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[Ufficiale] Alleanza Fiat - Chrysler


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Una lunga intervista a SuperSegio in cui è presente una frase virgolettata importante!

Marchionne: "Un matrimonio perfetto, non potevamo mancarlo"

L'Ad della Fiat: «Il mondo ci guarda, adesso non possiamo sbagliare»

MARIO CALABRESI

TORINO

«Adesso non possiamo sbagliare, siamo sotto la lente del mondo intero, tutti ci guardano e la responsabilità è enorme. Per riuscire dobbiamo restare umili e non farci illusioni perché il lavoro non sarà facile». Sergio Marchionne è felice, non lo vuole dire, ripete che come premio spera soltanto di riuscire a dormire. E’ a New York, sta per salire sull’aereo che lo riporterà in Italia dopo aver concluso le nozze con l’americana Chrysler.

Tossisce continuamente per la stanchezza ma non smette mai di parlare: «È stato un processo che avevamo cominciato ad immaginare un anno fa, ci abbiamo lavorato giorno e notte, ho sputato sangue, e devo dire che la situazione del mercato ci ha indubbiamente aiutato molto. La crisi americana ha costruito una condizione di possibilità e ha aperto delle opportunità a noi favorevoli, ma le abbiamo potute cogliere perché avevamo le idee chiare, un progetto valido in testa. Tutto questo è accaduto perché negli ultimi cinque anni avevamo sviluppato le motorizzazioni giuste, un approccio e un impegno per l’ambiente che oggi l’America voleva e di cui aveva bisogno. Così è nato un matrimonio perfetto, con una serie di incastri e di coincidenze irripetibili. Sapevo che la storia non ci avrebbe dato un’altra possibilità. Così, se non ce l’avessimo fatta, sarebbe stato un grandissimo peccato e le conseguenze negative le avrebbero pagate sia la Fiat sia la Chrysler. Invece questa unione porterà benefici ad entrambi, è una cosa che è riuscita perché non c’è stata arroganza ma tanto lavoro e una grandissima serietà e uno sforzo immenso del governo americano».

Alle dieci del mattino aveva firmato l’accordo, ma anche in quel momento non era riuscito a gioire: «A dire la verità c’erano ancora dei punti aperti, così mentre firmavo speravo valesse qualcosa, ma non c’era ancora certezza. Poi ho passato due ore a Washington ad aspettare le parole di Barack Obama, l’annuncio dell’Amministrazione. A mezzogiorno finalmente ho potuto liberare l’emozione: ce l’avevamo fatta. La Fiat ritorna negli Stati Uniti dopo anni di lontananza, dopo essere andata via in modo poco piacevole, ma torna con un know-how di valore e con gli occhi dell’America e del mondo addosso».

L’amministratore delegato del gruppo torinese sente più di tutto la responsabilità della sfida: «Non possiamo sbagliare: da quando un mese fa Obama ha parlato della Fiat ha scommesso su di noi, da quel momento su di noi si sono concentrate una pressione e una responsabilità fortissime, ci è richiesto un impegno straordinario. L’obiettivo è rafforzare la Fiat e dare la possibilità a Chrysler di risanarsi».

L’accordo con la Chrysler per Sergio Marchionne, emigrato in Canada dall’Abruzzo insieme ai genitori quando aveva quattordici anni, non è stato soltanto una grande operazione manageriale ed economica ma anche una rivincita della vita: «Sono cresciuto parlando un inglese con un marcatissimo accento italiano. Ci ho messo più di sei anni a perderlo, ma sono stati sei anni persi con le ragazze. L’imbarazzo di aprire bocca mi paralizzava. Pensavo che il sistema americano fosse aperto ma da emigrante non avrei mai immaginato fino a questo punto. E’ cambiato il mondo e questa volta mi sono trovato a parlare con l’accento giusto».

Sergio Marchionne percorre l’America avanti e indietro da un vita, ma ripete continuamente, tra un colpo di tosse e l’altro, che ha scoperto un Paese diverso, profondamente cambiato: «Ma lo hanno fatto restando fedeli al loro Dna: capacità di risanarsi, di mettersi in discussione e cambiare strada per ripartire, di creare nuove basi per il futuro. Certo l’America ha pregi e difetti, ma Obama in questi cento giorni ha mostrato una straordinaria capacità di visione, una chiarezza di idee e obiettivi che mi ha impressionato e non si è fatto bloccare da pregiudizi o convenienze politiche. Ha fatto un passo enorme: ha accettato di farsi aiutare da un gruppo straniero per salvare Chrysler e ci ha messo i soldi. A noi hanno chiesto tecnologia e capacità gestionali e su questo non possiamo deluderli».

Prima di ripartire insieme ad Alfredo Altavilla, che lo ha accompagnato in tutta la trattativa, ha fatto tappa a New York: «Ero su Park Avenue e mi sono fermato a guardare l’edificio dove cinque anni fa avevamo fatto la trattativa con la General Motors, dove avevamo chiuso il nostro rapporto americano riuscendo a portare a casa due miliardi di dollari. Era il 14 febbraio del 2005, il giorno di San Valentino, e mai avrei immaginato che saremmo tornati in America per sposarci. Ma questo ci dice molto della vita, ci dice che bisogna essere pronti a tutto, essere preparati e flessibili per cogliere ogni opportunità».

Ora per l’uomo che non mette mai la cravatta - «Neanche per la firma, neanche quando mi sono seduto a discutere al Tesoro con Timothy Geithner. Sono sempre restato fedele al mio maglione» - si apre una stagione nuova: «Dovrò dividere il mio tempo e la mia vita tra l’Europa e gli Stati Uniti, lo facevo già, ma ora c’è un impegno aggiuntivo e succederà ancora di più». Tossisce di nuovo: «Certo dovrò alleggerire certe cose che facevo perché ho raggiunto i miei limiti fisici e di più non posso chiedere a me stesso». Racconta che non vede l’ora di salire in aereo: «E’ piccolo e scomodo ma devo dormire a tutti i costi e riuscire a dormire sarà il mio modo di festeggiare».

Atterrato da questa parte dell’oceano, di nuovo non ci sarà molto tempo per dormire perché la partita non è finita: «Adesso dobbiamo concentrarci sulla Opel: sono loro i nostri partner ideali».

E’ a conoscenza delle preoccupazioni italiane che l’ingresso in America possa significare un disimpegno della Fiat nel nostro Paese e non si tira indietro: «Non ho mai abbandonato nemmeno per un secondo l’impegno verso il sistema italiano ma insieme ai sindacati e al governo dobbiamo essere capaci di affrontare i problemi strutturali in modo responsabile, tenendo fede a tutti gli impegni con i dipendenti. Però non possiamo non guardare ad una domanda che è calata. L’esempio che ci viene da Obama è che dobbiamo mantenere e rafforzare l’industria del Paese ma riconoscendo la realtà delle cose. Un percorso che faremo nel rispetto delle specificità del sistema europeo e del nostro radicamento italiano. Non sono diventato Marchionne l’Americano».

fonte: La stampa

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senza andare OT, raggiungere un'accordo con la opel mi pare piu' difficile per via delle resistenze che ci sono in opel e anche della politica.

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se si comprano anche la opel diventano i numeri due al mondo dietro a toyota... con prospettive di diventare il primo gruppo al mondo perchè toyota è plafonata con due marchi, mentre il gruppo avrebbe un ventaglio di marchi imbarazzanti (forse troppi): Opel, Fiat, Chrysler, Dodge, Lancia, Alfa Romeo, Jeep, Maserati, Ferrari, comprendo così ogni nicchia e mercato mondiale.

"quello che della valle spende in 1 anno di ricerca io lo spendo per disegnare il paraurti della punto." Cit.

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Ma ancora un mese fa e mezzo fa qui non si scriveva che la maggioranza di fiat sarebbe passata a PSA?.....cmq non solo qui notizie simili erano uscite anche dal tgr piemonte.

Cmq meglio così di sicuro:):) Buon lavoro a marchionne e tutta la Fiat complimento per il coraggio, dal mio punto di vista per ora basta così con opel farei solo accordi mirati ma poi magari mi sbaglio.

Modificato da Stefano73

Senza cuore saremmo solo macchine.......

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Mi sà che trà un lustro sarà difficile che ci sarà ancora la Lancia. :roll:

Dai, che forse è anche meglio così. La Lancia di una volta tanto non tornerà più. E quella di adesso è talmente di nicchia che non la compra nessuno. Avessero almeno azzeccato la nicchia giusta... :(

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Ma ancora un mese fa e mezzo fa qui non si scriveva che la maggioranza di fiat sarebbe passata a PSA?.....cmq non solo qui notizie simili erano uscite anche dal tgr piemonte.

Cmq meglio così di sicuro:):) Buon lavoro a marchionne e tutta la Fiat complimento per il coraggio, dal mio punto di vista per ora basta così con opel farei solo accordi mirati ma poi magari mi sbaglio.

avete notato che quando è uscita la notizia dell'intesa iniziale fra fiat e chrysler il ceo di PSA è stato silurato dalla famiglia proprietari del marchio?

nel frattempo tutti a pensare a PSA + fiat + bmw.... un'altra volta marchionne ha spiazzato tutti, veramente un grande.

Ciao e buona giornata

Alfa_Milano

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se si comprano anche la opel diventano i numeri due al mondo dietro a toyota... con prospettive di diventare il primo gruppo al mondo perchè toyota è plafonata con due marchi, mentre il gruppo avrebbe un ventaglio di marchi imbarazzanti (forse troppi): Opel, Fiat, Chrysler, Dodge, Lancia, Alfa Romeo, Jeep, Maserati, Ferrari, comprendo così ogni nicchia e mercato mondiale.

e quando avremo il controllo globale :twisted:.....

imporremo:

4 bullloni per cerchione,

2 bocchette d'aria

0 cornicette foderate

a tutti :b26

:twisted::mrgreen::twisted::mrgreen::twisted::mrgreen::twisted::mrgreen:

penitenziagite !!!:lol:

Cita

7:32 : Segni i punti coglionazzo !

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