Oil for food, Fiat paga 13 milioni

Oil for food, Fiat paga 13 milioni

Fiat pagherà 17,8 milioni di dollari (circa 13 milioni di euro) nell'ambito di due accordi extragiudiziali per chiudere l'indagine sul caso Oil for food, lo scandalo delle tangenti pagate da centinaia di aziende all'Irak nell'ambito del programma di aiuti dell'Onu ai tempi di Saddam Hussein. Il caso, portato alla luce dal rapporto Volcker nell'ottobre del 2005, vedeva coinvolte anche Cnh e Iveco del gruppo Fiat. All'epoca queste ultime avevano detto di aver condotto approfondite analisi interne e di non aver riscontrato alcun pagamento illegale nell'ambito del programma citato. Nel luglio del 2006 era scesa in campo la Sec; l'autorità Usa di controllo sui mercati ha accusato Iveco e Cnh di aver pagato tra il 2000 e il 2003 un ammontare complessivo di 4,3 milioni di dollari di tangenti in relazione alla vendita all'Irak di beni rientranti nel programma Oil for food.

A due anni di distanza arrivano i due accordi extragiudiziali: per quanto riguarda la parte civile, Fiat – fa sapere la Sec – «ha consentito, senza ammettere o negare le accuse, a un accordo finale» in base al quale restituirà 5,3 milioni di dollari di profitti più 1,9 milioni di interessi, e pagherà una multa di 3,6 milioni. A ciò si aggiunge l'intesa raggiunta con il Dipartimento della Giustizia per chiudere la parte penale del caso – accordo che prevede il pagamento di un'ammenda di altri 7 milioni; secondo il Dipartimento, «Fiat ha ammesso la responsabilità per le azioni delle aziende controllate». Accordi simili erano già stati raggiunti con le autorità Usa da Volvo e Siemens, tra le altre.

La Sec ha detto di aver «considerato i rimedi prontamente presi da Fiat e Cnh e la cooperazione fornita dalle aziende all'indagine». «Gli accordi raggiunti – commenta Fiat – sanciscono la conclusione di una vicenda spiacevole che ha coinvolto il gruppo molti anni fa. I fatti si riferiscono a un governo attualmente non più in carica, e cosa più significativa il gruppo Fiat ha posto in essere rigorose e sistematiche verifiche interne e severi programmi di controllo ai quali tutte le società del gruppo si attengono rigidamente»