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stev66

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10 ore fa, owluca dice:

 

3 ore fa, owluca dice:

io ho riletto l'articolo per togliermi ogni dubbio e l'appaltatore è effetivamente Rumeno ..invece che svedese.

 

quindi il titolo  assolutamente corretto.

 

 

 

Mi sembra utile riportare la fonte a cui si riferisce Repubblica, qui di seguito l'articolo originale in cui Flamini (ASI) parla della questione e fa un bilancio sulla missione:

 

http://www.airpressonline.it/14239/gli-errori-dellesa-su-schiaparelli-parla-flamini-asi/

 

Cita

...........................................

 

Il problema dell’atterraggio

A questo punto, le strategie di atterraggio si diversificano. Se si hanno masse contenute si può fare affidamento sugli airbag, altrimenti si devono usare retrorazzi. In effetti, non è solo una questione di peso, ma anche di precisone di atterraggio. Gli airbag fanno rimbalzare e rotolare il lander in maniera del tutto non controllata. Con i retrorazzi si può arrivare a scegliere la zona di atterraggio con precisione, come dimostrato dal sistema Sky Crane di Nasa. In altri termini, per future missioni nelle quali gli elementi di superficie dovranno poter essere accessibili, la scelta obbligata è quella dei retrorazzi. Scelta fatta fin dalla fase iniziale per l’EDM. Altro elemento importante per il successo dell’atterraggio è la selezione del landing site, che viene effettuata da un team di scienziati esperti di geologia marziana. L’EDM ha eseguito correttamente le due manovre iniziali, le più rischiose, ovvero l’entry e descent: il computer di bordo ha attivato i vari sottosistemi, aperto correttamente il paracadute, separato lo scudo termico, acceso i retrorazzi e, come previsto, trasmesso tutti i dati di discesa, che tra l’altro significa il successo dei due esperimenti scientifici, AMELIA e COMAR. Poi qualcosa lo ha ingannato, ha spento i retrorazzi, ha acceso DREAMS come se fosse atterrato, trasmesso il suo segnale e si è messo in ibernazione. Purtroppo l’altezza era sbagliata. L’analisi tecnica di dettaglio è in corso, ma alcune conclusioni si possono anticipare. Il progetto dell’EDM è sostanzialmente corretto e i sistemi di bordo hanno funzionato regolarmente fino a circa 2.500 metri di altezza. Il sistema è diventato instabile ed è andato in errore con l’aumentare della densità atmosferica, quando i fattori a più alta variabilità diventano predominanti e dove diventano fondamentali i preventivi test end-to-end, mentre le simulazioni numeriche dicono poco. Per questa ben nota variabilità, con il pieno supporto degli Stati membri dell’Esa, si erano inseriti nel contratto industriale due test di verifica in ambiente analogo: un test da pallone stratosferico, nel quale si verificavano tutte le condizioni di discesa non ipersonica, il paracadute, i fattori aerodinamici e i retrorazzi; e un test da 3mila metri in giù per il radar di discesa.

 

Gli errori dell’Esa

Proprio su questi test cruciali si è evidenziata la scarsa esperienza del project team di Esa, sottraendo al controllo industriale l’esecuzione del test da pallone e provando a cancellare il test del radar di discesa. Inoltre, il test da pallone, che secondo l’industria doveva essere svolto da un’organizzazione esperta di lanci stratosferici, è stato da Esa prima assegnato per motivi di geo-ritorno a un’organizzazione non dotata di una competenza specifica sufficiente; ma dopo essere stato preparato è stato in seguito cancellato. Esa ha anche cercato di cancellare il test del radar su un analogo terrestre del suolo marziano, il centro italo-marocchino Ibn Battuta; dopo aver tentato di sostituirlo con un test presso un aeroporto militare italiano, solo alla fine, dopo fortissime pressioni da parte dell’Asi, si sono fatti sia i test iniziali in aeroporto, utili per capire se il radar funzionava, sia quelli fondamentali per capire come funzionava, effettuati da elicottero nel deserto marocchino. A oggi sappiamo che il radar ha funzionato correttamente.

 

Modificato da elmad
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continuo a ritenere utile l'articolo visto che altrimenti mi pare evidente che non si sarebbe saputo.

 

nel merito:

 

se il test alla fine poi non è stato fatto ovviamente non può essere colpa del fornitore Rumeno o Svedese che sia .

 

ingatti  le logiche  che ci stanno  dietro invece si  sono già vista 1000 volte:

 

1. quando esternalizzo e /o delocalizzo  non mi basta migliorare la competitività perchè l'italia  =  pagare meno la mano d'opera: no  voglio risparmiare su tutto per far vedere quanto sono un manager eccezionale

 

2. "Ehh ma ce lo chiede l'europa" Cit.

 

il che forse spiega perchè si sia data la colpa ai rumeni

Modificato da owluca
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7:32 : Segni i punti coglionazzo !

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42 minuti fa, owluca dice:

continuo a ritenere utile l'articolo visto che altrimenti mi pare evidente che non si sarebbe saputo.

 

nel merito:

 

se il test alla fine poi non è stato fatto ovviamente non può essere colpa del fornitore Rumeno o Svedese che sia .

 

ingatti  le logiche  che ci stanno  dietro invece si  sono già vista 1000 volte:

 

1. quando esternalizzo e /o delocalizzo  non mi basta migliorare la competitività perchè l'italia  =  pagare meno la mano d'opera: no  voglio risparmiare su tutto per far vedere quanto sono un manager eccezionale

 

2. "Ehh ma ce lo chiede l'europa" Cit.

 

Sicuramente era utile l'articolo, io stesso sono arrivato alla fonte leggendo prima l'articolo visto sulla home di Repubblica.

 

Però volevo sottolineare la politica di assegnazione per "geo-ritorno". A quanto pare qui è stato assegnato il test per questo motivo ad un'azienda rumena, ed a quanto pare poi il test non è stato fatto, secondo l'articolo di attivissimo riportato sempre in questo thread, per non meglio specificati motivi dovuti al conflitto in Ucraina. Invece ora un membro dell'ASI lascia intendere che il test non è stato fatto forse per la non fattibilità causa incompetenza dell'aziena assegnataria. Plausibile.

 

In ogni caso, da quel che ne ho capito finora io, l'agenzia spaziale europea, ed altri programmi del genere, funzionano da sempre con questa politica di geo-ritorno. Agli stati che partecipano al budget, in maniera proporzionale vengono appaltati lavori e/o costruzioni. Le stesse aziende italiane lavorano con l'esa e l'asi, ma anche con la nasa, per questo motivo. Il problema è che l'Italia offre aziende competenti tra cui scegliere per questi appalti, gli altri non so.

 

Se, e dico se, l'esa delega lavora che reputa meno importanti, come questo test, ad aziende non competenti, per motivi di geo-ritorno, test che invece l'industria appaltante aveva indicato come necessari e "da assegnare ad organizzazioni esperte di lanci stratosferici", qui un problema nell'organizzazione dell'esa c'è.

Modificato da elmad
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13 minuti fa, elmad dice:

Invece ora un membro dell'ASI lascia intendere che il test non è stato fatto forse per la non fattibilità causa incompetenza dell'aziena assegnataria. Plausibile.

 

 

tutta l'industria areospaziale, anzi tutta l'industria della difesa funziona da sempre secondo questi principi:

da qui il fatto che in italia non avendo sponsorizzato il consorzio airbus, produciamo invece il dreamliner e l'f35.

 

l'unica novità è il termine geo ritorno, che apprendo per la prima volta e che non è affatto sbagliato:

non c'è nulla di male nell'assegnare una commessa ad una azienda dell'est.

 

il problema è che in questi ultimi anni si esagera  e si esagera sempre di più:

si è creata la moda per cui è considerato smart delocalizzare,

e il manager non può limitarsi ad un risparmio del 20 % no:  deve risparmiare l'80%...

 

 

 

Modificato da owluca
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7:32 : Segni i punti coglionazzo !

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31 minuti fa, owluca dice:

 

 

tutta l'industria areospaziale, anzi tutta l'industria della difesa funziona da sempre secondo questi principi:

da qui il fatto che in italia non avendo sponsorizzato il consorzio airbus, produciamo invece il dreamliner e l'f35.

 

l'unica novità è il termine geo ritorno, che apprendo per la prima volta e che non è affatto sbagliato:

non c'è nulla di male nell'assegnare una commessa ad una azienda dell'est.

 

il problema è che in questi ultimi anni si esagera  e si esagera sempre di più:

si è creata la moda per cui è considerato smart delocalizzare,

e il manager non può limitarsi ad un risparmio del 20 % no:  deve risparmiare l'80%...

 

 

 

 

Concordo, solo che in questo caso non mi sembra appunto una delocalizzazione, ma una politica di ripartizione degli appalti in seno al programma. E la critica del tizio dell'ASI mi sembra verta sul fatto che l'Asi non sia stata ascoltata per quanto riguarda l'importanza del test, non sul paese o l'azienda che doveva effettuare il test.

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er carità ci sta che parta lo scaricabarile. 

 

infatti  tutto fà pensare che se avessero fatto il test, le cose sarebbero andate diversamente, 

quindi direi che la cosa fondamentale è il test non chi la chiesto o la nazionalità del  designato.

 

anche la ripartizione delle commesse va benissimo, ma, come la delocalizzazione non può essere fatta in modo cieco,

perchè "bisogna farlo" , perchè  "l'ha detto lESA" :

 

tutti o comunque tanti , sanno o intuiscono che si sta facendo una cazzzata ma tutti in fila come i lemming verso il precipizio.

 

 

 

 

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7:32 : Segni i punti coglionazzo !

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