Crisi economica 2011

[TurboGimmo]

Intanto però son passati da pochi decine di clienti a 29.000 in 190 paesi e quadruplicando il fatturato nel giro di 3 anni (con relative tasse)

Cosa che gli ha permesso e gli permetterà di assumere.

Non va bene?

Cosa si vuole?

Ma siamo daccapo... se sono solo distributori occuperanno 1/1000 della forza lavoro necessaria a produrre quello che vendono... fonzino1 questo dice... finche' ci saranno paesi dove la vita costa 1/10 di qua non ci sara' modo di evitarlo..

[TonyH]

I paesi che costeranno 1/10 ci sono stati (eravamo noi) ci sono ora, ci saranno sempre.

Appurato questo, rinnovo la domanda. Che si fa?

Qual è la vostra ricetta alternativa per uscire dalla crisi rispetto alla mia?

[TurboGimmo]

I paesi che costeranno 1/10 ci sono stati (eravamo noi) ci sono ora, ci saranno sempre.

Appurato questo, rinnovo la domanda. Che si fa?

Qual è la vostra ricetta alternativa per uscire dalla crisi rispetto alla mia?

Mettere lo yuan pari al neuro, e non bloccato ad un decimo

[TonyH]

La convinci te la Cina?

E sei convinto che così risolviamo i problemi di iper-indebitamento e di delocalizzazione? Non esiste solo la cina dove spostarsi.

Cmq, altro giro altra corsa!

La mannaia della speculazione si è abbattuta ancora sull'economia italiana. L'agenzia internazionale Moody's ha tagliato il rating di 26 banche del Paese con prospettive negative. Durissimo il giudizio dell'Abi: «È un atto irresponsabile e ingiustificato, un'aggressione all'Italia e ai suoi cittadini».

L'annuncio di Moody's è arrivato il 14 maggio, al termine di una giornata dove le Borse europee sono crollate e le banche italiane hanno sofferto molto.

RECESSIONE E AUSTERITÀ. Tra le cause del declassamento, hanno spiegato gli analisti dell'agenzia di rating, c'è «il ritorno dell'Italia in recessione e le misure di austerità del governo».

BANCHE VULNERABILI. E ancora: «I rating delle banche italiane sono fra i più bassi delle economie avanzate europee e questo riflette la vulnerabilità degli istituti in un contesto difficile in Italia e in Europa».

In Italia, ha aggiunto Moody's, la crisi e l'austerità «stanno riducendo la domanda nel breve termine».

COLPITE ANCHE MPS, UNICREDIT E INTESA. La scure di Moody's si è abbattuta su tutte le principali banche italiane. Il rating di Monte dei Paschi è stato tagliato di due gradini, da Baa1 a Baa3. Quello di Unicredit e di Intesa SanPaolo di un gradino (da A2 ad A3). Il giudizio su Ubi Banca è passato da A3 a Baa2, quello su Banco Popolare da Baa2 a Baa3.

TIMORI DEGLI INVESTITORI. Le banche italiane «sono particolarmente vulnerabili alle condizioni operative avverse, che causeranno probabilmente un ulteriore deterioramento della qualità degli asset, pressione sugli utili e limitato accesso al mercato. Questi rischi sono esacerbati dai timori degli investitori sulla sostenibilità» del debito italiano che ha contribuito alle difficili condizioni di finanziamento delle banche.

http://www.lettera43.it/economia/macro/moody-s-taglia-il-rating-di-26-banche-italiane_4367550767.htm

Se qualche autoparerista (magari piemontese-lombardo-ligure ) ha bisogno di un consiglio su come proteggere i propri soldini, mi faccia un fischio!

Modificato 15 Maggio 2012 da TonyH

[fonzino1]

I paesi che costeranno 1/10 ci sono stati (eravamo noi) ci sono ora, ci saranno sempre.

Appurato questo, rinnovo la domanda. Che si fa?

Qual è la vostra ricetta alternativa per uscire dalla crisi rispetto alla mia?

Io non ho una ricetta, se è questo che vuoi sapere (anche perchè credo poco alle ricette), o meglio: la tua ricetta mi sembra sia la reazione di una persona (un'azienda) dotata di intelletto (di capacità manageriale) che analizza il problema (meno introiti, aumento dei costi etc.) e cerca un modo di uscirsene (come normale che sia per tutti quelli che vivono del proprio lavoro).

Quello che voglio dire è che siamo ad un punto (secondo il mio personalissimo parere) in cui la crisi, da un lato, e la situazione politica/fiscale, dall'altro, stritolano chi non ha sufficienti mezzi per uscire dal problema e, sempre secondo me, se anche prima succedeva questo, oggi succede in maniera talmente estrema da essere diventata piaga/fenomeno sociale.

Con questo non dico che auspico la venuta del Messia salvatore che ci risolva la questione (se anche esistesse, sai quanto si farebbe pagare? ), ma che NELL'IMMEDIATO servirebbe un sostegno a quanti non riescono (per i motivi più disparati, come nell'esempio che ho postato prima) a vedere la luce in fondo al tunnel (e anche per evitare gesti estremi, su cui non mi soffermo come da tua/vostra richiesta).

Sono felice che tu abbia testato personalmente la tua ricetta e sia in grado di portarmi esempi positivi di aziende che nella crisi trovano nuovi sbocchi per il futuro, ma per chi questi sbocchi non li trova (e potrei citarti, solo a titolo di esempio e non a scopo denigratorio di Fiat, il caso di Termini Imerese) cosa si fa?

Mi vengono in mente anche i casi di aziende del nord che trovandosi al confine svizzero, si spostano di qualche decina di km e portano ricchezza, stabilità e know-how fuori dal Paese (perchè più conveniente fiscalmente), e mi viene da pensare che siamo un popolo di co***oni che permette ai vicini di arricchirsi alle nostre spalle (e bada bene che ce l'ho con lo Stato, non con l'imprenditore, che ha tutto il diritto di fare più soldi possibile, se opera nei confini della legge).

PS: scusate la lungaggine

[TurboGimmo]

Se qualche autoparerista (magari piemontese-lombardo-ligure ) ha bisogno di un consiglio su come proteggere i propri soldini, mi faccia un fischio!

Bene, tengo tutto oltreconfine

[TonyH]

Io non ho una ricetta, se è questo che vuoi sapere (anche perchè credo poco alle ricette), o meglio: la tua ricetta mi sembra sia la reazione di una persona (un'azienda) dotata di intelletto (di capacità manageriale) che analizza il problema (meno introiti, aumento dei costi etc.) e cerca un modo di uscirsene (come normale che sia per tutti quelli che vivono del proprio lavoro).

Ti ringrazio, ma mi sopravvaluti un pochino

Non mi ritengo un genio, semplicemente essendomi trovato nel guano fino alle orecchie o affogavo (per fortuna non rovinando la vita ad altri) oppure imparavo a nuotare. Ora non posso dire di nuotare...o meglio, faccio un braccio a dorso, una gamba a rana, l'altra a delfino e l'ultimo braccio a cagnolino :lol: con annessa qualche "bevuta".....però, galleggio! E mi sto accorgendo che la grossa differenza la sta facendo il lavorare di più che come conseguenza porta anche il lavorare meglio...

Quello che voglio dire è che siamo ad un punto (secondo il mio personalissimo parere) in cui la crisi, da un lato, e la situazione politica/fiscale, dall'altro, stritolano chi non ha sufficienti mezzi per uscire dal problema e, sempre secondo me, se anche prima succedeva questo, oggi succede in maniera talmente estrema da essere diventata piaga/fenomeno sociale.

Con questo non dico che auspico la venuta del Messia salvatore che ci risolva la questione (se anche esistesse, sai quanto si farebbe pagare? ), ma che NELL'IMMEDIATO servirebbe un sostegno a quanti non riescono (per i motivi più disparati, come nell'esempio che ho postato prima) a vedere la luce in fondo al tunnel (e anche per evitare gesti estremi, su cui non mi soffermo come da tua/vostra richiesta).

Sono felice che tu abbia testato personalmente la tua ricetta e sia in grado di portarmi esempi positivi di aziende che nella crisi trovano nuovi sbocchi per il futuro, ma per chi questi sbocchi non li trova (e potrei citarti, solo a titolo di esempio e non a scopo denigratorio di Fiat, il caso di Termini Imerese) cosa si fa?

Sul sostegno a chi adesso si trova in difficoltà mi trovi d'accordo. Non sono del pensiero "beh, se sei povero è tutta colpa tua". Le disgrazie possono accadere, ed è giusto essere aiutati in quei momenti (anche solo per paraculaggine, un domani quello in disgrazia potrei essere io....).

Quello che contesto è il pensiero "siccome oggi sto male, allora starò male per sempre" No, oggi stiamo male, e fa male star male (scusate la ripetizione), ma esorto a sbattersi la testa di fare ognuno una piccola parte per poter star meglio.

Niente roba trascendentali....ma ad esempio, un impiegato statale può evadere 3-4 pratiche in più al giorno. Un operaio metterci un po' più cura nel suo lavoro.Un medico spendere 30 secondi in più per una diagnosi. Chi cerca lavoro, magari turarsi il naso e accettare qualcosa al di sotto dei desiderata.

Un ristoratore ligure può persino provare a sorridere :lol:

Credo che tutti se vi fermate un attimo, troverete esempi di come si possa fare qualcosa di più

Da una cliente ho trovato una frase molto bella: "La vita è come il tram, quando ti siedi, sei al capolinea".

E ahimè, negli ultimi anni ci siamo seduti in troppi, finendo al capolinea (e lasciando il conto alla nostra generazione.....)

Bene, tengo tutto oltreconfine

Ti salvi (relativamente visto il cap) dalla svalutazione dell'euro.

Ma puoi dire di essere sicuro che la banca oltreconfine non sia collegata pesantemente a quelle italiane?

Le banche italiane devono garantire i depositi liquidi con titoli di stato europei, quelle svizzere?

[owluca]

Il mercato ha premiato, nel bene e nel male, questa scelta (il made in Italy è diventato sinonimo di stile, moda, mangiar bene, produzione artigianale di altissimo livello etc.), ma con l'affacciarsi di nuovi Paesi sulla scena economia (e per renderli parte del bacino di sbocco dei nostri prodotti) abbiamo da un lato dovuto adeguarci alla concorrenza sul prezzo (con lo stesso prodotto che può essere fabbricato a minor prezzo) e dall'altro venire incontro ad un mercato non più disposto a pagare quanto prima per lo stesso prodotto.

Se il prodotto è immateriale (come il servizo banking, per riallacciarmi all'esempio di owluca), puoi mantenere margini di profitto e abbassare i costi sfruttando le tecnologie IT, ma se il prodotto è fisico e tu non hai la forza economica di imporlo sul mercato e farti pagare un prezzo maggiorato in virtù dellesue qualità superiori (come il prodotto tessile o calzaturiero, per dirne due tra i più menzionati) cosa fai?

non sono molto d'accordo:

nel passato certi prodotti (tessili) erano qualitativamente e stilisticamente molto superiori, magari ne vendevi meno per via del prezzo o del fatto che....DURAVANO, ma li vendevi al prezzo che volevi Tu,

poi c'è stata una corsa al ribasso della qualità perchè non solo produco chissa dove (ad es. le lacoste alle mauritius )

ma taglio sui costi dei materiali, risultato di fronte ad un prodotto made in china e ad un prodotto fabbricato in china con marchio italiano

la differenza è poca : diciamo il marchio appunto ed il fatto che con quello "italiano" non ti fai "male"

E' banale dirlo, ma le opportunità vanno anche cercate.

A meno che non avvenga per legge (es: case chiuse, nucleare, eternit...) o per manifesta superatezza tecnologica (es: pagine gialle) che non esista in alcun modo nessun modo di rinnovare alcuni business è un'affermazioni forte.

infatti io non l'ho fatta;)

mi sono limitato a dire che in certi casi ad es. mobili, il modello ikea rappresenta evidentemente il nuovo (anche se non necessariamente l'unico modello)

in altri campi invece un nuovo modello non è (ancora) presente ne è ovvio che come possa essere o che venga accettato dai "consumatori"

e quindi anche quella minoranza desiderosa di cambiare si trova in difficoltà

p.s che poi per smuovere la maggioranza ci vogliama ALMENO la crisi è certo

[fonzino1]

non sono molto d'accordo:

nel passato certi prodotti (tessili) erano qualitativamente e stilisticamente molto superiori, magari ne vendevi meno per via del prezzo o del fatto che....DURAVANO, ma li vendevi al prezzo che volevi Tu,

poi c'è stata una corsa al ribasso della qualità perchè non solo produco chissa dove (ad es. le lacoste alle mauritius )

ma taglio sui costi dei materiali, risultato di fronte ad un prodotto made in china e ad un prodotto fabbricato in china con marchio italiano

la differenza è poca : diciamo il marchio appunto ed il fatto che con quello "italiano" non ti fai "male"

Ho sintetizzato un po' troppo il discorso per non appensatire il mio intervento, ma sostanzialmente sono daccordo con la tua puntualizzazione.

[TonyH]

infatti io non l'ho fatta;)

Abbiamo sgomberato un dubbio

mi sono limitato a dire che in certi casi ad es. mobili, il modello ikea rappresenta evidentemente il nuovo (anche se non necessariamente l'unico modello)

in altri campi invece un nuovo modello non è (ancora) presente ne è ovvio che come possa essere o che venga accettato dai "consumatori"

e quindi anche quella minoranza desiderosa di cambiare si trova in difficoltà

p.s che poi per smuovere la maggioranza ci vogliama ALMENO la crisi è certo

Per cambiare bisogna sdradicare le abitudini...che è una roba faticosissima. Non è semplice, e mi guardo bene dal volerlo anche solo presentarlo lontanamente come tale. Bisogna "violentarsi" a più riprese. Già pensate solo a cambiare strada per tornare a casa....viene il mal di pancia solo a pensarci

Però, se stai sicuramente male...perchè non provare?

Ad esempio come lavori stanno cercando un sacco di agenti/rappresentanti, nei più disparati campi. Eppure pochi, anche tra chi ha contratti sottopagati a termine, tenta l'avventura.