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sondaggio sul referendum


viva l'italia

Come voterai al referendum?  

120 voti

  1. 1. Come voterai al referendum?

    • Si
      63
    • No
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    • Mi astengo
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I più attivi nella discussione

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speriamo...ma questo sito non rappresenta per nulla lo specchio dell'italia.

cmq per me il quorum è possibile. 4 si!!!

"Tutto finisce col consumarsi, nulla è duraturo. Il cambiamento è l'unico elemento costante della vita."

Jack (da "Noi Marziani" di P.K.Dick)

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sulle convinzioni di fondo..non ci si astiene. si combatte e si cerca di far valere le proprie ragioni.

questa posizione la trovo indecorosa.

ciao

"Tutto finisce col consumarsi, nulla è duraturo. Il cambiamento è l'unico elemento costante della vita."

Jack (da "Noi Marziani" di P.K.Dick)

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sulle convinzioni di fondo..non ci si astiene. si combatte e si cerca di far valere le proprie ragioni.

questa posizione la trovo indecorosa.

ciao

Trovo più indecoroso recarsi alle urne per assecondare il gioco di quella lobby biotecnologica che invece di usare i finanziamenti pubblici e privati per fare ricerca seria intende usarli per alimentare la produzione, il commercio, la speculazione e lo sterminio di embrioni umani per ricavarne cellule staminali embrionali, nonostante che non esiste un solo lavoro scientifico che supporti la necessità o l’utilità dell’uso delle cellule staminali embrionali, mentre c’è già una notevole e importante casistica sull’uso delle cellule staminali adulte, con le quali c'è oramai la certezza di poter autotrapiantare di midollo osseo per la cura della leucemia, trapiantare la cornea, trapiantare la pelle nelle grandi ustioni, trapiantare l'osso nelle grandi lesioni ossee e con le quali è in corso la ricerca sulle malattie del tessuto nervoso ( Alzheimer, Parkinson), sul cuore per rimpiazzare i tessuti morti in seguito ad infarto, sul fegato per riparare i danni di malattie epatiche e su ossa e cartilagini per ricostruire i tessuti degenerati ( artrosi ).

Pur avendo parlato solo di un aspetto del referendum, spero di essere riuscito a spiegare che pur non andando a votare io penso di sapere quello che faccio. Non mi sembra affatto di comportarmi in modo indecoroso.

Spero che anche tu sai quello che fai andando a votare.

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Eh, no qui mi incazzo

E' indecoroso affermare che le lobby biotecnologiche sarebbero avvantaggiate dal SI, è vero il contrario.

Vi racconto l'ultimo dibattito a cui ho partecipato.

L'esponente di Scienza & vita, molto più bravo di quello del SI anche se palesemente cattolico integralista, insisteva molto su questa menata dei brevetti e delle multinazionali avvantaggiate dalla vittoria dei refrendum.

Io gli ho posto il segunte quesito:

In Italia non esiste ricerca privata nel settore, non avendo aziende farmaceutiche di altio livello, quindi si fa nel settore solo ricerca pubblica.

All'estero, dove operano le multinazionali, la ricerca è libera (anche negli USA, li i limiti sono solo sulla ricerca pubblica).

DI conseguenza, la legge 40 blocca le università e le cliniche pubbliche, ma non ostacola le multinazionali. Le multinazionali quindi secondo me non hanno nessun danno da questa legge, ma solo uitli, essendo esse stessse monopoliste della ricerca. Le pensa quindi che per quetse aziende sia meglio la legge 40 o la sua abolizione?

Il relatore del SI, che annaspava abbastanza, si è subito accodato alle mia affermazioni, quello di Scienza & Vita ha solo balbettato che spesso nelle università i ricercatori si fanno i propri interessi.

Infine le staminale mebrionali sono talemnte poco promettenti che l'istituto San Raffaele, quello di Vescovi, ne ha comprate all'estero.

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Ripeto il mio quesito: fra i vostri conoscenti under 25, quanti favorevoli contate? Ribadisco il mio 90% abbondante, più i contrari che in tanti andranno a votare NO per correttezza (il mio plauso a loro).

quasi tutti SI, con solo qualche dubbio sull'eterologa.

Anche la mia ragazza voterà SI, che in quanto a fede cattolica non è seconda a Neutro.

[sIGPIC][/sIGPIC]

Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2005/06_Giugno/10/quorum.shtml

sono fiducioso.

secondo me si raggiunge il quorum.

e cmq nel mio piccolo cerchero di convincere altre persone.

4si!

http://www.iovotosi.it/

ciao

:D

"Tutto finisce col consumarsi, nulla è duraturo. Il cambiamento è l'unico elemento costante della vita."

Jack (da "Noi Marziani" di P.K.Dick)

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http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2005/06_Giugno/10/quorum.shtml

sono fiducioso.

secondo me si raggiunge il quorum.

e cmq nel mio piccolo cerchero di convincere altre persone.

4si!

http://www.iovotosi.it/

ciao

:D

Mi scuserai, ma sul Corsera di oggi è infinitamente + interessante questo che riporto

Quella voglia di figli che ignora

il senso della vita

Una società impostata sulla comunione e non sul possesso avrebbe lottato per ridurre i tempi delle adozioni

Non è mia abitudine intervenire nei dibattiti pubblici e tanto meno nelle dispute politiche, perché non mi riconosco nei panni dell’opinionista. Avrei avuto la tentazione di astenermi anche adesso, ma tutto quello che ho letto in queste settimane, soprattutto la lunga testimonianza di Oriana Fallaci su queste pagine, mi ha fatto molto riflettere e così mi è venuto il desiderio di condividere qualche pensiero. Premetto che, sulla questione della legge, concordo pienamente con Giuliano Amato che sosteneva la necessità di modificarla in campo parlamentare, evitando di sottoporla a referendum. Vista la complessità della materia era naturale pensare che questa famigerata legge 40 costituisse solo il primo passo, ancora perfettibile, per tentare di mettere ordine in un settore definito da tutti come Far West. Non ritengo infatti che questioni così profonde e delicate, che toccano l’essenza più misteriosa dell’uomo, siano adatte alla forte infiammabilità propagandistica di una parte politica o dell’altra, di una campagna referendaria. Quando non si pensa per pensieri già pensati, si è facili prede dell’inquietudine e del dubbio.

Il referendum, per la sua stessa essenza, bandisce ogni dubbio, e invita a un manicheismo che nulla ha a che fare con i quesiti che questa legge cerca di ordinare. Reputo poi puro terrorismo demagogico lo spauracchio della inevitabile crociata antiabortista che ne seguirà. Pur essendo assolutamente contraria, per motivi di fede, alla pratica dell’aborto, ritengo che una società civile debba garantire alla donna la possibilità di farlo nel migliore dei modi. Passare da infusi di prezzemolo e da tavoli di mammane a un ospedale è un irrinunciabile segno di civiltà. Lo spettro di un prossimo referendum che vedo già occhieggiare è invece quello sull’eutanasia, che naturalmente verrà proposta sotto una nuova maschera scientista umanitaria: «Volete morire tra atroci sofferenze, malattie umilianti senza sapere quando, oppure spegnervi serenamente nel vostro letto, con i vostri cari accanto, nel momento in cui non sarete più in grado di affrontare con dignità la vita?». Chi non resisterebbe davanti a un invito così allettante? Per una lunga consuetudine con il mondo animale e vegetale, so che l’unica cosa che sta ferocemente a cuore alla natura è la riproduzione. Proprio per questo mi ha stupito il fatto che nessuno si sia chiesto perché ci sia tanta difficoltà ad avere bambini. E questa, a mio avviso, è una domanda fondamentale.

La sterilità generatrice è il dato di fatto del nostro tempo e non è che l’ultimo anello di una catena che ha origine molto più a monte. L'ansia, lo stress, la competizione, l’abbondanza di pesticidi e di prodotti tossici hanno snaturato i cicli biologici della nostra vita. La ricca, supertecnologica, superlibertaria società occidentale è arrivata al capolinea. È una società fatta di esseri disperati che vagano in un deserto popolato di oggetti e hanno in mente un solo concetto: il diritto alla felicità. Dove felicità significa, soprattutto, pieno assolvimento dei desideri, dei sogni, delle istanze di quella cosa piccola e spesso confusa che si chiama ego. E questa felicità è sempre qualcosa che deve ancora venire e che verrà, sempre e comunque, da qualcosa di esterno. Come aveva profetizzato, con straordinario anticipo, il pensatore russo Solov’ëv, la nostra è una società che si basa sulla atomizzazione. Vale a dire che ogni gruppo politico, ogni realtà culturale, ogni scelta di vita afferma la sua verità come totalizzante. Scomparsa l’idea che esista una verità comune a tutti gli uomini, non restano che le verità particolari, che si dilatano, si allargano, si allungano per tentare di trasformarsi in universali, perché il desiderio di assolutizzazione è innato nell’essere umano. Tanto ha necessità di assolutizzare le cose, altrettanto l’animo umano ha bisogno di trovare sempre un capro espiatorio, un nemico al di fuori di sé, qualcuno su cui scaricare la propria insicurezza, la propria paura della diversità, l’incertezza del proprio orizzonte.

Bisogna aver purificato la propria mente e il proprio cuore per sapere che il nemico è sempre dentro di noi e che il giudizio non è una forma di comprensione e di superiorità, ma di prigionia. In questi anni, mi è capitato di accogliere a casamia molte persone. Persone con grave sindrome di Down, persone che venivano da Paesi lontani, e da vite difficili, persone con gravi malattie, con gravissimi handicap fisici o psichici, bambini che stavano morendo. Mai per un istante mi è passato per la mente, e neppure nella loro, che sarebbe stato meglio se non fossero venute al mondo. E, parlando nei termini della tanto agognata felicità dei sani, devo dire che ho trovato molta più allegria, più energia, più voglia di vivere in queste persone piuttosto che in tanti miei conoscenti che si trascinano di cena in cena, ingolfati in conversazioni zeppe di anatemi e di pregiudizi, che magari inseguono un po’ di serenità con decenni di psicanalisi. Quello che questa società ha fatto dimenticare a tutti è che la ricchezza della vita umana si manifesta nelle relazioni—nella gratuità delle relazioni — e nella capacità di fare progetti, di superare ostacoli.

La nostra mente, col suo vortice continuo di parole, col suo saper costruire concetti sempre più complessi, ha cancellato la verità fondante della vita, la più semplice: ogni essere umano ha bisogno di essere accolto, amato e di amare. Un’altra delle cose che mi ha colpito, in tutta questa campagna, è stato l’accanimento circa il diritto della donna ad avere un figlio. Si tratta senza dubbio di un desiderio naturale e per nessuna ragione condannabile. Ma quando questo desiderio diventa un’ossessiva volontà di potenza, disposta a tutto pur di compiersi, allora si trasforma in qualcosa che è la negazione della vita stessa. Ed è anche il compimento naturale di una società che, con martellamento ossessivo, propone—come unica realtà accettabile e fondante—quella del possesso. Possiedo, dunque sono. Anche i figli entrano in questa logica. Si pensa che avere un figlio, magari anche solo per metà proprio, sia un diritto insindacabile, davanti al quale anche la nostra salute deve essere relegata in secondo piano. Non si accettano più i limiti dell’età e della sterilità. Ci si sottopone a qualsiasi esperimento pur di portare a termine il proprio sogno.

Una società impostata sulla comunione e non sul possesso, invece, anziché proporre un referendum sulla modifica della legge 40 avrebbe lottato per un accorciamento dei tempi dell’adozione, che dovrebbero essere equiparati a quelli di una gravidanza. In nove mesi una coppia dovrebbe poter adottare un bambino, senza l’umiliazione di anni di lungaggini, interrogatori, ridicoli controlli. Questo sì è un vero scandalo di cui nessuno parla. La nostra è una società che, dietro ai grandi discorsi sulla libertà e la realizzazione, sta trasformando l’essere umano in una cosa. Dalmomento che siamo cose costruibili in laboratorio, sopprimibili quando sono avariate, cose da cui prendere i pezzi di ricambio — pensiamo all’abominevole mercimonio di organi che avviene a spese del più debole nei Paesi poveri— e non esseri comunque e sempre pieni di dignità, nei quali intravedere le sembianze del fratello, il totalitarismo più aberrante si è già realizzato. Ho accompagnato per otto anni la persona più cara che avevo nell’oscurità dell’Alzheimer e dunque mai mi sognerei di dire che bisogna fermare la ricerca. È giusto ed è più che nobile che l’uomo adoperi la sua intelligenza e il suo sapere per alleviare le sofferenze dei suoi simili. La ricerca è sacrosanta, ma sono anche convinta che si può e si deve compiere entro parametri inviolabili di eticità, senza manipolare gli embrioni, utilizzando, ad esempio, le staminali adulte e i cordoni ombelicali. Anche perché questa frenesia intorno alla manipolazione dell’embrione fa sospettare che ci possa essere sotto qualche lucrosa possibilità di brevetto.

Il martellamento colpevolizzante di questi giorni, che vorrebbe farci sentire tutti mostri desiderosi di vedere i nostri cari morire di Alzheimer, Parkinson o di malattie cardiovascolari, è moralmente ricattatorio oltre che falso. Perché nasconde, dietro l’onnipotenza della scienza, una delle realtà imprescindibili dell’uomo, quello della malattia e della morte come dati fondanti della nostra vita. La malattia, la morte, il dolore chiedono che ci si interroghi, chiedono di essere capiti e chiedono anche che si esercitino quelle attitudini, un tempo tipicamente umane, della compassione e della tenerezza, dell’ascolto e dell’accoglienza, della condivisione. Certo che riusciremo, con i progressi della ricerca, a sconfiggere l’Alzheimer, il Parkinson e a ridurre in modo straordinario la mortalità per cancro, ma è anche altrettanto certo che altre malattie, ancora sconosciute, prenderanno il loro posto, perché lo stato esistenziale dell’essere umano è quello della fragilità e della caducità.

L’ultima riflessione riguarda la tanto drammatizzata potenza manipolatrice della Chiesa. Premetto che non sono cresciuta all’ombra di un campanile, che vengo da una famiglia agnostica e anticlericale, ho avuto un bisnonno che ha fatto causa al Vaticano, naturalmente perdendola e trascinando la famiglia in un gorgo di rovina finanziaria. E pur avendo fede, mantengo dentro di me quella punta di anticlericalismo che rende sano ogni credente. Sono molto critica su alcune posizioni della Chiesa, in particolare quella troppo timida sulla bioetica. «Chissà, se davvero il gene della medusa inserito nella patata può salvare qualche persona dalla fame, perché no?». Come se le multinazionali delle ricerche fossero delle pie donne della San Vincenzo, come se modificare il Dna, mescolare animali e piante secondo i parametri della nostra modesta utilità non fosse un atto altamente sacrilego e preludio di un’apocalisse peraltro già in atto. Follia! Toccare il Dna è come toccare il nucleo dell’atomo, è preparare catastrofi di portata inimmaginabile per quei figli e quei nipoti che tanto caparbiamente abbiamo desiderato. Trovo che la Chiesa abbia una grande responsabilità nel non aver saputo parlare all’uomo contemporaneo, alla sua disperazione, nell’aver proposto, invece della ricchezza con la potenza eversiva del suo messaggio, il moralismo edificante dei buoni sentimenti.

Ma proprio perché conosco bene la Chiesa, non riesco a scorgere, con tutta la buona volontà, le armate minacciose e devastanti del Cardinal Ruini. Chissà, forse, nei sotterranei del Laterano è riuscito a clonare dei cattolici perfetti, ottusi e obbedienti come piace immaginare che siano, pronti come un esercito di termiti a marciare e distruggere tutte le libertà civili tanto faticosamente raggiunte nei secoli. Ma penso che anche qui si tratti di uno spauracchio demagogico. Le chiese sono vuote o semivuote, le teste che ci sono sono per lo più grigie. Molte parrocchie sono abbandonate, i conventi e i seminari più o meno deserti e i preti pochi, quasi tutti anziani o stranieri. Il popolo dei veri credenti è assolutamente minoritario. La comunità ecclesiastica sta attraversando una crisi, a mio avviso profonda e salutare, perché il cristianesimo, da religione socialmente imposta, sta diventando una maturata scelta personale, testimonianza di verità e di vita in una società che, sotto il manto dorato dell’edonismo, ci propone solo negatività, divisione e morte. Non mi è mai capitato di incontrare, nelle persone di fede, forme di autoritarismo e di coercizione. Mai fanatismi, esclusivismi, anatemi né scomuniche, che tanto piacciono ai titolisti dei giornali. Ho sempre trovato invece persone in ricerca, disponibili e aperte, capaci di comprendere la diversità e di accoglierla. Credo che, in questi tempi, la più grande trasgressione sia proprio essere cristiani.

La via della fede, infatti, è una straordinaria via di liberazione e di sapienza. In questo mondo appiattito sulla banalità mediatica e sulla negazione della persona, il cristianesimo è un cammino verso la totalità dell’essere, verso la sua vera libertà che consiste nel fare emergere la parte divina presente in ognuno di noi. Chi segue il cammino della fede non rincorre la felicità saltellando qui e là come un cacciatore di farfalle, ma vive la gioia interiore in ogni momento della sua vita, anche nei più drammatici, perché la dimensione del regno non è quella di un ipotetico al di là, per cui si raccolgono i punti collezionando buone azioni, ma la costruzione di ogni istante, di ogni rapporto nella luce profonda dell’amore. La sapienza ci dice che sono sempre due i modi di fare le cose: uno in armonia con le leggi del creato, e uno contro. Si può edificare una casa sulla roccia, o costruirla sulla sabbia. Esteriormente possono essere uguali, ma alle prime piogge la seconda crollerà, provocando distruzione e morte, mentre la prima resterà in piedi, proteggendo i suoi abitanti. Questo vale per tutte le cose. In qualsiasi rapporto, in qualsiasi attività che noi intraprendiamo abbiamo, alla fine, sempre e soltanto due strade davanti a noi. Si può vivere per il possesso o si può vivere per la comunione. Si può vivere per il potere o si può vivere per l’amore. Si può vivere con il nostro orizzonte ristretto, convinti che sia l’assoluto o si può accettare con umiltà di avere una visione limitata, e che, in questa visione, la vita appaia ora, come apparirà sempre, uno straordinario mistero che, proprio in quanto tale, richiede l’assoluto rispetto. È questo il bivio davanti a cui si trova il nostro mondo. Continuare nella follia faustiana del tutto è possibile e lecito, o fermarsi e invertire la rotta. Distruzione e salvezza sono entrambe nelle nostre mani. A noi sta la responsabilità della scelta.

Susanna Tamaro, scrittrice 10 giugno 2005

Tra l'altro, centra un'ottima serie di ragioni che mi ha spinto a non dire nulla su questo post. By

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Lo diceva anche mio nonno: "a casa bruciata metti fuoco."

Per me è importante sapere chi sono e da dove vengo. Poi ognuno può pensarla diversamente.

Non ho la minima idea di quanto la cosa sia attendibile, quindi prendila con le pinze perchè vorrei anch'io sapere se la cosa è vera o falsa, ma non so più dove ho letto che in Svezia le separazioni fra le coppie che hanno fatto ricorso alla fecondazione eterologa sono il doppio rispetto alla media.

Piano! Intanto occorre fare una legge migliore invece di andarla a peggiorare col referendum. Hai idea di quante sono le possibili malattie genetiche? Hai idea di quanti geni coinvolti bisognerebbe controllare? Adesso non te lo so dire neanch'io, ma so che le malattie sono molte e i geni coinvolti sono moltissimi. Occorre stabilire un confine tra le indagini genetiche sulle malattie più comuni e la verifica se il bambino nascerà con gli occhi azzurri oppure no: la cosa va discussa e ponderata con perfetta cognizione di causa.

Io penso che chiunque, ad un certo punto della sua vita, potrebbe aver voglia di conoscere le sue radici biologiche. Per me sarebbe sconvolgente sapere che mi sarebbe impossibile sapere chi era il mio trisnonno. Ma certamente anche quì, ognuno la pensa come crede.

No Ax, se vado a votare sì io do una precisa indicazione al governo su quali linee dovrà attenersi qualora si decidesse a metter mano alla legge. Lo stesso dicasi se vado a votare no. Ma nè il sì nè il no rispecchia le indicazioni che vorrei trasmettere al governo. Mi rimane una sola possibilità : non votare affatto, visto che se vado a votare scheda bianca è come se andassi a votare sì.

guarda, a mio parere è importante che il legislatore prenda atto che la legge va assolutamente migliorata in senso "+ liberale", passami il termine improprio, e meno determinata da pruderie (pseudo) etiche appartenenti a solo UNA visione del mondo. I paletti sono necessari per controllare derive eugenetiche, sono d'accordo, ma ho la sensazione che in molti facciano caccia alle streghe preventiva (in entrambi gli schieramenti).

Se poi il 90% dei ricercatori italiani sono favorevoli al SI, e quei pochi contrari, per importanti che siano hanno un che di sospetto visto che allargando la base di ricerca parte dei fondi che gestiscono dovrebbero spartirli con gli altri... insomma gli interessi sono tanti, ma NON solo a favore del SI, anzi.

Non so nulla di quello che riporti sull'eterologa in Svezia, ma allora potrei dirti che nei paesi scandinavi le separazioni sono molto + alte che nei paesi mediterranei a prescindere, e che il tasso dei suicidi è il + elevato del mondo...

So che ptrebbe centrare poco, ma se la vita è un disegno tutto è collegato...

Paragonare culture molto differenti è rischioso.

Io non avrei un minimo problema ad accettare un figlio "eterologo" esattamente come fosse frutto del mio seme. Perchè dovrei considerarlo differente avendolo visto nascere dal ventre della donna che amo, mia compagna di vita e di progetto di vita. Certo le implicazioni sentimentali etc sono infinite, ma l'ignoranza ci mette molto del suo, insieme alle convinzioni religiose, nel non far accettare.

Come sempre, la coscienza di ognuno deve essere padrona. Se tu non te la senti nessuno ti obbligherà ne darà un giudizio di merito sulla tua scelta. Se io volessi farlo, oggi non posso, e molti direbbero che sono un frankestein...

Come al solito 2 pesi e 2 misure. E' questo che non mi va...

Tanto poi vado in svizzera...

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

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