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Transizione ecologica ed il futuro della mobilità


Messaggio aggiunto da J-Gian,

 

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6 ore fa, A.Masera scrive:

 

però lì poi ne risentirebbe l'indotto (ristoranti, bar, ecc)

 

 

 

Un indotto. Quella della sede ufficiale di lavoro.

 

L'altro (o gli altri), quelli dove si lavora fisicamente (o meglio, da remoto), ci guadagnano.

 

22 ore fa, itr83 scrive:

 

il problema è il metodo: se tagli il numero di auto in base al censo non va mica tanto bene...

 

auto nuove sempre più care e vecchie bandite toglieranno molte auto dalle strade: quelle dei pezzenti...

 

Bisogna capire come sarà la transizione. Certamente non vorrei essere nei panni di chi, classe cosiddetta media, deve cambiare auto tra il 2025 e il 2030. Ma dopo il 2030, a mio avviso, la situazione potrebbe essere meno grigia di come la dipingiamo ora.

 

Ma anche uno scenario in cui l'auto la si torna ad usare se e quando serve veramente, possedendone una o noleggiandola al bisogno,  non lo vedo necessariamente come un crimine contro l'umanità.

 

É nei centri di montagna che credo vedremo continuare ad esistere e resistere generazioni di Panda passate, come d'altra parte spesso già avviene.

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Siamo OT, ma smart working vuole proprio dire quello che è : essere produttivi allo stezso modo pur tenendo bambini, facendo la spesa, etc.

Non è fatto se lavori in catena di montaggio o semplicemente in laboratorio. 

Ma per tutte le applicazioni a risultato. 

Cioè buona parte del terziario. 

 

 

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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26 minuti fa, led zeppelin scrive:

 

Ma anche uno scenario in cui l'auto la si torna ad usare se e quando serve veramente, possedendone una o noleggiandola al bisogno,  non lo vedo necessariamente come un crimine contro l'umanità.

 

É nei centri di montagna che credo vedremo continuare ad esistere e resistere generazioni di Panda passate, come d'altra parte spesso già avviene.

 

 

Il fatto è che questa soluzione è fattibile solo se si parla di città ad alta densità abitativa, e lo è già da oggi (anzi da ieri), visto che ad esempio a Milano l'auto è davvero un peso morto e anche chi ce l'ha preferisce arrivarci in treno.

 

E sarà sempre così, è una semplice questione matematica, non stiamo aspettando nessuna tecnologia magica che renda più accettabile il carsharing da parte di chi vive in una città anche semplicemente da 50000 abitanti, senza neanche scomodare i borghetti o i paesini di montagna.

 

Quindi la grandissima domanda sulla sostenibilità è: per salvare il pianeta dobbiamo stiparci tutti in centri abitativi come Roma o Milano, tutti in 30mq pro capite (già grasso che cola), e lasciare le città più piccole disabitate stile far west?

 

Perché se lo facciamo, le auto di proprietà non le vorrà più nessuno, non serve neanche vietarle, ma in questo discorso l'auto è solo un contorno, una conseguenza.

Modificato da gpat

In my courtyard: 2019 Maserati Ghibli 250cv GranSport, 2017 Alfa Giulia 150cv

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6 minuti fa, gpat scrive:

 

 

Il fatto è che questa soluzione è fattibile solo se si parla di città ad alta densità abitativa, e lo è già da oggi (anzi da ieri), visto che ad esempio a Milano l'auto è davvero un peso morto e anche chi ce l'ha preferisce arrivarci in treno.

 

E sarà sempre così, è una semplice questione matematica, non stiamo aspettando nessuna tecnologia magica che renda più accettabile il carsharing da parte di chi vive in una città anche semplicemente da 50000 abitanti, senza neanche scomodare i borghetti o i paesini di montagna.

 

Quindi la grandissima domanda sulla sostenibilità è: per salvare il pianeta dobbiamo stiparci tutti in centri abitativi come Roma o Milano, tutti in 30mq pro capite (già grasso che cola), e lasciare le città più piccole disabitate stile far west?

 

Perché se lo facciamo, le auto di proprietà non le vorrà più nessuno, non serve neanche vietarle, ma in questo discorso l'auto è solo un contorno, una conseguenza.

Secondo me, la vera sfida del futuro è rendere realistico (e chiaramente accettabile) quello che avviene oggi a Milano in un centro da 50mila abitanti.

 

Non sto dicendo che sia una passeggiata. Dico che cambiando determinati presupposti di mobilità (lavoro da remoto per chi può farlo, piu mezzi pubblici, ritorno a commercio di prossimità, e viceversa, quando non è possibile, quello che già facciamo ora: e-commerce), è possibile. 

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Non dimentichiamo però che vorrà dire non solo rinunciare alla mobilità obbligata, ma a quella ludica. 

Un piccolo esempio personale. Ieri sera ho accompagnato mia figlia a Camogli per una festa e poi la sono andata a prendere in tardissima serata. 

66 km percorsi. Visti gli orari, impossibile coi mezzi pubblici. 

Sabato la avevo accompagnata ad un evento scout nei pressi di un agriturismo tra Tiglieto e Rossiglione. Di nuovo 100 km percorsi circa, di nuovo impossibile coi mezzi pubblici agli orari necessari. 

La mobilità in orari lavorativi con sacrifici può diventare pubblica: Quella in orari non lavorativi e con percorsi non facilmente raggiungibili dal TPL semplicemente sparirebbe, tornando curiosamente ad un Italia gravitante localmente ( borghi, quartieri, etc) molto anni '50.

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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28 minuti fa, led zeppelin scrive:

Secondo me, la vera sfida del futuro è rendere realistico (e chiaramente accettabile) quello che avviene oggi a Milano in un centro da 50mila abitanti.

 

 

il punto non sono (solo) i centri sopra i 50mila abitanti: il 45% degli italiani vive in comuni (comuni, non centri abitati!) al di sotto di 5mila abitanti, un altro buon 20% in comuni sotto i 60mila.

la città (pur piccola) è realtà solo per una minoranza. il grosso di noi (come me) vive in situazioni in cui avere a disposizione un mezzo privato è una roba irrinunciabile.

 

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1 minuto fa, slego scrive:

 

 

il punto non sono (solo) i centri sopra i 50mila abitanti: il 45% degli italiani vive in comuni (comuni, non centri abitati!) al di sotto di 5mila abitanti, un altro buon 20% in comuni sotto i 60mila.

la città (pur piccola) è realtà solo per una minoranza. il grosso di noi (come me) vive in situazioni in cui avere a disposizione un mezzo privato è una roba irrinunciabile.

 

C'è da dire che buona parte ( se non quasi tutti) di quel 45%  vive in case singole con garage, quindi potrebbe avere una BEV senza particolari problemi, costo ed autonomia a parte. 

 

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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On 13/6/2023 at 17:00, A.Masera scrive:

 

non che sia necessariamente un male...

 

 

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Uno che vive in un paesino di 6000 abitanti e deve fare 30 km per andare un a lavorare in un paesino di 4000 abitanti che fa?

Faranno una rete di mezzi pubblici per i pendolari che unisce tutti gli 8000 comuni Italiani?

 

In Italia, sostanzialmente, abbiamo solo due grandi città ...

 

 

Modificato da maxsona
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2 ore fa, stev66 scrive:

Non dimentichiamo però che vorrà dire non solo rinunciare alla mobilità obbligata, ma a quella ludica. 

Un piccolo esempio personale. Ieri sera ho accompagnato mia figlia a Camogli per una festa e poi la sono andata a prendere in tardissima serata. 

66 km percorsi. Visti gli orari, impossibile coi mezzi pubblici. 

Sabato la avevo accompagnata ad un evento scout nei pressi di un agriturismo tra Tiglieto e Rossiglione. Di nuovo 100 km percorsi circa, di nuovo impossibile coi mezzi pubblici agli orari necessari. 

La mobilità in orari lavorativi con sacrifici può diventare pubblica: Quella in orari non lavorativi e con percorsi non facilmente raggiungibili dal TPL semplicemente sparirebbe, tornando curiosamente ad un Italia gravitante localmente ( borghi, quartieri, etc) molto anni '50.

 

Esiste (e sempre più esisterà) anche il car sharing.

 

Per non dimenticare mezzi come la Nuova Topolino (sono serio) che in parte verrà in soccorso per spostamenti medio corti (e si spera aumenterà l'autonomia nel frattempo).

50 minuti fa, maxsona scrive:

 

Uno che vive in un paesino di 6000 abitanti e deve fare 30 km per andare un a lavorare in un paesino di 4000 abitanti che fa?

Faranno una rete di mezzi pubblici per i pendolari che unisce tutti gli 8000 comuni Italiani?

 

In Italia, sostanzialmente, abbiamo solo due grandi città ...

 

 

 

BEV (di nuovo, per spostamenti brevi, Ami o Topolino tornano buone). O Panda fino all'osso (scenario già presente oggi in paesini in montagna o medioevali, dove le Panda di 20-30 anni fa sono onnipresenti).

 

 

Modificato da led zeppelin
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2 ore fa, stev66 scrive:

Un piccolo esempio personale. Ieri sera ho accompagnato mia figlia a Camogli per una festa e poi la sono andata a prendere in tardissima serata. 

66 km percorsi. Visti gli orari, impossibile coi mezzi pubblici. 

Sabato la avevo accompagnata ad un evento scout nei pressi di un agriturismo tra Tiglieto e Rossiglione. Di nuovo 100 km percorsi circa, di nuovo impossibile coi mezzi pubblici agli orari necessari. 

In futuro per movimenti cosi saranno i Robotaxi, ma naturalmente con sistema/tecnica americana/cinese, non europea perche come sempre Europa in tecnologie nuove innovative ed il loro commercializzazione e dietro anni di luce. 
 

 

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