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11 minuti fa, LucioFire scrive:

ma questa fusione si farà al 100% o no?

Perchè non i pare che abbiano confermato del tutto no?

La procedura si dovrebbe chiudere entro Dicembre, per cui a meno di rotture clamorose non avremo altre notizie fino ad allora.

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35 minuti fa, gianmy86 scrive:

Il sig. Ruggeri già lo immagino nella sua coerenza, sofferente di sindrome del tunnel carpale a causa dell'uso ancora oggi della Olivetti Diaspron 82, con una Fiat Regata ES in garage.

 

Prossimo articolo dal titolo "Noi meno male che la liquidazione e la prima pensione l'abbiamo vista in lire."

Aggiungo uno che parla di "élite" me lo immagino discutere al bar di scie kimike.

Degno di nota anche il ragionamento che FCA smetterebbe il cedolone per abbassarne il valore, al fine che i francesi possano pagare meno il supposto acquisto.

Mi piacerebbe invece sapere chi invita un elemento simile.

Modificato da Fatbastard78
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2 ore fa, il_vignale scrive:

Chi smentisce il signor Ruggeri? 

Chi nega l'evidenza di quanto scritto dal grande manager nega purtroppo l'evidenza.

Un errore che facciamo noi appassionati è considerare le aziende automobilistiche (et. al.) come semplici produttori.

Ci focalizziamo sul prodotto, ci emozioniamo se questo corrisponde ai nostri desideri, ci infervoriamo, ci dispiacciamo, inca##iamo, quando non è così. O rimaniamo indifferenti.

Ci affezioniamo ai Marchi (e qua già c'è una dicotomia forte: da decadi i marchi non fanno più l'Azienda...), personifichiamo l'Azienda umanizzandola, tifando o controtifando come fosse espressione della nostra condivisione di valori ed appartenenza (nazionalità, stile,  territorialità, etc. etc.).

Ruggeri non sembra fare questo errore, sottolineando come, superato il dogma dell'artigianato, l' Azienda ha lo scopo principale di aumentare il proprio valore per proprietà ed azionisti.

E secondario di soddisfare le esigenze dei "portatori di interesse" (dipendenti, stato, società, etc., non certo gli appassionati dei prodotti...).

 

Mi pare però ricadere nell'errore quando da un giudizio di merito, quasi morale, pur se amaramente ironico sulla trasformazione (per lui fine tout court) dell’ Azienda a cui era affezionato, mettendo i fatti sotto la luce filtrata del proprio sentire.

Modificato da johnpollame
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6 minuti fa, Fatbastard78 scrive:

Aggiungo uno che parla di "élite" me lo immagino discutere al bar di scie kimike.

 

Che poi, pure lui fa parte dell'élite. Ex CEO che vive da 20 anni in svizzera.

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[sIGPIC][/sIGPIC]

Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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30 minutes ago, johnpollame said:

Un errore che facciamo noi appassionati è considerare le aziende automobilistiche (et. al.) come semplici produttori.

Ci focalizziamo sul prodotto, ci emozioniamo se questo corrisponde ai nostri desideri, ci infervoriamo, ci dispiacciamo, inca##iamo, quando non è così. O rimaniamo indifferenti.

Ci affezioniamo ai Marchi (e qua già c'è una dicotomia forte: da decadi i marchi non fanno più l'Azienda...), personifichiamo l'Azienda umanizzandola, tifando o controtifando come fosse espressione della nostra condivisione di valori ed appartenenza (nazionalità, stile,  territorialità, etc. etc.).

Ruggeri non sembra fare questo errore, sottolineando come, superato il dogma dell'artigianato, l' Azienda ha lo scopo principale di aumentare il proprio valore per proprietà ed azionisti.

E secondario di soddisfare le esigenze dei "portatori di interesse" (dipendenti, stato, società, etc., non certo gli appassionati dei prodotti...).

 

Mi pare però ricadere nell'errore quando da un giudizio di merito, quasi morale, pur se amaramente ironico sulla trasformazione (per lui fine tout court) dell’ Azienda a cui era affezionato, mettendo i fatti sotto la luce filtrata del proprio sentire.

Però quando afferma che la governance i francesi l'han pagata 5.5 miliardi, come si fa a smentirlo? Come si fa a dire che gli stakeholders di riferimento (stato in primis) non son stati dei ponzio pilato? Fiat è la fotografia di questo paese avvitato su se stesso ed incapace di rialzare la testa. Di fronte allo sfacelo dell'auto causato da anni di mala gestione u o stato presente avrebbe fatto quello che ha fatto Obama. Mandato a casa gli agnelli e tutelato il sistema industriale del paese. Di crisi aziendali, da Alitalia passa do per ilva e per finire a whirloppol la nostra storia è piena. Prepariamoci perché il contraccolpo causato da questa manovra causerà tanto male al sistema paese. Molto più di ilva e Alitalia messi assieme. 

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2 ore fa, il_vignale scrive:

Fu lì che l’Italia perse la sua centenaria industria dell’auto seguendo teorie intellettualoidi di miserabili leadership nostrane. Ora ci sono rimasti quattro stabilimenti di montaggio in croce, il cui destino è nelle mani dell’acquirente francese. Se ne prenda atto.

 

A me risulta che l'unico stabilimento chiuso da Fiat/FCA negli ultimi 15 anni sia stato Termini Imerese, e non credo si possa dire che la scelta sia dipesa dall'acquisto di Chrysler.

Quanto al resto, sono opinioni personali di un ex-manager, rispettabili visto che sicuramente è più addentro di me a certe logiche, ma sono pur sempre opinioni, non fatti.

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allora.. di chi é la proprietà? si leggono supposizioni di tutti i tipi, virgolettati "a quanto pare" "io l'avevo detto" "l'auto italiana é finita" hmmmm....

 

in grossi gruppi con dentro azionisti di tutti i tipi...comanda chi sa comandare, non é tanto chi ha piú o meno azioni, chi ha pagato, chi ha incassato, in realtà comanda chi porta i RISULTATI

 

e al momento direi che l'unico lí dentro che puó, forse, portare risultati é Tavares, manley sembra piú uno adatto a tenere le cose in ordine ma l'unico con una "vision" per il futuro puó essere solo Tavares

 

quanto ai "torinesi" io li vedo ancora tirare le fila degli aspetti finanziari, tipo tutti qst movimenti azionari degli ultimi giorni sul flottante in borsa, definire linee guida "at large" e cose simili, d'altra parte famiglie dell'old money come loro e i peugeot non si perderanno certo in quisquiglie e litigi, quanto allo stato francese oltre a mettere il naso per ragioni di stato appunto, per il resto delega alle due famiglie, e qui forse piú ai "torinesi" per via della loro presenza famigliare in tanti stati e nazionalità diverse con relativi contatti e conoscenze internazionali

 

chi poi manderà avanti la baracca e penserà a tutte le strategie anche di prodotto, materialmente é Tavares e la sua squadra, e al momento in europa non credo si possa volere di meglio

 

resta da notare come la stampa italiana di "sinistra" quasi sorvoli l'argomento a parte le solite dichiarazioni di rito contro i "padroni del vapore" coprotagonisti di tante battaglie del passato, mentre la stampa di "destra" e i fasulli analisti con ufficio a milano sputino da sempre fiele amaro sulla fiat, questo perché non si é mai ufficialmente schierata con loro a differenza dei tanti piccoli "padroncini del vapore" e "padronuccoli del vapore" (del vaporetto) che sono tutto il poco che resta dell'industria italiana, come diceva una ricerca recente, "gli imprenditori italiani spendono piú soldi in tangenti che in ricerca tecnologica"...

 

(piú tardi vedremo il discorso auto)

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