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"Torneranno i prati" di Marco Olmi.


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'Torneranno i prati', Olmi in trincea per raccontare la Grande Guerra - Adnkronos Spettacolo

'Torneranno i prati', Olmi in trincea per raccontare la Grande Guerra

Finite le riprese del film realizzato nel centenario del primo conflitto mondiale. Il regista: "Non racconto la storia ufficiale ma quella di chi l'ha vissuta sulla pelle"

Asiago (Vicenza), 14 mar. (Adnkronos/Cinematografo.it) - Torneranno i prati, e torna la Prima Guerra Mondiale: è il nuovo film di Ermanno Olmi. Nel centenario del primo conflitto mondiale, riprese sull'Altopiano dei Sette Comuni, nel cast Claudio Santamaria, Andrea Di Maria, Francesco Formichetti, Camillo Grassi e Niccolò Senni, soggetto e sceneggiatura dello stesso Olmi, produzione Cinema Undici e Ipotesi Cinema con Rai Cinema, siamo sul fronte Nord-Est, dopo gli ultimi sanguinosi scontri del 1917 sugli Altipiani, e, promette il regista 83enne, ''la pace della montagna diventa un luogo dove si muore: tutto ciò che si narra in questo film è realmente accaduto, e poiché il passato appartiene alla memoria, ciascuno lo può evocare secondo il proprio sentimento''.

Otto settimane di riprese, due trincee ricostruite a Val Formica e Val Giardini, tre milioni e 200mila euro di budget. ''Il miglior modo di celebrare il centenario - dice Olmi - è capire perché è successo: noi oggi siamo a una vigilia che rischia di assomigliare molto a quella della Prima Guerra Mondiale con conseguenze devastanti: la celebrazione deve essere 'voglio capire perché', perché non succeda un'altra volta''.

''Negli anni '80 storici austriaci e italiani sono stati incaricati di raccontare la Prima Guerra Mondiale, ma viene buono che quel scriveva Raymond Chandler 'Sapeva veramente tutto, ma solamente quello', perché non conoscono direttamente la realtà di cui vanno parlando. Io ho letto, riletto libri di testimoni diretti della guerra, come il mio amico Mario Rigoni Stern, Gadda, Lussu, Weber e altri: pagine di straordinaria sensibilità percettiva nel cogliere quelle sfumature che lo storico di professione non può avere. Ma oltre a questi autori, che hanno vissuto ma anche metabolizzato quegli eventi nello scrivere i loro romanzi, ho letto pagine di anonimi: c'era il nome in fondo, ma era quello di chi non ha nome. La verità l'ho trovata lì. Allora, chi scrive la storia? Quella ufficiale gli intellettuali, quella reale coloro che non hanno parola''.

Tra le testimonianze dirette, lo stesso padre di Olmi e Toni il Matto, un pastore che combatté sull'Altopiano: ''Nel '14-'15 in Italia sono successe cose vergognose, si sono mercanteggiate le condizioni di convenienza: se entrare o meno in conflitto, se schierarsi con gli austriaci o non belligerare, ma casa Savoia, sempre distratta nei confronti della storia, ha ritenuto più conveniente legarsi alle nazioni che avevano bisogno di mercati in Europa, l'Austria-Ungheria, un po' come oggi la Merkel. Fate questo lavoro, storici, e vedrete - tuona il regista - quanti fatti vergognosi di cui dobbiamo arrossire e abbassare il capo''.

Dunque, l'urgenza di questo film, 'Torneranno i prati', ambientato nell'autunno del 1917, ''il preludio di Caporetto, il preludio della disfatta: racconto di come dagli alti comandi vien l'ordine di trovare un posizionamento per spiare la trincea avversa: si finisce accoppati, ma l'ordine è arrivare là''. Probabilmente lo vedremo alla Mostra di Venezia, per ora Olmi rivela una battuta sintomatica del film che definisce 'onirico': ''Dopo una disfatta, tutti tornano a casa loro e dopo un po' tornerà l'erba sui prati''. La trincea è un avamposto, un caposaldo italiano sull'Altopiano e, continua il regista, ci sono ''due personaggi che fanno prevalere la propria coscienza sulle esigenze militari dei comandi superiori: disobbediscono, e la disobbedienza è un atto morale che diventa eroicità quando la paghi con la morte. Uno è un alto ufficiale, l'altro il solito anonimo soldatino il cui nome non significa nulla: entrambi hanno la coscienza di disobbedire. Nel processo, Eichmann sosteneva 'Abbiamo obbedito a un ordine', ma no: non ci sono ordini, quando un ordine è un crimine''. E Olmi affonda: ''Sui monumenti che ancora oggi ritraggono gli alti comandanti, bisognerebbe scrivere sotto criminale di guerra''.

'Torneranno i prati' è profondamente radicato nella cittadina di Asiago che il maestro Ermanno Olmi ha scelto per vivere e si inserisce a buon diritto tra le iniziative promosse dalla presidenza del Consiglio per il centenario della I Guerra Mondiale. Il film, che nel cast annovera Alessandro Sperduti e Claudio Santamaria, dovrebbe arrivare nelle sale nel prossimo autunno.

:idol:

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Io l'ho beccato in una pizzeria ad Asiago vicino al sacrario militare :) Molto alla mano come persona, davvero ;)

"Ci sono persone che amano circondarsi di cose il cui valore concreto si esprime anche nel valore formale. Molto probabilmente una Lancia fa parte del loro mondo."

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"Il successo non si improvvisa, ma al contrario è sempre frutto di fantasia, applicazione, dedizione e tenacia." (Vittorio Ghidella)

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Consiglio a tutti di visitare l'Altopiano di Asiago , non fosse altro per doveroso, per me omaggio, a chi combatté per il nostro paese.

Per chi non lo conosca, le trincee , in alcuni punti, sono ancora perfettamente visibili. Così altre costruzioni , fortini ecc di carattere militare.

Alcune visite possono costituire interessante contorno a piacevoli passeggiate (e mangiate).

Il tracciato della ferrovia che (a cremagliera) partendo dalla pianura permetteva già sul finire dell' '800 di collegare Asiago è in alcuni punti percorribile ancor oggi .

A piedi naturalmente, non essendoci più né il tratto a cremagliera per superare il dislivello né quello pianeggiante in quota.

Altro manufatto di ingegneria militare del periodo della prima guerra mondiale in provincia di Vicenza è "La strada delle 52 gallerie" ancor oggi percorribile, solo a piedi come allora d'altronde).

Tramite essa si può raggiungere il Rifugio Papa , e da questo volendo il Rifugio Lancia (sì , dedicato a Vincenzo Lancia).

E' un'escursione bellissima: la vista eccezionale. Un classico per i vicentini e veneti e trentini (il confine è lì ).

Si può fare sia di giorno, sempre con pile (alcune gallerie sono molte lunghe, quella a chiocciola per esempio) che nelle notti di luna piena.

Mario Rigoni Stern è un personaggio molto salace nel commentare i turisti di oggi a confronto delle avanguardie di decine di anni fa).

Belli i suoi libri sia che riguardino la Campagna di Russia che l'Altopiano dove ha sempre vissuto.

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Il punto di vista del regista mi incuriosisce e ho voglia di andare a vederlo.

Prevedo per questo film ancora più polemiche che per il recente Oscar di casa nostra (magari in Parlamento, dove sono maestri nel distrarre l'opinione pubblica dai problemi reali del Paese).

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