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Gli effetti della transizione energetica sull'industria dell'automotive


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29 minuti fa, stev66 scrive:

La presunzione tedesca non si smentisce.

Notate che questi problemi avvengono a vendite europee in crescita, quindi probabilmente  vendite drogate con bassissimi margini, in pratica come la Fiat di una volta.

Per il resto bisogna vedere il bilancio import export italiano. 

Chissà  che sul lungo ci convenga fare meno i terzisti per la  Germania e puntare più  sui prodotti finiti .

Certo questo richiede una politica industriale completamente diversa.

 


siamo OT comunque se l’Italia in campo automotive si trova nelle condizioni attuali è stato propio per la troppa dipendenza da un unica azienda, addirittura ostacolando l’entrata di nuovi player, quindi fare a meno delle commesse tedesche non la vedo una buona idea

 

Poi prodotti finiti, con chi? Stellantis? In Italia non ci vengono neanche se gli paghi… e comunque le piattaforme sono francesi così come la componentistica, l’indotto italiano cosa dovrebbe fare??

 

 

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25 minuti fa, SoUlSnAkE scrive:


siamo OT comunque se l’Italia in campo automotive si trova nelle condizioni attuali è stato propio per la troppa dipendenza da un unica azienda, addirittura ostacolando l’entrata di nuovi player, quindi fare a meno delle commesse tedesche non la vedo una buona idea

 

Poi prodotti finiti, con chi? Stellantis? In Italia non ci vengono neanche se gli paghi… e comunque le piattaforme sono francesi così come la componentistica, l’indotto italiano cosa dovrebbe fare??

 

 

A me risulta  che Stellantis  in Itali ci sia già,  ma posso sbagliare .  :)

 

Detto questo, a nessun paese conviene avere un 'industria terzista, perché Lla fine esce sempre qualcuno che fa la stessa cosa a minor prezzo.

 

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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48 minuti fa, stev66 scrive:

A me risulta  che Stellantis  in Itali ci sia già,  ma posso sbagliare .  :)

 

Detto questo, a nessun paese conviene avere un 'industria terzista, perché Lla fine esce sempre qualcuno che fa la stessa cosa a minor prezzo.

 

No tutto quello che c’è in Italia sono progetti ex-FCA, di presentato stellantis per l’Italia non c’è nulla, e non ci sarà nei prossimi anni!

 

 

poi per l’indotto non parliamo solo della cooperativa da 10 addetti che assembla la cappelliera, ma di giganti con sedi in tutto il mondo e che sono l’eccellenza dell’industria italiana, aziende con 50 anni di esperienza nel settore che improvvisamente cosa dovrebbero fare, convertirsi al turismo?

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14 minuti fa, SoUlSnAkE scrive:

No tutto quello che c’è in Italia sono progetti ex-FCA, di presentato stellantis per l’Italia non c’è nulla, e non ci sarà nei prossimi anni!

 

 

poi per l’indotto non parliamo solo della cooperativa da 10 addetti che assembla la cappelliera, ma di giganti con sedi in tutto il mondo e che sono l’eccellenza dell’industria italiana, aziende con 50 anni di esperienza nel settore che improvvisamente cosa dovrebbero fare, convertirsi al turismo?

Eccellenze giganti non fanno ( solo. ) i terzista per VW , ma hanno un portafoglio prodotti variegato e mantengono la ricerca e lo sviluppo.

Quindi i mancati ordini tedeschi saranno compensati da altri mercati ed altri prodotti.

Brembo per esempio sopravviverebbe tranquillamente. 

Ma questi , nel panorama industriale italiano , sono le mosche bianche.

Discorsodiverso per quelli che fa i pistoni per inun capannone con 20 persone   Quello rischia di più.  Ma rischierebbe comunque,  perché domani potrebbe essere sostituito da un fornitore vietnamita cinese o papuano .

Aggiungo che il cambio epocale da ice a bev rischia di far crollare anche giganti.

Pensa a che fine hanno fatto Weber, Dall'orto, etc quando si è passati all'iniezione.

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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  • 2 months later...

Ecco gli effetti di una transizione energetica di facciata, dove le aziende europee vengono lasciate alla mercé della Cina

 

https://www.corriere.it/economia/lavoro/24_novembre_05/francia-esplode-la-crisi-i-licenziamenti-di-michelin-e-auchan-e-il-fallimento-della-strategia-macron-sull-industria-13091416-53a0-4627-a2dd-fb1ec4c15xlk.shtml

 

Cita

Il sito di Cholet, specializzato in pneumatici per furgoni e SUV, è stato sostenuto per un certo periodo dalle esportazioni, «ma in cinque anni la sua competitività è peggiorata», ha spiegato a Le Monde il ceo Florent Menegaux. «Nel 2019, i nostri costi di produzione in Asia erano pari a 100, mentre erano 140 in Europa e 135 in America. Nel 2024, questi stessi costi saranno ancora pari a 100 in Asia, mentre sono saliti a 195 in Europa e 190 in America. Oggi, all'interno del gruppo Michelin, l'Europa è due volte più cara della Cina».

 

Se a parità di processo produttivo (se non più più ottimizzato nelle aziende europee)  la Michelin, non l'ultimo terzista nel suo garage, si trova costi doppi in Europa rispetto alla Cina, cosa dovrebbe fare?

Ridurre gli stipendi a livello cinese?

Permettere alle aziende di buttare le peggio schifezze inquinanti in aria e acqua?

 

E' facile farsi belli per noi europei quando diciamo che siamo responsabili solo del 15% dell'inquinamento mondiale, quando questo risultato è ottenuto spostando la produzione dove è permesso inquinare come se fossimo in  nel 1980, e poi importando quei prodotti.

 

 

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Sarebbe interessante avere la scomposizione dei costi, il numero totale ci fa capire ben poco.

 

Proprio la produzione di pneumatici, che suppongo sia altamente automatizzata con impianti ormai ampiamente ammortizzati, e l'energia elettrica a basso costo che si trova in Francia, mi fanno sorgere qualche sospetto.

 

Penso che in questo caso il costo della manodopera sia altamente marginale, ci sono altri fattori che influiscono, forse l'importazione delle materie prime o la tassazione che incidono di più.

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Adesso, xtom scrive:

Sarebbe interessante avere la scomposizione dei costi, il numero totale ci fa capire ben poco.

 

Proprio la produzione di pneumatici, che suppongo sia altamente automatizzata con impianti ormai ampiamente ammortizzati, e l'energia elettrica a basso costo che si trova in Francia, mi fanno sorgere qualche sospetto.

 

Penso che in questo caso il costo della manodopera sia altamente marginale, ci sono altri fattori che influiscono, forse l'importazione delle materie prime o la tassazione che incidono di più.

Esattamente: costi energia bassi, processo altamente automatizzato, da dove salta fuori un costo così elevato?

E soprattutto un così grande incremento in 5 anni?

Secondo me il grosso è la gestione della parte inquinante del processo, che in Europa si inasprisce di anno in anno per andare verso un'economia "green".

 

E poi c'è il discorso materie prime: il CEO di una grande azienda elettronica della nostra zona mi diceva che per produrre una scheda elettronica qui, solo il costo dei componenti supera il costo della stessa scheda assemblata e testata in Cina.

 

Come ci si può aspettare di mantenere un'industria manifatturiera con questo tipo di concorrenza?

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4 ore fa, xtom scrive:

Sarebbe interessante avere la scomposizione dei costi, il numero totale ci fa capire ben poco.

 

Proprio la produzione di pneumatici, che suppongo sia altamente automatizzata con impianti ormai ampiamente ammortizzati, e l'energia elettrica a basso costo che si trova in Francia, mi fanno sorgere qualche sospetto.

 

Penso che in questo caso il costo della manodopera sia altamente marginale, ci sono altri fattori che influiscono, forse l'importazione delle materie prime o la tassazione che incidono di più.

Anche a me vien da dire tassazione, e soprattutto costi logistici e di trasporto.. poi magari dipende quanto il governo cinese li “incentivi” a produrre la…

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