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Crisi economica 2011


TonyH

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Ovviamente, puoi rifiutare al massimo 2 lavori offerti. Al terzo rifiuto perdi il sussidio di disoccupazione.....

Alfiat Bravetta senza pomello con 170 cavalli asmatici che vanno a broda; pack "Terrone Protervo" (by Cosimo) contro lo sguardo da triglia. Questa è la "culona".

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Questo esiste già. E la perdita dell'indennità scatta sin dal primo rifiuto ingiustificato.

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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imho bisognerebbe creare una versione seria dei siti web dedicati alla ricerca di personale,

perche' se giustamente sono uno strumento molto potente per far incontrare domanda e offerta

purtroppo nella implementazione itaGLIana la prassi e' cercare un "max 18enne con 20 anni di esperienza"

e presentarsi come plurilaureato millantando anche il doppio dei master :roll:

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7:32 : Segni i punti coglionazzo !

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La cosa che preoccupa per il futuro è vedere che quando si deve tagliare ci si mette un attimo, mentre per fare misure per lo sviluppo (che è molto più importante perchè se non c'è ricchezza che gira non ci sono entrate) c'è sempre tempo e non ci sono soldi (balle visto che si spendono 30 miliardi per comprare aerei militari invece che per tagliare Irap e cuneo fiscale...)

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Bell'articolo che mi trova d'accordo (lasciate perdere i tecnicismi degli ultimi paragrafi, li ho riportati solo per completezza)

Con sempre maggiore preoccupazione parlare di crisi, di probabile recessione in arrivo, di contagio da parte dei Paesi marginali europei verso il resto del continente. Le paure coinvolgono l’America e qualche macroeconomista si lancia in analisi talmente pessimistiche che la crisi del 1997, cosiddetta “crisi asiatica”, diventa piccola cosa rispetto all’attuale.

A nostro giudizio questa non è una crisi tradizionale e non è minimamente paragonabile ai fatti storici di quella asiatica o a quella del 2008, la “crisi delle banche”. Allo stesso modo, non riteniamo che il mondo possa ora sfociare in una recessione globale. Quello che stiamo vivendo è un cambio epocale di sistema, un fenomeno nato dalla globalizzazione economica, ma soprattutto dalla globalizzazione dell’informazione e della community informatica. Quest’ultima ha unito in particolare l’ultima generazione portandola a una presa di coscienza sulle disuguaglianze che il capitalismo incontrollato sta creando ormai da anni nel mondo, al pari dei sistemi totalitari che proprio in questi tempi vengono rovesciati dalla base. Crediamo che il mondo oggi sia in una fase delicata, alla ricerca di un nuovo equilibrio. Sono caduti tutti i miti, la realtà è la paura, “l’insicurezza in un mondo fluido”, come dice uno dei più famosi sociologi dell’era attuale, l’ottantacinquenne Zygmunt Bauman. Egli afferma che il mondo moderno è un “mondo liquido”. In natura i liquidi non hanno forma propria, ma quella del contenitore e noi viviamo senza modelli di riferimento e strutture precise. Egli dice che: “l’esempio della massima fluidità è la rete, combinazione di connessioni e disconnessioni”, che crea un mondo incompleto dove tutto può essere superato da altro. Noi viviamo un’epoca in cui “si premia non il bello in assoluto ma quello del momento". L’individuo, anche se in continua relazione con i propri simili, è sempre più solo. Come dice Bauman, “solo nella folla”. Oggi, nella vita privata come nel lavoro, i rapporti tra persone sono labili, non si fanno più progetti a lungo termine e questo fa perdere la fiducia in se stessi, negli altri e nel futuro.

, In economia l’egoismo dei pochi ha messo a repentaglio l’equilibrio universale. Il connubio fra politica, banche ed economia ha contribuito a creare una classe politica egoista e superficiale, slegata dalla realtà dei problemi veri e sempre più autoreferenziale a difesa della “casta”.

Le concentrazioni bancarie sono diventate dei mostri alla ricerca, a qualsiasi prezzo, di crescite continue a vantaggio di un’élite dirigenziale.

La realtà del debito pubblico incontrollato ci ha portati tutti alla resa dei conti. La Grecia è divenuta la spoletta di un contagio che potrebbe risultare esplosivo per tutto il mondo, non solo per l’Europa.

Questo è il motivo per cui riteniamo che, malgrado lo scollamento tra politica e realtà economica, alla resa dei conti gli stessi si renderanno conto che la situazione non è più procrastinabile. Crediamo pertanto che, volenti o no, entro il G20, previsto a Cannes il 3-4 novembre, i politici degli Stati Europei troveranno un accordo per rompere la catena degli egoismi nazionalisti e intraprendere quella strada che ci porti al riequilibrio della situazione debitoria in Europa.

Ormai è evidente che il mondo non accetta più di essere diviso in Paesi ricchi e Paesi poveri o colonizzati. Le risorse economiche sono distribuite a macchia di leopardo e quindi tutti ne vogliono usufruire in modo paritetico.

Secondo noi quella che viviamo è la fine del neocolonialismo americano che, con la scusa di esportare la democrazia, importava schiavitù economica e finanziaria a servizio delle proprie aziende. Oggi i cinesi, gli indiani e i sudamericani sono i popoli con le economie più in espansione e saranno loro, con l’aiuto dell’Africa, a creare gli equilibri del mondo futuro e la salvezza delle nostre democrazie piombate in una profonda crisi.

, Crediamo che sia l’Europa che l’America debbano imparare a convivere con una nuova fase economica dove la crescita non si misurerà più con l’incremento del Pil al 2-3%, ma in cui si punterà alla qualità della vita. Le nostre sono economie mature in fase di consumi di sostituzione non più in espansione, ma non in recessione e questa sarà una condizione lunga e duratura.

La crescita del mondo sarà guidata dai Paesi in fase di sviluppo, capeggiati dalla Cina, e il Pil del mondo rimarrà positivo e, grazie a loro, in costante crescita.

Per fare ciò e per mantenere situazioni di equilibrio, noi dovremo imparare a risparmiare di più, a spendere meno e a risanare i bilanci degli Stati. Non sarà più possibile vivere a credito degli altri e avere risorse superiori alle proprie possibilità. Questo non è il periodo in cui gli investitori devono avere paura, bisogna essere razionali. Attualmente siamo di fronte a una situazione di totale panico e irrazionalità, nell’ambito della quale tutti corrono a comperare i titoli di Stato dei Paesi “sicuri”, come la Germania, facendo schizzare i corsi al massimo, mentre i rendimenti sono ai minimi e sotto l’inflazione, creando così una bolla speculativa. Dall’altro canto, i titoli azionari sono stati ampiamente venduti provocando un’anacronistica situazione: i prezzi sono ormai a 4-5 volte gli utili (già rivisti a ribasso per il 2012) e i dividendi danno rendimenti sino a quattro volte i titoli di Stato a dieci anni.

Dal punto di vista macroeconomico assistiamo a una lettura della situazione di tipo peggiorativo, quasi ci fosse una sfida tra gli economisti a disegnare lo scenario peggiore.

Noi siamo abituati a ragionare sui numeri e i dati che escono sono quasi tutti migliori delle aspettative. Pertanto, per quella sana teoria del contrarian, riteniamo che in una tale situazione non bisogna fare altro che ignorare il presente volatile, inconcludente e in balia della speculazione e dei sistemi automatizzati di compravendita. Bisogna pensare in modo programmato, con un’ottica di lungo termine (3/5 anni). Sarebbe bene accumulare posizioni su tutti quei prodotti finanziari, siano essi obbligazioni o titoli azionari, bistrattati da un mercato becero e poco lungimirante.

, Se volete una conferma a ciò che andiamo dicendo, fate una semplice analisi di alcuni indici dal Ftse Mib (Milano: FTSEMIB.MI - notizie) al Dax (Xetra: ^GDAXI - notizie) , dallo S&P 500 (SNP: ^GSPC - notizie) all’MSCI World (NYSE: MCN - notizie) e capirete che i minimi forse sono stati già segnati nelle settimane precedenti e ora si sta assistendo a un movimento laterale rialzista di avvicinamento alle resistenze. Sfondate queste resistenze, i ribassisti dovranno correre a ricoprire e capovolgere le loro posizioni, poiché lo scenario incerto diventerebbe prepotentemente rialzista, di medio termine. Saranno loro stessi a spingere l’indice facendogli disegnare il classico rally di Natale.

Come potete vedere dal grafico nella pagina precedente, superata la resistenza nei dintorni di 16.500 punti, l’indice italiano Ftse Mib, avrebbe come obiettivo 18.500/19.000 punti, cioè una crescita potenziale di circa il 12-15%.

L’indice Dax della Borsa di Francoforte, crollato nel mese di agosto, ha formato un chiaro doppio minimo tra il 12 e il 19 settembre. Ora è proiettato verso un recupero e dai prezzi attuali può salire di circa l’11%.

Ma attenzione: tutto rimane condizionato dalle scelte politiche dei prossimi giorni o settimane.

La crisi ci spinge verso un mondo più equilibrato - Yahoo! Finanza

Modificato da TonyH

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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riprende alcuni concetti dell economic disequality, in ogni caso a mio

parere per adesso si continua ada andare verso una concentrazione

della ricchezza altro che nuovo equilibrio.

Il nuovo equilibrio a mio parere può riapparire solo quando si daranno gli strumenti

per evitare quello che legalmente adesso sta succedendo

ovvero che pochi prendono tutto e decidono le regole

per tutti.

Non si può dire spendere meno risparmiare di più risanare bilanci quando il sistema sta in piedi su quello.

La cina e gli investimenti fatti la possono stare in piedi almeno nella forma attuale

solo se noi spendiamo a rotta di collo. Come la ripaghi se no la fabbrica da 2.5 miliardi di dollari

che deve fare 60.000 pannelli lcd al giorno. Con la gente che ha imparato a non cambiare la televisione ogni due

tre anni?

Modificato da Giò
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sono completamente d'accordo con l'articolo sopra riportato. risparmiare di più, consumare di meno, e per le aziende imparare a sopravvivere producendo di meno (automotive in primis.. ma anche high tech come faceva giustamente notare Giò)

penso che questo nuovo status quo calzi molto meglio agli italiani che ad altri popoli, abituati a vivere indebitandosi oltre il 100%. ci credo che le loro economie marciavano... la gente consumava con soldi che non aveva e non poteva assolutamente avere. gli spagnoli con le case, gli americani con ogni singola cosa... in america fino al 2007 se eri benestante ti indebitavi per avere la villa e la BMW, se eri ricco e potevi permetterti tranquillamente le cosa sopracitate ti indebitavi per avere l'aston martin e facevi il mutuo per il palazzo signorile :roll::roll: e cosi via. nessuno che viveva secondo le sue possibilità.

un sistema che ovviamente non poteva continuare in eterno.

bene o male invece noi italiani siamo sempre stati un popolo di risparmiatori...

Alfa Romeo Giulietta, 1.4 TBI Multiair 170 CV Exclusive (2013)

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p.s.

Domanda deludente per l'asta di Bund. I rendimenti dei titoli a 10 anni salgono al 2,09% - Il Sole 24 ORE

Asta deludente per i titoli di stato della Germania con tassi in salita e domanda in calo. Berlino ha raccolto 4,075 miliardi di euro con l'emissione di titoli di stato decennali (Bund) scadenza settembre 2021, cedola 2,25%. Il rendimento è salito al 2,09% rispetto all'1,80% della precedente asta. La domanda è stata pari a 1,1 volte l'offerta, nella precedente precedente asta la richiesta degli investitori era stata pari a 1,5 volte l'importo offerto.

«I rendimenti dei titoli tedeschi sono troppo bassi - commenta Angelo Drusiani gestore obbligazionario di Banca Albertini Syz - è normale che la domanda sia calata. D'altra parte sul mercato prevale una certa incertezza in vista del vertice europeo sul crisi dei debiti». Proprio le dichiarazioni di esponenti politici tedeschi di primo piano, come la cancelliera Angela Merkel o il ministro delle finanze Schäuble hanno alimentato i dubbi sulla possibilità di un punto di svolta nella crisi in occasione del vertice.

In questo contesto si inserisce l'avvertimento alla Francia lanciato recentemente da Moody's. L'agenzia di rating ha fatto capire che la tripla A francese, giudizio di massima avvidabilità creditizia, non è più data per scontata. Se la solidità della seconda economia dell'Eurozona è a rischio, certo non se la passa bene neppure la prima. Nei giorni scorsi il quotidiano finanziario tedesco Handelsblatt ha scritto che anche Berlino rischia il declassamento. (An. Fr.)

Cita

7:32 : Segni i punti coglionazzo !

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L'avevo già letto :) E difatti mi viene il sospetto che certe dichiarazioni da parte dei tedeschi non siano proprio imparziali.

Lunedì ha parlato Schauble. Milano da +2 che era ha chiuso a -2.

Giovedì hanno parlato lui e la Merkel. Milano ha chiuso a -3.78 (cito Milano solo perchè è quella che mi ricordo meglio).

Nello stesso lasso di tempo il rendimento dei Bund decennali è sceso da 2.26 di lunedì a 1.99 di giovedì.

E non è la prima volta che succede :pen: viene quasi il dubbio che certe dichiarazioni non siano ad hoc per evitare la fuga degli investitori dai bund. Un bid to cover di 1.1 è allarmante. Si rischia che la prossima asta per piazzare tutti i titoli alzi di un bel po' i rendimenti.

@ EC: su quale parte vorresti più approfondimenti?

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