Hai glissato sul fatto che il Giappone ha una elevatissima percentuale di laureati

segno che nonostante la costrizione dei contributi, riescono a garantire a chi se lo merita l'accesso a un'istruzione di qualità...

se vogliamo la meritocrazia, dobbiamo scordarci dell'uguaglianza e della massificazione dei risultati....proprio perché il merito é fortemente antidemocratico.

Modificato 11 Gennaio 201312 anni fa da JackSEWing

oppure rendere l'università aperta solo a chi ne ha veramente le capacità e la voglia

troppo spesso sento la parola meritocrazia in bocca a gente che nei fatti l'ha sempre combattuta.. vedi i sindacati

Perché la smania di mettere un pezzo di carta in mano da chiunque, alla fine ha reso l'università discriminante....in base proprio all'odiato censo di famiglia.

Per fornire didattica a un numero troppo elevato di aspirati laureandi servono tanti soldi. Soldi che devono arrivare attraverso tasse scolastiche più alte...e che spesso il numero troppo elevato impatta in maniera pesante (e negativa) sulla didattica.

Tutti uguali a forza. Il risultato è

è

è

....il famigerato minimo sindacale.

(garantito , ma solo quello:muto:)

cambiando argomento, segnalo questo interessantissimo link

Italy's public spending: where do the Euros go? | News | guardian.co.uk

da notare che in busta paga solo la voce previdenza è chiaramente separata dalle altre,

e di solito non è quella di importo maggiore.

Notato anche i commenti a quel link?

Poi ti chiedi perché l'ItaGlia non cresce...

Hai glissato sul fatto che il Giappone ha una elevatissima percentuale di laureati

segno che nonostante la costrizione dei contributi, riescono a garantire a chi se lo merita l'accesso a un'istruzione di qualità...

se vogliamo la meritocrazia, dobbiamo scordarci dell'uguaglianza e della massificazione dei risultati....proprio perché il merito é fortemente antidemocratico.

Ma io parlo dell'accesso all'università mica del conseguimento della laurea.

E l'accesso deve essere per tutti, se poi sei un somaro è giusto che perdi la borsa di studio o gli aiuti economici ma il denaro non deve essere una discriminante.

L'accesso deve essere per tutti "quelli che hanno le capacità intellettive". E deve essere una discriminante feroce e implacabile.

Perché a forza di fare entrate tutti senza distinzioni, ci troviamo con facoltà in decifit di strutture, spesso di docenti, con tasse universitarie sempre più alti e fondi per aiutare chi é economicamente svantaggiato sempre più bassi.

che significa didattica più scadente, e una conseguente perdita di valore della laurea (se qualcosa é accessibile troppo facilmente, perde di valore).

risultato? Diventano i soldi a far la differenza....perché chi ha i soldi può mandare i figli nelle università più quotate, lo può mantenere agevolmente fuori sede, fargli fare un lungo erasmus e magari un costoso master.

l'esatto contrario dei propositi iniziali....

ergo, si deve cambiare metodo.

siccome offrire una didattica di qualità é costoso, si cercherà di offrirla a chi ha più possibilità di garantire che i soldi sono stati speso bene...

purtroppo non tutti son nati con la vocazione per lo studio, é inutile continuare a coltivare l'illusione di dare un titolo altisonante anche a chi per mancanza di capacità o di voglia non lo merita.

(questo non significa che debbano essere trattati come cittadini di serie b semplicemente, gli si indirizzerá su percorsi professionalizzanti...)

siccome offrire una didattica di qualità é costoso, si cercherà di offrirla a chi ha più possibilità di garantire che i soldi sono stati speso bene...

Questo si traduce in numero chiuso e test d'ingresso, non tasse alte. Il merito non ha nulla a che vedere coi soldi.