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Featured Replies

Inviato
1 ora fa, Nocte favente scrive:

Se ricordo bene la proposta Arca fu realizzata da Pietro Camardella (che per Pininfarina firmò Ferrari Mythos e 456 Gt), mentre Agorà, che poi diventa la Dialogos definitiva, era di Marco Tencone, al quale - se non erro - dobbiamo anche lo stile degli esterni di Alfa Romeo Giulia e Maserati Alfieri.


Corretto. Le proposte erano Oxyghene (Alberto Di Lillo), Volumine (Adriano Piovano), Arca (Pietro Camardella), Agorà (Marco Tencone) e Tikal (Andrea Bassi). Di queste furono poi scelte le ultime tre per un secondo confronto in 1:1, che vide vincente la proposta di Tencone, seppur con il volume posteriore rivisitato

 

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Modificato da Indav

UN FOGLIO BIANCO, L'ISPIRAZIONE PER CREARE QUALCOSA DI COMPLETAMENTE NUOVO.

"Gli uomini amano sì le donne, ma più d'ogni altra cosa, gli uomini amano le auto" (Rush, 2013)

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  • continuo a credere che dalle parti di Ingolstadt avessero questo poster appeso al muro del centro stile.   Pininfarina spaccava culi. Poco da dire 

  • Lancia Fulvia making of...                            

  • l'originale è una delle coupè più belle mai prodotte.       

Immagini Pubblicate

Inviato

Su Thesis riuscirono a ripetere l'errore fatto con la K Coupé, ovvero il passo troppo corto rispetto all'altezza dell'auto.

 

Anche lei "allungata" sarebbe uscita decisamente meglio.

Inviato
40 minuti fa, Albe89 scrive:

Su Thesis riuscirono a ripetere l'errore fatto con la K Coupé, ovvero il passo troppo corto rispetto all'altezza dell'auto.

 

Anche lei "allungata" sarebbe uscita decisamente meglio.

Puoi mettere anche le ruote attaccate al paraurti, ma il problema della Thesis come già detto è il frontale, con quei fari di dimensioni troppo piccole (c'avevi già avuto la 166 che aveva lo stesso problema e giustamente perseveri) e con tutto quel lamierato "discendente" a fianco.

Poi a me lo stile barocco delle Lancia moderne ha sempre fatto discretamente schifo, si è sempre salvata la Yspilon perché per via dei volumi ridotti riusciva ad avere un aspetto "fumettoso/caricatura" che la rendeva più simpatica e carina.

Inviato

Che poi, a ben pensarci, nella storia delle berline Lancia del secondo dopoguerra sono più quelle "non riuscite" e "barocche" rispetto a quelle gradevoli.

Le berline a trazione anteriore di Fessia dell'epoca Pesenti (Fulvia e Flavia, in seguito 2000) avevano un design pesante e statico, quelle della prima fase dell'era Fiat non convincevano (Beta/Trevi, Gamma).

Un design convincente arriverà solo grazie a Giugiaro negli anni '80 (Delta, Prisma, Thema), poi secondo me solo Dedra (Idea) e La Ypsiolon di Fumia possono essere considerate auto dal design piacevole.

Un discorso diverso va fatto invece per le coupè derivate (a parte Kappa, ovviamente).

Inviato
3 ore fa, visitatore scrive:

Puoi mettere anche le ruote attaccate al paraurti, ma il problema della Thesis come già detto è il frontale, con quei fari di dimensioni troppo piccole (c'avevi già avuto la 166 che aveva lo stesso problema e giustamente perseveri) e con tutto quel lamierato "discendente" a fianco.

Poi a me lo stile barocco delle Lancia moderne ha sempre fatto discretamente schifo, si è sempre salvata la Yspilon perché per via dei volumi ridotti riusciva ad avere un aspetto "fumettoso/caricatura" che la rendeva più simpatica e carina.

 

Secondo me i difetti di Thesis sono altri.

 

Ho sempre trovato Dialogos un esercizio di stile originale e ben riuscito, capace di creare il giusto connubio tra elementi del passato del marchio e intuizioni moderne.

 

Il vero errore è stato, secondo me, credere che quello stile potesse adattarsi a una berlina grossa ed austera come quella che la dirigenza voleva, senza contare che ciò che faceva di Dialogos una bella vettura era in primis la plasticità dei volumi. Basta guardare come "chiude" in pianta la coda del concept rispetto alla Thesis, o ancora l'andamento del padiglione quasi da coupé, completamente stravolto e banalizzato su Thesis. A corredo della pesantezza generale si aggiungono le cromature, in primis quelle sui gruppi ottici, che li rendono degli occhietti piccoli e strabici quando sul concept avevano tutt'altro aspetto.

 

Basta guardare quest'immagine proveniente dalla design story di Thesis, quando i gruppi ottici erano ancora di ispirazione Dialogos e le cromature erano assenti, per capire quanto poco bastasse ad avvicinarsi all'idea iniziale...

 

image.jpeg.2cf584ef37c78e2f4895a043d9d4b50f.jpeg

 

Modificato da Indav

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Inviato
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  • Questo messaggio è molto popolare

Il mio parere, un po' rude per carità, e so che ai sostenitori della creatività italiana non piacerà. Nel momento in cui si decise di mettere in cantiere l'erede di una K che con un po' più di impegno avrebbe potuto essere più interessante, sarebbe stato giusto un bel bagno di umiltà, accantonando il pensiero "noi la famo diversa, noi famo 'na roba che vedrete patapam che colpo!"

(si, patapam, un patapam lo fece...)

La Thema era già diventata un mito, ma Giugiaro aveva mica fatto le cose assurde, anzi. C'era la classe, c'era l'eleganza, c'era la serietà di proporzioni studiatissime.

Sarebbe stato meglio, non dico copiare, ma ammettere che in quel segmento chi vendeva non usciva tanto dal seminato, e se lo faceva se lo poteva permettere perchè aveva il marchio (vedi le bavaresi di Bangle, che però han venduto perchè erano bavaresi).

Sarebbe stato meglio prendere una Serie 5 e una A6 e dire "oh, alla gente 'sta roba piace, facciamo un compitino Lancia, che noi non ci possiamo permettere di dire 'a famo strana'".

Prendiamo una tre volumi tedesca tradizionale e lancizziamola. Mettiamole un montante C privo di terzo vetro, passo e carreggiate decenti, la piazziamo bene sulle ruote (grosse), le mettiamo un frontale che evolve per bene il concetto della Dedra (o magari lavoriamo su quello della Kayak di Bertone), senza tirar fuori il mascherone della macchina del bisnonno e magari se ci va giochiamo un po' con la fantasia con la fanaleria posteriore: facciamola a fettine (ma non a banane come la Brava) incassate nella lamiera, che scompongano i fanali della Thema, così la ricordiamo.

Gli interni per carità: alzo le mani. Quelli della Thesis erano perfetti (guardacaso non avevano nulla di "assurdo"... e sempre guardacaso li ricordiamo come la parte migliore di quel macchinone sfortunato).

Poi possiamo anche chiamarla Thesis, oppure dire ai giornali che è tornata la Thema.

 

 

"Che banalità", qualcuno dirà. Beh... scommettiamo che avrebbe venduto più della macchina del Papa?

 

A me scappa un po' da ridere quando sento dire "eh, non è stata capita."

E' stata capita benissimo. Per 90 persone su 100 era brutta, e quando una cosa per 90 persone su 100 è brutta, vuol dire che è brutta. Fine.

Un colossale errore nato dalla presunzione di avere un allure tale da potersi permettere di farla strana.

Maddechè.

Ma dove.

Ma quando.

"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

Inviato
52 minuti fa, PaoloGTC scrive:

Sarebbe stato meglio, non dico copiare, ma ammettere che in quel segmento chi vendeva non usciva tanto dal seminato, e se lo faceva se lo poteva permettere perchè aveva il marchio (vedi le bavaresi di Bangle, che però han venduto perchè erano bavaresi).

Sarebbe stato meglio prendere una Serie 5 e una A6 e dire "oh, alla gente 'sta roba piace, facciamo un compitino Lancia, che noi non ci possiamo permettere di dire 'a famo strana'".

Col senno del poi hai ragione da vendere.

Penso però che a cavallo del nuovo millennio le case generaliste avessero cominciato a capire che non c'era partita contro le ammiraglie premium-teutoniche. I tempi erano definitivamente cambiati e sui segmenti alti di mercato gli acquirenti erano orientati verso marchi dal valore aggiunto di prestigio sociale (mentre le auto "grosse" generaliste sarebbero diventate i SUV). 

Ecco quindi che anziché ripresentare il design rassicurante delle case tedesche (tanto poi la clientela avrebbe comunque scelto il veicolo percepito come status symbol), le case generaliste cercavano di offrire quel qualcosa di "diverso" nelle loro ammiraglie, per distinguersi,  per avere forse un argomento di vendita che i tedeschi premium non avevano. Non a caso quello di inizio secolo è il periodo delle varie Renault Vel Satis,  Citroen C6, Lancia Thesis (e prima Ford Scorpio). Ultimi presidi in un settore di mercato che poi avrebbero definitivamente perso.

Se avessero proposto un design più rassicurante avrebbero avuto più successo? Chi può dirlo? Ma secondo me ormai la clientela aveva già scelto a prescindere. 

Inviato
2 ore fa, stev66 scrive:

Tutto vero.

Ma oggi , se passa una Thesis ci giriamo.

Se passa una mb o bmw contemporanee,  no.

Loro sono solo tedesche di generazioni precedenti, che perdono ogni interesse all'uscita della generazione successiva. 

 

Onestamente, se passa una BWM serie 5 E60 (Bangle) mi giro decisamente più volentieri. La Thesis sarà originale come lo sono appunto C6 o Vel Satis, ma non interamente bella.

 

Sulla questione design di rottura VS design rassicurante, abbiamo avuto prima Audi e poi Skoda che ci hanno dato qualche lezione a suo tempo. Secondo me, le penne libere devono restare confinate alle auto da pochi numeri "a prescindere" come coupé o cabrio, non su mercati di massa come i berlinoni.

Inviato

A proposito di thesis e mai nate.. della 841 papamobile, consegnata quando lo sviluppo della thesis era ancora in corso, mi ha sempre incuriosito la plancia che, vista dall’esterno, non è quella finita poi sulla thesis di produzione.. si capisce dalle (poche) immagini del momento della consegna. Qualche anno dopo la vettura è rientrata in Fiat per essere aggiornata ed è attualmente esposta nei musei vaticani con la plancia “thesis produzione”.. ma cosa montava alla consegna? Uno dei tanti misteri vaticani 😂

Modificato da Redbull
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