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Elezioni USA 2008


Tommitel

Chi voteresti alle prossime elezioni presidenziali USA?  

59 voti

  1. 1. Chi voteresti alle prossime elezioni presidenziali USA?

    • "Voterei per John McCain"
      15
    • "Voterei per Barack Obama"
      41
    • "Non saprei." oppure "Uno dei candidati indipendenti"
      4


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Angelo Roncalli veniva dalla diplomazia vaticana, non dalla Parrocchia sotto casa.....

Ed in quegli anni era molto ascoltato ( Kennedy era cattolico , e Kruscev aveva mandato figlia e genero in udienza privata )

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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I più attivi nella discussione

I più attivi nella discussione

mi pare fosse stato nunzio apostolico in bulgaria e turchia e avesse ottimi rapporti con il regime.

Forse a quel tempo era il solo politico con speranze di essere ascoltato. Fece una grande operazione di moral suasion come dierebbero i fighetti oggi.

Fu un periodo tremendo ma visto con gli occhi di oggi affascinante come un romanzo

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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mi pare fosse stato nunzio apostolico in bulgaria e turchia

"All truth passes through three stages. First, it is ridiculed, second it is violently opposed, and third, it is accepted as self-evident." (Arthur Schopenhauer)

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pare fosse molto amato anche lì.

Vero, l'ho sentito anch'io.

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L'INCOGNITA

Quei sei punti in meno

dovuti al fattore razza

Perché Barack potrebbe perdere

DAL NOSTRO INVIATO

NASHVILLE (Tennessee) — C'è un elefante nella stanza, ma nessuno vuole o può vederlo. Appare a sprazzi. Balena torvo durante un comizio di Sarah Palin in Florida, quando il sedicente «pitbull col rossetto» calunnia Barack Obama di «accompagnarsi a un amico terrorista» e dunque di «non vedere la stessa America che vediamo noi». E subito, da un angolo nascosto del pubblico, esce quel grido, isolato e agghiacciante: «Kill him», uccidetelo. O emerge da uno dei «talk show» della Cnn, nei mulinelli di parole spesso senza senso. «La partita è finita?», chiede Anderson Cooper. «E' presto per dichiarare vittoria, perché Obama è nero», risponde senza perifrasi il guru David Gergen, consigliere di tre presidenti, da Reagan a Clinton. «Voglio essere chiaro — interviene James Carville, decano degli strateghi democratici —, non succederà, ma se Obama arriva a novembre con 6 punti di vantaggio e perde le elezioni, allora ci saranno conseguenze molto, molto, molto drammatiche». Pensa a rivolte e ghetti in fiamme? L'America è vicina a scrivere una nuova, grande pagina di Storia. La corsa alla Casa Bianca vede Barack Obama ampliare nei sondaggi il suo distacco da John McCain. Se si votasse oggi, il candidato afro-americano vincerebbe a valanga. La promessa di libertà e di uguaglianza, scritta dai padri fondatori ma viziata dal peccato originale dello schiavismo, sarebbe finalmente compiuta, un secolo e mezzo dopo la fine legale della discriminazione. Ma il dubbio serpeggia. L'elefante rimane. Troppo dirompente è la prospettiva che il giovane principe, col padre africano, la madre del Kansas e un nome sospetto, sconfigga l'eroe di guerra, che incarna l'America più tradizionale, bianca, anglosassone e protestante. E' la crisi economica a dare la spinta decisiva a Obama: «L'ansia di salvare la casa e i risparmi hanno finito per neutralizzare il fattore razziale », dice Camille Charles, della University of Pennsylvania. Pure, una rilevazione fatta da Stanford University sostiene che se Obama fosse bianco, oggi avrebbe in media 6 punti in più nei sondaggi. «Ne avrebbe 20», suggerisce il pollster Charlie Cook. Incombe in altre parole sulla campagna lo spettro di Tom Bradley, il popolare sindaco nero di Los Angeles, superfavorito nel 1982 nella corsa al governatorato della California e alla fine sconfitto da uno sconosciuto bianco. La gente aveva mentito nei sondaggi. E' il destino che attende Barack Obama? Per Nicholas Krystof, del New York Times, il rischio è quello del «razzismo senza razzisti», l'atteggiamento contraddittorio di moltissimi bianchi che credono nell'uguaglianza razziale, non hanno obiezioni all'elezione di un presidente nero, ma trovano altre ragioni per non votarlo: «E' un razzismo inconscio, la sindrome di "Indovina chi viene a cena"», dice Krystof, che però è ottimista e ricorda l'esempio del 1960, quando l'elezione di Kennedy dimostrò la fine del pregiudizio collettivo contro i cattolici. Larry Sabato, dell'Università della Virginia, il più citato fra i politologi americani, i dubbi li ha messi invece tutti da parte. Stamane il suo Crystal Ball, considerato l'oracolo politico americano più affidabile, esce dichiarando ormai «decisa» la gara per la Casa Bianca: «Obama attualmente si è già assicurato i 270 voti elettorali necessari a diventare presidente e potrebbe arrivare anche superare quota 300». Per Sabato, il quale definisce «avventate» le parole di Carville, il «fattore razziale potrebbe al massimo sottrarre 2 punti al vantaggio di Obama», che secondo i suoi sondaggi è sopra gli 11 punti. «L'America — spiega il politologo — ha fatto passi enormi dal punto di vista dei rapporti razziali, rispetto anche agli Anni Ottanta. E mi chiedo: in quale altro Paese al mondo, il rappresentante di una minoranza che è stata tenuta in schiavitù, sta per essere eletto presidente o primo ministro? ». Forse è il caso di incrociare le dita.

Paolo Valentino

09 ottobre 2008

corriere.it

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questa è la grande incognita:

i sondaggi imho sono falsati dal fatto che la gente si vergogna di ammettere che non voterebbe mai un negro.

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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Tra l'altro c'è sempre per Obama il fattore di rischio legato alla sua presunta fede islamica e alle sue origini, fattore che può essere sbandierato dai repubblicani e condizionare l'elettorato americano.

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questa è la grande incognita:

i sondaggi imho sono falsati dal fatto che la gente si vergogna di ammettere che non voterebbe mai un negro.

Si ma 6 punti mi sembrano tanti

2 son pochi ma 6.............facciamo 4??

Diciamo che quando in TUTTI (si fa in fretta a dirlo) i sondaggi il vecchietto grigio si vedrà superato di oltre 4-5 punti el negher potrà cantare vittoria.

C'è un altro fattore d'incertezza, la situazione finanziaria muta non di giorno in giorno ma di ora in ora ...............e con lei le decisioni di voto nella fascia più indecisa.

Vedarem 8-)

ST_G_02_04_000_1.jpgduetto14yg.jpg
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Obama come Salvatore è prefigurato dal film "Io sono leggenda". Questo per chi ama i "complotti" (che poi complotti non sono, si chiama semplicemente POTERE).

Curioso notare come sia l'uno che l'altro candidato avrebbero on mente di fare monostro del Tesoro Warren Buffet. A parte l'americanissimo talento di mettere i lupi a far da guardia agli agnelli, la concordanza dei due sul personaggio la dice lunga sulla "più-grande-democrazia-del-mondo".

già Zarathustra

"la 4C sarà un trabiccolo per incompetenti" (Ipse dixit)

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