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Fiat/ 2009 in rosso per 848 milioni. Torna il dividendo


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AMEN caro ACS, direi che il tuo "evangelico" post (assieme a quello di Stev61) sono il sunto della gestione Marchionne; un grido che cerco di far capire da anni...

Marchionne rappresenta la tipologia di manager all'americana della peggior specie, degno compare dei colleghi dai quali ha acquisito Chrysler (Cerberus), con l'aggravante che almeno là (in US) i fornitori venivano sempre regolarmente pagati..

Che la si smetta con la pagliacciata del "comprare italiano" perchè mi irrita

l'italiano medio si merita questa gente: pavidi tengofamiglia privi di schiena, tutti bravi a pontificare e fare gli AD/CT della nazionale e poi appena il capo dice una cosa...

Mi spiace ACS che hai perso l'entusiasmo per l'azienda dove lavori, ma tanto doveva succedere prima o poi, sorry

Fosse quello il problema... non ho perso solo l'entusiasmo ormai.

La cassa integrazione era prevedibilissima,anzi temevo peggio.

Mhh.. io sento odore di grandi manovre, a mio parere sperano di fare un spinoff/cessione entro il 2010.

"fisicamente" impossibile come tempi, tecnicamente impossibile per via di Chrysler/Obama.

Detto ciò, sarebbe la miglior notizia che questi possano dare nella storia dell'azienda.

Meglio un raider come colannino (il peggior NON imprenditore italiano, fino ad oggi) che questa proprietà senza capo ne coda.

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

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ogni tot riesce lo spin off, il maquillage sul bilancio (solo su questa azienda, poi quando vanno in fallimento si scopre che a truccarlo erano altri), il non pagamento ai fornitori, che sono i peggiori e chiunque farebbe meglio e via discorrendo..

Comunque, la cig è conseguente alla fine degli incentivi e serve a mettere pressione, fossi impiegato in quel ruolo l'avrei fatto pure io (e non solo) seduta stante.

Piuttosto, l'unico governo al mondo, e sfido a trovarne un altro, che per ben 2 anni mette gli incentivi, ma non è capace di rinnovarli per tempo, pur avendo 11 mesi di tempo per farlo.

No.. si riduce sempre a febbraio, portando i consumatori inevitabilmente ad aspettare, e a dover rendere retroattiva la rottamazione (2009)

La Spagna li ha varati in estate e prorogati doipo un mese anche per il 2010, idem la Francia anche se con tempistiche diverse.

Qui non ci si riesce.. come mai?

Senza poi contare che c'è la UE e non riesce ad essere unita neanche sugli incentivi auto..

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IL SENSO DI MARCHIONNE PER I SACRIFICI - NONOSTANTE I CONTI IN ROSSO NEL 2009 (848 mln) I SOCI FIAT SI BECCHERANNO IL DIVIDENDO (237 mln, 2/3 DELL’UTILE) – MA SE FOSSI IO A CHIEDERE UNA LINEA DI CREDITO PER PAGARE DIVIDENDI PER 2/3 DELL’UTILE, AVENDO UN BILANCIO CHE PERDE 3 VOLTE TANTO, LE BANCHE MI FAREBBERO STACCARE L'ASSEGNO? - IL 'SAGGIO' DISTACCO DI MONTEZEMOLO DAL GRUPPO...

1- IL SENSO DI MARCHIONNE PER I SACRIFICI...

Bankomat in esclusiva per Dagospia

Marchionne: "senza incentivi quest'anno sara' duro per tutti". Cosi' titola "Repubblica" dando rilievo a quattro colonne con foto alla ennesima esternazione del manager. Dura per tutti non sara' davvero, nel 2010, perche' nonostante il gran problema degli incentivi - che arrivino o meno pare questione esiziale per l'auto - gli azionisti Fiat questa primavera si vedranno distribuire 237 milioni in dividendi.

Non sono cifre da capogiro ma sono pur sempre due terzi dell'utile operativo di gruppo, che crolla dai 2,9 miliardi del 2008 a circa 360 milioni nel 2009. Una gestione che non rende, 360 milioni su 50 miliardi di ricavi e' un'inezia. E sono pochissimi quei 360 milioni anche per reggere l'urto di oneri finanziari e straordinari, per cui Fiat "all'ultima riga" - come si dice in gergo - perde netti 848 milioni nel bilancio appena chiuso.

Domande all'etica degli azionisti di controllo Fiat non ne facciamo, perche' i fatti di tanti anni delineano il quadro a sufficienza. Ma una domandina alle banche che con loro come con altri gruppi amici applicano la più' smaccata politica dei due pesi e due misure: se chiedessi una linea di credito per la mia societa' per pagare dividendi pari ai due terzi del modesto utile operativo e presentassi un bilancio che perde tre volte il monte dividendi mi farebbero staccare l'assegno?

Gli operai di Termini Imerese ci leggono in copia

2- FLIPPER FIAT CON I MERCATI FINANZIARI...

Da "il Foglio"

Sarà pure una Fiat più vecchia e più saggia, come recitava il titolo della presentazione dei conti 2009, quinto anno dell'era di Sergio Marchionne. Ma l'ad del Lingotto, ormai padrone assoluto della scena, a Detroit come a Torino, si diverte a volte a giocare a flipper con i mercati finanziari. Al mattino, sull'onda dei risultati di bilancio, le Borse premiano il titolo con un robusto rialzo del 2,5 per cento.

Poi, nel pomeriggio, lo scenario cambia: se l'Europa non rinnova gli incentivi, spiega Marchionne, le vendite scenderanno del 20 per cento circa; gli utili Fiat caleranno di almeno 350 milioni, anche perché la congiuntura premierà i produttori delle auto piccole e più "ecologiche". Non solo. Facile prevedere che, in questo caso, scoppierà la guerra dei prezzi anche perché i produttori hanno ben pochi margini di manovra nel Vecchio continente.

Ne sa qualcosa Fiat, alle prese con Termini Imerese. Ma anche Renault, costretta da Nicolas Sarkozy a produrre nei pressi di Parigi la nuova Clio che costerebbe assai meno in Turchia. Parla Marchionne, dunque, e gli umori dei gestori cambiano. Soprattutto dopo che il capo azienda fa sapere che, nello scenario peggiore, l'onda dei debiti risalirà oltre quota 5 miliardi, rendendo forse necessario un aumento di capitale. E così non solo il titolo Fiat va in picchiata di circa il 5 per cento.

Ma, sull'onda degli ordini in arrivo da Wall Street, che già fa i conti con la nuova gelata del mercato immobiliare, passa di mano il 5 per cento abbondante del capitale. Certo, ci vuol ben di più che una giornata sui listini più ricca di curve e di gimcane del tracciato del Gp di Monaco per impressionare il ceo dal maglioncino blu. Marchionne, che dà appuntamento per il piano industriale Fiat al 21 aprile, rinviando a quella data ogni numero su sinergie e risparmi legati all'alleato Chrysler, è stato comunque chiaro: nessuno si illuda, insomma, che l'azienda sia in condizioni di far sconti su Termini.

O pensi di poter condizionare il gruppo con gli incentivi. Chissà come la vede Luca Cordero di Montezemolo. Ma questa è ormai la linea della Real Casa: il presidente Montezemolo ha avviato da mesi, in parallelo a nuove emozioni "parapolitiche", un "saggio" distacco dalla gestione della società, notano a Torino.

E l'approdo alla guida dell'Alfa di Harald Wester, scudiero di lusso di Marchionne in casa Maserati, lascia intendere che il polo dell'auto di lusso, caso mai si faccia, sarà sotto la regìa del manager dei due Mondi, ben intenzionato, come si è visto al salone di Detroit, a giocare la carta dei gioielli di Modena a vantaggio delle ben meno titolate Chrysler e Fiat. Anche se, magari, non si chiamerà polo del lusso ma polo sportivo.

IL CONTENTINO PER EXOR

Ma che ne dice John Philip Elkann? Meglio tenerlo lontano dai riflettori, in questi giorni. Altrimenti, invece che parlare di Fiat, Co2 o incentivi per l'auto le domande (anche degli analisti, mica solo dei giornalisti) si concentreranno su Ciro Ferrara o sulla sorte di Jean-Claude Blanc che, nelle intenzioni di John, doveva essere il Marchionne del calcio ma ha trasformato la Juve in una Stilo (o una Duna, fate voi) con la linea di una Multipla, a sentire gli umori degli juventini sfegatati.

Insomma, nel bene e nel male questa è una Fiat sempre più Marchionne dipendente che, alla fine di un anno che comunque chiude in rosso per 800 milioni di euro, in buona parte (600 milioni) dovuta ad "oneri atipici", decide di pagare la cedola ai soci grazie alle riserve accumulate a fine 2008 quando, giudiziosamente, si decise che di fronte alla crisi era meglio "tener fieno in cascina" anche perché allora, in pieno credit crunch, la Fiat pensava ad aprire linee di credito per un miliardo abbondante con Intesa e Unicredit mentre oggi, grazie all'euforia che si respira sul fronte dei corporate bond, Marchionne può snobbare le banche.

Certo, sono solo 273 milioni in cedole su un giro d'affari che supera i 52 miliardi. Ma sono una boccata d'ossigeno preziosa per Exor e, di riflesso, per l'accomandita Giovanni Agnelli & C. che deve garantire la paghetta a centinaia di membri della famiglia, non tutti sistemati a dovere. "Ma è comunque una bella notizia - spiegano a caldo gli analisti di SocGen - Ci vuole una bella fiducia per premiare gli azionisti con un bilancio in rosso: noi mica ci aspettiamo un dividendo da Peugeot e Renault". Ma i Peugeot, bontà loro, non hanno squadre di calcio sul groppone.

[26-01-2010]

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