Sarà che l'età avanza e divento più cinico, ma ogni qualvolta in ambiti lavorativi sento frasi come "siamo una famiglia", o "siamo una squadra anche fuori dal lavoro", a parte i casi in cui è letteralmente così, mi si drizzano le antenne. 

 

Il lavoro è lavoro, punto. E lo stesso dovrebbe valere per l'ambiente di lavoro.

 

 

 

Modificato 14 Dicembre 202414 Dic da led zeppelin

...e mi pagavano pure!!!

Sarà che l'età avanza e divento più cinico, ma ogni qualvolta in ambiti lavorativi sento frasi come "siamo una famiglia", o "siamo una squadra anche fuori dal lavoro", a parte i casi in cui è letteralmente così, mi si drizzano le antenne. 
 
Il lavoro è lavoro, punto. E lo stesso dovrebbe valere per l'ambiente di lavoro.
 
 
 

Questo di sicuro, fin dalla prima volta che cercai lavoro ho sempre pensato "di famiglia ne ho già una e non ne voglio altre".

3 ore fa, Damynavy scrive:

...e mi pagavano pure!!!

 

Sull'A350 con quegli schermi potevi anche giocare ai videogiochi?  😂

2 ore fa, Felis scrive:

 

Sull'A350 con quegli schermi potevi anche giocare ai videogiochi?  😂

 

 

Non sono mai salito sul 350, ho finito la carriera sul 340. 

...e non ho mai capito a cosa servissero quegli schermi😂

8 ore fa, led zeppelin scrive:

Sarà che l'età avanza e divento più cinico, ma ogni qualvolta in ambiti lavorativi sento frasi come "siamo una famiglia", o "siamo una squadra anche fuori dal lavoro", a parte i casi in cui è letteralmente così, mi si drizzano le antenne.

In genere la "famiglia" è a senso unico. Quando c'è da lavorare si lavora tutti insieme, quando c'è da intascare intascano solo i proprietari.

Riflessione: se dovessi tornare indietro, non farei più questo lavoro. 

 

Ti tiene troppo lontano dalla famiglia, e certe "cose", le capisci solo quando gli anni sono passati...

2 ore fa, Damynavy scrive:

Riflessione: se dovessi tornare indietro, non farei più questo lavoro. 

 

Ti tiene troppo lontano dalla famiglia, e certe "cose", le capisci solo quando gli anni sono passati...

Almeno ti permette di avere una famiglia. Altri, tipo il mio, no.

Lavoro e famiglia sono spesso incompatibili.

Bisogna ahimè fare delle scelte.

Io avevo ed ho,colleghi trasfertistomani, sia per avere maggior stipendio , sia per la carriera.

Tutti separati o quasi .

Alla fine nella vita , si deve capire cosa si preferisce. 

Porto solo una piccola testimonianza di come l'ingegneria premi ancora il merito, e non serva provenire da famiglia ricca.

Ho studiato all'università fuori sede, con anche casa dello studente, solo grazie alle borse di studio, che venivano date (ma credo ancora oggi) con un mix di condizioni di reddito e merito. 

Da un lato una famiglia operaia con reddito basso, dall'altro il mio massimo impegno a tenere una media voti alta e un ritmo importante, hanno fatto si che i miei genitori abbiano sempre avuto rimborsate le tasse universitarie, e abbia mantenuto la casa delle studente fuori sede per tutta la durata degli studi.

Grazie alla laurea con il massimo dei voti (quindi ancora una volta merito), ho ricevuto più offerte di lavoro, e ne ho accettata una a Milano che mi garantiva inizialmente anche l'alloggio (anche qui, dopo essermi spostato dalla città natale per studio, sono stato disposto a spostarmi anche per lavoro).

Da li in poi, è stato solo un crescendo, sempre conquistato sul campo, sempre con promozioni legate al merito.

Quindi il messaggio è che studi e merito contano; quando sono al lavoro guida sempre il merito, non ho nessun figlio di papà che mi tiene testa se non sul merito.

Naturalmente le relazioni, il "networking", ecc. sono importanti, ma con il tempo le può creare e curare chiunque, e, anzi, tante volte i figli di papà non sanno mantenerle e si bruciano da soli (ne ho visto qualcuno).

In definitiva, date il massimo sempre, vedrete che verrete ripagati.

 

 

 

 

 

Modificato 16 Dicembre 202416 Dic da AlexMi