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Auto a idrogeno e diffusione di massa - Prospettive e limiti


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Vabbè però alla fine ci sono arrivati... Chissà che non succeda così anche con l'H2...
Modificato da jeby

Mazda MX-5 20th anniversary "barbone edition" - Tutto quello che scrivo è IMHO

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esempi che non c'entrano NULLA....l'idrogeno non è un convertiplano....

al limite l'idrogeno è la possibilità o meno di volare per un uomo del quindicesimo secolo

Azz, dovremo aspettare 500 anni per vedere l'idrogeno? :lol::lol:

Comunque sono tutte ipotesi tue. Noi ti abbiamo dimostrato da INGEGNERI quali siano i vincoli e i problemi allo stato attuale insormontabili. Certo, magari saranno superati, ma non credo che vedremo entro 20-25 anni auto di serie (non in leasing, noleggiate, parlo di auto a listino e vendute a privati cittadini) ad h2, nè che esisterà una rete di distribuzione e/o di vendita dell'h2, e quanto dico è avvalorato da parecchi scienziati ed ingegneri che lavorano nei centri ricerca delle stesse case automobilistiche.

Modificato da Dodicicilindri

"All truth passes through three stages. First, it is ridiculed, second it is violently opposed, and third, it is accepted as self-evident." (Arthur Schopenhauer)

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allora le migliaia di ingegneri che ci lavorano sopra sbagliano.

gli stessi che non stanno lavorando sopra le auto 100% elettriche.

sbagliano tutti.

e' POSSIBILE ma non ad alta probabilità...evidentemente vi sfugge che le alternative proposte da voi sono ancora meno praticabili di questa.

è vero che ci sono grossi ostacoli..non l'ho mai negato....

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Gli ingegneri lavorano su quello su cui gli viene detto di lavorare e per cui li pagano, e non sempre il risultato viene raggiunto.

Perchè ti ostini a pensare che solo l'idrogeno sia la panacea? Fino a che ci saranno alternative meno costose e più praticabili, l'idrogeno non prenderà MAI davvero piede.

E di alternative ce ne sono in abbondanza, anche una volta che il petrolio sia finito.

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la mongolfiera è di fine 700.....:|

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Leggi qui, e ti togli i dubbi. Cito da un documento già postato, ma che tu forse non hai letto, e che dimostra che non basta che migliaia di persone lavorino su qualcosa perchè si ottenga il risultato desiderato:

QUANDO, quattro anni fa, Byron McCormick, responsabile della ricerca per la General Motors, prometteva solennemente di mettere in vendita entro il 2010, a prezzo accessibile, auto a fuel cell, gli rimproveravo bonariamente il fatto che promesse di questo tipo sono una costante nella storia delle Case, ma che molto raramente si avverano. Infatti, dal 1980 in poi, sono regolarmente saltate le previsioni di vendita di auto elettriche, a turbina, a volano, a idrogeno...

“Everybody lies, tutti raccontano balle” fu la sua onesta e autoironica risposta. Ma i tecnici, quando parlano fra loro, all’interno di una stessa azienda, davvero si raccontano balle? E quando partecipano ai convegni scientifici, davvero tentano di illudere i concorrenti — spesso più agguerriti e preparati — con gli stessi dati e le stesse ottimistiche previsioni che poi adoperano nelle presentazioni alla stampa? Eh, no! Quando abbiamo l’occasione di partecipare a seminari tecnici, come l’ultimo organizzato a Torino, dall’Associazione Tecnica dell’Automobile (ATA), le cose cambiano.

Idrogeno? Meglio non illudersi

I primi esemplari di auto alimentate a idrogeno li abbiamo provati nel 1988. Oggi quasi tutte le Case hanno almeno un prototipo a fuel cell e ufficialmente dichiarano che l’H2 sarà l’energia del futuro, anche se questo gas non esiste in natura allo stato libero. La stampa cavalca le sparate ottimistiche e i politici ci credono, al punto che finanziano mostre, convegni e manifestazioni ove l’auto pulita è solo quella... lavata con H2. Ma come viene visto l’idrogeno dagli addetti ai lavori? L’ingegner Stefano Re Fiorentin, progettista di motori alla Fiat, ha proiettato al convegno ATA un’illuminante diapositiva. Diceva a chiare lettere che “L’idrogeno non diventerà il vettore energetico del futuro a causa delle criticità legate alla sua produzione, al suo trasporto e al suo stoccaggio a bordo del veicolo".

Non c’è bisogno di ulteriori commenti. Requiem per l’idrogeno.

Però, nella stessa diapositiva c’erano altre affermazioni interessanti. Per esempio, che dal 2030 in poi la fonte energetica più diffusa sarà l’energia nucleare, dalla quale deriveranno energia elettrica e altri vettori, cioè nuove forme di stoccaggio di energia a bordo di veicoli, sotto forma di combustibili sintetici. Infatti, prima che l’energia elettrica, immagazzinata a bordo o trasmessa ai veicoli con nuovi sistemi diventi la sorgente energetica principale per la mobilità individuale (in previsione dopo il 2050), verranno prodotti combustibili liquidi catturando la CO2 presente nell’atmosfera. L’anidride carbonica è il più stabile, inutile, innocuo e degradato stadio di ossidazione del carbonio: non contiene più energia e non serve più a niente. Se non a tener caldo il nostro pianeta e

a fornire l’alimento di tutto il mondo vegetale (però i nostri ministri dell’Ambiente continuano a definirla “un pericoloso inquinante”). Ma, se si riesce a separare l’atomo di carbonio dall’ossigeno e poi a ricombinarlo con idrogeno ricavato dall’acqua mediante idrolisi, si possono costruire nuovi idrocarburi. La scienza cerca in tal modo di imitare lo stupendo miracolo che le foglie degli alberi fanno con la sintesi clorofilliana, grazie alla luce del sole: vale a dire, assorbono l’anidride carbonica, restituiscono ossigeno all’ambiente e trattengono il carbonio, che combinato con l’acqua del terreno si trasforma quindi in lignina, cellulosa, amido o zuccheri. Cioè in combustibili solidi. Per ricopiare il miracolo della sintesi clorofilliana, la tecnica dovrà usare abbondante energia, addirittura più di quella che i combustibili ottenuti potranno sviluppare. Ecco perché il ricorso all’energia nucleare (fusione e non più fissione nucleare) diventa la “speranza obbligatoria”.

Quando il petrolio sarà davvero finito

In definitiva, le automobili saranno alimentate ancora per molti anni con combustibili simili a quelli attuali. Quando il petrolio, dopo il 2050, non sarà disponibile (o anche prima, se il suo prezzo sarà salito alle stelle) l’industria troverà conveniente produrre combustibili sintetici utilizzando il vecchio sistema usato anche durante l’ultima guerra, cioè combinare

carbone e idrogeno. Quest’ultimo verrà ricavato per piroscissione da acqua sottoposta a temperature superiori ai 1400°C, grazie ancora al calore sviluppato dal carbone. Infine, quando il carbonio finirà (o ancor prima se avremo abbondanti fonti energetiche, come energia elettrica da fonti nucleari), si potrà ricavare il carbonio direttamente dall’atmosfera, separandolo dalla CO2 mediante distillazione frazionata dell’aria.

Il grande interesse che suscita questa soluzione deriva dal fatto che — a differenza dei biocombustibili — è l’unico, vero sistema per continuare a bruciare combustibili senza immettere ulteriore anidride carbonica nell’atmosfera. Infatti, tutto il carbonio bruciato verrebbe ricavato dalla CO2 presente nell’atmosfera. A titolo di esempio, una centrale nucleare da 2000 megawatt (potenza equivalente a quella di 2000 motori da 1360 cavalli ciascuno), installata in un deserto per migliorarne la sicurezza, potrebbe alimentare uno stabilimento attiguo ove si producono 30.000 barili di benzina di sintesi al giorno (un barile equivale a 159 litri), col solo prelievo di CO2 e di H2O direttamente dall’aria, senza altri apporti esterni.

Modificato da Dodicicilindri

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