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Il presente e il futuro di Pomigliano


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[...] tra le tantissime panzate Scajola ha detto anche che la qualità dello stabilimento è ottima, su quello invece ci sono ovvi problemi, che vanno affrontati (affrontare non è chiudere) proprio per evidenziare come questa gente NON ne sappia niente, e pensare che il signore che si vanta di guidare una b24 spider è allo sviluppo economico.....

Cosa credi che possa dire un politico? Ammesso e non concesso che ne capisca anche di auto, sconfessare i lavoratori di Pomigliano sarebbe un boomerang per loro, rischiano di perdere voti, considerando che anche D'Alema ha difeso a spada tratta i lavoratori dello stabilimento Alfa.

"All truth passes through three stages. First, it is ridiculed, second it is violently opposed, and third, it is accepted as self-evident." (Arthur Schopenhauer)

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Cosa credi che possa dire un politico? Ammesso e non concesso che ne capisca anche di auto, sconfessare i lavoratori di Pomigliano sarebbe un boomerang per loro, rischiano di perdere voti, considerando che anche D'Alema ha difeso a spada tratta i lavoratori dello stabilimento Alfa.

A me piacerebbe sapere chi cazzo ha le mani in pasta a Pomigliano e perchè nessuno abbia il coraggio di prendere decisioni drastiche e dire le cose come stanno :pz

che è ?una cospirazione alla X-Files? Chi c'è dietro Pomigliano? L'Uomo che fuma?

 

花は桜木人は武士

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La questione imho è molto più semplice: l'area partenopea è una bomba sociale ad orologeria, sempre sul punto di esplodere. In altre zone d'Italia forse si permetterebbe di chiudere un sito produttivo di quelle dimensioni, ma a Napoli queste cose non si possono fare.

Io continuo a ribadire: quello stabilimento deve essere abbandonato dalla Fiat, e riconvertito a qualsiasi altra cosa al più presto. Purtroppo i costi di una tale operazione ricadranno tutti su noi cittadini che paghiamo le tasse.

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ieri sera ero a milano a cena con un ragazzo che è stato a pomigliano durante il perdiodo dei corsi di aggiornamento. Purtroppo mi ha raccontato alcune cose non troppo edificanti sull'atteggiamento di molti lavoratori e di alcuni dirigenti.

C'è veramente qualcosa che non va in quello stabilimento, a tutti i livelli, e purtroppo ne fanno le spese anche quelli che fanno seriamente il loro lavoro

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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Vi riporto un commento di un altro forum(parla proprio di Pomigliano):

Mi permetto di dissentire in quanto ho vissuto l'ambiente di Pomigliano per un corso sulla FMEA di processo.

Quasi 3 difettosità a vettura ( il piu alto di tutte le case automobilistiche che contano ) derivante dalla poca propensione a lavorare secondo i canoni della qualità da parte di MOLTI lavoratori.

Gente che lasciava le linee per andarsi a comprare la pizza fuori .... e mi fermo qui.

Marchionne un giorno andò senza " preavviso " in quello stabilimento e minacciò di chiuderlo per i motivi sopra citati, infatti lo ha fatto fermare per ammodernarlo e a tutti gli operai li ha messi in condizione di essere formati facendo dei corsi sulla qualità/prodotto/processo in aula con docenti dell'ISVOR Fiat.

Se quando un operaio monta un pezzo e non lo monta secondo cartellino operazione in quanto quel giorno ha bisticciato con la moglie e magari mentre esegue l'operazione di montaggio pensa anche " cosa me ne importa se non l'ho montato bene tanto la macchina non è mia " NON ci sono controlli qualitativi che tengano.

Quando si esegue un'operazione, ognuno è garante della qualità e cioè di quello che stà svolgendo, ZERO difettosità se si vuol essere competitivi con le altre case costruttrici.

I controlli vengono effettuati eccome, sia nella propria UTE che nelle delibere di tratto. Vengono effettuati controlli sull'ICP, controlli di affidabilità ed altri innumerevoli controlli a campione , ecc ecc quindi non si può addossare la colpa a Fiat, la quale mette a disposizione i mezzi, le tecnologie, la formazione e tutto quanto occorre per far uscire dai propri stabilimenti prodotti di qualità.

Se un'operaio non lavora seguendo questi canoni, non ci sono controlli che tengano.

Si è passati dalla fabbrica integrata a quella dei domini nell'ottica " divide et impera ", si è passati al WCM ( e non mi dilungo su questo argomento ) ma i risulati in quello stabilimento quali sono??

Discorso diverso per lo stabilimento di Termini Imerese e per l'eccellenza dello stabilimento di Melfi, fiore all'occhiello degli stabilimenti Fiat insieme allo stabilimento polacco.

in quel di Napoli, non c'hanno voglia di lavorare, non c'è alternativa, bisogna chiudere e basta. Pomigliano è un parassita sanguisuga, non solo di Fiat ma dell'Italia intera.

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poi scusate il mio ragionamento forse un po' freddo.... ma se chiudessero pomigliano, la produzione delle seg C/D alfa si sposterebbe in un altro sito, i posti di lavoro perduti nel napoletano si bilancerebbero con quelli guadagnati dal trasferimento delle linee produttive (non tutti ma la stragrande maggioranza si)...non si perdono solo posti di lavoro

Modificato da fm03

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Guest EC2277

La produzione delle Alfa di segmento C e D abbandonerà sicuramente Pomigliano quando cominceranno ad essere fabbricate le eredi della 147 e della 159. Il problema è che se chiude Pomigliano gli operai di Pomigliano diventano carne da malavita; l'ho buttata un po' sul drammatico lo so.

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FILE ALLA CARITAS, NEGOZI VUOTI " A POMIGLIANO NESSUNO LAVORA"

La Repubblica

POMIGLIANO D'ARCO - "È un terremoto. E Pomigliano è solo l'epicentro. Questa crisi è una scossa che investe tutti i comuni del circondario, Acerra, Sant'Anastasia, Nola, Afragola. È una strage di famiglie e di giovani". Da Pomigliano D'arco arriva la voce del vescovo di Nola, monsignore Beniamino Depalma, che dopo le parole del Papa ieri, parla di un presente "di speranza e di solidarietà", ma anche di un futuro "con la paura della disoccupazione, terreno fertile per la criminalità". "I nostri giovani non chiedono oro e argento, chiedono solo di lavorare. È a loro che dobbiamo garantire un futuro, per impedire che la camorra ce li strappi".

A Pomigliano la crisi è per strada, nelle piazze, nelle case. In paese c'è chi già vede le fabbriche svuotate e trasformate in centri commerciali, dove però nessun potrà comprare niente. "La nostra Caritas - spiega don Peppino Gambardella, parroco di San Felice in Pincis - si sta affollando di nuovi poveri: c'è chi chiede di pagare le bollette, chi viveri, chi lavoro. Noi abbiamo paura che questo fenomeno faccia crescere l'usura, i furti, la delinquenza: la camorra approfitta di questi momenti per assoldare nuovi adepti. Si parla già dell'arrivo di estortori che vengono a chiedere il pizzo qui, in città".

Il tavolini del bar di Carmela Di Maiolo, in via Roma, nel centro storico di Pomigliano d'Arco, sono vuoti. "Da stamattina ho fatto 12 caffè. E non è perché è domenica, da due mesi a Pomigliano è sempre domenica: i nostri ragazzi escono di casa la mattina e girano per il paese, perché non sanno cosa fare. E non si fermano più neanche a prendere il caffè, perché costa", Carmela, 52 anni, mostra i 12 scontrini. "Io lavoro qui da 39 anni. continua - prima al banco mi aiutavano le mie sorelle e le amiche venivano, con la scusa del caffè, a cercare marito tra gli operai delle Fiat. Ora sono sola e non faccio niente". In piazza Primavera, decine di ragazzi passeggiano, avanti e indietro. Sono operai. O sono fratelli, cugini, nipoti di operai. Ognuno in famiglia ha un cassaintegrato della Fiat.

L'ex sindaco, Michele Caiazzo (oggi consigliere regionale per il Pd), diceva sempre che "il prodotto tipico di Pomigliano è l'auto". L'attuale sindaco, Antonio Della Ratta, ha fatto fronte comune con i sindaci del circondario: "Negli ultimi mesi i lavoratori dello Stabilimento hanno lavorato, nei casi migliori, una settimana al mese. Ciò ha determinato una forte perdita di reddito per le famiglie dei 5mila dipendenti della Fiat e gravissime preoccupazioni per il futuro delle 15mila dei lavoratori dell'indotto". Della Ratta sta aprendo in Comune un "ufficio per la solidarietà".

Come dice il vescovo è un terremoto che travolge tutti.

E a Pomigliano si lotta perché non arrivi l'ultima scossa. "Io sono un delegato sindacale e sono un po' come un prete, ascolto le confessioni dei miei colleghi - dice Mimmo Vacchiano, Uilm, - l'80 per cento dei miei colleghi ha un mutuo, con un quinto dello stipendio che ogni mese va alla banca, ma ora non ce la fanno più e le banche non ti fanno credito. L'alternativa è solo chiedere i soldi agli usurai. E una volta chiesto il primo prestito si è perduti per sempre".

Gli operai di Pomigliano hanno fatto di tutto, il 24 dicembre hanno fatto volantinaggio a Napoli nella via dei presepi, hanno occupato l'autostrada e sono andati a Sanremo. Ora sperano che le parole di Benedetto XVI smuovano l'azienda e il governo. "Abbiamo bisogno di un piano produttivo per credere ancora nel futuro - dice Mario Di Costanzo, delegato Rsu-Fiom - Io non riesco più neanche a pagare le bollette. Vado avanti solo perché mi aiutano mio padre e mia madre, che dopo aver lavorato una vita danno a me i loro risparmi. Ma se continua così io non so più che futuro potrò dare a mio figlio, che ha solo tre mesi".

(2 marzo 2009)

"quello che della valle spende in 1 anno di ricerca io lo spendo per disegnare il paraurti della punto." Cit.

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Lancio una provocazione.

Anzichè protestare e basta non dimostrano che non vale la pena chiudere Pomigliano, che è una stabilimento che ha futuro perchè lavora bene sfornando prodotti qualitativamente eccellenti? :roll:

[sIGPIC][/sIGPIC]

Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Anzichè protestare e basta non dimostrano che non vale la pena chiudere Pomigliano, che è una stabilimento che ha futuro perchè lavora bene sfornando prodotti qualitativamente eccellenti? :roll:

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