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Dieselgate, novità sui processi a Winterkorn

L'ex CEO della Volkswagen Martin Winterkorn è stato 'rimpallato' da una corte tedesca, in attesa di una sentenza ancora più importante

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L’istituzione giudiziaria ha di fatto interrotto il procedimento relativo alla manipolazione del mercato automobilistico, nel quale Winterkorn era imputato. Questo filone derivava dal Dieselgate, come conseguenza di un comportamento, da parte dell’azienda tedesca, atto a nascondere i reali valori inquinanti delle auto messe in commercio. C’è un motivo per cui questo processo è stato stoppato: l’attesa della sentenza relativa alle accuse sul ruolo avuto da Winterkorn nella vicenda delle emissioni, che dovrebbe portare a una pena molto severa.

In questo contesto, la condanna per manipolazione del mercato non porterebbe a un aumento significativo della pena complessiva“, ha affermato il tribunale in una nota ripresa da diverse agenzie internazionali. Il tribunale aveva avviato il procedimento per esaminare se Winterkorn fosse stato colpevole di non aver informato adeguatamente gli investitori sulla portata della frode sulle emissioni.

Per i giudici di Braunschweig, evidentemente, Winterkorn potrebbe già subire una pena esemplare per aver lasciato circolare sulle strade tedesche ed europee dei veicoli capaci di immettere una quantità maggiore di emissioni rispetto al dichiarato. L’ex CEO si era dimesso nel settembre del 2015, a poche settimane dallo scoppio dello scandalo che aveva travolto Volkswagen e l’intero mondo automotive. Il manager ha però sempre negato di aver avuto un coinvolgimento diretto, e ha rifiutato di ammettere di essere a conoscenza dei dispositivi per manipolare i dati sulle emissioni.

https://www.formulapassion.it/automoto/mondoauto/winterkorn-dieselgate-processi-volkswagen-scandalo-manipolazione-mercato-543334.html

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  • 4 mesi fa...

L'ex CEO Volkswagen pagherà 10 milioni di euro per il dieselgate

Martin Winterkorn avrebbe raggiunto un accordo con il gruppo tedesco per un maxi risarcimento danni

Il Gruppo Volkswagen e il suo ex amministratore delegato Martin Winterkorn hanno raggiunto un accordo per risarcire i danni derivati all'azienda dallo scandalo "dieselgate".

Il manager tedesco dovrà pagare al colosso automobilistico di Wolfsburg un indennizzo di 10 milioni di euro, stando almeno a quanto riportato da Business Insider.

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Al momento non ci sono commenti ufficiali di Volkswagen sull'anticipazione arrivata dall'altra parte dell'Atlantico e anche il portavoce di Winterkorn non risponde alle domande.

 

Ricordiamo che già a marzo 2021 il Costruttore aveva annunciato che, in seguito ad una lunga indagine, risultava che Winterkorn non avesse assolto al suo "obbligo di diligenza" sulla questione delle emissioni allo scarico falsate durante i test di omologazione USA di alcuni motori TDI della Casa tedesca.

 

https://it.motor1.com/news/511150/ex-ceo-volkswagen-risarcimento-dieselgate/?utm_source=RSS&utm_medium=referral&utm_campaign=RSS-all-articles

 

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  • 2 settimane fa...

Dieselgate, 288 milioni di euro di risarcimento per VW

Svelati i dettagli dell'accordo raggiunto tra il gruppo tedesco e quattro suoi ex dirigenti nell'ambito dello scandalo Dieselgate

Sono passati più di cinque anni dallo scoppio dello scandalo Dieselgate, e nonostante ciò le conseguenze che si è portato dietro sono ancora di grande attualità. E’ notizia di queste ore che Volkswagen, a cui lo scandalo è costato oltre 32 miliardi di euro tra spese legali, sanzioni, richiami e multe, avrebbe raggiunto un accordo con alcuni suoi ex dirigenti per ottenere un risarcimento: complessivamente, la somma che dovrebbe entrare nelle casse del gruppo tedesco si aggira attorno a 288 milioni di euro.

Entrano nei dettagli dell’accordo, sono quattro gli ex alti dirigenti che dovranno sborsare ingenti somme di denaro a titolo di risarcimento al gruppo Volkswagen. A partire dall’ex CEO del gruppo tedesco, Martin Winterkorn, che pagherà 11,2 milioni di euro, per arrivare all’ex numero uno di Audi, che risarcirà Volkswagen per 4,1 milioni di euro. Le condizioni di questo accordo sono state accettate anche da Wolfgang Hatz, ex ingegnere di punta del gruppo, e Stefan Knirsch, ex capo dello sviluppo di Audi, che sborseranno rispettivamente 1,5 milioni di euro e 1 milione di euro. A questi, vanno aggiunti anche 270 milioni di euro che VW riceverà dalle assicurazioni di responsabilità dei suoi direttori e funzionari. Ma c’è anche chi non ha accettato le condizioni poste dal gruppo tedesco, tra cui l’ex dirigente di Audi e Volkswagen Ulrich Hackenberg, contro cui verrà quindi avviata un’azione legale.

 

https://www.formulapassion.it/automoto/mondoauto/dieselgate-288-milioni-di-euro-risarcimento-volkswagen-winterkorn-stadler-accordo-condizioni-570051.html

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29 minuti fa, J-Gian scrive:

Si parla di milioni come fossero grammi di prosciutto... Che mondi 😶

...ma in relazione delle coste totale del dieselgate fino adesso (30Mrd e non e finito completamente) questi 288Mio sono peanuts. 😜 Sopratutto le partecipazione di Winterkorn e Stadler personale (11 e 4 Mio), come quelli che alla fine erano responsabile per tutto il disastro, sono un po' ridicolo.

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  • 4 settimane fa...

Emissioni inquinanti, multa da 875 milioni a Bmw e Volkswagen. Coinvolta anche Daimler

L’Antitrust Ue accusa le case automobilistiche di aver fatto cartello ostacolando lo sviluppo e il pieno utilizzo di tecnologie per ridurre le emissioni diesel

BRUXELLES. L'Antitrust Ue ha inflitto una multa da oltre 875 milioni di euro a Bmw, Daimler e Volkswagen per aver fatto cartello ostacolando lo sviluppo e il pieno utilizzo di tecnologie non inquinanti per ridurre le emissioni delle auto diesel. Lo comunica lo stesso Antitrust.

Il caso riguardava il «circolo dei cinque», ossia Bmw, Daimler e tre divisioni del gruppo Volkswagen, vale a dire VW, Audi e Porsche. Avendo segnalato la pratica irregolare alla Commissione, Daimler ha evitato la sanzione.

La responsabile della Concorrenza Ue Margrethe Vestager ha spiegato che «le cinque case automobilistiche Daimler, Bmw, Volkswagen, Audi e Porsche possedevano la tecnologia per ridurre le emissioni nocive oltre quanto richiesto legalmente dagli standard di emissione Ue, ma hanno evitato di farsi concorrenza non usando appieno il potenziale di questa tecnologia per andare al di là di quanto richiesto dalla legge. Quindi la decisione di oggi riguarda il modo in cui non ha funzionato la cooperazione tecnica legittima. La concorrenza e l'innovazione nella gestione dell'inquinamento automobilistico sono essenziali affinché l'Europa possa raggiungere i nostri ambiziosi obiettivi del Green Deal. E questa decisione dimostra che non esiteremo ad agire contro tutte le forme di condotta di cartello che mettano a repentaglio questo obiettivo».

Le case automobilistiche in questione, ricostruisce Bruxelles, hanno tenuto riunioni tecniche regolari per discutere lo sviluppo della riduzione catalitica selettiva, tecnologia che elimina le emissioni nocive di ossido di azoto (NOx) dalle auto diesel attraverso l'iniezione di urea (chiamata anche «AdBlue») nello scarico flusso di gas. Durante questi incontri, e per oltre cinque anni, le case automobilistiche hanno collaborato per evitare la concorrenza in questa area per rendere l'azione di «pulizia» migliore di quanto richiesto dalla legge nonostante la tecnologia pertinente fosse disponibile.

In particolare, Daimler, Bmw e il gruppo Volkswagen hanno raggiunto un accordo sulle dimensioni e le gamme dei serbatoi di AdBlue e un'intesa comune sul consumo medio stimato di AdBlue. Hanno anche scambiato informazioni commercialmente sensibili su questi elementi e hanno rimosso l'incertezza sulla loro futura condotta di mercato in merito alla pulizia delle emissioni di NOx al di là e al di sopra dei requisiti legali (il cosiddetto «sovradempimento») e le gamme di ricarica di AdBlue. «Ciò significa che hanno limitato la concorrenza sulle caratteristiche del prodotto rilevanti per i clienti: tale comportamento costituisce un'infrazione sotto forma di limitazione dello sviluppo tecnico».

La condotta illegale va dal 25 giugno 2009 a ottobre 2014. Nel fissare il livello delle ammende, la Commissione ha tenuto conto del valore delle vendite delle parti di autovetture diesel dotate di sistemi in questione nello spazio economico europeo nel 2013 (ultimo anno completo dell'infrazione), della gravità dell'infrazione e della posizione geografica scopo. Un'ulteriore riduzione è stata applicata a tutte le parti in quanto si tratta della prima decisione di divieto di cartello basata esclusivamente su una restrizione dello sviluppo tecnico e non sulla fissazione dei prezzi, sulla ripartizione del mercato o sull'assegnazione dei clienti.

L'importo della riduzione del 20% tiene conto del fatto che questo tipo di comportamento è espressamente vietato. La Commissione ha applicato una riduzione del 10% delle ammende di tutte le parti ai sensi dell'avviso di transazione del 2008 in considerazione del riconoscimento della loro partecipazione all'intesa e della loro responsabilità in tale violazione.

Questa indagine sul «cartello» è separata e distinta da altre indagini, precisa Bruxelles, comprese quelle dei pubblici ministeri e di altre autorità sui produttori di automobili e sull'uso di dispositivi illegali di manipolazione per eludere i test normativi. Non ci sono indicazioni che le parti abbiano coordinato l'uso di dispositivi di manipolazione illegali per eludere i test normativi. In questi procedimenti di cartello, la Commissione non ha determinato se i produttori di automobili rispettassero gli standard di emissione delle auto o «ripulissero» secondo uno standard superiore a quello richiesto.

E' la prima volta che la Commissione conclude che la collusione sullo sviluppo tecnico equivale a un «cartello». Nell'aprile 2019 la Commissione ha adottato una comunicazione degli addebiti nella procedura ordinaria contro Daimler, Bmw e il gruppo Volkswagen in merito alla loro cooperazione tecnica sullo sviluppo di sistemi in questione per le nuove autovetture diesel e in merito ai filtri antiparticolato Otto (OPF) per ridurre le particelle nocive emissioni dei gas di scarico delle nuove autovetture a benzina ad iniezione diretta. Nel febbraio 2021 la causa è passata dalla procedura ordinaria alla procedura transattiva. La Commissione ha deciso di non approfondire ulteriormente l'aspetto OPF del caso poiché riteneva che le prove fossero insufficienti per dimostrare una violazione

https://www.lastampa.it/economia/2021/07/08/news/emissioni-inquinanti-multa-da-875-milioni-a-bmw-e-volkswagen-coinvolta-anche-daimler-1.40475650?ref=LSHRA5-A-S4-T1
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