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Retrospettive - Talbot Simca Chrysler


Claudjos

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Un saluto a tutti/e.

Io sono un neo-utente di “Autopareri” e sono molto felice di essere entrato, a far parte di questo forum, dedicato all’automobile.

Fatta questa doverosa e rispettosa “divagazione” di presentazione, vorrei subito aprire la mia prima “discussione” e fare premessa che nasce da un vostro interessante post, dedicato alla Talbot - Simca - Chrysler.

Sono sempre stato affascinato dal glorioso marchio Simca e vorrei illustrare un po’ di storia in merito.

Nel fare un po’ di retrospettiva “salto” però, la vicenda del marchio Simca, per arrivare subito ad un marchio che sparì alla fine del 1987, con mio estremo dispiacere.

Parlo ovviamente del marchio meno blasonato della Talbot, machio storico che vide la luce negli anni “50, quando il suo fondatore Antonio Lago” diede anche vita a monoposto da gran premio.

Saltiamo dunque alla fine degli anni “70, quando il colosso americano Chrysler possedeva i marchi Sunbean e Simca, rispettivamente per il mercato inglese e per quello francese; questi due “nomi” facevano parte della divisione Chrysler Europe, ovvero la divisione europea sulla quale Chrysler investì molto per conquistare tale mercato.

Verso la fine del 1979 però questa divisione venne acquistata in blocco da Peugeot, che alcuni anni prima rilevò a Michelin, l’importante marchio Citroen ed è da quel momento, che prese vita la denominazione Psa, ovvero Peugeot società anonima.

All’interno del gruppo quindi arrivò anche la Simca e la britannica Sunbean; l’accordo tra Chrysler e Peugeot avvenne in quanto la casa americana, era in preda ad una profonda crisi industriale e mantenere la divisione europea divenne insostenibile.

A questo punto Psa aveva tra le mani un marchio da tirare su, un marchio alla quale dare nuova identità e possibilmente un’identità forte ma che allo stesso tempo potesse “incastrarsi” al meglio tra Peugeot e Citroen, con una personalità diversa ma mirata a completare il gruppo.

Chrysler e Simca portarono in dote un’eccellente rete di assistenza in Italia e contenuti tecnici d’avanguardia, alcuni esempi sono l’accensione transistorizzata, la connessione elettronica per la diagnosi motore e infine i moderni computer di bordo che oggi, in maniera del tutto più moderna, troviamo in moltissime autovetture.

La Peugeot doveva però scrollarsi di dosso l’immagine dell’americana Chrysler e mantenere il nome Simca non era la cosa più indicata, per questo motivo si pensò alla riesumazione del marchio Talbot, marchio che però era praticamente sconosciuto, soprattutto nel nostro paese; in Italia esisteva ormai una fedele fetta di affezionati del “vecchio” marchio ed era appunto apprezzato soprattutto per la sua capillare rete di assistenza.

Tutto questo comportò un cambiamento molto difficile e lento, un po’ come fece Omnitel e Vodafone in tempi recenti, il passaggio avvenne gradatamente, cercando quindi di facilitare l’ormai fedele clientela di Chrysler Simca e cercando di non stravolgere tutto un equilibrio commerciale consolidato e in crescita.

Questo spiega perché molti esemplari avevano inizialmente doppi loghi ed era facile trovare il nome Talbot sul portellone, il nome Simca sul cofano ed infine il logo Chrysler sulla mascherina!!

Verso il 1981 le vetture Talbot “esibivano” il proprio marchio sul frontale ma le diciture erano ancora affiancate dal nome “Simca”, che sparì definitivamente verso il 1982, anno in cui vide la luce la prima “vera” vettura totalmente nata sotto il nuovo logo, ovvero la “Samba” che però altro non era che una Peugeot “104” mascherata e un po’ allungata nel passo. Idea molto apprezzata fu la variante “Cabriolet”.

Prima di quest’ultima vettura, la casa francese, diede vita a novità che in realtà erano progetti ex Simca oppure variazioni su vetture già esistenti; un esempio fu la “Solara” ovvero la variante a tre volumi delle gloriose “1307-08-09”, che alcuni mesi prima vennero rinominate “1510”.

Altra novità che prese vita dalle “ceneri” del “vecchio” marchio fu la C9, ovvero la grossa “Tagora”, la vettura che ebbe l’ingrato compito di coprire il segmento più alto del gruppo Psa e oltre a mandare in pensione l’ormai datata “2L” doveva anche, in parte, rimpiazzare la grossa “604”.

Il risultato fu deludente e le cause evidenti, il progetto prese forma e vita ma era ormai già anonimo e superato, in quanto era già in cantiere da diversi anni e risultò datato, un po’ quello che accadde alla grossa Alfa 6 dell’Alfa Romeo.

Altra causa era il “fisco”, la vettura venne presentata con una motorizzazione troppo elevata e in parte, il problema, venne risolto con la versione a gasolio.

In questo stesso periodo, con la consociata Matra, venne presentata la “Murena”, vettura a tre posti che sostituì l’anziana “Bagheera”.

Anche qui il successo non fu certo “stellare”, però sul mercato interno, la “Murena” rese dura la vita alla “cugina” Renault, che aveva da poco presentato la modernissima “Fuego”.

Proprio la rivalità con Renault portò il gruppo Psa all’ingresso in formula uno, la Regie infatti otteneva lusinghieri successi in quella competizione e per dare immagine non solo sportiva al neonato marchio, nel 1981 la Talbot approdò sulle piste.

In quegli anni comincio in formula uno l’evolversi del motore turbo, per cui per essere competitivi era necessario un grande investimento e questo portò la Peugeot alle porte della Bmw.

Per varare il programma, il gruppo Psa, rilevò il team francese Ligier mantenendo partner e sponsor, il motore Cosworth venne ovviamente escluso dal progetto ma per motorizzare la monoposto non esisteva la struttura tecnica, quindi si cerco un partner che potesse assicurare una fornitura di alto livello.

La Bmw stava anch’essa varando il suo programma e mise in cantiere un 4 cilindri turbo, che venne poi alloggiato sulle scocche della Brabham, vincendo anche il titolo piloti con Nelson Piquet.

Peugeot davanti al rifiuto dei tedeschi dovette rivolgersi alla Matra, questa scelta però, portò sulle monoposto Talbot il glorioso ma ormai anziano V12 aspirato.

L’accordo prevedeva il primo anno con questa fornitura ma nell’anno successivo sarebbe stato disponibile un nuovo V6 turbo, che avrebbe preso vita dimezzando il 12 cilindri, nell’accordo venne pattuito anche il costo di tale operazione.

I piloti delle due vetture erano Jacques Laffite e Jean Pierre Jabouille, quest’ultimo arrivò dopo un grave incidente sùbito l’anno prima, al volante proprio di una Renault; Jabouille fece poche corse e venne sostituito da Jean Pierre Jarier.

Nello stesso anno la Talbot prese parte anche al campinato del mondo rally, la vettura prescelta fu la “Sunbeam”, una speciale versione chiamata “Lotus” perché disponeva proprio del motore inglese.

Se nella stagione rally del 1981 la Talbot vinse il mondiale per marche, nelle piste di formula uno non andò tanto peggiò, infatti la casa francese si piazzò 5° nel mondiale marche mentre con Laffite si giocò il titolo all’ultima corsa, vincendo due gran premi e realizzando buoni piazzamenti.

Archiviata la stagione la casa lavorò per preparare al meglio il 1982 e il programma prevedeva l’inizio di campionato, con il vecchio telaio “Js18” per poi esordire con la nuova “Js19” che sarebbe nata appositamente per il nuovo propulsore turbo.

Ben presto però avvenne l’imprevisto, la Matra chiese a Peugeot più di quanto pattuito l’anno prima e l’accordo saltò, con i rapporti tra le due case che finì per incrinarsi mentre Guy Ligier, vero patron del team, continuò a infierire con dichiarazione che volevano mettere in secondo piano la Talbot.

In poche parole la stagione 1982 fu un disastro completo, il telaio nato per il V6 turbo venne, in fretta e furia, adattato al vecchio V12 ma le prestazioni furono davvero mediocri.

Se nel campo sportivo le cose finirono ingloriosamente, a livello commerciale la situazione non era molto rosea, la gamma Talbot infatti non era più molto “fresca” e la gloriosa “Horizon”, che per anni fu modello trainante, dovette cedere il passo alla più recente “Samba”, che nonostante non fosse un progetto nuovo, venne magistralmente lanciata, con un’indovinata campagna pubblicitaria e inizialmente trovò molti estimatori.

Purtroppo però il fascino della novità terminò molto presto e per cercar di migliorare la situazione, Talbot lanciò la “Horizon diesel”, tale versione montava il nuovissimo motore 1905cc che Citroen e Peugeot progettarono insieme, il risultato però non fu soddisfacente.

Nella crisi navigava tutto il gruppo Psa, tranne il marchio Citroen che con i modelli “Visa” e più tardi “Bx”, mantenevano valori più che buoni, gli altri due marchi soffrirono la fusione, in quanto Peugeot, per potenziare la sua rete, aveva da tempo unificato le concessionarie con il marchio Talbot.

I punti vendita si trovarono così a vendere ambedue i marchi ma molti di essi lasciarono la “barca” per cambiare mandato con altre case.

Per farla breve la Peugeot trovò salvezza grazie alla gloriosa “205” mentre per Talbot la salvezza si chiamava “C28”, ovvero l’erede dell’anziana “Horizon”.

Lo stabilimento di “Poissy”, a partire dal 1983, cominciò a rendere ancor più diffcili le cose ed i continui scioperi, uniti a pesanti problemi politici, portarono a un deterioramento ulteriore del marchio, per questo motivo la nuova media venne dirottata all’interno della gamma Peugeot.

Il nome “309” ne fu prova, infatti l’ultimo numero delle classiche tre cifre, indica da sempre la generazione in corso e qui si dovette passare da “5” a “9”, per non creare incongruenze con la berlina “305”.

Sulla media vennero velocemente apportate piccolissime modifiche, per rendere la vettura in linea con lo stile Peugeot, il frontale infatti non aveva l’identità della casa e sulla mascherina, nata per alloggiare l’altro logo, venne appostato il marchio del leone.

Anche la zona posteriore venne modificata, portando la targa sul paracolpi e inserendo una mascherina in stile “205” tra i due gruppi ottici.

Della Talbot rimase solo la meccanica, i motori infatti non erano Peugeot ma a partire dalla 2° serie vennero definitivamente mandati in pensione.

Claudio

 

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Benvenuto da parte mia, Claudjos!! :)

Anche io non sono qui da molto, e sento di poter dire che sono un po' un tuo "collega", riguardo la tipologia di storie che ci piace raccontare.

E' molto interessante anche per me la storia che hai scritto, perchè come avrai visto da altri post, sono molto appassionato alle vicende che si nascondono dietro ad un marchio o ad un modello.

Se dovesse essere utile alla ricchezza della retrospettiva, da qualche parte dovrei avere delle cartelle di immagini sui modelli che hai citato (soprattutto dei loro collaudi o percorsi stilistici)... ma solo se non ne hai già in arrivo tu dal tuo background (il foglio è tuo, dipingi prima tu :) )

"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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Ti ringrazio molto :-)

Effettivamente non possiedo foto in merito ai modelli citati.

Ho solamente una bella fotografia pubblicitaria dell'epoca (1979), dove viene presentato il marchio Talbot.

Mio unico problema, è che non so come pubblicarla !!

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Ti ringrazio molto :-)

Effettivamente non possiedo foto in merito ai modelli citati.

Ho solamente una bella fotografia pubblicitaria dell'epoca (1979), dove viene presentato il marchio Talbot.

Mio unico problema, è che non so come pubblicarla !!

Per pubblicarla ti conviene scegliere un server di upload immagini tipo Imageshack, la carichi lì, copi il link che ti dà a fondo pagina quando clicchi sulla scritta rossa (l'ultima in fondo) e lo incolli cliccando sull'icona che c'è nella tabella dove scrivi il testo del post (è l'icona con la foto tipo montagna, vicino a quella tipo fumetto).

Bella la pagina che hai linkato, non la conoscevo.... e non sapevo nemmeno della variante Talbot della AX (c'è sempre qualcosa da scoprire :) )

Per le foto che dicevamo sopra, domani inserisco qualcosa. ;)

"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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Da quello che ho capito era una versione talbot di ax non che ax è derivata da una talbot poi mai prodotta.

Cmq come non ricordare la horizon 1100 ls base rossa che abbiamo avuto tra il 79 e l'89, come già si diceva in altri post su simica-talbot oggi quel posto di auto oneste e poco costose potrebbe essere ricoperto magari dalle coreane, forse le skoda o più che altro ford che ai tempi non erano diffuse in italia come negli ultimi 15-18 anni.....e sopattutto non mi pare costassero così poco come ora.

Modificato da Stefano73

Senza cuore saremmo solo macchine.......

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Il candidato ideal sarebbe Skoda, se avesse prezzi medi inferiori del 10/15%

Fa parte di un grande gruppo, ha progetti semi-autonomi con meccaniche di generazione-1, offre auto affidabili e particolari.

Ma i prezzi sono un po' troppo alti.

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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Infatti, credo fosse come per la 309 siglata C28 in Talbot... ok, venne modificata per diventare Peugeot, nel frontale e nella coda.. ma comunque era già una derivazione 205... credo che questa AX-Talbot, fosse il derivato.

Su altri articoli in archivio infatti mi pare di avere la genesi di AX, raccontata da Citroen. Appena ci sarà tempo (Delta, 164, Tipo2, ci sono un po' di cose in ballo ;) ) voglio andare a rivedere se parlano anche di questa derivazione Talbottiana (stavo per scrivere Talbottana ma mi è sembrato poco carino :D )

"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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