antipatica a molti, ma tutto ciò a mio parere è nato in seguito a diverse ferite inflittegli dal mondo del design e da certi personaggi che lui con gran ragione spesso definisce "soloni" o "str..zi cromati".

Certo, è solo la mia campana a suonare e bisognerebbe conoscere molte vicende che tramite diverse chiaccherate confidenziali ho potuto quasi "vivere"... per cui non voglio dire che la mia opinione su Enrico sia da prendere come l'unica corretta.

Mi limito a dire che Enrico oggi è un designer che cova parecchia rabbia, e la maggior parte di essa è ampiamente giustificata.

Modificato da PaoloGTC
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"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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  • 2 mesi fa...

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Marchionne aveva una Delta integrale, ma quando - nel 2014 - si trattò di decidere chi tra Alfa e Lancia doveva sopravvivere la scelta cadde sul Biscione: “La Lancia è un brand che non ha storia né in Europa né negli Usa, senza alcun valore sul mercato internazionale. Abbiamo provato in tutti i modi, ma non c'è speranza: resterà nel mercato italiano e vedrà progressivamente contrarsi i propri volumi produttivi. Senza investire miliardi non riusciamo a darle quella credibilità che le garantisca la sopravvivenza. Mi spiace, ma in tempo di crisi bisogna fare delle scelte". Se l'intenzione del manager di sacrificare la Lancia per puntare sull'Alfa è rimasta nella storia, pochi, o forse nessuno, sa che in seguito a quell'annuncio FCA - allora si chiamava così - ricevette un'offerta alquanto seria per vendere il marchio considerato superfluo. Nell’editoriale di Ruoteclassiche racconto la storia della cordata che ebbe la pazza idea di dare un nuovo futuro alla Lancia. Tra loro, Daniele Audetto, una serie di imprenditori di peso (tutti italiani) e pure Fabrizio Giugiaro, a cui venne chiesto di immaginare un paio di modelli. La cosa non si realizzò, forse perché Marchionne temette che dietro i capitani coraggiosi ci fosse qualcun altro a cui il brand poteva far comodo. E la mente corre subito a un analogo ricorso storico: alla fine degli anni 50, le figlie di Vincenzo Lancia si erano accordate con la Mercedes per vendere le loro quote, ma alla fine il marchio di Borgo San Paolo finì ai Pesenti, che avanzavano un sacco di soldi per la costruzione del grattacielo Lancia. L’editoriale di Ruoteclassiche di agosto.

 

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