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Gm venderà Opel a Magna ? [era: FIAT acquisterà OPEL?]


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Un pò come è stata la trasizione di Alitalia con il prestito ponte, vedremo in seguito

Le 5 iniezioni hanno questo scopo:

- pilot: ridurre rumorosità, vibrazioni, stress meccanico generati dalla main - Heritage

- pre-main: ridurre NOx - 5 dadi

- main: principale..... - Tre bocchette tonde

- post-main: ridurre PM10 - Quadrilatero

- last: favorire la rigenerazione del DPF

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Guest EC2277
Caso Opel, la «resistenza» preventiva dei tedeschi.

Non si scappa. O il Belpaese ha italianizzato il resto del mondo, o tutto il mondo è Paese. Il nostro. Forse sono veri entrambi gli assiomi, anche se gli italiani, solitamente afflitti da un inspiegabile e masochistico complesso di inferiorità nei confronti di tic, culture, tendenze, calciatori, allenatori, modi di pensare e giudizi provenienti dall’estero, propendono per il primo corno del dilemma: sarebbe la Penisola la moneta cattiva che corrompe la moneta buona.

Esaminiamo il caso Opel. I tedeschi sono noti, nella storia e nelle barzellette, per essere un popolo tutto d’un pezzo: A significa A e B vuol dire B. Non scherzano, i tedeschi, neppure quando giocano al pallone, figurarsi negli affari. La parola è parola. Eppure, nonostante l’annuncio di nozze, il matrimonio tra Opel e Magna (gruppo austro-canadese) dev’essere ancora nella fase primordiale, dal momento che il portavoce della Merkel ha fatto sapere che il governo di Berlino è «aperto ad ogni offerta». Come: ad ogni offerta? Ma nell’asta tra Fiat e Magna non aveva prevalso la seconda? Bah. Sta di fatto che Opel e Magna, a detta dei governanti teutonici, sono alle prese ancora con i preliminari. E i preliminari, si sa, non è detto che approdino all’atto definitivo.

Si fossero comportati gli italiani di Fiat con una logica più speculativa che industriale, più politica che economica, la critica nazionale e internazionale li avrebbe condannati al rogo (metafora). Ma siccome a guidare le danze era la Cancelliera, nessuno ha trovato da ridire sulle sue scelte, a cominciare dalla decisione sulle proposte d’acquisto, la cui valutazione effettiva non dovrebbe essere affidata alle lenti dei politici. Invece il primo ministro germanico ha voluto dire l’ultima parola su un bene di proprietà di un gruppo americano. Obiezione: i governi di Berlino e Washington avevano dato tanti di quei soldi a Opel e General Motors da aver acquisito il diritto di decidere per tutti. Ok. In effetti a leggere le cronache della trattativa Opel-Fiat si direbbe che sia andata così, e che i criteri extraeconomici abbiano orientato la scelta della Merkel assai più delle analisi industriali. Insomma, la sentenza finale, anche in Germania, l’ha pronunciata la politica, non il management (sia pure screditato) del Gruppo. Cosicché anche la Germania si è italianizzata, alla faccia del mercato comune. Ma è giusto che solo all’Italia debba essere riservato il termine dispregiativo di Italietta, quasi che fosse l’unica pecora nera del gregge supersviluppato?

Si intuiva da lunga pezza che anche se Sergio Marchionne avesse potuto mettere sul tavolo del negoziato con i tedeschi persino la titolarità del Colosseo, di Palazzo Pitti e della Reggia di Caserta, i manager di Opel non avrebbero accettato il «declassamento» a dipendenti della famiglia torinese. I tedeschi non avrebbero mai accolto l’offerta sabauda, nemmeno se l’amministratore delegato della Fiat avesse aggiunto il cartellino di Gigi Buffon. Per la Germania, l’Italia, infatti, rimarrà per sempre il Paese delle vacanze, non già quello di nuovi possibili padroni.

Anche il presidente Obama sta operando all’italiana. Solo che, quando gli investimenti pubblici li fa lo Stato italiano la cosa non va mai bene, quando invece li promuovono i governi stranieri nei loro Paesi, il fatto è salutato, spesso, come un esempio di vitalità del sistema.

L’esterofilìa, poi, dilaga nel mondo del pallone come l’acqua di una diga bucata. Al portoghese Josè Mourinho, che pure, secondo Giampiero Mughini è un genio che tocca vette michelangiolesche, si perdona qualsiasi fesseria. Ai tecnici italiani, che pure non sono un plotone di imbecilli, non si condona pressoché nulla. Idem nella compravendita dei giocatori. Se Kakà va via dal Milan per una cifra spropositata s’inneggia al tentativo del Real Madrid teso a costruire una squadra imbattibile. Se, invece, fosse una società italiana a investire un mucchio di soldi su un divo del pallone scatterebbe il solito processo (non solo nella trasmissione di Aldo Biscardi). Se le squadre italiane spendono, sono dissennate. Se non spendono, sono peggio che micragnose. Viceversa, le società sportive straniere sono brave e giudiziose a prescindere.

La verità è che sono gli italiani i primi a disistimare se stessi. Ovvio che i tedeschi, che già non ci soffrono, aggiungano un carico da undici. Tutto poteva accadere. Che George Bush junior stringesse la mano a Bin Laden, o che il regista Tinto Brass si ritirasse in convento. Ma non che la Primadonna di Germania consegnasse l’Opel ad un guidatore italiano. Infatti non è accaduto.

Giuseppe De Tomaso

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno on the web

C'è un avvocato tra gli autopareristi?

No, perché a leggere l'articolo mi sono scorsi davanti agli occhi certi interventi miei, di Lanciaboxer e di altri (diciamo di circa i 3/4 degli utenti di questo forum) percui una bella causa affinché ci corrispona i diritti d'autore mi pare che ci stia tutta. :D

Quest'articolo è invece una sorta di punto della situazione che però aggiunge due o tre cosette interessanti percui ho deciso di postarlo lo stesso.

Ancora polemiche; stampa, Fiat si sente 'ingannata'.

BERLINO (awp/ats/ans) - La Fiat sarebbe ancora interessata all'acquisizione della Opel, anche se - secondo la stampa tedesca - si sente "ingannata" e "raggirata" dal governo della cancelliera Angela Merkel (Cdu) sulla vendita della controllata General Motors (Gm) al gruppo austro-canadese Magna.

Proseguono così le polemiche su un'operazione che sembra nessuno abbia ancora digerito, né nel mondo della politica, né in quello dell'industria.

Tanto che, sulla scia del malumore emerso negli ultimi giorni all'interno della stessa Unione, la Merkel si è precipitata a sottolineare - martedì - che la lettera d'intenti siglata fra la Gm e la Magna non è vincolante. Da parte sua, il portavoce del governo - Ulrich Wilhelm - ha fatto sapere ieri che Berlino rimane "sempre aperto" ad altri candidati. Concetto ribadito oggi dal vice ministro dell'Economia Jochen Homann. Come dire: i giochi non sono ancora fatti, quindi è presto per criticare.

E oggi, si è aggiunto un altro capitolo alla saga-Opel. Secondo il quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung, sia la Fiat, sia il costruttore cinese Baic, rientrerebbero volentieri in gara se l'accordo con la Magna sfumasse.

Il giornale rivela che il super-consulente Roland Berger ha già parlato dell'interesse del Lingotto al ministro dell'Economia, Karl-Theodor zu Guttenberg (Csu), durante lo scorso fine settimana.

La Fiat, quindi, sarebbe pronta a sedersi di nuovo al tavolo con la Merkel. Anche se, scrive la Sueddeutsche, si sente "ingannata" e "raggirata" dal governo tedesco. Ad irritarla, spiega il quotidiano, sarebbe stata la decisione di Berlino di versare alla Opel una prima tranche di 300 milioni di euro del finanziamento ponte da 1,5 miliardi di euro.

Secondo gli accordi, infatti, questi 300 milioni di euro sarebbero dovuti arrivare dalla Magna stessa, che già si era offerta di pagarli. La somma, scrive il giornale, era stata posta come condizione irrinunciabile dal governo tedesco sia alla Fiat, sia alla sua concorrente, che avrebbero dovuto dimostrare così il loro reale interesse per il costruttore di Ruesselsheim.

Il rifiuto da parte degli italiani di mettere sul tavolo questi fondi, commenta la Sueddeutsche, avrebbe determinato la loro esclusione dalla gara. "Questa soluzione avremmo potuto offrirla anche noi", direbbe adesso il Lingotto, secondo quanto riporta la Sueddeutsche. Da Torino, aggiunge il giornale, si parla inoltre di partita "con carte da gioco truccate".

Mentre proseguono le polemiche, Gherman Gref, il presidente della banca russa Sberbank alleata alla Magna, ha detto che i due partner daranno 500 milioni di euro alla Opel nell'ambito dell'accordo di massima firmato all'alba di sabato scorso. "L'operazione avverrà in modo proporzionale alle quote detenute, noi il 35%, Magna il 20%", ha spiegato da San Pietroburgo.

Ma la Sberbank, ha aggiunto, non intende restare un investitore strategico di lungo termine nella Opel: la banca venderà la sua quota dopo che la Magna attuerà il piano di ristrutturazione della casa automobilistica. Un piano che, secondo il quotidiano Frankfurter Rundschau, prevede obiettivi ambiziosi, ma anche grandi sacrifici.

La Magna stima infatti per la Opel un utile di 1,2 miliardi di dollari entro il 2014, rispetto a una perdita di 2,1 miliardi di dollari attesa per quest'anno. La strada per arrivare a questo risultato non sarà facile, in particolare per i lavoratori, ai quali verrà chiesto di contribuire per 300 milioni di dollari sotto forma di riduzioni dei costi.

Ma non è tutto: la Magna, che finora aveva parlato di circa 10mila esuberi a livello europeo, prevedrebbe invece di tagliare 11.600 posti di lavoro su un totale di 50mila (inclusa Vauxhall), fra operai (9.500) e personale nelle attività di amministrazione e vendita (2.100).

Fonte: Ancora polemiche; stampa, Fiat si sente 'ingannata' - swissinfo

Ed intanto l'assordante silenzio della FGA continua.

Modificato da EC2277
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Ed intanto l'assordante silenzio della FGA continua.

Non so se mai verrà fuori, ma non possono dire quello che c'è dietro davvero. Si rischia la disgregazione della UE proprio nei principi di base.

Vediamo se la cosa si aggiusta "fisiologicamente" secondo i dettami dei "sani principi dell'economia di base" oppure si continua con questa farsa dettata dai due padroni...

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

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I Rosacroce sono il mio pane, potevo insegnare sugli Illuminati prima che Daniele Marrone capisse che sapeva scrivere :D

Scherzi a parte nessun complotto, e per lo spunto prova a considerare che noi abbiamo avuto il Piave con eroismi e sacrifici, loro qualcosa del genere a livello industriale nel settore ;) solo che qua non ci sono eroismi o sacrifici ma solo protezionismo puro imposto dal "basso" e maldigerito dal governo.

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si a spanne la cosa mi è abbastanza chiara, certo che per protezionismo rischiare di affossare un'industria di quelle dimensioni va oltre il cinismo.. ogni giorno che passa l'acquisto di magna pare sempre di più una barzelletta.

Io punto ancora il mio euro sullo smembramento a favore della sacra triade crucca nel medio periodo, ma la cosa rischia di non essere indolore sul fronte occupazionale

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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Io punto ancora il mio euro sullo smembramento a favore della sacra triade crucca nel medio periodo, ma la cosa rischia di non essere indolore sul fronte occupazionale

pero' cosa possono smembrare ? Il marchio e' unico e non e' divisibile e non si puo' parlare come si fece ai tempi della crisi in fiat di vendere separatamente i 3 marchi auto, magari iveco o magneti marelli

potrebbero eventualmente dividere uno stabilimento a quelli di stoccarda uno a quelli di monaco ma che vantaggio avrebbero quelli della triade ?

e anche a livello di gamma, mica possono dare la corsa a mb, l' astra a bmw e così via...

la sensazione che ho e' che il governo tedesco abbia spalleggiato apertamente magna sperando di convincere in questo modo fiat a fare un' offerta migliore in modo da poter salvare la faccia di fronte agli elettori.

Il bluff pero' gli si e' rivoltato contro perche' fiat si e' fatta da parte e loro sanno benissimo che con magna non e' che ci siano tante garanzie per il futuro.

ecco perche' ora stanno tentando un clamoroso dietro front sperando che fiat abbocchi.

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a questo livello credo poco plausibile un tentativo del governo di far alzare l'offerta da parte di fiat, perchè i tempi sono sballati. Non avrebbero annunciato la chiusura delle trattative salvo aprire uno spiraglio così ambiguo.

Gli unici dati di fatto sono al momento:

- la presunta riapertura delle trattative

- le feroci divisioni della politica tedesca

- l'assoluta oposizione dell'automotive tedesco a far entrare nel proprio mercato fga

la battaglia continuerà a giocarsi attorno a questi punti

il fatto che il gruppozzo non proferisca parola è sintomo che niente è definito e le cose sono molto più complicate di quanto trapeli.

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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