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Marchionne: "Produrremo in Serbia la monovolume"


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dipende quali sono i parametri dei vari contratti nazionali e quanto essi siano competitivi nei confronti del mercato globale...senza contare che non credo che in Germania o Francia ci siano situazioni paragonabili a pomigliano :pen:

Alfa Romeo Giulietta, 1.4 TBI Multiair 170 CV Exclusive (2013)

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I più attivi nella discussione

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in altri paesi i contratti nazionali mi pare esistano, ma esistano forme di contrattazione diverse

sicuramente. ma dubito che in Germania o Francia impongano condizioni SIMILI a quelle di Pomigliano, e che vorrebbero estendere a tutti gli impianti italiani. forse in Polonia...

poi certo, l'Italia ha sempre avuto il ruolo di apripista per una simpatica serie di fenomeni che si sono poi estesi al resto d'Europa, vedi fascismo...onestamente di annoverare anche quello del ritorno a condizioni lavorative degne di un romanzo di Charles Dickens, non è il mio sogno...

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sicuramente. ma dubito che in Germania o Francia impongano condizioni SIMILI a quelle di Pomigliano, e che vorrebbero estendere a tutti gli impianti italiani. forse in Polonia...

poi certo, l'Italia ha sempre avuto il ruolo di apripista per una simpatica serie di fenomeni che si sono poi estesi al resto d'Europa, vedi fascismo...onestamente di annoverare anche quello del ritorno a condizioni lavorative degne di un romanzo di Charles Dickens, non è il mio sogno...

non so, nelle pagine prima sono stati citati esempi in cui in Germania pur di mantenere il proprio posto di lavoro hanno accettato aumenti delle ore senza contropartite in busta paga... cosa che invece non si è verificata a pomigliano. più turni si, ma anche più soldi

Alfa Romeo Giulietta, 1.4 TBI Multiair 170 CV Exclusive (2013)

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infatti in germania è stato così già nel 2006: gli operai hanno accettato più ore lavorative e maggiore flessibilità a parità di stipendio. Spero per gli italiani che non capiti, ma diciamo che in questo non siamo all'avanguardia.

Un sindacato moderno credo farebbe meglio a guardare da altre parti: più flessibilità (che nella maggior parte dei casi è di testa..) e meno assenteismo in cambio di possibilità di guadagnare di più, di avere agevolazioni per la famiglia, sui trasporti (la maggior parte sono pendolari), magari protestare con il governo per ridurre un minimo lo scandaloso cuneo fiscale farebbe male?

Dickens c'entra poco.. se vuoi vedere le condizioni lavorative un po' più pesanti mandami un mp che ti ci porto io. Il lavoro in catena è pesante, ma è ancora categoria protetta rispetto all'80% della manodopera che lavora in italia. Fidati.

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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Infatti, infatti...io dicevo L0 in Serbia e tentativo di saturazione di Mirafiori (o, a seconda dei punti di vista, di supercazzola ai sindacati...) con Mi.To 5 porte e Giulia...

Infatti mica ho capito cosa si intendesse per produzione alfa in serbia, dove sta scritto :shock::shock::pz

Boh sarò io tonto, ma qui anzichè parlare di fatti concreti si tira fuori pure la Romania :shock::shock::pz

ST_G_02_04_000_1.jpgduetto14yg.jpg
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da LaStampa.it

Ecco il piano per tenere l'auto in Confindustria - LASTAMPA.it

Ecco il piano per tenere

l'auto in Confindustria

Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria

+ Marchionne: "Aspetto una risposta. O sì o no"

Mercegaglia: possiamo salvaguardare gli obiettivi dell'azienda

ROBERTO GIOVANNINI

ROMA

Per adesso la Fiat non esce da Confindustria e neppure dal contratto dei metalmeccanici. Al termine di un incontro durato tre quarti d’ora in una sala della Farnesina, il leader degli industriali Emma Marcegaglia è riuscita - almeno per il momento - a convincere l’ad della Fiat Sergio Marchionne che non c’è contraddizione tra le esigenze del gruppo e la permanenza nel sistema Confindustria. «C’è la volontà reciproca - ha detto Marcegaglia - di trovare nel più breve tempo possibile una strada per cui Fiat, rimanendo all’interno del sistema Confindustria, possa mantenere i suoi obiettivi di produttività e di competitività indicati nel contratto di Pomigliano. Ci siamo dati un tempo breve per arrivare a una soluzione e siamo entrambi fiduciosi che possiamo farlo». Stessa musica - con un importante distinguo - anche da Marchionne: «È un impegno comune. Cerchiamo di trovare una soluzione, anche per il bene del paese siamo disposti a fare quello che è necessario per mandare avanti il piano di Fabbrica Italia». Ma ecco l’avvertimento: «Io ed Emma siamo convinti che riusciremo a trovare una soluzione nel contesto di Confindustria. Se poi non ci arriviamo c’è sempre un piano B. Per ora parliamo del piano A, che è più importante».

Il piano A è una soluzione fortemente voluta da Confindustria, che certo non poteva accettare l’uscita della Fiat da Federmeccanica: sarebbe stato l’avvio di una vera e propria valanga, il semaforo verde a una fuga di massa dall’associazione. Così, il piano A prevede un’integrazione del vigente contratto dei metalmeccanici da parte dei sindacati firmatari (non la Fiom-Cgil) con un articolo: la possibilità che i contratti aziendali deroghino al ribasso rispetto al contratto nazionale. Una volta sancita l’aggiunta, l’accordo di Pomigliano (che prevede condizioni diverse su orario, turni, straordinari, assenze per malattia) dovrebbe essere al riparo da problemi giuridici. Non necessariamente dalla conflittualità, però.

Per Marchionne tutto ciò non è un attacco ai diritti dei lavoratori: «Parliamo onestamente - ha detto - prima i doveri, poi arrivano i diritti, dei doveri non ce ne ricordiamo mai. Vogliamo governare gli stabilimenti, questa non è una cosa oscena. Qui in Italia sembra che stiamo parlando della luna». Dobbiamo gestire un’azienda - ha proseguito Marchionne - e non possiamo farlo un giorno sì e un giorno no, a singhiozzo, oggi con l’80% della gente e il 20% il giorno dopo». Insomma, ha spiegato, «dobbiamo assicurarci che ci sono le condizioni per cui quelli che non sono d’accordo non blocchino la maggioranza dei dipendenti della Fiat», e la maggior parte dei sindacati, «che si sono allineati e ci stanno aiutando».

In grassetto c'è il vero obbiettivo di Marchionne (e di tutti gli industriali) che avrà conseguenze devastanti imho, quale azienda non applicherà quella deroga?

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da LaStampa.it

Ecco il piano per tenere l'auto in Confindustria - LASTAMPA.it

In grassetto c'è il vero obbiettivo di Marchionne (e di tutti gli industriali) che avrà conseguenze devastanti imho, quale azienda non applicherà quella deroga?

La notizia è riportata in modo approssimativo. "Quella deroga" esiste già, è contenuta nell'accordo quadro per la riforma degli assetti contrattuali stipulato in sede ministeriale e nel successivo accordo interconfederale che ne ha dato attuazione.

E', in particolare, il punto 16 dell'accordo quadro, che recita:

16. per consentire il raggiungimento di specifiche intese

per governare, direttamente nel territorio o in azienda,

situazioni di crisi o per favorire lo sviluppo economico

ed occupazionale, le specifiche intese potranno definire

apposite procedure, modalità e condizioni per modificare,

in tutto o in parte, anche in via sperimentale e

temporanea, singoli istituti economici o normativi dei

contratti collettivi nazionali di lavoro di categoria;

Alfiat Bravetta senza pomello con 170 cavalli asmatici che vanno a broda; pack "Terrone Protervo" (by Cosimo) contro lo sguardo da triglia. Questa è la "culona".

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La notizia è riportata in modo approssimativo. "Quella deroga" esiste già, è contenuta nell'accordo quadro per la riforma degli assetti contrattuali stipulato in sede ministeriale e nel successivo accordo interconfederale che ne ha dato attuazione.

E', in particolare, il punto 16 dell'accordo quadro, che recita:

16. per consentire il raggiungimento di specifiche intese

per governare, direttamente nel territorio o in azienda,

situazioni di crisi o per favorire lo sviluppo economico

ed occupazionale, le specifiche intese potranno definire

apposite procedure, modalità e condizioni per modificare,

in tutto o in parte, anche in via sperimentale e

temporanea, singoli istituti economici o normativi dei

contratti collettivi nazionali di lavoro di categoria;

Ah non sapevo che i contratti nazionali fossero già carta straccia....

Bei tempi che ci aspettano...

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Dalla Fiat ai russi, ecco perché tutti vogliono andare a produrre in Serbia - Il Sole 24 ORE

C'è infatti un accordo di libero scambio tra la Federazione russa e la Serbia che assicura un trattamento favorevole per la merce oggetto dell'interscambio. Per non pagare oneri doganali ovviamente sono previste delle condizioni. E cioè: il paese d'origine della merce deve essere la Serbia, è obbligatorio l'acquisto e la fornitura diretti e infine la fornitura deve essere accompagnata dal certificato di origine.

Affinchè la Serbia si possa dichiarare paese d'origine è necessario che i manufatti siano stati interamente prodotti in Serbia, magari anche utilizzando materie prime, semilavorati e prodotti finiti originari di qualche altro paese. A patto però che tali prodotti siano stati trasformati in gran parte Serbia. La lista delle merci interamente prodotte in Serbia è lunga ma il punto che interessa gli imprenditori riguarda i manufatti prodotti in Serbia da materie prime serbe. Se i manufatti prevedono la lavorazione o trasformazione di materie prime o componenti provenienti dall'estero o di origini sconosciute, il valore di questi non deve superare il 50% del valore totale della merce esportata dalla Serbia. Altrimenti ci si ferma prima del ponte.

it's magic!!!

meno male che maglionne è colllllions no limits :|

image.php?type=sigpic&userid=879&dateline=1242680787

Mi avete fatto venire fino a quassù e mi avete detto...mi avete detto che mi compravate una bomba...arriverò tardi per il pranzo e mia mamma...ahhh...ahhh..e non mi farà mangiare per punizione..aaaaaah che vigliacchi.........nessuno ha una cioccolata??? un croccante???

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