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Scelte strategiche gruppo Stellantis NV


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E poi vedendo l’esperienza e la visione strategica dimostrata dai politici (m5s e lega in primis) non affiderei loro neanche la gestione di una pizzeria, figuriamoci di una multinazionale dell’automobile. 
Poi vedasi come il governo sta spingendo solo auto elettriche e phev in un momento in cui FCA non ha ancora in concessionaria ne la 500 elettrica ne Renegade e Compass phev. Autolesionisti. 

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Diciamo che praticamente sempre più società italiane hanno spostato o stanno spostando la sede in Olanda o Lussemburgo... Questa polemica sul prestito ha poco senso, però sarebbe veramente auspicabile che a livello europeo si intervenisse su questa situazione. I Paesi Bassi in generale fanno di tutto per avvantaggiarsi anche e soprattutto a spese degli altri paesi dell'unione.

Esce la Gran Bretagna, ottimo molte aziende si spostano da Londra a Amsterdam, l'Italia soffre e aumenta il debito pubblico? Ottimo, lo stato italiano non potrà abbassare le tasse e le società sposteranno la loro sede ad Amsterdam.

 

E' un meccanismo perverso, dove chi fa più male all'Europa intesa come unione di nazioni, è colui che se ne avvantaggia di più.

 

Vi riporto una sintesi di un articolo del sole 24 ore

 

I giornalisti Mincuzzi Galullo sostengono esseri entrati in possesso di una copia di un rapporto riservato di una società d'intelligence che svelerebbe rapporti "incestuosi" tra politici e imprenditori, "spartizioni e affari opachi" che ricordano l'Italia di Mani pulite.

Tale rapporto presenterebbe un Paese molto lontano da quello rigorista, basato su un modello di economia di libero mercato, che ci viene proposto dai suoi leader: Rutte e il suo ministro delle finanze Hoeskra. Verebbe invece fuori un paese dove interessi personali ed economici sono cementati e camminano sul "tappeto rosso steso dalle multinazionali".

"La leggenda narra che quando gli ambasciatori dela UE si passano il testimone, raccomandano al successore di sedere in silenzio alle assise pubbliche nei quali prendono parte. Attendere il momento della delibera, guardare il collega olandese e votare esattamente il contrario". Questo non vale per la Germania, Ungheria e Lussemburgo, quasi sempre fedeli compagni di strada dei Paesi Bassi nell'Unione Europea.

Il rapporto su cui questo articolo si basa è stato commissionato due anni fa, quando Amsterdam si aggiudicò su Milano la sede dell'Ema. Dopo tre votazioni che presentavano lo stesso numero di preferenze, il sorteggio premiò l'Olanda.

Chiusa la partita si scopre che l'Olanda ha presentato un progetto irrealizzabile per quanto riguarda la costruzione degli edifici provvisori che dovrebbero ospitare la sede dell'Ema. Il progetto che ha consentito l'Olanda di vedersi assegnata la sede dell'Ema viene subito modificato. Partono ricorsi che, come noto, non cambieranno l'esito della sorteggio. Quindi, è dopo questa manovra opaca, che viene chiesto a una società d'intelligence d'indagare sotto la superifcie delle decisioni politiche prese da Mark Rutte. La società si muove contattando decine di gole profonde lungo l'asse Amsterdam Bruxelles.

L'appalto per la costruzione della sede definitiva Ema lo vince una società imprenditoriale, Dura Vermeer, fondata nel 1855, la stessa che guidò -- diventando un centro economico imprtantissimo -- la ricostruzione del Paese alla fine della II guerra. Alla gara si presentano due società. L'altra si ritira a febbraio poiché sostiene che i tempi di consegna sono troppo stretti per costruire la torre a 19 piani della sede (costo 250 milioni di euro).

Il rapporto poi indica le porti girevoli che collegano il mondo politico a quello delle multinazionali, rapporto che alimenta dei giganteschi conflitti d'interesse. E dalle multinazionali arrivano Hoekstra e Rutte. Quest'ultimo in seguito alla laurea, nel 1992, entra a far parte di Unilever, multinazionale anglolandese. Poi passa a una società controllata da Calvé e infine passa a una consociata di Unilever come responsabile der personale. Da questa società -- Iglomora -- passa alla politica.

Hoekstra comincia in Shell lavorando tra Berlino, Amburgo e Rotterdam, passa poi a McKinsey e arriva alla politica. L'articolo parla dell'esistenza di una lobby segreta -- Abdup -- di cui farebbero parte Unilever, Shell, Philips e nella quale sederebbero anche membri di governo.

Addup s'incontra in un hotel all'Aja due volte l'anno: al primo si riuniscono i direttori nazionali delle multinazionali con i loro consulenti legali. Il secondo invece sarebbe "la riunioni dei presidenti" dove l'incontro avviene tra membri del governo e amministratori delegati.

La "riunione dei presidenti", che prevede la partecipazione del primo ministro, è molto rapida e strutturata. Dura 90 minuti. 10 minuti d'introduzione e quattro interventi da venti minuti in cui si discutono i vari punti come le questioni di sostenibilità e le tassazioni sui dividendi delle multinazionali. A queste riunioni hanno preso parte oltre all'attuale PM Rutte, anche i suoi ex ministri delle finanze Verhagen; l'ex presidente dell'Eurogruppo ed ex ministro delle finanze Kees de Jager (che, terminata la sua carriera politica, diventa CFO della compagnia telefonoica Kpn).

Il rapporto dell'intelligence

Le parole di R.O. (dirigente ministero Affari Generali): "Nei Paesi Bassi la distanza tra decisori politici e l'economia è praticamente inesistente". La pratica corruttiva esercitata tramite tangenti non è recente ma risale già al 2004 quando i magistrati scoprirono un legame tra costruttori e dirigenti pubblici che intascavano l'1,5% del valore complessivo dei lavori assegnati.

T.T. legale di un'importante authority olandese parla di "30 anni di pratiche illegali di una grande impresa dei Paesi Bassi [...] un imprenditore ha creato conti bancari speciali presso una banca per pagare politici e burocrati di alto livello. I conti sono stati aperti a nome di società ma di fatto possono attingervi singoli politici e manager di Stato. Questa pratica andrebbe avanti da ormai 40 anni. Tenuta in piedi da una salda catena omertosa.

In sostanza si decide "Quale azienda vincerà quale offerta, secondo un certo bilanciamento, le cui regole sono ancora sconosciute, perché i publici ministeri non hanno mai cercato di scoprirlo".

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Visto che si parla e sparla della richiesta di FCA Italy del prestito da 6,3 mld segnalo questo articolo sul corriere della sera in relazione a Renault ma utile per meditare...

Le Maire: «Renault potrebbe scomparire. Lo Stato non può garantire il 100% degli stipendi»

Cinque miliardi di euro per salvarla. Con lo Stato, già azionista, chiamato alla terza operazione di risanamento dal Dopoguerra ad oggi. Cinque miliardi che forse non basteranno per salvare la totalità degli occupati della casa automobilistica Renault. Per la prima volta nella storia Parigi potrebbe abdicare all’equazione — soldi di Stato, nessuna chiusura di fabbriche — perché la crisi innescata dalla pandemia è talmente devastante per l’impatto su domanda ed offerta di veicoli che nei manuali dei top manager è da incasellare alla voce «disaster recovery».

https://www.corriere.it/economia/lavoro/20_maggio_22/maire-renault-potrebbe-scomparire-stato-non-puo-garantire-100percento-stipendi-894c7b14-9bfe-11ea-aab2-c1d41bfb67c5.shtml

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14 minuti fa, vince-991 scrive:

Visto che si parla e sparla della richiesta di FCA Italy del prestito da 6,3 mld segnalo questo articolo sul corriere della sera in relazione a Renault ma utile per meditare...

Le Maire: «Renault potrebbe scomparire. Lo Stato non può garantire il 100% degli stipendi»

Cinque miliardi di euro per salvarla. Con lo Stato, già azionista, chiamato alla terza operazione di risanamento dal Dopoguerra ad oggi. Cinque miliardi che forse non basteranno per salvare la totalità degli occupati della casa automobilistica Renault. Per la prima volta nella storia Parigi potrebbe abdicare all’equazione — soldi di Stato, nessuna chiusura di fabbriche — perché la crisi innescata dalla pandemia è talmente devastante per l’impatto su domanda ed offerta di veicoli che nei manuali dei top manager è da incasellare alla voce «disaster recovery».

https://www.corriere.it/economia/lavoro/20_maggio_22/maire-renault-potrebbe-scomparire-stato-non-puo-garantire-100percento-stipendi-894c7b14-9bfe-11ea-aab2-c1d41bfb67c5.shtml

Mi sa che si stanno rimangiando le mani (tutti) per il mancato matromonio con Fca...stato francese in primis che adesso si trova col cerino in mano (moralmente)...mentre il cetriolo vero ce lo hanno tutti i dipendenti intetessati

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Il cerino lo avrebbe avuto anche nel caso di fusione di FCA, in quanto avrebbero diluito la loro presenza ma non ne sarebbero usciti... e comunque ricordiamo sempre che le responsabilità della mancata fusione sono anche di Nissan.

Ora devono sperare che la Dongfeng della situazione, si prenda una bella quota di Renault. 

Modificato da nucarote
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11 minuti fa, nucarote scrive:

Il cerino lo avrebbe avuto anche nel caso di fusione di FCA, in quanto avrebbero diluito la loro presenza ma non ne sarebbero usciti... e comunque ricordiamo sempre che le responsabilità della mancata fusione sono anche di Nissan.


Anzi, probabilmente più i giapponesi che i francesi...

Modificato da lukka1982
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49 minuti fa, nucarote scrive:

Il cerino lo avrebbe avuto anche nel caso di fusione di FCA, in quanto avrebbero diluito la loro presenza ma non ne sarebbero usciti... e comunque ricordiamo sempre che le responsabilità della mancata fusione sono anche di Nissan.

Ora devono sperare che la Dongfeng della situazione, si prenda una bella quota di Renault. 

in queste situazioni non è più facile comprare o "entrare" a mo' di fiat chrysler?

per qualcuno potrebbe essere un affare

PETIZIONE 125 in Superstrada e Autostrada

La Desmosedici è una moto difficile, quando dai gas vibra e si muove, ma è una sua prerogativa perchè se non ti fai spaventare vedi che tutto funziona. [Casey Stoner]

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1 minuto fa, LucioFire scrive:

in queste situazioni non è più facile comprare o "entrare" a mo' di fiat chrysler?

per qualcuno potrebbe essere un affare

D'accordo che il modo delle alleanze nell'automotive è simile a quello delle gang bang, però non ce lo vedo proprio JE dire ai Peugeot, "Scusate abbiamo scherzato, ma noi vogliamo accoppiarci con Renault". :-D 

 

Scherzi a parte FCA ha oramai "risolto" con PSA, al massimo e dico proprio al massimo, potrebbero rimanere alla finestra per vedere come evolve la situazione dell'alleanza Renault-Nissan.

 

 

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