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Il futuro dei siti produttivi Stellantis


Messaggi Raccomandati:

23 minuti fa, xtom dice:

A marzo aveva detto che dal 2020 la Panda avrebbe abbandonato Pomigliano per andare in Polonia, adesso dice che entro metà 2018 verrà prodotta un altra auto.

 

Così, a parole, ogni tanto ne spara una, ma un piano preciso mai.

 

 

annuncerà una novità per Pomigliano nei prossimi 12 mesi. i tempi sono più o meno giusti. annunciano il modello a metà 2018 nella seconda metà del  2019 escono le prime auto , contestualmente smettono le Panda a Pomigliano.

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32 minuti fa, Matteo B. dice:

 

 

annuncerà una novità per Pomigliano nei prossimi 12 mesi. i tempi sono più o meno giusti. annunciano il modello a metà 2018 nella seconda metà del  2019 escono le prime auto , contestualmente smettono le Panda a Pomigliano.

Va anche considerato qualche mese per adattare le linee produttive, soprattutto se questo nuovo modello sarà su un pianale diverso dalla Panda (il che mi pare certo, sia se dovesse essere una Jeep-Fiat su base SUSW che nel caso di una Alfa su base Giorgio).

Mi stupisce un po che per un modello da presentare tra 12 mesi non ci siano muli in giro.

Modificato da GL91
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I muli di preserie della Stelvio hanno girato in strada per un anno prima di iniziare le vendite. Non parlo dei prototipi fatti a mano, ma di quelli che escono già dagli stampi.

 

Prima di vedere i muli quindi si dovrebbe vedere qualche frankestein, ma forse solo se ci sarà da adattare una piattaforma, se invece verrà utilizzata una piattaforma esistente senza modifiche di dimensioni, si potrebbero vedere direttamente i muli.

 

Quindi se gli stampi saranno pronti entro 6 mesi, ad inizio 2018 si potrebbero vedere in giro i primi muli, con la presentazione del modello entro la metà del 2018 ed inizio vendite entro la fine del 2018 o inizio 2019.

 

 

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3 ore fa, GL91 dice:

ignnqd.jpg

Nel senso che se contiamo quante nuove auto in arrivo escono dalla bocca di Marchionne (le note vetture "nascoste" nei capannoni) e quante effettivamente ci sono su strada la differenza è notevole e a sfavore, evidentemente, di queste ultime...

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  • 2 settimane fa...
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Fca, produzione sospesa a Melfi e sciopero a Cassino

Lo stabilimento di Potenza si ferma per la situazione di mercato della Jeep Renegade, agitazione dei Cobas per i turni di Cassino. La Uilm torinese: "Serve un nuovo modello a Mirafiori per dare una soluzione a 800 lavoratori in esubero". Da H&M all'Ilva, passando per i trasporti, fase calda per le agitazioni dei lavoratori

 
29 giugno 2017
 
MILANO - Agitazioni per eccesso di lavoro da una parte, sospensione della produzione per le "temporanee situazioni del mercato" dall'altra. Sono i due volti di Fca in questo primo scorcio d'estate, in una fase che si sta rivelando nuovamente calda sul fronte dei lavoratori: nella grande industria automobilistica come in altri comparti, basti citare i casi dell'Ilva o di H&M solo per richiamare gli ultimi esempi.

In Fiat Chrysler le ultime novità riguardano gli stabilimenti di Melfi (Potenza) e Cassino (Frosinone), con uno sguardo su Mirafiori. Nel primo caso ai sindacati è stato spiegato che a causa di una "temporanea situazione di mercato", la produzione di "Jeep Renegade" da Melfi sarà sospesa dal 26 al 29 luglio prossimo e gli addetti saranno collocati in cassa integrazione. L'annuncio è stato dato nelle scorse ore dalla la segretaria regionale della Basilicata dell'Ugl metalmeccanici, informata a sua volta dalla direzione aziendale. Si tratta di una nuova finestra di stop, che si aggiunge a quella che si apre oggi, 29 giugno, per terminare il prossimo 2 luglio. Secondo l'Ugl, nonostante la sospensione della produzione della "Jeep Renegade" sia legate "a motivi congiunturali", è "indispensabile" avviare un confronto con l'azienda che abbia come obiettivo finale "la tutela e la salvaguardia occupazionale di tutto il sistema dell'automotive lucano".

Se a Melfi si chiede di salvaguardare l'occupazione, a Cassino i sindacati di base preparano una manifestazione davanti ai cancelli per denunciare che "la Fiat vive alla giornata, fa lavorare metà di noi a ritmi impossibili e con pause ridotte e l'altra metà la tiene a casa con gli ammortizzatori sociali". Lo hanno scritto in una nota congiunta a firma di Si Cobas Fca Pomigliano, Usb Fca Melfi, Cub Fca Melfi/Basilicata, Operai autorganizzati Fca Termoli, "Un gruppo di operai iscritti a Fiom Cassino", "Usb Fca Termoli", Cobas Fca Mirafiori e Cobas lavoro privato. Nella nota si mettono in relazione le diverse sorti degli stabilimenti: "A Melfi dal 29 giugno tutta la fabbrica sarà in cassa integrazione, e altri operai deportati a Termoli". L'accusa all'azienda è di "spremere il limone il più possibile e fino a quando può. A Termoli si sciopera contro i sabato: stanno spremendo e massacrando gli operai a 20 turni con sabato e domenica lavorativi". I Cobas attaccano a testa bassa le maggiori sigle della rappresentanza: "I sindacati filo aziendali le reggono il gioco. Nonostante non ci sia nessuna prospettiva reale per il futuro, osannano le parole dell'amministratore delegato sull'annuncio, in un futuro più o meno prossimo, di nuove produzioni che assicureranno la piena occupazione negli stabilimenti italiani. Tutto pur di tenere gli operai tranquilli. Il solito trucco che va avanti da oltre un decennio".

Con toni ben diversi, la Uilm torinese ha posto negli ultimi giorni sul tavolo la questione di Mirafiori: "Si avvicina il termine degli ammortizzatori sociali per gli 800 lavoratori delle Carrozzerie di Mirafiori che, nonostante l'avvio produttivo del Maserati Levante, non sono ancora rientrati in fabbrica", ha sottolineato il segretario generale Dario Basso in vista del termine dei contratti di solidarietà, il cui utilizzo dovrà concludersi entro il prossimo settembre. "Prendiamo per buone le parole dell'amministratore delegato di Fca sul ritorno alla piena occupazione alle Carrozzerie di Mirafiori. Finora alle dichiarazioni sono seguiti gli investimenti, è un percorso virtuoso che non deve interrompersi per non arrivare con l'acqua alla gola alla fine degli ammortizzatori sociali. Rimangono 800 lavoratori in esubero per i quali servono soluzioni immediate. Per raggiungere l'obiettivo della piena occupazione nel 2018 allo stabilimento serve un nuovo modello". Nei giorni scorsi la Fim Cisl si era detta fiduciosa sul raggiungimento del target occupazionale promesso da Marchionne, ma ha fatto notare che "su Melfi entro il 2018 serve un nuovo modello, meglio se elettrico o ibrido, per assicurare la piena occupazione nello stabilimento".

Solo pochi giorni fa dai libri contabili della Fca Italy (ex Fiat auto) consultati da Radiocor è emerso che l'azienda, nel 2016, ha investito circa 1,25 miliardi di euro, di cui 85 milioni a Melfi. L'anno scorso si è chiuso per Fca Italy con perdite nette per oltre 1,11 miliardi di euro, in miglioramento rispetto a un 'rosso' per più di 1,6 miliardi nel 2015, e perdite operative per oltre 1,16 miliardi (erano 1,45 miliardi nel 2015). I ricavi sono saliti del 13,5% a 26,07 miliardi "grazie all'incremento di volumi delle vetture, dei veicoli commerciali e ad un più ampio portafoglio prodotti". In particolare Fca Melfi ha registrato un utile per 56,7 milioni circa, da 50,67 milioni un anno prima, su ricavi pari a 5,35 miliardi (-4,43%) grazie al successo di Jeep Renegade e di Fiat 500x. A Melfi è stato raggiunto uno dei livelli produttivi più elevati nella storia dello stabilimento a 379mila unità.


...

 

Da http://www.repubblica.it/economia/finanza/2017/06/29/news/fca_sciopero_contro_la_cassa_integrazione-169174528/

365GT-4BB.jpg.d8eec3919186d3fdfc3eb116bcf4f0e6.jpg "Ovunque andrai ci sarà sempre un Pandino guidato da un anziano che ti taglierà la strada..."

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Si parla di sospensione per qualche giorno della produzione di Renegade, e la cosa non mi è chiara. Mi sembrava che le vendite andassero bene.

 

"Vigila sui tuoi pensieri: la tua vita dipende da come pensi".

Libro dei Proverbi

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1 minuto fa, elias dice:

Si parla di sospensione per qualche giorno della produzione di Renegade, e la cosa non mi è chiara. Mi sembrava che le vendite andassero bene.

 

le vendite vanno bene...prima andavano a rotta di collo e ci si era tarati su quello x battere il ferro giustamente fin che è caldo assumendo fortunatamente molti lavoratori....

di contro gli altri che protestano per il troppo lavoro...chi la vuole cotta chi la vuole cruda...

dobbiamo abituarci a un mondo che evolve molto piu' velocemente che nel 1900....sopratutto i sindacati

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