Mica vero.

Uni toste come il PoliTo e il PoliMi all'estero se le sognano.

tipicamente si studia di meno che qua

sta roba qui è vera! Ho parlato con qualche Eramus e tutti mi han confermato che mai hanno studiato così tanto come in Italia.

Occhio che il "studiare di meno", poi, quando lavori rischi di pagarlo carissimo.

le scorciatoie, presentano il conto.

Occhio che il "studiare di meno", poi, quando lavori rischi di pagarlo carissimo.

le scorciatoie, presentano il conto.

Noni. Il problema non e' studiare "meno", ma studiare "meglio".

E' inutile che io mi sia studiato questo libro A MEMORIA -> Turbulent Flows - S. B. Pope - Google Libri e poi non sappia muovermi in autonomia sul lavoro.

Poi vedo i ragazzetti con 5 anni di meno, che il sacro libro nemmeno sanno che esistono, che di fronte al problema lo affrontano arrangiandosi, cercando materiale, sapendo dove cercare e chi contattare.

E' stato meglio studiare tutto, o sapere come trovare le risposte quando servono?

Io non dubito che le cose stiano migliorando (sto monitorando il sito del Poli, e mi piace come il rettore sta lavorando), ma anche solo 10 anni fa, per le limitate esperienze di mia conoscenza, ci si poteva laureare in una facolta' di ingegneria senza aver mai cercato un articolo scientifico in un OPAC.

Se impari un libro a memoria, mi spiace, ma hai sbagliato completamente il punto

Non é il sistema a essere inefficiente, è gimmo che potrebbe esserlo

e comunque, hai detto "si studia MENO", e meno, significa meno. Non automaticamente meglio.

gimmo mio, esci dal cluster "tutto ciò che è estero è buono tutto ciò che è italiano è cattivo".

la realtà, è sempre più sfumata

Modificato 23 Maggio 201312 anni fa da TonyH

Se impari un libro a memoria, mi spiace, ma hai sbagliato completamente il punto

Non é il sistema a essere inefficiente, è gimmo a esserlo.

Lo studente e' prodotto dell'uni.

O cosi' o non si passava.

Ci sono stati esami dove si premiava la testa, in quello si premiava la memoria. Come fosse il declinare rosa-rosae

Idem il mitologico "ultimo esame" che ormai do a tentativi.

E le mie ragioni le ho gia' spiegate.

e comunque, hai detto "si studia MENO", e meno, significa meno. Non automaticamente meglio.

Vero una cosa non implica automaticamente l'altra.

Vai all'ETH, a Delft, a Helsinki e mi racconti

...

PoliTo e PoliMi hanno una sola cosa da invidiare alle Uni da te citate: i fondi per fare ricerca.

Confindustria, la diagnosi e la terapia di Squinzi non convincono: non viviamo in tempi normali - FIRSTonline

Confindustria, la diagnosi e la terapia di Squinzi non convincono: non viviamo in tempi normaliLa relazione di Squinzi è adatta a tempi normali ma non alla situazione di oggi - L'analisi della crisi e la terapia indicata dal presidente della Confindustria non convincono: non è l'austerità che ha provocato la crisi, che c'era da prima, e senza innovazione e qualche colpo d'ala non supereremo l'emergenza - Troppa prudenza su classe politica e sindacati

In Lombardia, tra il 2009 e il 2011, la quantità di merce esportata è cresciuta di 19,8 punti, l’indice della produzione di 7,2. Al contrario, nel Baden Württemberg e nel medesimo lasso di tempo, l’export è cresciuto di 35,2 punti e la produzione di 24,9. Dalle parti di Stoccarda, in altre parole, chi esporta traina chi produce (in molti casi, peraltro, si tratta degli stessi soggetti economici). Da noi, invece, vi sono sempre meno legami tra le poche realtà in grado di esportare la propria produzione e le molte realtà che, per settore d’appartenenza, dimensioni, capitalizzazione non esportano nulla di ciò che producono.

Quel che emerge è dunque un sistema economico duale in cui da un lato vi sono poche, medio-grandi imprese, strutturate e patrimonializzate, che riescono a esportare, a ottenere finanziamenti e a investire per crescere ancora, mentre dall’altro vi è una moltitudine di naufraghi della crisi, ceto medio imprenditoriale impoverito e depresso per la perdita di potere d’acquisto, di status sociale, di prospettive. Una dualità, questa, che contiene una pericolosa e implicita premessa: che l’unica forza vitale del capitalismo italiano siano le medie imprese che esportano e che le piccole e micro imprese, per non dire di quelle artigiane, siano solo rami secchi e avvizziti da far resistere finché si può. Più per ragioni sociali, comunque, che non per il loro valore economico.

Leggi il resto: Gli imprenditori lombardi e la sindrome Gran Torino | Linkiesta.it

innanzitutto bisogna prendere atto che in questo momento non riusciremmo a vivere di solo export.