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Crisi economica 2011


TonyH

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Senza contare che, senpai Suzuki insegna, piuttosto che farsi mettere i piedi in testa dal primo idiota che passa per strada si ficcano una katana nella pancia senza tanti problemi.

Ora la faccio un pò iperbolica...ma neanche troppo,è un popolo dannatamente forte e dannatamente unito anche se sono 20 anni che sono un pò al palo.Di certo da quelle parti certe polemiche non si sentirano mai :roll:

Questo è poco, ma sicuro.8-)

"Ah! Rotto solo semiasse, IO KULO ANKORA!" (cit.)

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Senza contare che, senpai Suzuki insegna, piuttosto che farsi mettere i piedi in testa dal primo idiota che passa per strada si ficcano una katana nella pancia senza tanti problemi.

Ora la faccio un pò iperbolica...ma neanche troppo,è un popolo dannatamente forte e dannatamente unito anche se sono 20 anni che sono un pò al palo.Di certo da quelle parti certe polemiche non si sentirano mai :roll:

Con i pregi ed i difetti, però....visto che storicamente per fargli entrare in testa qualche idea nuova bisogna dagli mazzate in testa fino al consumo della mazza stessa ( citofonare Commodoro Perry e Colonnello Tibbets per ragguagli )

Se devo trovare un difetto al Giappone è proprio la mancanza di elasticità, che gli ha infatti procurato le sconfitte peggiori della storia .

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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Se devo trovare un difetto al Giappone è proprio la mancanza di elasticità, che gli ha infatti procurato le sconfitte peggiori della storia .

e aggiungerei mancanzadi sapersi riorganizzare e affrontare sfide nuove,situazioni nuove.

Sono molto bravi se gli dai un manuale da leggere e da ripetere ma appunto quel pizzico di elasticità sicuramente gli amnca, d'altra parte non si può richiedere la perfezione ;)

 

花は桜木人は武士

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Strano però il giappone, perchè un popolo tanto chiuso ideologicamente riesce comunque ad essere sempre all'avanguardia nell'innovazione tecnologica..

Comunque, ecco un primo spunto da cui partire con le forbici:

Stile lombardo per risparmiare

785 milioni

Di SERGIO RIZZO E GIAN ANTONIO STELLA

Non è vero che tutti i giudici sono schiacciati dagli arretrati. Nicola Durante, ad esempio, al Tar di Salerno deve avere un mucchio di tempo libero. Infatti fa anche il dirigente alla Regione Calabria.

Due lavori, due stipendi, benefit deluxe. A partire dall'auto blu. Prova provata che nelle Regioni, se Mario Monti userà le forbici, c'è da tagliare, tagliare, tagliare. Si pensi che la Campania ha più dipendenti che Lombardia, Piemonte e Liguria insieme. E che organici «alla lombarda» permetterebbero risparmi per oltre 785 milioni.

Dice un rapporto della Corte dei Conti che quelle Regioni varate nel 1970 per alleggerire lo Stato, si sono via via gonfiate come un panettone impazzito. Al punto che oggi quelle 15 che sono a statuto ordinario hanno 40.384 dipendenti. Vale a dire 78,8 ogni 100 mila abitanti. Tanti, ma vale più che mai la regola del pollo di Trilussa. C'è infatti chi non arriva a 34, come appunto l'ente guidato da Roberto Formigoni, e chi sfonda la barriera del suono clientelare come il Molise. Dove Michele Iorio, dello stesso partito del collega milanese (a dimostrazione che anche in questo caso le differenze di colore non sono poi così importanti) governa su un piccolo regno che ogni centomila abitanti di regionali ne ha 291: 8 volte e mezzo di più.

«Polentoni» e «terroni»? Fino a un certo punto. Tanto è vero che, sempre rispetto all'unità di misura citata, la «destrorsa» regione Piemonte di dipendenti ne ha 70,5 e cioè più del doppio dei cugini lombardi. E non ha neppure peso, come dicevamo, la tintura rossa o blu. Prova ne sia che l'Umbria, da sempre amministrata dalla sinistra, ha proporzionalmente il doppio dei «regionali» (159 contro 74,5 ogni centomila residenti) della vicina Toscana. Quanto alla tanto maledetta «Roma ladrona», il Lazio si ritrova a essere con l'indice 62,8 non solo nettamente al di sotto della media ma addirittura di regioni comunemente più virtuose quali l'Emilia-Romagna (68) o la Liguria (68,6).

Una giungla inestricabile. Che dimostra come il principio di autonomia costituzionale abbia avuto giorno dopo giorno un'interpretazione assai singolare: ogni Regione va per conto proprio. Con sprechi e diseconomie in molti casi allucinanti. Basti dire che, se si utilizzasse come criterio generale il parametro della Lombardia (quei 34 «regionali» scarsi ogni centomila residenti) quelle quindici regioni ordinarie, che hanno esattamente le stesse competenze, potrebbero tagliare addirittura 23.015 unità. E svolgere gli stessi compiti quotidiani con appena 17.369 persone. Con un risparmio, per le casse pubbliche, di 785 milioni e 350 mila euro l'anno. È la somma che avrebbe permesso lo scorso anno di compensare largamente il costo (645 milioni) degli interventi d'emergenza per i disastri ambientali. Oppure permetterebbe di coprire in nove anni il costo del piano straordinario di infrastrutture per il Sud. Per non parlare dei risparmi impliciti nel dimagrimento di strutture spesso elefantiache e inefficienti: ogni ufficio in più, ogni dirigente in più, ogni funzionario in più vuole mettere becco in questa o quella pratica. Non sono una ricchezza: sono un lacciuolo supplementare.

Ci sono numeri davanti ai quali è impossibile non fare un salto sulla sedia. Quei 17.369 dipendenti che utilizzando il «parametro lombardo» basterebbero a far funzionare le 15 Regioni ordinarie, sono infatti meno di quanti sono oggi in carico alla Campania (che negli ultimi quattro anni ha ancora gonfiato gli organici di circa il 10%), alla Puglia, alla Calabria, alla Basilicata. I quali sono 17.607. E non parliamo della Sicilia. Dove, secondo i giornalisti Enrico Del Mercato ed Emanuele Lauria, autori del libro «La zavorra» (un atto d'accusa della classe dirigente locale micidiale proprio perché scagliato da siciliani) i dipendenti complessivi del ciclopico carrozzone guidato da Raffaele Lombardo, compresi forestali e precari e dipendenti delle Asl, sono 144.147. Ma ne riparleremo.

Per adeguarsi al parametro virtuoso, il governatore della Campania Stefano Caldoro sarebbe costretto ad affrontare moti di piazza: dovrebbe perdere 6.007 dipendenti, con un risparmio pazzesco, pari a oltre il 68% della spesa per gli stipendi. Parliamo di una cifra che nel 2009 avrebbe coperto un terzo del disavanzo sanitario regionale. Ma ancora più dura sarebbe la cura per una Regione "rossa" per eccellenza come l'Umbria. Il suo personale dovrebbe dimagrire di quasi il 79%, passando da 1.432 a 305 unità. E anche le Marche potrebbero avere bruttissime sorprese, dovendo scendere da 1.487 a 529 dipendenti. Mentre il personale di una terza Regione storicamente amministrata dal centrosinistra, la Basilicata, sarebbe ridotto di cinque volte: da 1.052 a 200.

C'è chi dirà: certo, Stato, Regioni ed Enti locali sono da sempre un ammortizzatore, soprattutto al Sud. Vogliamo licenziare tutti quelli in soprannumero? Buttare nella disperazione, di questi tempi, decine di migliaia di famiglie? No, certo. Ma è fuori discussione che numeri come quelli devono dare risultati diversi. Garantire un'efficienza diversa. Da recuperare anche attraverso una maggiore elasticità. E una rottura con vecchi meccanismi inaccettabili a maggior ragione dall'Europa, chiamata oggi a intervenire per arginare problemi dovuti proprio alla scarsa credibilità.

Quale credibilità può avere, ad esempio, una regione come quella campana governata fino all'anno scorso da Antonio Bassolino dove le promozioni sono state distribuite per anni nel modo indecente denunciato da un rapporto degli ispettori della ragioneria generale dello Stato? C'è scritto, in quel dossier, che pressoché tutti i dipendenti hanno goduto, nel periodo compreso fra il 2002 e il 2008, di «progressioni orizzontali». Cioè, in gergo tecnico, aumenti di stipendio concessi nel pubblico impiego a parità di mansione. Fatta eccezione per 21 persone che proprio non potevano essere salvate a causa di gravi provvedimenti disciplinari, solo fra il 2004 e il 2005 ne hanno goduto in 7.254 sui 7.275 allora in servizio. Vale a dire il 99,7%. Dov'è, il «merito»? Perché mai un inglese, un francese, un danese dovrebbero tirar fuori soldi per un Paese come il nostro se prima non spazza via scelte clientelari e indecenti come queste? Come la spieghiamo, agli europei, la sproporzione insultante nella distribuzione dei dirigenti?

Il record assoluto lo detiene il Molise. Con 320 mila abitanti, non solo ha quei 934 dipendenti regionali di cui dicevamo. Ma la bellezza di 87 dirigenti: undici volte di più, in proporzione, di quelli che avrebbe allineandosi alla Lombardia: 8. Ma sono tante le regioni che perderebbero grappoli di dirigenti: scenderebbe da 221 a 128 del Veneto, da 114 a 35 l'Abruzzo, da 93 a 23 l'Umbria, da 167 a 52 la Calabria, da 71 a 15 la Basilicata...

Una strage di colletti bianchi. Immaginatevi dunque la preoccupazione, nel caso il nuovo governo decidesse di mettere ordine, di quel «colletto» di cui dicevamo, il calabrese Nicola Durante. Un uomo dalla doppia vita. Nella prima guadagna una busta paga come giudice del Tar di Salerno, dove dicono di vederlo quando c'è udienza e dove mesi fa ha annullato il sequestro di una casa abusiva perché il decreto di abbattimento non era stato notificato al titolare dell'abuso ma consegnato a mano a suo fratello. Nella seconda fa il Capo dell'Ufficio Legislativo della regione Calabria, dove è stato preso dal governatore Giuseppe Scopelliti con un contratto da 176.426 euro e 57 centesimi l'anno. Più una «retribuzione annua di risultato». Più i rimborsi spese «a pie' di lista». Più il «trattamento di missione nella misura massima prevista per la dirigenza regionale». Più, a spese dei cittadini, si capisce una speciale «copertura assicurativa della responsabilità civile e amministrativa per i danni eventualmente arrecati a terzi o alla Regione nell'esercizio dell'attività istituzionale, ivi comprese le eventuali spese di giudizio sostenute». «E l'auto blu?», direte voi ansiosi. Tranquilli: ce l'ha, ce l'ha...

Fiat Punto I 55 sx '97

Fiat Punto II restyling 1.2 60cv '04

Toyota Prius V2 '06

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Inserire un numero massimo nazionale di dipendenti pubblici per tot. abitanti? Cosi come i famosi costi fissi nella sanità? Una soluzione di sicuro, ma ammazza la concorrenza e la virtuosità di chi vuol fare meglio.

Comunque di sicuro un passo obbligato..

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Io non volevo fare un discorso di chi è più bravo e chi no eh.. ma un problema di questo tipo c'è.

Ci sono aziende che licenziano a mazzi con gente che dalla sera alla mattina si trova con il sedere a terra e per chi lavora nel pubblico la parola mobilità resta un tabù?

Oltre ad una questione squisitamente economica mi sembra anche un'ingustizia sociale...

Fiat Punto I 55 sx '97

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......debito-pubblico-stati.gif

Putroppo si', siamo messi malissimo, e si evince anche dal grafico -> colonna rossa.

In questo momento quello che ci tiene in ginocchio e che interessa ai fini di tutto, e' il debito PUBBLICO.

Che poi le altre popolazioni vivano al di sopra delle loro possibilita', purtroppo, non centra nulla.

Di questi ne vendono a secchiate.

Vedrete.

[scritto in data 18 Luglio 2013 - Riferito a Jeep Cherokee]

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il debito pubblico elevato ha due grossi svantaggi

1- lo stato non ha soldi da spendere per andare in soccorso agli istituti bancari oppure per elargire sussidi e sostegni alle persone disagiate

2- far rientrare un debito pubblico è molto, molto, molto più complesso che far rientrare il debito di una banca o il debito privato

per quello assume più importanza.

[sIGPIC][/sIGPIC]

Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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