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DJTaurus

Messaggi Raccomandati:

Ma come??? miliardi di pagine a decantare la bellezza immortale della 8C... e nel 2011 è già vecchia? :shock::lol:

Non è vecchia la 8C.

E' superata la Competizione. ;)

Capisci ammè: la 8C è già alla seconda generazione, cioè Spider. Penso che da qui a 3-4 anni possa nascere ancora altro. :)

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Non è vecchia la 8C.

E' superata la Competizione. ;)

Capisci ammè: la 8C è già alla seconda generazione, cioè Spider. Penso che da qui a 3-4 anni possa nascere ancora altro. :)

Mi sa che io sto dicendo che il sole scalda, e tu che l'acqua è bagnata...:roll:

http://dl.dropbox.com/u/1126539/nexus_s_boot_animation.gif

 

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Ottima notizia..... ma sarebbe proprio impossibile farne 500 all'anno (anche numerate) per 7 o 8 anni???

concordo sul concetto meno sulla durata...........nel senso meglio farla entrare a listino e produrne 500 l'anno per 4-5 anni massimo in modo da dare si valore al listino alfa e quindi al marchio:wink:

firma_arcy4.jpg

lostjn58qh5cg0.gif

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Recensione a cui si potrebbero mettere un bel pò di punti di domanda su quanto scritto dalla rivista "domus" (architettura, arte, etc etc etc).......

Di Stefano Casciani

La ‘ripresina’ economica italiana di quest’anno risulta guidata principalmente da tre settori: le costruzioni, il Made in Italy e l’automobile. In quest’ultimo settore, ovviamente, ha avuto la parte del leone il gruppo FIAT: ultima vera grande industria rimasta nel paese, è tornata in una posizione dominante, riscoprendo la sua stretta vocazione per gli autoveicoli di grande serie. I lunghi anni della crisi, non sembrano però essere passati invano. Preso atto dei cambiamenti nella domanda di lusso, sempre più aperta al desiderio di oggetti tanto iconici quanto personalizzati, il gruppo ha individuato una nuova nicchia di personalizzazione con Alfa Romeo: realizzare in serie limitata (qualche centinaio di esemplari) un modello di automobile che unisse le prestazioni di un’ultrasportiva vettura alla riconoscibilità dell’immagine storica del marchio, legata alla qualità quasi scultorea delle sue prime carrozzerie. Nel risultato finale del progetto, il disegno dell’Alfa 8C Competizione certamente risente di quell’identificazione tra design e lifestyle su cui sempre più industrie puntano, per sopravvivere alla guerra tra Occidente e Oriente per il dominio nel mercato dell’automobile. Gli interni mostrano così raffinatezze d’altri tempi, come il set di valigie coordinate: sfrenatamente lussuose, ma non insensate se si considerano le dimensioni necessariamente ridotte del ‘bagagliaio’ in un’auto da corsa. Eppure per il successo dell’operazione risulta alla fine decisivo soprattutto il disegno della carrozzeria. Appaiono evidenti alcune influenze dello stile Ferrari/Pininfarina, ma l’insieme punta ad una ricostruzione, quasi filologica, dell’immaginario di Alfa ‘archetipiche’: dalla 6C 2500 Competizione del 1948 alla Stradale della seconda metà degli anni Sessanta.

Senza scomodare paragoni con Mies van der Rohe o Sant’Agostino, anche per la 8C “ Dio è nel dettaglio”: così i progettisti, che curano maniacalmente la fluidità dell’intera forma, sono molto attenti a riportare a una dimensione ragionevole lo ‘scudo’ frontale, simbolo glorioso ma caricaturalmente esagerato nella produzione di serie degli ultimi anni, che ha determinato (olre a qualche piccolo inconveniente sul posizionamento della targa) l’aspetto insoddisfacente delle carrozzerie Alfa, lasciandole incompiute proprio in quella parte dell’auto che corrisponde al volto nel corpo umano.

Ridisegnato con grande eleganza, il frontale della 8C ripropone una nuova immagine di sportività serena, senza inutili aggressività: se ne attende l’estensione anche alla produzione di massa.Il progetto per la serie limitata non è sempre e soltanto fine a se stesso, teso a risultati commerciali tanto immediati quanto effimeri. Nei casi migliori di intelligenza strategica nello sviluppo del prodotto, conduce a risultati che in un arco di tempo ragionevole influenzano il vero e proprio disegno industriale. Si viene così idealmente a chiudere il cerchio ricerca-prodzione-mercato, nella modalità che il desig e l’industria italiani, da più di cinquant’anni, insegnano al mondo. S.C.

Segue

-Progetto_Design

Centro Stile Alfa Romeo

-Gruppo di progettazione_ Design team

Antonio Rosti, Daniele Gaglione, Alessandro Maccolini (esterni_exteriors); Enzo Ferreri, Manuel Diaz, Giovanni Pizzi (interni_interiors)

-Area grafica,accessori_ Graphics,accessories

Andrea Partesana, Enrico Anselmi

-Area colore_Colours

Tiziana Mauri, Veronica Pacciarini, Elisabetta Della valle

-Capo progetto_project manager

Davide Crepaldi

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ma cosa diavolo hanno scritto sti pirla di domus???

a me,personalmente, non sembra che il ritorno allo scudo verticale sia stata una parte insoddisfacente del design delle ultime alfa di serie...anzi...tutt'altro...bah...profondo sconcerto...ne avevo sentite tante eh...specialmente sulle alfa...ma questa è una assoluta novità...

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ma cosa diavolo hanno scritto sti pirla di domus???

a me,personalmente, non sembra che il ritorno allo scudo verticale sia stata una parte insoddisfacente del design delle ultime alfa di serie...anzi...tutt'altro...bah...profondo sconcerto...ne avevo sentite tante eh...specialmente sulle alfa...ma questa è una assoluta novità...

Cosa vuoi fare....."sò artisti" e pensano di conoscere la verità.......Quando l'ho letto io non mi sono nemmeno arrabbiato: una risata basta e avanza.....

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Recensione a cui si potrebbero mettere un bel pò di punti di domanda su quanto scritto dalla rivista "domus" (architettura, arte, etc etc etc).......

Di Stefano Casciani

La ‘ripresina’ economica italiana di quest’anno risulta guidata principalmente da tre settori: le costruzioni, il Made in Italy e l’automobile. In quest’ultimo settore, ovviamente, ha avuto la parte del leone il gruppo FIAT: ultima vera grande industria rimasta nel paese, è tornata in una posizione dominante, riscoprendo la sua stretta vocazione per gli autoveicoli di grande serie. I lunghi anni della crisi, non sembrano però essere passati invano. Preso atto dei cambiamenti nella domanda di lusso, sempre più aperta al desiderio di oggetti tanto iconici quanto personalizzati, il gruppo ha individuato una nuova nicchia di personalizzazione con Alfa Romeo: realizzare in serie limitata (qualche centinaio di esemplari) un modello di automobile che unisse le prestazioni di un’ultrasportiva vettura alla riconoscibilità dell’immagine storica del marchio, legata alla qualità quasi scultorea delle sue prime carrozzerie. Nel risultato finale del progetto, il disegno dell’Alfa 8C Competizione certamente risente di quell’identificazione tra design e lifestyle su cui sempre più industrie puntano, per sopravvivere alla guerra tra Occidente e Oriente per il dominio nel mercato dell’automobile. Gli interni mostrano così raffinatezze d’altri tempi, come il set di valigie coordinate: sfrenatamente lussuose, ma non insensate se si considerano le dimensioni necessariamente ridotte del ‘bagagliaio’ in un’auto da corsa. Eppure per il successo dell’operazione risulta alla fine decisivo soprattutto il disegno della carrozzeria. Appaiono evidenti alcune influenze dello stile Ferrari/Pininfarina, ma l’insieme punta ad una ricostruzione, quasi filologica, dell’immaginario di Alfa ‘archetipiche’: dalla 6C 2500 Competizione del 1948 alla Stradale della seconda metà degli anni Sessanta.

Senza scomodare paragoni con Mies van der Rohe o Sant’Agostino, anche per la 8C “ Dio è nel dettaglio”: così i progettisti, che curano maniacalmente la fluidità dell’intera forma, sono molto attenti a riportare a una dimensione ragionevole lo ‘scudo’ frontale, simbolo glorioso ma caricaturalmente esagerato nella produzione di serie degli ultimi anni, che ha determinato (olre a qualche piccolo inconveniente sul posizionamento della targa) l’aspetto insoddisfacente delle carrozzerie Alfa, lasciandole incompiute proprio in quella parte dell’auto che corrisponde al volto nel corpo umano.

Ridisegnato con grande eleganza, il frontale della 8C ripropone una nuova immagine di sportività serena, senza inutili aggressività: se ne attende l’estensione anche alla produzione di massa.Il progetto per la serie limitata non è sempre e soltanto fine a se stesso, teso a risultati commerciali tanto immediati quanto effimeri. Nei casi migliori di intelligenza strategica nello sviluppo del prodotto, conduce a risultati che in un arco di tempo ragionevole influenzano il vero e proprio disegno industriale. Si viene così idealmente a chiudere il cerchio ricerca-prodzione-mercato, nella modalità che il desig e l’industria italiani, da più di cinquant’anni, insegnano al mondo. S.C.

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-Progetto_Design

Centro Stile Alfa Romeo

-Gruppo di progettazione_ Design team

Antonio Rosti, Daniele Gaglione, Alessandro Maccolini (esterni_exteriors); Enzo Ferreri, Manuel Diaz, Giovanni Pizzi (interni_interiors)

-Area grafica,accessori_ Graphics,accessories

Andrea Partesana, Enrico Anselmi

-Area colore_Colours

Tiziana Mauri, Veronica Pacciarini, Elisabetta Della valle

-Capo progetto_project manager

Davide Crepaldi

scusa Kenzo ma questa recensione è sul domus di quest mese?....cavolo a me ancora deve arrivare:?

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